Capitolo III

Il ragazzo socchiude gli occhi in un'espressione di piacere

"Hai un buon profumo..."

Questo ragazzo mi destabilizza.

"Sai... Credo che diventeremo ottimi amici" mi dice sussurrandomi all'orecchio, il suo respiro tiepido si fa sentire sul mio collo facendomi provare un certo timore, un fremito corre lungo la mia schiema e il cuore pulsa più velocemente di prima.

Jimin si allontana da me, i suoi passi risuonano nella stanza
"Bhe... Non c'è ancora molto da vedere, tecnicamente manca solo che ti informi degli orari degli allenamenti"

Apre la porta e lo seguo, dopo qualche passo arriviamo in una sala non molto grande piana di moduli appesi alle pareti

"Min Seoyeon... Min Seoyeon..." Jimin fa scorrere l'indice su una tabella "... Eccoti, dovrai venire tutti i giorni treanne la domenica dalle 16 alle 18"

"D'accordo"
"Vedi di non fare assenze, questo è il tuo periodo di prova dovrai impegnarti molto" mi dice con voce calma, io annuisco.

Terminato il tour, torniamo in sala ricevimenti dove ci attende di nuovo quella donna. Mi porge dei documenti che dovró far firmare ai miei genitori, ho già progettato di falsificarli.

"Bene Jimin, come è andato il tour?" domanda con voce dolce la ragazza

"Molto bene, sono certo che Seoyeon se la caverà, non è vero? Si volta per guardarmi con un espressione accigliata e un sorrisino stampato sul volto

"... Si, ti ringrazio per il tuo aiuto... " rispondo timidanente " ora dovrei andare... ci vediamo domani"

"A domani allora" mi saluta Jimin, i suoi occhi sono tornati chiari

Schizzo fuori dalla sede, confusa, intimorita.

Cosa diavolo è successo...? Il suo viso... Non capisco.
Di cosa non dovrei parlarne con nessuno?

La sua voce rieccheggia nella mia mente, non riesco a togliermela dalla testa, così come il suo volto, dapprima dolce, quasi infantile, sembrava poi volesse attaccarmi da un momento all'altro, sembrava volesse divorarmi.

Arrivata a casa, mi precipito in camera mia e la prima cosa che faccio è falsificare la documentazione, i miei genitori non firmerebbero queste carte neanche se li dovessero pagare.

A cena, mia madre mi chiede cosa ho fatto oggi e rispondo con il semplice "niente di speciale", non sono in vena di parlare, nemmeno con mio padre.

Prima di andare a letto rimango per qualche minuto a fissare il soffito con lo sguardo vuoto. Non ho sonno ma il mio corpo è stanco, pesante. Chiudo gli occhi ed ecco una visione del viso dolce di Jimin mutare: i suoi occhi chiari dovuti alle lentine fanno intravedere del rosso, poi, il suo contorno occhi diventa del colore del vino, rigato da capillari viola. È sempre più vicino a me, sorride ma nel suo sguardo sembra comunque trasparire della tristezza, dell'ostentazione nell'avvicinarsi.

"Non parlarne con nessuno..."

"... Non parlarne con nessuno... "

" non parlarne con nessuno... "

È vicinissimo a me per poi sparire nel nulla, nell'oscurità.

Spalanco gli occhi terrorizzata, una sensazione oscura invade il mio petto, la mie mente, il mio cuore, annebbia ogni altra emozione facendomi rimanere di pietra.

Mi rigiro nel letto cercando una posizione più comoda e mi costringo a chiudere di nuovo gli occhi per dormire; questa volta non vedo più il suo sguardo ma una distesa bianca tapezzata di rose rosse. Una rosa mi attrae in modo particolare, è più bella rispetto alle altre, più vivida, più colorita, più rossa.
Allungo una mano per coglierla e appena tocco il suo stelo, vengo punta da una delle sue spine e dal mio dito inizia a fuoriuscire sangue, così anche dai petali di quel meraviglioso fiore che pare sciogliersi, gocciolando lacrime rubine e scolorirsi diventando bianco come la neve.
Mi allontano da essa per poter ammirare le altre, non raggiungono di certo la bellezza di quella rosa perfetta. È tutto così vivido, come se stesse accadendo veramente, a fatica mi rendo conto di trovermi nel mondo dei sogni.

E cosi la notte trascorre, ferita e graffiata da mille tonalità rosse gocciolanti.

È mattina, il sole inizia a sorgere pigramente mentre mi preparo per le lezioni. Nei momenti di noia solitamente disegno, ed è quello che decido di fare: afferro la matita e metto giù un bozzetto della bellissima rosa che ho visto nel mio sogno, la ritraggo nel momento in cui la tocco, nel istante in cui la vedo sciogliersi

Il disegno non riesce a raggiungere la perfezione della rosa nella mia mente, è soltanto una copia realizzata con dei nornalissimi materiali da disegno, la rosa che ho visto nel mio sogno doveva essere stata realizzata da qualcosa di divino. Decido comunque di portare il disegno con me: dopo averlo piegato lo metto dietro la cover del mio cellulare così da averlo sempre a portata di mano.

Terminati i corsi, oggi posso dire che inizierà definitivamente il mio addestramento per diventare una idol. Al termine del mio percorso sarà stabilito se faró parte di un gruppo o se lavoreró come solista.
Ad accogliermi alla BigHit, c'è lui, Jimin.

"Buongiormo Seoyeon, a quanto pare dovremo stare insieme anche oggi"

"Ne sono felice" mento, non vorrei più vederlo quel ragazzo, è troppo strano

Vedo che oggi non sta indossando le lenti a contatto: i suoi occhi sono del colore del cioccolato fondente, in perfetto contrasto con il pallore del suo viso in cui spicca il rosso vivo delle sue labbra

"Andiamo in sala ballo, inizieremo una coreografia che poi dovrai mostrare al termine del tuo percorso di formazione"

Lo seguo ed entriamo in una grande sala da ballo dalle pareti chiare, domimata da un enorme specchio grande come tutta la perete frontale

"Faremo una coreografia di coppia tratta dalla primavera di Vivaldi"

Coreografia di coppia? Con lui?

"Insieme? Guarda che posso benissimo ballare da sola"

Il ragazzo si avvicina

"Ballare insieme è un ottimo esercizio per conoscersi, e poi, ti ricordo che sono il tuo tutor anche io dovró valutarti cara"

"Ma non sai un idol? Non dovresti allenarti anche te con le coreografie del tuo gruppo?"

"Io mi alleno la sera e anche di notte, mi concentro di più..."

"Allora quando dormi? Quando ti riposi?" domando scioccata

"Quando posso, il mio corpo è forte non ho sempre bisogno di dormire"

"Tu sei strano bene" dico confusa, lui scoppia in una risata

"Se vuoi essere idol devi pagare certi prezzi, ora sei solo una trainee, lo capirai quando sarà il momento giusto"

"Momento giusto? Ne hai parlato anche ieri ma credo di non aver capito bene, quando è il momento giusto?"

Jimin mi afferra i fianchi e mi fa avvicinare a lui

"Iniziamo a ballare"

Che nervoso. Mi ignora, detesto quando fa così.
Il ragazzo si stacca da me, accede lo stereo e la musica parte per poi stringermi ancora a sè

"Prima proviamo ad improvvisare, sentire la musica dentro di sè e tramutarla in danza è molto importante"

Iniziamo a ballare: i passi sono delicati, dolci, ci separiamo e torniamo insieme; il ballo è piuttosto romantico, Jimin mi afferra da dietro per poi appoggiare la sua testa sulla mia spalla, sento il suo respiro caldo accarezzarmi il collo. Le sue mani sono sul mio ventre, faccio un giro per allungare le braccia sul suo collo.

In questo momento di guardiamo, siamo viso a viso. Per qualche secondo ci perdiamo nei nostri sguardi quando vengo pervasa dall'emozione e mi allontano facendo un passo saltando via e terminando con un giro su me stessa.
Il ragazzo si inchina per poi allungare la sua mano, sono un pó restia nell'afferrarla ma alla fine cedo e le nostre mani si intrecciano facendoci avvicinare di nuovo

Mi sento nervosa, agitata... Mi mordo il labbro quando il ragazzo, ad un acuto di violino, mi fa girare su me stessa per poi farmi abbassare, mi tiene nelle tue braccia. Non mi immaginavo un passo così, mi ha fatto mordere così forte il labbra da farmi sentire il sapore ferroso del sangue in bocca, mi sono tagliata il labbro

Appena mi vede, ecco di nuovo quell'alone rosso sotto gli occhi, mi fa cadere a terra

"Ma cosa... Mi hai fatta male!"

Il ragazzo si allontana per poi inchinasi dandomi le spalle

"... Ora cosa gli succede?"

Mi avvicino a lui

"Hey... Tutto bene? Ti gira la testa?"

Rimane fermo così, respira affannosamente

"... Ti serve una mano?"

Mi avvicino ancora di più, seccata

"Hai intenzione di stare così tutto il tempo? Mi hai fatta cadere! Quasi battevo la testa!"

Jimin si alza in piedi stando di spalle

"Finalmente ti sei deciso! Sei muto ora? Se stai male basta dirl..."

Si volta: i suoi occhi sono rubini contornati dall'alone color vino; sono vacui, mi fissa, urlo dallo spavento ma la via voce viene saffocata dalle sue labbra, mi sta succhiando il labbro sanguinante.





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