Capitolo 7

«Nero o Rosso?», chiese Ginny, mentre continuava a muovere come una pazza due vestiti completamente diversi, appoggiandosi contro prima uno e poi l'altro ad una velocità esagerata. Quello scuro era un tubino che arrivava fino al ginocchio, con un nastro sulla vita e le maniche di raso, mentre quello color fuoco era molto più corto, senza maniche e con un fiocco sul fianco sinistro.
«Se stai un po' ferma, forse riesco a consigliarti», la rimproverai mentre prendevo dal baule il vestito costoso che mi aveva regalato mamma anni prima e che non avevo mai avuto il coraggio e l'occasione per indossarlo.
Era bordeaux, corto e scollato; in poche parole molto poco adatto a me, per non parlare del fatto che la schiena era quasi completamente scoperta.
«È che a me piacciono tutti e due, solo che con quello rosso è troppo corto e con quello nero invece assomiglio ad una suora».
«Secondo me quello nero non ti sta male, non sembri affatto una suora, anzi credo che ad Harry piacerà molto...», le dissi in modo un po' malizioso, indossando il mio vestito e cominciando la ricerca per le uniche scarpe col tacco, color della pece, che possedevo.
«Già... a proposito! Tu chi hai invitato per la festa di Lumacorno?», domandò posando l'abito rosso sul letto per indossare l'altro.
«Ma...», mi bloccai di colpo, pensando per la prima volta alla situazione e rendendomi conto che a quella festa non ci sarebbe stato solo Mclaggen, ma anche i miei amici, che avrebbero di sicuro assistito alla mia entrata in scena con Malfoy a braccetto e non l'avrebbero presa di sicuro bene!
Accidenti! Ma perché non ci avevo pensato prima?!
«Ma...?» mi incitò Ginny a continuare.
«Non posso dirtelo».
«Perché no?»
Trovai finalmente le mie scarpe col tacco e le infilai, sentendomi nervosa e in trappola.
«Guarda che non ti giudicherò in nessun modo. Allora?»
E invece io ero sicura che avrebbe detto anche la sua, facendomi sentire in colpa.
«Ti arrabbieresti», sussurrai, sedendomi sul letto.
Lei mi raggiunse, scivolando accanto a me sul letto: «Giuro che rimarrò calma».
La guardai poco convinta per qualche istante e poi mi lasciai scappare quel nome: «Draco Malfoy».
«Come?!», la sua espressione sbalordita era buffa e minacciosa allo stesso tempo, per fortuna aveva promesso che non si sarebbe arrabbiata.
«Tu vieni alla festa di Lumacorno con quel viscido, viziato e sfruttatore di Malfoy?!»
Annuii appena, cercando di farmi piccola piccola e di trovare un modo per scomparire.
«Sei impazzita per caso?»
Era quasi buffa con la scarpa in mano e il tacco puntato verso di me, anche se probabilmente voleva sembrare minacciosa.
«No, senti l'ho invitato solo per cercare di levarmi di torno Mclaggen, va bene?», cercai di spiegarle.
«E non potevi scegliere qualcun altro?»
«Malfoy è cambiato, non è più quello di qualche anno fa. La guerra cambia le persone e lui è diverso!»
La vidi prendere un profondo respiro: «Hai ragione, sei grande e abbastanza intelligente da non farti fregare da nessuno, sono certa che se hai chiesto a Malfoy è perché ti fidi di lui e io rispetto la tua scelta, ma se ti fa soffrire gli spacco le ossa una ad una».
La sua comprensione mi lasciò di stucco per qualche secondo.
«Ed ora dobbiamo finire di truccarci, ti farò diventare talmente bella che Malfoy questa sera avrà problemi a resistere ai suoi bassi istinti!», esclamò facendomi arrossire.
Avrei tanto voluto tornare indietro nel tempo, per impedirmi di invitare Malfoy a quella stupida festa. Perché non avevo pensato di chiedere a Ron di accompagnarmi? Ci saremmo divertiti senza che la gente avesse avuto motivo di spettegolare, dato che tutta la scuola sembrava sapere che tra me e lui c'era solo fraterna amicizia.
Ed invece no! Mi ero lasciata prendere da chissà quale pazzia e... e...
In un lampo mi tornò in mente il bacio che mi aveva dato e una strana sensazione all'altezza dello stomaco mi fece sorridere. 

Mi lasciai trascinare da Ginny, che mi fece sedere sul una poltroncina rossa che si trovava davanti ad uno specchio ovale con il bordo dorato.

Sapevo quello che avrebbe fatto; mi avrebbe trattato come una bambolina, truccandomi e acconciandomi i capelli come se non fossi capace di fare da sola. Se da una parte le sue attenzioni mi facevano piacere, dall'altro ero spaventata dal fatto che la mia mente non si dovesse concentrare su nulla e quindi fosse libera di costruire castelli in aria e chissà cos'altro. Avrei voluto poter smettere di pensare a quel bacio, ma era come un tatuaggio indelebile sulla pelle, potevo provare ad ignorarlo, ma ci sarebbe sempre stato.
Speravo soltanto che Malfoy non mi desse buca quella sera. Anche se qualcosa dentro di me continuava a dirmi che non l'avrebbe fatto, il timore rimaneva.

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