I
La guerra con Gea era finita da appena un mese. Percy e gli altri erano da poco tornati a New York e in quel momento il figlio di Poseidone stava tornando dal cinema con Nico. Gli altri non erano potuti venire a causa dei troppi impegni: Annabeth stava lavorando al progetto di un tempio per sua madre da collocare sull'Olimpo, Jason e Piper erano dal padre di quest'ultima e avevano da poco cominciato il college mentre Reyna, Frank e Hazel vivevano a Nuova Roma e Leo, che anche essendo riuscito a comunicare agli amici che era ancora vivo, non era ancora tornato da Ogigia, poi c'era Will, il ragazzo di Nico, impegnato in infermeria con alcuni semidei che si erano feriti durante la caccia alla bandiera del giorno prima e aveva supplicato Percy di convincere il fidanzato ad uscire dal campo e a fare qualcosa di diverso. Erano sulla via del ritorno quando ad un tratto la strada dei due mezzosangue venne ostacolata da uno strano essere: la Manticora, la stessa che li aveva attaccati tanti anni prima quando si incontrarono per la prima volta. Quando il mostro li vide si creò uno strano luccichio negli occhi di questo e senza dire una parola mirò con la sua coda squamosa lancia-pallottole verso il cuore di Nico. E l'avrebbe ucciso se Percy non gli avesse fatto da scudo e avesse preso la pallottola in pieno petto, cadendo a terra privo di sensi. Allora il figlio di Ade, preso da un attacco d'ira sfoderò la sua spada dello Stige e la scagliò verso la creatura che la schivò con un ghigno. Nico ormai era disarmato. La Manticora lo guardò sorridendo.
-A quanto pare sei ancora vivo, Di Angelo, ma non ti preoccupare. So quanto lui contava molto per voi schifosi semidei e quanto dolore causerà la sua perdita. Inizialmente miravo a te, ma ora che ci penso sono contento che sia morto lui. La mia vendetta su voi stupidi mezzosangue si è compiuta, finalmente! Ma non temere, ragazzo tu e gli altri tuoi amici deficienti raggiungerete il vostro amico magari in maniere peggiori. Sebbene mi costi ammetterlo, esistono esseri più potenti di me.- Nico, intanto, era riuscito a prelevare Vortice dalla tasca di Percy senza che il mostro se ne accorgesse e senza aspettare un secondo ridusse la creatura mostruosa in poltiglia prima che questa riuscisse a sparargli un proiettile. Poi il figlio di Ade si voltò verso il corpo dell'amico e si inginocchiò davanti a esso.
-NON OSARE MORIRE COSì, JACKSON! NON PROVARCI NEMMENO! NON PUOI MORIRE COSì! TU...TU NON PUOI!- urlò il ragazzo-emo con la voce straziata dal dolore.
-Forse l'acqua ti salverà...Poseidone, per favore e...papà ti supplico- pregò poi si voltò verso il corpo privo di sensi dell'amico. -E tu,stronzo, non provarci nemmeno, capito? Non osare arrenderti così facilmente. La tua ragazza, Annabeth, ti sta aspettando giusto?-
Purtroppo nessuno rispose e il figlio del dio degli Inferi cominciò a rassegnarsi percependo l'aura di morte sotto di sé. Perché è questo il potere dei figli di Ade: sentire quando un'anima si aggiunge al regno del padre. Così Nico si armò di coraggio, caricò il cugino sulle spalle e partì alla volta del campo Mezzosangue.
Angolo Autrice
Ehilà! Vi prego non mi ammazzate, la mia vita è troppo importante per tutti *sorriso da monella* naturalmente avvisatemi per eventuali errori grammaticali di cui non mi sono accorta e mi raccomando COMMENTATEEEE, per favore, ve lo chiedo con il cuore in mano COMMENTATE. Non mi interessa se vi fa altamente schifo, scrivetelo, io non mi offendo tanto ne sono già consapevole che è orribile. E poi,stellinate (?) la stellina sempre se vi è piaciuta (cosa improbabile). Vabbè ora vado.
Un abbraccio abbraccioso(?)
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