Perché sei tu / 2

3 mesi dopo...

Pov's Reea

Arrivai sul posto, con il cuore a mille e un sorriso che faceva invidia al sole che quel pomeriggio splendeva su queste splendide coste Californiane, dove avevamo deciso di prendere appuntamento.

Guardai sin da subito dritto davanti a me, con la speranza di vedere finalmente quella tanta sperata figura.

Ed eccola lí. Bella con mai. Illuminata dai forti raggi estivi.

La vidi sorridermi e non appena poggiò la grossa valigia a trolley, non persi un secondo in più - perché quello valeva a dire togliere un minuto al nostro prezioso tempo disponibile- nel corrergli incontro, per poi stringerla forte a me, alzandola di qualche centimetro da terra.

Non stetti a badare troppo la gente che girando per di lí - spesso -si fermava a guardarci. Non mi importava, che pensassero a che volessero.

Tanto la cosa di cui avevo più bisogno c'è l'avevo, abbracciata a me. Il resto non era niente.

Le sue caldi mani andarono da subito a circondare il mio viso, baciandomi immediatamente subito dopo, senza esitazioni e solo Dio sa da quanto morivo dalla voglia di assaggiare nuovamente quel sapore di ciliegio, che le sue labbra emanavano.

Se mi era dannatamente mancato tutto questo? Sí, e da morire.

E finalmente che c'è l'avevo qui con me, mi era difficile allontanarmi nuovamente da lei e per quanto difficile potesse essere, un giorno tutto questo sarebbe giunto al termine e chissà quando il fato ci avrebbe fatto rincontrare.

Al diavolo al dopo, ora non volevo perdere altro tempo a starci rimuginare sopra.

Ritornai alla realtà quando il calore delle sue labbra, abbandonò il mio, riaprí gli occhi e piantai i miei occhi nocciola, nell'immensità di quel mare in tempesta che vi era all'interno dei suoi grandi occhi, ripassati da un leggera matita nera, evidente sulla parte interiore dell'occhio. Nessun altro trucco a sporcarle il suo splendido viso da bambina.

La guardai nella sua splendiditá, nella semplicità dell'angelo che era.

Un angelo dal cuore sin troppo buono.

Così buono che era pure riuscito a sciogliere il mio di cuore, rinchiuso da più strati di ghiaccio.

Nelle orecchie sentii chiaramente l'inconfondibile rumore assordante del mio cuore che batteva in sincrono con quello della ragazza splendida, che continuava a sorridermi e a guardarmi negli occhi.

Poggiai la mia fronte sulla sua e facendo strofinare la nostra punta dei nasi, dolcemente e pianamente sussurrai " mi eri mancata, mio piccolo angelo" come se fosse stato il segreto dei segreti e che nessuno oltre a noi, avesse avuto il diritto di ascoltare.

Parole dolci.

Parole baciate dal sole e dalla dolcezza di quel suono delle onde che si infrangevano sulle coste.

"Anche tu e da morire. Ti giuro che ci sono stati giorni, in cui, molto volentieri avrei preso un taxi e solo per venire qui da te. Dalla mia tanto mancata California. Non che l'Italia mi dispiaccia, ma qui praticamente, c'è tutta la mia vita, la mia famiglia, compresa te"disse in risposta.

Dio! Era così bello poter sentire questo, cosí tanto che la mia anima stava completamente traboccando di felicità e serenità. Cosa che in questi giorni lontana da lei, non avevo sentito più.

"Stai con me".
Mormorai, chiudendo gli occhi.

***

"Eccoci a casa, finalmente".
Sospirai una volta che ci chiudemmo la porta di casa alle spalle.
"Amore, oggi avremo casa tutta per noi" aggiunsi, quasi esultando nel dirlo. Mi girai e la guardai.

La sentii ridere e lasciando il trolley sul parquet dell'ampia entrata, senza il tempo di farmi capire o anche solo dal realizzare ciò che stava accadendo, mi saltò addosso.

Riuscì in tempo a prenderla tra le braccia, in modo che non mi cadesse a terra, ma per fortuna ci pensò prima lei a fare qualsiasi cosa e con le braccia aggrappate al mio collo, mi circondò il bacino con le sue gambe coperte da dei pantaloncini da tuta grigi, così come la sua maglietta. L'unica cosa a spezzare quell'unico colore, era per l'appunto le scarpe bianche da ginnastica.

Le sue labbra furono da subito a chiudere le mie e chiudendo gli occhi, presi ad indietreggiare all'indietro, sino ad arrivare in salotto, dove poi mi buttai all'indietro sul divano a penisola che vi era, coperto da un copridivano nero e con lei sopra di me.

Ma nonostante questo e nonostante la nostra improvvisa e voluta caduta, non ci staccammo dal nostro bacio.

Continuammo così ancora per molto, con le mie labbra che accarezzavano e avvolgevano le sue labbra, le quali continuavano a muoversi sulle mie.

Il mio corpo scosso da migliaia di scosse elettriche, che partivano tutte dal mio cuore più palpitante che mai, sino ad espandersi in altre parti.

La mia mente scollegata dal mondo esterno, della nostra bolla intima che ci eravamo create.

Le mie mani che presero ad accarezzare la sua schiena e con le sue braccia ancora aggrappate al mio collo.

Non mi dava fastidio -anzi - mi piaceva sentirla così vicina e stretta a me. Quelle erano tutte emozioni bellissime, che come tornadi avevano preso a vorticare in me.

Finalmente avevo ripreso a vivere del tutto e lí con lei non potevo chiedere di meglio nell'aver desiderato di riaverla nuovamente qui con me.

Di nuovo insieme. Questa era l'unica cosa che al momento mi importava.

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