Chapter 2

Richard

Mancavano solo due ore all'appuntamento e ancora io ero a nulla! Come potevo essere così distratto? Tutta colpa di quel libro, che mi aveva tenuto incollato ancora un sacco di tempo. Corsi in bagno trafelato e mi infilai violentemente dentro la doccia facendo letteralmente a pugni col tempo per evitare un ritardo e di conseguenza una figuraccia che avrei preferito evitare. Ma poi, perchè David dice sempre le cose all'ultimo? Oramai era inutile chiederselo, quel ragazzo lo conoscevo da anni e sapevo perfettamente che lui era così e che non sarebbe mai cambiato, per nulla al mondo. Prepararsi in generale non occupò poi così tanto tempo, avevo già pensato al peggio quando la realtà mi mise davanti il mio più grande ostacolo: I miei capelli. Sul serio, ne vado matto, li adoro ma pettinarli è letteralmente un casino, sono costantemente sparati ovunque facendomi sembrare un sayan moro. Così per non sembrare un pazzo mi armai di spazzola e phono cominciando la mission impossible che occupò la restante ora che avevo programmato per sistemarmi prima dell'uscita. Il resto poteva andare al meglio? Naturalmente il mio motto è stato, è e sarà sempre MAI UNA GIOIA difatti teletrasportatomi in garage (teletrasportato è il termine adatto, per la velocità a cui andavo i miei piedi toccavano a malapena terra) ed ecco spuntare un altro stupendo e attraente ostacolo. Mio padre mi veniva incontro con uno sguardo che trapelava incazzatura e sinceramente temevo il peggio che difatti arrivò

< Stai uscendo Rick?> se uno sguardo avesse potuto uccidere, probabilmente sarei già stato ucciso sul colpo

< Bhe si Pà, ti avevo inviato un messaggio poco fa> cominciai a pregare mentalmente tutti i santi che quello stramaledetto messaggio fosse arrivato

Non rispose, ma si limitò a dare un occhiata al cellulare scocciato e l'improvviso cambio d'espressione mi fece tranquillizare

< I soldi ce li hai?>  accennò un sorriso che ricambiai prontamente 

< Certo Pa> 

< E con chi esci?>  mi ero quasi scordato della profonda e infinita curiosità che lo caratterizzava alquanto

< David > alzai gli occhi al cielo annoiato per poi farli tornare sul cellulare che tenevo in mano mentre mio padre si allontanava urlando un fai attenzione richiamando l'attenzione di tutti gli stati uniti e improvvisamente andai nel panico. Ero in ritardo di almeno un quarto d'ora! Saltai sullo scooter partendo e mandando al limite il mio povero veicolo che invocava pietà sbuffando fumo, fu un continuo superare e suonare clacson fino al cinema dove parcheggiai velocemente alla vista di David accompagnato da due ragazze. Una delle due, probabilmente Giuly, aveva dei capelli castano chiari raccolti in un coda veloce e degli occhi marroncini. Il fisico non era male e da come ridevano pensavo che fra quei due sarebbe andata alla grande. Mi soffermai a guardare l'altra, una vera e proprio bomba. Capelli rosso fuoco, lisci e sciolti che arrivavano fino alle spalle e avvicinandomi di più capì che erano naturali. Ad accompagnarli due occhi color ghiaccio che completavano un quadro estremamente sexy insieme al naso e alla bocca finissimi e tutte le forme messe al punto giusto. Rimasi incantato a guardarla qualche minuto, finchè, probabilmente sentendosi osservata si girò verso di me e arrossì. Un punto a Richard, pensai soddisfatto. Unitomi al gruppo David mi salutò con una spallata amichevole e io ricambiai affettuosamente. Quello era il nostro saluto, un saluto che non sarebbe cambiato mai. Salutai con un cenno Giuly, eravamo amici e poi mi girai verso, come la chiamavo io, bomba sexy. Restammo qualche secondo a fissarci, secondi in cui sentì un atmosfera strana, quasi elettrica. Dopo un po, decisi di spezzare il clima creatosi per far continuare l'appuntamento a David. Provai a essere il più seducente possibile, ma le parole mi morirono in gola. Tutto quello che riuscì a uscire dalla bocca fù un:

< Qual è.....il tuo nome?>


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