Capitolo 31 - Mattinata disastrosa

Ren si svegliò aprendo lentamente gli occhi e sbadigliando. Quando vide l'orologio, si accorse di essere tremendamente in ritardo e si alzò dal letto ad una velocità assurda prendendo dei vestiti e mettendoseli prima di andare in cucina scivolando a terra proprio davanti alla porta di essa, avendo la madre appena passato lo straccio.

<<Ohi ohi, che male... devo stare più attento.>> si lamentò il moro, tirandosi su ed entrando in cucina prendendo un paio di fette di pane dal tavolo per poi andare all'ingresso della casa e mettere le scarpe uscendo di corsa subito dopo. Corse a perdifiato verso la scuola finché i suoi polmoni e la sua milza glielo permisero, cioè fino a metà del percorso dove trovò anche un incidente tra un'auto e un camion. Si fermò solo un attimo a guardare. Dei medici erano chini su una persona accanto alla macchina mentre dei poliziotti tenevano i curiosi a distanza di sicurezza e un'ambulanza era parcheggiata poco dietro la macchina.

"Povero disgraziato... probabilmente uno dei due non stava attento..." pensò Ren, per poi ricordarsi di essere in ritardo e imprecare facendosi strada tra la folla riprendendo subito dopo a correre e rischiando anche di farsi investire. Giunse in classe appena in tempo e si lasciò cadere sulla sua sedia con un fiatone assurdo e il cuore che batteva all'impazzata.

<<Hai battuto il tuo record, Ren... sei arrivato dopo di me.>> rise Shiori divertito, giusto per infastidire il moro che non lo ascoltò nemmeno, troppo concentrato sul tentativo di riprendere fiato anche solo minimamente.

<<Beh, comunque ciao.>> disse allora il castano, sentendosi ignorato e offendendosi.

<<Ciao Shiori... scusa se non ho risposto ma penso di stare per morire per quanto ho corso.>> replicò Ren, prima di girarsi verso Yui e salutare anche lei che rispose con un leggero cenno della mano.




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Ren stava uscendo da scuola quando si accorse di non avere con sé il telefono. Per un attimo si spaventò, credendo di averlo perso lungo la strada, ma poi ricordò che, nella fretta di uscire da casa, lo aveva lasciato sul comodino in camera sua. Tirò un sospiro di sollievo, avviandosi verso casa a passo svelto. Passando davanti al forno, lo trovò chiuso e si chiese perché, perciò andò a leggere il foglietto che era attaccato alla porta e sul quale era scritto "abbiamo avuto un imprevisto, chiediamo scusa per il disturbo.". Il moro pensò un po', poi ricordò che Akira quel giorno non era a scuola e pensò ridendo che i due vecchietti fossero andati ad occuparsi di lui perché poteva aver preso la febbre all'improvviso.

<<Però è grande, non credo gli serva qualcuno che lo controlli se è malato...>> rifletté poi ad alta voce, avviandosi di nuovo verso casa. Quando arrivò, salutò i genitori e andò a posare lo zaino in camera, prima di andare a mangiare tranquillamente. Rientrato poco dopo in camera, prese il telefono e accese il display, vedendo che aveva perso varie chiamate da un numero sconosciuto. Cercò di ricordare se aveva mai visto prima quel numero, ma arrivò proprio in quel momento un'altra chiamata. Rispose subito e, portandosi il telefono ad un orecchio, chiese:

<<Pronto? Chi è?>>

La risposta arrivò confusa dalle voci di molte altre persone, perciò il moro chiese di nuovo, e stavolta capì chi era che lo aveva chiamato.

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