Capitolo 2 - Lavoro
Ren era appena uscito da scuola. Non voleva correre, ma fu costretto a farlo per arrivare a casa sua, pranzare e arrivare puntuale al piccolo forno dove lavorava da quel giorno come fattorino. Entrò nel forno e salutò, nonostante non vedesse nessuno. Si guardò intorno finché non vide qualcuno uscire dalla cucina del forno. Rimase a bocca aperta quando vide un ragazzo con capelli tendenti al grigio e occhi color smeraldo, accompagnati da lineamenti non molto morbidi, ma nemmeno duri. Il ragazzo davanti a lui ebbe la stessa reazione nel vedere lui, e insieme esclamarono:
<<Cosa ci fai tu qui?!>>
<<Io ci lavoro come fattorino.>> rispose Ren.
<<E io ci lavoro per dare una mano ai miei nonni, dato che sono ricco e non può interessarmi di meno del guadagno.>> replicò Akira.
<<Ma ti pare che mi tocca lavorare con te intorno?!>> sbuffò il moro.
<<Sono comunque un tuo superiore, quindi porta rispetto. Le prime consegne sono qui vicino. Ho già caricato tutto sulla bici nella via qui a fianco, quindi datti una mossa. Gli indirizzi sono scritti su un foglio che è sul portapacchi. Ora fuori, e alla svelta.>> disse Akira in risposta, prima che Ren uscisse dal negozio. Il moro andò alla bici e, controllati gli indirizzi, salì sulla bici e si diresse verso il più vicino. Appena arrivò, suonò al campanello e fece la consegna, per poi farsi pagare. Fece anche le successive consegne, e alle cinque tornò al negozio. Entrò e disse:
<<Ho fatto con quelle consegne, dammene altre se ci sono.>>
<<Ovvio che ci sono. Tieni.>> rispose Akira, uscendo dalla cucina e poggiando sul bancone una busta piena di buste più piccole e sulla quale era attaccato il foglio con gli indirizzi. Ren prese la busta e salì nuovamente sulla bici, andando poi a fare le consegne. Tornò al negozio tre ore dopo, e trovò Akira che stava chiudendo la porta a chiave. Lasciò la bici lì vicino e la legò ad un palo, poi si rigirò e si avviò verso casa sua. Si sentì mettere una mano su una spalla e si girò, vedendo che era Akira.
<<Si?>> chiese il moro.
<<Senti... dato che dobbiamo lavorare insieme e quindi passeremo i pomeriggi insieme... che ne dici di andare a cena insieme stavolta?>> borbottò Akira, passandosi una mano sulla nuca.
<<Non vedo come questo potrà migliorare le cose...>>
<<A qualcosa servirà...>>
<<Va bene, un attimo.>> rispose Ren, prendendo il telefono e chiamando qualcuno. Dopo pochi secondi, qualcuno rispose e il moro disse:
<<Mamma, oggi non vengo a cena. Torno verso le dieci o le dieci e mezza.>>
<<Perché?>> chiese la voce della madre di Ren dall'altra parte del telefono.
<<Vado a cena con un amico.>>
<<Va bene, ciao.>>
Ren riattaccò, poi disse ad Akira di andare. Akira si avviò lungo la via nella quale erano, mentre Ren lo seguiva poco dietro. Camminarono in silenzio a lungo. Nessuno dei due osava dire anche solo una parola. Akira aprì un paio di volte la bocca, con l'intenzione di dire qualcosa, ma entrambe le volte finirono in un sospiro. Ren invece non era interessato a parlare. Camminava con le mani intrecciate dietro alla testa guardando il cielo stellato, facendo finta che gli piacesse. Giunsero infine ad un fast food ed entrarono, per poi prendere da mangiare e sedersi al tavolo. Dopo un po', mentre Ren stava mangiando lentamente le sue patatine fritte, Akira disse:
<<Allora, cosa mi dici?>>
<<Che non ti sopporto.>>
<<Quello è corrisposto. Perché non mi sopporti?>>
<<Primo: ti credi figo. Secondo: hai più di una ragazza. E terzo: sei troppo freddo.>>
<<Primo: sono figo, non mi ci credo. Secondo: le mie ragazze sanno di questa cosa e non gli dà fastidio. E terzo: non sono troppo freddo, lo sono solo con te.>>
<<Meglio mi sento.>>
I due sbuffarono all'unisono, per poi rimanere in silenzio per un po', finché Akira non disse:
<<Ren, meglio non litigare. Dobbiamo lavorare insieme, e se litighiamo poi va a finire che facciamo casini.>>
<<Uff, e va bene.>> concluse il moro, sbuffando e finendo le patatine. Mezz'ora dopo, i due si salutarono e Akira si avviò verso casa sua.
"Quel ragazzo deve proprio odiarmi." pensò.
Anche Ren tornò a casa, buttandosi poi sul letto e chiamando la sua fidanzata.
<<Ehi Ren!>> rispose una voce squillante dall'altra parte del telefono.
<<Ciao Yuna! Senti, domani io lavoro e non possiamo festeggiare il nostro anniversario a meno che non lo festeggiamo a cena. A te va bene?>> disse il moro.
<<Si, mi va bene tutto Ren. Sai che farei qualsiasi cosa per te.>>
<<Ok, allora... Buonanotte.>>
<<Buonanotte.>> rispose la ragazza, prima che Ren riattaccasse e si mettesse a dormire, distrutto dalla stanchezza.
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