Capitolo 3

Flashback

Come accade spesso, Stiles e Lydia si ritrovano a passeggiare mano nella mano per le vie di Beacon Hills, e Lydia non può non accorgersi di quanto stia meravigliosamente bene in sua compagnia. Ogni volta che sono insieme, il tempo sembra passare troppo velocemente, e le sembra di sentirsi talmente felice da averne quasi paura.

Se ripensa a tutti quegli eventi soprannaturali che li hanno coinvolti, non le pare vero che ora si respiri un'aria così pacifica e tranquilla.

Per lei, comunque, è un sollievo, dato che sa' di non poter più aiutare Scott e gli altri.

Ha perso i suoi poteri. Non si sa' per quale motivo, ma Lydia non è più una Banshee, non riesce più a sentire quando qualcuno è in pericolo di morte, ne ad usare la sua voce come un'arma.

E' successo così, da un giorno all'altro, dopo la scomparsa della Caccia Selvaggia dalla città.

-Allora?- le domanda Stiles al suo fianco. Ma lei non ha ascoltato nulla del suo discorso.

A volte è talmente logorroico che Lydia fa' fatica a concentrarsi.

-Cosa?-

-Non hai ascoltato nulla di quello che ho detto, vero?- domanda sarcastico il ragazzo, scuotendo la testa.

-Scusa..-

-Non dirmi che stai ancora pensando alla questione dei tuoi poteri-

Lydia rimane impressionata da quanto Stiles la conosce. Infondo sono stati migliori amici per così tanto tempo, e lui sa' praticamente tutto di lei.

-E' che non riesco proprio a spiegarmelo-

Stiles le si avvicina ad un palmo dal viso, tenendolo delicatamente tra le mani, come se fosse la cosa più preziosa al mondo.

-Lydia, devi metterti in quella testolina geniale che hai, che con o senza poteri sei sempre tu. E questo non cambierà mai, per nessuno di noi-

-Ma cambia per me, perché non potrò più essere d'aiuto. Sono tornata ad essere un'inutile ragazza umana- esordisce lei senza rendersi conto della pugnalata che involontariamente ha procurato al giovane ragazzo, che la fissa duro in volto, lasciando la presa dal suo viso e allontanandosi di qualche passo da lei.

-Ed è così orribile esserlo?-

Guardando la sua espressione cambiare, solo allora Lydia si rende conto dell'enorme gaffe che ha appena fatto.

-Stiles..io non intendevo dire questo..-

-So' cosa volevi dire- risponde freddamente, prima di voltarle le spalle e incamminarsi sempre più lontano da lei.

-Aspetta Stiles! Hai frainteso!- tenta di urlargli lei, ma senza ottenere risultati.

Lydia non riesce a capire perché Stiles se la sia presa tanto. Ok, ha di certo sbagliato ad uscirsene con un'espressione così inopportuna, ma non pensava che il ragazzo avrebbe reagito in quella maniera.

Di contro, Stiles è rimasto deluso dal fatto che Lydia non abbia capito quanto per lui sia frustrante essere un semplice umano, incapace di rendersi utile al suo migliore amico licantropo nelle loro innumerevoli battaglie soprannaturali. E Lydia glielo ha ricordato per l'ennesima volta.

In questo momento, Stiles ha bisogno di sfogarsi con qualcuno che non sia un lupo mannaro o un coyote. Che sia un misero essere umano come lui.

Cammina fino alla caffetteria locale che i giovani frequentano spesso, dove è sicuro di trovarla, visto che lavora lì.

-Stiles! Qual buon vento ti porta qui?- gli chiede Heather, vedendolo entrare nel negozio e dedicandogli un ampio sorriso.

Heather è per Stiles quasi una sorella, con lei si confida. Lei può capire meglio di chiunque altro cosa prova Stiles nel sentirsi un impotente umano.

Lui si accomoda su uno degli sgabelli e comincia a chiacchierare amichevolmente con l'amica.

Intanto Lydia viene raggiunta da Allison al parco, e le racconta nel dettaglio quello che è successo poco prima con Stiles.

-Oh, andiamo! Anche io sono un'umana, e non ne faccio certo un problema di Stato!- afferma decisa Allison.

-Ma tu sei una cacciatrice Allison. Stiles, invece, combatte i nemici con una mazza da baseball- commenta sarcastica Lydia.

-Non avrei dovuto dirgli quelle cose. Mi sento talmente in colpa-

-Vedrai che gli passerà. Sai che non riesce a tenerti il muso a lungo-

Lydia le dedica un flebile sorriso di ringraziamento.

-Credi che dovrei chiamarlo?-

Allison scuote la testa guardando un punto preciso davanti a se'.

-Non penso ce ne sarà bisogno- sentenzia prima di indicare con la mano la vetrata della caffetteria davanti a loro.

Lydia vede Stiles chiacchierare e ridere con Heather, e subito si sente anche lei molto più sollevata.

Ma non può mai immaginare quanto quello che succederà a breve la farà crollare inevitabilmente in un baratro profondo.

Si ritrova a fissare, con occhi e labbra spalancati, una scena a dir poco sconvolgente.

Heather che circonda il collo di Stiles con le sue esili braccia, e poggia le sue labbra su quelle del ragazzo, baciandolo con passione. E agli occhi di Lydia, lui sembra apprezzare particolarmente quel gesto.

Inutile dire quanto un attimo dopo si senta devastata, con il cuore frantumato e gli occhi pulsanti di lacrime. Scappa via disperata, nonostante i richiami della sua migliore amica che sta lasciando dietro di se'.

Stiles, dopo un attimo di smarrimento, si scosta velocemente dalle labbra e dalla stretta della bionda, guardandola in malo modo.

-Ma sei impazzita?!-

-Stiles, io sono innamorata di te da sempre..e credevo che ora che con Lydia le cose vanno male..ecco, io..-

-Cosa?! Io non ti ho detto che la mia relazione con Lydia non funziona! Io la amo, ed è l'unica ragazza che ho sempre amato-

Stiles pronuncia queste parole con uno sguardo talmente tagliente che Heather si sente umiliata a tal punto da scoppiare a piangere e fuggire via oltre il bancone.

A Stiles dispiace per lei, perché le vuole molto bene ma ama Lydia più di qualunque altra cosa al mondo. E non vede l'ora di tornare a casa per chiarire con lei.


Ma alla fine le cose non andarono come previsto. Lydia sparì praticamente nel nulla. Stiles cercò di contattarla ripetutamente, ma lei si rifiutò categoricamente di parlargli, e solo dopo diverse insistenze, Stiles riuscì ad ottenere da Allison una spiegazione abbastanza soddisfacente da fargli chiudere tutti i ponti con Lydia.

Non si era fidata di lui, e aveva dubitato del suo amore per lei. Era scomparsa senza una spiegazione o una parola. Così decise di non rivelare a nessuno la verità, solo Scott la conosceva, ma gli fece giurare di non raccontarlo ad Allison o ad altri.

Se Lydia aveva deciso di lasciarlo senza dargli nemmeno il beneficio del dubbio, non si meritava affatto che sapesse come era andata realmente quel giorno.

Da allora cambiarono tante, troppe cose. Lydia partì per il college insieme ad Allison, ma passò un anno immersa nello studio. Non sorrideva più, mangiava poco, non piangeva, non si arrabbiava. Era diventata una specie di robot, e anche la sua salute ne stava risentendo. Fino a quando un giorno Allison decise di parlarle una volta per tutte. Quel giorno Lydia sfogò tutta la sua sofferenza e le lacrime che aveva represso per un anno intero.

Il sensibile ed ingenuo Stiles, era diventato una persona senza scrupoli, a cui non importava della sofferenza degli altri. Cominciò a frequentare ogni settimana una ragazza diversa, fino a quando le settimane diventarono giorni. Aveva smesso anche di confidarsi con Scott, che gli era rimasto lo stesso accanto, insieme a Malia.

Tutto questo fino ad oggi, quando Scott gli consiglia di non portare ragazze a casa in serata, dato che ci sarebbero state visite.

-Chi intendi per "visite"?- gli chiede il ragazzo in tono stranito.

-Malia, Liam, Mason, Allison..- comincia ad elencare Scott, notando le sopracciglia di Stiles schizzare all'insù nell'udire il nome della cacciatrice.

-Allison? Non era a Stanford?-

-Si, beh..tornerà con..-

-Non dire il suo nome- lo interrompe Stiles, con sguardo cupo e un'espressione infuriata.

-Ti è dato di volta il cervello ad invitarla qua?!- sbraita un secondo dopo, facendo sobbalzare il povero Scott.

-Stiles, ti prego..- tenta di farlo ragiornare, ma il ragazzo ha già afferrato la sua giacchetta di pelle e si è incamminato verso la porta.

-Se credi che io partecipi a questa sciocca riunione, te lo puoi scordare!- ringhia furente, sbattendosi la porta alle spalle.

"Sarà più difficile del previsto" pensa Scott, sbuffando sonoramente.

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