CAPITOLO 5: Imparare a conquistare un'italiana

(REVISIONATA)



«No, altri cinque minuti» affermò ancora addormentato, allungando una mano sul comodino per spegnere la sveglia.
Quel giorno non c'è l'avrebbe fatta, ne era sicuro. Niall si stiracchiò spostando le coperte dal suo corpo e mostrando degli addominali appena accentuati. Era il tipo di ragazzo che curava ogni aspetto della sua vita e del suo corpo, soprattutto dato che più volte era stato vittima di cattiverie. Con la band si allenavano ogni giorno, avevano i loro ritmi, ma stavolta doveva fare tutto da solo e non era facile.
Niall Horan era diventato un fico da paura e tale pensiero era il suo motto per svegliarsi, lo stesso che un giorno girovagando su twitter aveva letto e messo tra i preferiti. Con gli occhi ancora chiusi si mise a sedere, lasciò cadere le braccia lungo il corpo prima che il telefono iniziasse a suonare di nuovo.
«Maledizione spegniti» inveì contro quell'aggeggio che quel mattino sembrava urtare la sua sanità mentale.
Lo prese in mano e si accorse che era tardissimo, che aveva dormito più del dovuto e che... se non si fosse sbrigato, sarebbe arrivato tardi all'incontro con i suoi manager. La sua calma svanì nel momento in cui la sua mente ricordò gli appuntamenti del giorno. Non voleva agitarsi, ma era più forte di lui perché riunioni e incontri come quelli scrivevano il suo futuro. La pausa letto- caffè durò più del previsto, tuttavia riuscì ad arrivare in tempo.
«Horan» lo chiamò Paul, il suo agente, passandogli un braccio sulle spalle per abbracciarlo.
«Simons» masticò lui quelle parole con una certa ansia facendo un sorriso di circostanza.
Si accomodarono e iniziarono a discutere dei futuri impegni, di come dovevano andare quei mesi.

"Scusami, ma... da quando non ho più libertà di parola e scelta?" si domandò accigliandosi, poco prima di darsi uno schiaffo mentale ordinandosi di agire.

«Calma» affermò alzando la mano e interrompendo tutti.
Si sistemò sulla sedia, passò una mano distrattamente tra i capelli e poi in rassegna quei volti che cercavano una risposta.
«Ho appena finito un tour internazionale e voi state già discutendo...»
«Dobbiamo organizzarci per l'uscita del secondo album... per le prossime interviste, uscite pubbliche e...»
«Lo faremo di certo, ma... l'album?» disse a forma di domanda, anche se sembrava voler urlare altro.

"Non ci credo davvero" esclamò nervoso, gli sembrava tutto surreale e i motivi erano o che lui era fumato, cosa difficile o che lo era ogni singola persona in quella stanza e... Beh, questo poteva avere senso.
Niall si riprese quel poco che gli servì per ribattere.

«Ho iniziato appena a lavorarci, non so nemmeno dire che direzione prenderà quest'album e voi già volete... Non sono in grado di fare previsioni o di darvi delle date» si meravigliò di dire, scombussolato del fatto che sembravano degli estranei nonostante lavorassero insieme già da alcuni anni.
«Ovviamente Niall, non stiamo dicendo di avere delle date» si affrettò a precisare Paul, ma l'alzata delle sopracciglia del cantante lo negò.
«Cercavamo di capire l'andamento, se fosse il caso di cambiare il genere, il sound, trattare altri temi o...»
«Fermi. Sii stava discutendo... Sentite, al momento non sono in grado di rispondere a queste domande, né tanto meno ho voglia di farlo perché si presuppone che dovreste appoggiarmi e fare il vostro lavoro correlato al mio e non viceversa» affermò con tono duro, spostando la sedia e mettendosi in piedi, mentre lo sguardo vagava sui volti smarriti del suo staff.
Niall stava fremendo di rabbia e delusione, sarebbe uscito sbattendo la porta, ma... quello non era molto da lui, così si comportò con superiorità.
«Signori, Paul... vi scriverò quando avrò qualcosa da comunicarvi, fino a quel momento sentitevi liberi di...»
«Fare il nostro lavoro e aiutarti» proferì subito il suo agente mettendosi al suo fianco e sorridendogli, gesti accompagnati poco dopo da una pacca sulle spalle.

"Incredibile" ammise a se stesso con nostalgia, strascinando i piedi fuori da quegli uffici sempre più amareggiato.
"Fatti forza e non pensarci. Sei tu ad avere i soldi e il controllo, non il contrario" la vocina nella sua testa gli ricordò, ma nemmeno quello fu in grado di tirarlo su di morale.

Una sola cosa poteva fare: andare a pranzare. Era quello che avrebbe fatto con assoluta certezza anche perché era l'unico pensiero che riusciva a prendere senza avere una crisi esistenziale.


********


Chiuse la porta di casa alle spalle, raggiunse velocemente la sua camera e si buttò di peso sul letto.
Era stremato, sì, di cibo.
Niall sorrise a quel suo buon umore e, calcolando che la mattina non era iniziata nel verso giusto, si sorprese con la facilità con cui migliorò. Dopo l'incontro con i manager voleva chiamare i suoi amici per chiedergli dei consigli, ma allo stesso tempo pensò che non fosse il caso perché... Beh, si presupponeva essere un adulto che avrebbe potuto prendere da solo le sue decisioni. Sentì i muscoli rilassarsi, la pancia piena fare strani borbottii e le palpebre socchiudersi.

«Oh signore!» esclamò Niall imbarazzato e si premurò subito di recuperare la sua borsetta e ciò che le era caduto dopo averla aiutata ad alzarsi.
"Ma che diavolo ti prende?" s'insultò da solo, dandosi dello stupido.
«Direi che al massimo posso essere Maria» affermò ridendo, ma quando quel ragazzo dagli occhi incantevoli azzurri la fissò, capì che la battuta non aveva avuto effetto e iniziando a gesticolare si mise a parlare della natività italiana.
"Ehm... che sta dicendo?" si ritrovò a domandarsi, ma il suo sguardo era stato catturato dal suo bellissimo sorriso.
Non poteva crederci. Era lei.
"Certo imbecille, chi vuoi che fosse? Il fantasma dell'opera?" gli disse il suo io interiore cercando di scuoterlo per tornare normale.
È quello che stava facendo o almeno che provava a fare perché ogni cosa lo portava a essere impacciato più che mai. Tutto il mondo si fermò e Niall rimase a fissare la bellezza di quella ragazza che era piovuta dal cielo, i suoi occhi non poterono fare diversamente e si posarono su tutto il suo corpo, accarezzando la sua figura e continuando a ritornare su quelle labbra dove era stampato un enorme sorriso imbarazzato.
Niall solo dopo essersi leggermente ripreso venne colpito dall'ansia, ma quando la osservò davvero, capì che lei non lo conosceva, non sapeva chi fosse e non aveva reagito da fan scatenata: questo lo tirò su di morale. Doveva essere felice, eppure una parte di lui era consapevole che non sarebbe riuscito a conquistarla, soprattutto il dover mostrare il suo verso sé... lo terrorizzava perché nessuno lo aveva trovato interessante.
"Ma che problemi ti affliggono?"si domandò, perché aveva l'opportunità di fare qualsiasi cosa invece era scappato alla velocità della luce scusandosi un miliardo di volte.
Era rimasto incapace di reagire se non con una scelta sbagliata. Lasciò la ragazza al ristorante, davanti all'uscita ancora a riprendersi di quell'incontro- scontro, mentre Niall attraversava a grandi passi la porta e correva verso la sua macchina.
"Spiegami davvero che problemi ti affliggono" urlò la voce nella sua testa, tanto da voler essere reale e prenderlo a schiaffi.
"Avevi la ragazza e... te la sei lasciata scappare. No, anzi... sei scappato tu" lo assalì il suo io, mentre il cantante sfrecciava veloce verso casa.
Era incredibile. Niall Horan non era mai stato un codardo, tuttavia anche i migliori hanno grandi crolli e... il suo era arrivato sotto forma di due occhi verdi, di un meraviglioso sorriso in un viso bellissimo. I suoi problemi portavano solo un nome: Emma Williams.

D'un tratto quel ricordo lo assalì, sbarrò gli occhi e saltò dal letto con l'affanno.
«Oh mio Dio!» esclamò ad alta voce, passando le mani sul viso per poi sorridere.
S'immaginava già la catastrofe, qualche paparazzo che lo seguiva e i giornali che avrebbero detto: "Niall Horan scappa da una ragazza, paura o vero amore?". Lo poteva immaginare e se era divertito da una parte, dall'altra si sentiva in imbarazzo. Non era possibile che l'avesse fatto davvero, eppure quel ricordo era così vivido da dargli la conferma.
«Sono un'imbecille» attestò, ma era l'unico a poterlo sentire e rise tra sé.
"Concordo" disse di ripicca la vocina nella sua testa.
Si ributtò sul letto e con gli occhi fissi sul soffitto ripensava a quell'incontro analizzando ogni più piccolo aspetto.


********


Niall aprì gli occhi sbattendo più volte le palpebre e, solo allora si accorse che era sera poiché la stanza era buia e lui si era addormentato vestito.
«Oh, ma dai!» borbottò, alzandosi per cambiare gli abiti e mettere una tuta e una maglia comoda.
Andò in cucina per prepararsi qualcosa, ma quando aprì il frigo notò che aveva dimenticato di fare la spesa, ma era tardi e non aveva voglia di uscire così decise di ordinare una pizza.
Nel mentre attendeva la sua consegna iniziò a rispondere a svariati messaggi, sorrise quando vide tweet in cui era stato taggato dalle fan e detestò essere ritornato alla realtà non appena ricevette l'email di Paul che gli riepilogava la sua situazione fissando il prossimo incontro.
Si sarebbe fatto prendere dall'ansia? Sì, no e... poi all'improvviso tutta la sua attenzione si protese altrove.
Aprì nuovamente twitter e iniziò a girovagare sul profilo di Emma per curiosità, almeno fu quello che si disse; in realtà, anche se non l'avrebbe mai ammesso, era per controllare se avesse scritto qualcosa su di lui, sul loro scontro e... Niente. Era come se nulla fosse successo e questo lo rattristò perché era impossibile che fosse l'unico a pensarci, eppure la situazione era chiara. Nessun post, condivisione, canzone o altro: Emma Williams in quei giorni era assente.
Doveva vincere quella scommessa, ma dal giorno in cui i suoi occhi si erano scontrati con quelli di lei, non ci pensava più. Niall era più che convinto a non lasciarsi sopraffare dalla paura o almeno ci sperava. Ora ciò che voleva fare era incontrarla di nuovo, ma... cosa poteva inventarsi per farlo accadere? In definitiva pensò anche che quella scommessa non fosse stata una cattiva idea, perché lo aveva portato a conoscere lei, ma per quanto ci avrebbe creduto?
Il campanello suonava insistentemente e non era servito nulla che Niall gridasse per farsi sentire.
«Maledizione. Sto arrivando» urlò ancora una volta, ma a quanto pare quel fattorino era sordo.

"Ti spezzerei quelle mani che ti ritrovi se non fosse che mi servi" pensò con rabbia, ma poi si ricordò che era l'unico cui aveva permesso di fargli le consegne e dovette rimangiarsi quell'insulto.

Aprì la porta e l'odore di pizza raggiunse la sua pancia che di rimando borbottò. Pagò l'uomo delle consegne e dopo aver preso la sua ordinazione insieme a degli stuzzichini messicani, immancabilmente da Nando's, si buttò sul divano accendendo il suo pc.
Quella sera avrebbe lavorato, almeno era quella la sua idea di partenza, tuttavia ogni cosa che scriveva veniva accartocciata e buttata. Niall era deciso, si sarebbe concentrato altrove, su qualcosa che lo facesse sentire vivo.
"Come conquistare una ragazza italiana" si ritrovò a digitare velocemente e gli si aprì una pagina web con numerosi articoli che lo mandarono in confusione.
Il cantante dapprima iniziò con i video mentre si gustava le sue prelibatezze messicane preferite, dopo finì con andare alla ricerca di molto altro.
Erano troppe le informazioni che stava visionando, doveva fare qualcosa; fermò il video, corse in camera a prendere la nuova moleskine che avrebbe dovuto servirgli per gli appunti sul suo nuovo album e che non aveva nemmeno usato e iniziò a scrivere. Tra quelle pagine bianche risaltavano parole come city lights, concrete jungle, family, kitchen, gifts e quant'altro.
Niall Horan, famoso cantante, era finito a scrivere in un libricino dei modi per conquistare una ragazza.

"Non c'è più davvero nulla di cui stupirsi" gli disse il suo io interiore, mentre lui chiuse il tutto soddisfatto.
"Ecco come cadere in basso" continuò a provocarlo la vocina nella sua testa.

Niall avrebbe potuto contare sulle dita della mano le volte in cui non era preso dall'ansia e, in quel momento, quella sera si sentì... quasi sollevato, anche se non sapeva ancora cosa lo aspettava..








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Buona sera a tutti =D
Dovevo pubblicare prima, ma tra il lavoro e lo studio mi sono persa la data di pubblicazione, cercherò di farci attenzione ed essere costante.

Che ne dite di questo capitolo?

Abbiamo un Niall professionale ma anche arrabbiato, e penso che sia giusto così anche perchè è lui che li paga e poi... ve lo immaginate Niall a cambiare stile di musica? Ma anche no XDXDXD
Comunque il nome del manager ecc sono mie idee...

Ammetto che mi sono anche divertita a scrivere dello scontro/incontro di Emma e Niall, ma sarà finita qui? Che succederà ancora?

Curiosi?? Fatemi sapere... sono davvero in attesa dei vostri commenti...
un bacio e alla prossima

Claire

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