CAPITOLO 15: First date
Mai fidarsi dei propri amici, questo Emma e Niall lo sapevano, eppure finivano sempre per cercarli e, se prima non potessero contare su di loro, ora che entrambi avevano qualcosa in comune tutto sarebbe stato più facile.
L'irlandese si svegliò con un fortissimo mal di testa, osservò in giro e notò il caos più totale e, lui che era sempre impostato, programmato e calcolato quella situazione lo mandò in tilt o, almeno era quello che si aspettava, cosa che non avvenne. Rimase sorpreso nello scoprire che più di tutto, in quel preciso momento stava temendo il suo appuntamento con Emma. Ma quando quel ricordo le balzò alla mente, la sua calma piatta si trasformò in ansia, perchè non aveva organizzato nulla e non sapeva nemmeno dove portarla perché, era impensabile che il loro vero primo appuntamento fosse da Pippo. Avrebbe potuto farlo, ma per lei voleva qualcosa di originale, ma... era a corto di idee dato che la sua vita sentimentale rasentava quasi lo zero. Si mosse di soprassalto, mossa azzardatissima, soprattutto dato che i postumi della sbornia erano ancora in agguato e lui non avesse nemmeno preso un'aspirina.
Lentamente fece scivolare i piedi nudi fino alla cucina, riempì un bicchiere d'acqua, infilò l'aspirina e mentre aspettava che si scioglieva iniziò a dare una ripulita.
La sua testa pulsava, strinse i denti per cercare di abbattere il dolore, ma non fece che peggiorare e decise di sedersi sul divano mentre la sua mano cercava il telefono lasciato sul tavolo la sera prima. Lo trovò sotto i cartoni della pizza, per fortuna non aveva avuto nessuna immersione nell'olio, ma era alquanto molliccio, lo pulì e aprì twitter. La prima cosa che saltò all'occhio fu il trend, #hotniallhoran, che lo lasciò senza parole, perché lui non era sconsiderato, eppure quando si trovò la propria foto a petto nudo si dovette ricredere.
"Che diavolo ho combinato ieri sera" si disse, maledicendosi per essersi lasciato andare.
"Finalmente ti sei divertito" gli ricordò il suo io interiore, ma lui non era del tutto convinto.
"E poi... guardala in un altro modo, hai scritto una didascalia che Emma ha sicuramente capito e apprezzato e poi... sei Niall Horan" affermò la voce nella sua testa sogghignando felice, ma il cantante non era dello stesso parere.
"Dovete togliere la birra a questo ubriacone" ridendo ammise, ma sapeva che non era del tutto vero,ogni tanto osava, eppure da quello sgarro ne era venuto fuori qualcosa di buono; Emma.
Forse era meglio non pensarci, dato che tutto quello era iniziato con alcol e una scommessa. Sì, è vero, aveva portato Emma da Niall, ma se qualcosa fosse andato storto avrebbe perso tutto e, proprio in quel momento il suo essere felice era strettamente collegato a quella donna dagli occhi ammaliatori verdi.
Era così concentrato sui propri pensieri che non si accorse che i suoi amici, una volta svegli erano andati in cucina e, ancora come mummie lo fissavano ridendo sotto i baffi.
«Terra chiama Niall» dissero i tre all'unisono in modo brusco perché il moro saltò sul divano spalancando gli occhi e urlando.
«Ecco a voi un'esemplare ormai estinto di maschio donna» rivelò Louis con la sua grazia e la delicatezza di un elefante in una cristalleria.
«Sei così... diverso» convenne Liam, mentre continuava a guardare l'amico in cerca di una spiegazione per il suo cambiamento repentino.
«E'... innamorato? Si può dire così?» lo prese in giro Harry, gettandosi sul divano accanto all'amico e poco dopo passandogli un braccio intorno al collo per attirarlo a sé.
Si stavano tutti riprendendo e, ancor prima che ognuno di loro mettesse il cervello al posto Louis – il più abituato a certi festini- preparò acqua e aspirina per tutti.
A turno fecero una doccia veloce per togliersi la puzza dell'alcol addosso, lentamente conservando e smistando le energie sistemarono tutto il caos lasciato la sera di prima. Si ritrovò a pensare che adorava quel tipo di riunione e che gli sarebbero mancati quando ognuno di loro avrebbe preso con regolarità le proprie vite. Sì, Harry proprio come lui stava preparando il suo secondo album, invece Louis e Liam, erano quasi pronti per rilasciare il primo album. L'attesa era tanta, ognuno di loro aveva molto in gioco e, seppure non erano più gli One Direction in qualche modo erano rimasti sempre gli stessi, anche se lontani.
Alla fine delle pulizie avevano ordinato da Nando's e nell'attesa si trovavano tutti distesi sui divani in soggiorno ognuno con il proprio cellulare in mano.
«Quando si cade nella noia» esordì Louis, ma gli altri tre lo guardarono torvo.
Non era possibile che avesse mille energie e non smetteva mai di parlare o stancarsi, forse perché stando dietro al piccolo Freddy gli toccava ricaricare le batterie nel tempo di secondi.
«Ora capisco da chi ha preso tuo figlio» affermò Liam, spintonando l'amico e scompigliandogli i capelli, gesto che detestava.
«Parla lui che già vizia suo figlio e ancora non ha nemmeno iniziato a camminare. Cosa farai quando inizierà a camminare? Gli compri una Ferrari giocattolo?» lo provocò, ma sapevano entrambi che erano due papà eccezionali e... sì, forse il fatto di avere due maschi li rendeva molto molto affettuosi verso la loro prole.
«Ragazzi...» li chiamò Harry con voce alta, tanto da farli girare verso il diretto interessato con occhi confusi, ma non c'è ne fu bisogno perché seguirono il dito dell'amico che puntava verso Niall.
Il ragazzo non si era sentito, era in uno stato di confusione, mutismo e allarmismo perché.... Aveva il telefono nelle mani tremanti e gli occhi che si spostavano veloci sullo schermo. Il riccio provò ad avvicinarsi, ma fu quasi aggredito e non ci provò una seconda volta, sapevano che quei momenti erano perché fosse ansioso e terrorizzato e l'unica cosa da fare era distrarlo. Ognuno di loro aveva un modo diverso, tutti efficaci, ma forse colpevoli di avere un enorme post sbronza, qualcuno agì prima dell'altro.
«Vaffanculo» gridò Niall, dopo che ricevette una doccia gelata nel vero senso della parola.
Sì, perché Louis era andato in cucina, aveva riempito la ciotola con dell'acqua gelata e arrivando in soggiorno, facendo cura a non bagnare il telefono, gliela rovesciò addosso. Ci furono diversi battibecchi e molte frasi in cui l'irlandese li mandò al diavolo, ma come la vocina dentro di sé gli ricordo, quei tre pazzi gli servivano, così ricacciò in gola la rabbia e decise di chiedere aiuto.
«Nialler caro,vatti a cambiare che sei tutto bagnato» lo prese in giro Louis, provocando l'amico più del necessario, mentre Harry e Liam scuotevano la testa cercando di appianare la situazione. Niall dovette trovare tutta la forza possibile e inimmaginabile dentro di sé per non prenderlo a schiaffi e, seppure arrabbiato il suo corpo si rilassò.
Dopotutto doveva farlo. Si stava preparando per il suo primo vero appuntamento, niente sarebbe andato storto.
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Emma dormiva beatamente e non si accorse nemmeno dei raggi del sole che colpivano il suo viso, gli occhi chiusi e l'espressione di un angelo erano tutto quello che si notava in quella stanza. Ovviamente la presenza delle altre due amiche era passata in secondo piano, dato che Shay dormiva in modo scomposto e con tutte le coperte raggomitolate attorno e Rose era già in piedi pronta ed energica a sistemare tutto il caos che avevano lasciato.
«Quelle ragazze qualche giorno si faranno fuori a vicenda» disse sorridendo, ma sapeva che la verità era lontana perché... se c'era una cosa che aveva capito in quei anni di amicizia e che, potevano passare l'inferno, litigare e dirsi di tutto, ma non avrebbero mai e poi mai distrutto la loro amicizia.
«E tu bello, vuoi la pappa?» domandò a Jhonny che girava per casa in cerca della sua padrona e, quando si poggiò sul braccio della sedia, la bionda gli passò accanto e accarezzò la sua testa verde.
Continuava a guardarlo come se potesse rispondergli, ma non disse una sola parola perché... Jhonny non parlava con gli estranei se non qualche parola ripetuta con Emma. Little Sunshine ci sperava, tutte le volte che erano insieme lei si metteva davanti a lui ripetendo la stessa frase, ma lui niente, nessuna soddisfazione.
Era così concentrata da non accorgersi dei passi che venivano verso di lei, ma quando Jhonny alzò la testa capì che c'era qualcuno alle sue spalle e girandosi vide un'Emma ancora addormentata, con i capelli disordinati ma un viso calmo e felice.
«Buongiorno bell'addormentata» affermò con voce ferma l'amica, lasciando che il suo cervello si collegasse prima di parlare, ma... lo sapeva bene, per farlo funzionare Emma aveva bisogno di colazione e tanto caffè.
«Vado a preparare qualcosa da mettere sotto i denti e un'enorme quantità di caffè, ma tu vai a svegliare quella pazza» esordì, perché di sicuro non sarebbe stata lei a farlo.
Beh, c'è da dire che Shay la sempre vivace Singh lo era anche da addormentata ,e non era la prima volta che le due si fossero beccate qualche calcio o sberla involontariamente mentre la scuotevano per farla svegliare.
«Svegliati» urlò Emma più volte dalla porta della sua camera, mettendo spazio tra le due e, quando Shay aprì gli occhi e la guardò sorrise per l'ovvietà della situazione.
«Non mordo mica» rispose alzandosi lentamente e portandosi una mano alla testa per quanto le pulsava.
Promise a se stessa che non avrebbe più bevuto, non quanto la sera di prima, ma era una promessa che si faceva ogni volta che loro organizzavano un pigiama party e che, tutte le volte si trovava a infrangere. Avrebbe smesso un giorno di quelli, ma in quel momento doveva capire come alzarsi dal letto senza che i capogiri la buttassero a terra, missione più facile a dirsi che a farsi.
La mora si avvicinò appena e l'aiutò o, almeno era quello che sperava di fare perché quando fu così vicina, Shay pensò bene di buttarla sul letto e correre in cucina. Era sempre così, chi prima arriva meglio alloggia e beh, quando Emma la raggiunse lei aveva già addentato l'ultima brioche al pistacchio.
«Sei davvero una perfida strega» convenne, poco prima di sedersi e scompigliarle i capelli.
Ora c'erano tutti, così mentre si godettero quella colazione ricca di vitamine, carboidrati e grassi stavano già organizzando la loro giornata e, solo in quel'esatto attimo Emma pensò che quella sera avrebbe avuto il suo primo vero appuntamento con Niall.
«Oh mio Dio! Oh mio Dio!» iniziò balbettando quasi senza fiato mentre le sue amiche la guardavano sbigottite, ma poi fecero mente locale e capirono quale fosse il vero problema.
«Ci siamo noi, calmati ora» provò Rose, ma sapeva che persino lei se si fosse trovata nella sua stessa situazione fosse entrata in panico. Cioè... non e che dovesse uscire con un ragazzo qualunque, ma con il famoso Niall sono un gran fico Horan.
«Smettila! Tu vali quanto lui» urlò Shay, attirando i loro sguardi su di sé, mentre con il mento alto, le spalle tese e le braccia lungo i fianchi la indicava, facendole capire di non ribattere.
Beh, c'erano metodi e metodi, alcuni funzionavano, altri erano impeccabili.
Ci volle un'intera mattinata per sistemare casa Williams perché si sa... se metti insieme tre amiche e dai loro alcol e cibo spazzatura non ne può uscire niente di buono e, dopo aver messo ordine, pranzato e fatto docce veloci erano dirette tutti a fare shopping. Qual'era il grande evento? Emma Williams e Niall Horan.
"Ora, non montarti la testa" si disse, cercando di fare la dura, ma sapeva persino lei che non avrebbe resistito a lungo.
"Parla quella che già si immagina matrimonio e figli" esordì la parte razionale, ma quella sentimentale alzò le spalle e fece finta di nulla.
"Io sono realista" affermò, ma Emma si era già persa nei meandri della suoi pensieri per far caso a ciò che succedeva nella sua testa.
Emma era così, era in grado da passare allo stato ansia perenne a quello di calma piatta o, dal nervosismo mangia unghia a urla a più non posso. Non stava bene, le sue amiche glielo dicevano sempre, ma in quel momento quello che la terrorizzava era non riuscire a trovare qualcosa da indossare. Il problema non si poneva esattamente in cosa indossare, ma essere all'altezza di Niall sono ricco, famoso e so vestirmi bene Horan. Il dilemma consisteva nel trovare il perfetto vestito, per una perfetta cena e... non voleva qualcosa di troppo scollato, o troppo corto, ma nemmeno lungo e troppo colorato o ricco di perline. Era una stilista e se fosse stato per lei, se avesse avuto tempo sapeva ciò che avrebbe indossato, ma dato che tutto è avvenuto nel tempo di pochi giorni non restava che accontentarsi.
«Emma entriamo qua» affermò decisa Shay mentre tirava l'amica per un braccio e richiamava l'altra che stava per perdersi.
«Devo fare tutto io» esordì sbuffando, ma sapeva che tra le tre era quella che sapeva mantenere di più la calma, la stessa che sapeva essere multitasking, ovviamente quando non era lei la diretta interessata.
Quelle parole riportarono Emma a flashback del loro passato, a tutti i momenti in cui andavano a fare shopping insieme e finivano per fare impazzire l'altra, senza un motivo vero ma solo per il gusto di farlo. Ripensò a tutte le volte che aveva compreso quanto amasse cucire e quanto il desiderio di avere una propria boutique fosse un sogno lontano, eppure forse perché sentita chiamata in causa, l'amica pazzerella le passò accanto e lasciò scivolare un braccio intorno le sue spalle e, fece lo stesso con Rose.
«Siamo qui per trovare l'abito perfetto ed è quello che faremo» affermarono all'unisono le due in modo leggermente euforico quanto spaventoso, mentre Emma le guardava tra un misto di paura, incertezza e felicità. E fu così, con quelle parole e quelle emozioni che la ricerca dell'abito ebbe inizio.
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«Sono pronta» affermò Emma guardandosi allo specchio, ma la sua voce tremava e le mani di certo non l'accompagnavano.
Voleva essere più coraggiosa, ma seppure era solo una semplice uscita aveva capito che da quell'incontro era nata una bella amicizia, qualcosa che poteva mutare in una storia seria.
Era davvero pronta? Beh, non lo sapeva pur se credeva di sì.
Niall era appena arrivato con la sua Ranger Rover, scese dalla macchina e sentì l'ansia investirlo, tanto che indietreggiò di qualche passo, ma quando si passò le mani nervosamente sulla giacca e i pantaloni capì che il tanto momento era arrivato.
«Sono pronto» disse con voce incerta quasi da non crederci nemmeno lui, nonostante questo i suoi piedi sapevano che fare, infatti avanzarono verso l'ingresso di casa pronti a salire le scale.
Era sempre stato un ragazzo timido, più volte preso in giro ma quella sera capì che forse tutte quelle emozioni contrastanti, il nervosismo, l'ansia erano frutto di qualcosa di più grande.
Con Emma aveva passato dei bellissimi momenti, beh, ne avevano già avuti altri poco piacevoli, ma svanivano alla presenza di quelle piccole condivisioni che entrambi erano stati in grado di fare.
Aveva trovato quella giusta? La domanda era più complicata di così, non era facile fidarsi, aveva difficoltà nel credere che qualcuno non stesse con lui per avere fama e notorietà e forse, c'era ancora una piccola parte di lui che pensasse di non poter essere davvero felice.
In tutto ciò in gioco rientrò quella scommessa fatta con gli amici, ma in quel momento non capì se lo stesse facendo per quel motivo o perché voleva. Niall pensava di saperlo, forse era anche vero, ma pur se ogni gesto fosse chiaro, nella sua mente qualcosa lo portava a riflettere sul serio.
Avanzò piccoli passi, si trovò davanti la porta di Emma, allungò il braccio verso il campanello e con mano tremante suonò. Lei si trovava a girare per casa a prendere le ultime cose e, quando sentì il citofono saltò in aria –letteralmente- e iniziò a iperventilare, poi si ricordò di fare piccoli respiri e con le gambe tremanti andò ad aprire.
Ciò che si trovò davanti fu la perfezione in persona, ne aveva visto di foto sue, ma quello che vedeva ora era un'altra cosa.
"Oh maledizione" esclamò tra sé, mentre mentalmente rimaneva a bocca aperta e perdeva ogni cognizione di se stessa e del mondo che la circondava.
Beh, era un Niall completamente tirato a lucido, un uomo che faceva venire voglia di tirarlo per la cravatta e saltargli addosso. Emma quando ripensò a quell'ultimo commento arrossì, ma continuò a rimanere fissa davanti la porta ad ammirare lui. L'irlandese per l'occasione aveva scelto pantalone e giacca grigio perla con due bottoni neri sul davanti, scarpe nere lucide , camicia bianca e una cravatta blu a pois rosa antico.
Era perfetto, ma anche Emma non era da meno.
Lui spostò il peso da una gamba all'altro, strofinò le mani sui pantaloni, ingoiò la saliva e alzò gli occhi verso di lei. Tremava ancora e, l'agitazione che una volta vista avrebbe dovuto passare si trasformò in nervosismo ad alti livelli, si sentì mancare l'aria, il respirò gli si smorzò e gli occhi erano sbarrati per l'incanto di quella donna.
Entrambi stavano facendo secco l'altro e non erano neanche ancora usciti e, quel pensiero lo fece sentire poco felice perché in quel momento avrebbe voluto prenderla, baciarla e farci l'amore tutta la notte.
Beh, si era detto niente commenti volgari eppure eccolo lì, a pensare di portarsela a letto, ma chiunque l'avrebbe pensato se l'avesse vista.
"Sarà la mia fine" affermò sicuro di se sorridendo, mentre continuava a guardarla, tanto che la sua bellezza gli spiazzava ogni certezza che fino a quel momento possedeva,mettendo in dubbio anche la più piccola cosa.
"La mia rovina ha gli occhi verdi e un vestito rosso" pensò mentalmente, ma se avesse cercato di calmarsi quelle frasi sortirono tutt'altro effetto.
"Sarà anche la causa per cui tu perderai la scommessa" si ritrovò a dire la sua parte razionale, mentre quella sentimentale sbuffava sonoramente.
Doveva dire qualcosa, ma come poteva farlo dato che persino la parola bellissima risultava insignificante al suo confronto? Emma indossava un bellissimo vestito rosso corto, fin sopra le ginocchia, ma la particolarità era la gonna svasata sul davanti e il corpetto di pizzo che copriva tutta la parte superiore e metà braccia. E, giusto per farlo morire ancora aveva indossato un bellissimo paio di scarpe tacco dodici dello stesso colore dell'abito e indossato orecchini, collana e bracciale di perle per far risaltare la sua forma e il suo viso.
Doveva essere un appuntamento senza pressione, almeno erano quello che si erano detti, ma forse avevano sbagliato persona.
«Sei... bellissima» farfugliò Niall facendo colorare le sue guance di un rosa tenue, mentre quelle di lei erano già rosso fuoco.
«Anche tu non stai male» affermò sogghignando, prendendo un po' di quel coraggio che quel pomeriggio aveva avuto con le sue amiche durante la scelta di quell'abito.
Non poté dimenticare le espressioni di Rose e Shay e la frase che susseguì quello sguardo; quello "lo stenderai "che dissero poco dopo... beh, era proprio ciò che Niall stava provando.
«Andiamo?» alla fine riuscì a dire, cercando di riprendere il controllo del suo cervello, della sua bocca e di tutte le sue funzioni .
Era pronto, almeno lo pensò fino a quando Emma non si voltò per prendere il cappotto e la borsetta e gli lasciò la visione di parte della sua schiena nuda. Niall inghiottì la saliva nervosamente, pensò di essere finito all'inferno, perché quella schiena scoperta formando una piccola O allungata che si allacciava dietro il collo sarebbe stata la sua rovina.
«Che c'è?» chiese Emma innocentemente facendo finta di nulla, mentre arrossiva e coglieva l'occasione per indossare il cappotto e fargli un occhiolino.
«Ehm... io... te l'ho già detto che sei bellissima» affermò balbettando lui, lasciando lei a sogghignare e lentamente avvicinarsi come a voler memorizzare ogni più piccolo instante.
Entrambi a braccetto chiusero la porta e si avviavano a quella fantomatica cena. Chissà cosa sarebbe successo, avevano alte aspettative, ognuno di loro per motivi diversi, ma... era davvero così?
Erano passati un paio d'ore quando Emma e Niall si trovarono di nuovo in macchina e, stavolta entrambi avevano un'urgenza che a stento riuscivano a trattenere.
Beh, sì, la cena era andata bene, anzi più che bene, dato che erano diretti verso casa di lei.
Le cose si erano evoluti in modo interessanti, non che nessuno dei due se lo sarebbe aspettato, ma tutto suggeriva che quel primo appuntamento sarebbe stato il primo di tanti.
«Smettila di sorridere in quel modo» lo rimproverò Emma, lanciandogli un'occhiataccia, ma il cantante sembrò cadere dalle nuvole e fece finta di nulla.
A volte per avere le giuste attenzioni bisognava prendersele e... Beh, lei sapeva come fare.
Lasciò scivolare la sua mano sulla gamba di Niall che era intento a guidare, calmo e tranquillo, ma quando senti il suo calore propagarsi per tutto il corpo si voltò a guardarla velocemente e minacciarla.
«Emma» la chiamò lui, ancora una volta e solo allora tolse la mano sorridendo in segno di vittoria, ma durò poco perché lui facendo attenzione a non causare un incidente si avvicinò a lei e le baciò la guancia.
Non era mai stato così avventato e nemmeno Emma, si poteva dire che entrambi tiravano fuori il meglio e il peggio dell'altro, eppure l'unica cosa che in quell'automobile si respirava era aria di felicità.
Quella sera, non faceva altro che accentuare le loro passioni. Niall non avrebbe mai pensato che un ambiente come quello potesse risultare tanto eccitante, ma all'improvviso capì che era proprio così. Fermò la macchina sotto casa e, quando il quadro elettrico si spense si girò a guardarla e lì, in quell'esatto momento pensò che non ci fosse niente di più meraviglioso. Si avvicinò a Emma, accarezzò leggermente con un dito la sua guancia facendola rabbrividire e quasi sorridere. Era sorpreso di quanto stava avvenendo e stavolta, solo per stavolta voleva quel momento per sè. Accorciò la breve distanza tra di loro, prese il suo viso tra le mani e chinò la testa per farle sentire il proprio respiro sulle labbra e la baciò. Non un bacio dolce, lento e delicato, ma travolgente, passionale ed esigente, uno di quelli che ti consumano dentro e ti fanno esplodere. Emma ricambiò con la stess intensità, allungò le braccia e gli circondò il collo e mentre la sua lingua cercava e rincorreva quella di Niall, le sue mani s'intrecciarono ai capelli perdendosi in essi.
Quel desiderio ardente stava per fargli perdere il controllo, ma per fortuna entrambi riuscirono a collegare il cervello e dopo essersi staccati, ancora ansimanti, scesero dalla macchina e si affrettarono ad entrare nell'appartamento.
Si erano persi ancora prima di trovarsi. Era un problema? Solo il tempo l'avrebbe detto, ma quella sera sarebbe stata solo loro.
Emma con mani tremanti prese le chiavi dalla borsetta e aprì la porta, ebbe il tempo di togliersi il cappotto e si trovò Niall a pochi centimetri da lei. Era sconvolta, si era tolto il cappotto e aveva chiuso la porta ancor prima che lei azionasse il cervello.
Un sorrisetto malizioso brillò negli occhi di Niall andando ad incendiare quelli di lei. Senza darle il tempo di reagire, la fece piroettare tra le braccia e le catturò le labbra. La baciò lentamente come se avesse tutto il tempo del mondo, esplorandola con la lingua e sollecitandola ad essere più partecipativa.
Bastò un instante ancora perché Emma si rilassasse, anche se, tuttavia non riusciva ad avere un atteggiamento disinibito e sicuro di sé. Rimaneva pur sempre se stessa, erano due persone completamente differenti e forse parte di quelle azioni dipendevano da ciò che settimane prima gli avevano detto gli amici.
Le accarezzò la schiena scoperta, massaggiandola, strofinandole la pelle accaldata e si deliziò come le dita cadevano perfette lungo le sue linee.
Un gemito le salì dalle labbra di lei, in risposta a quello di lui.
Con un sospiro, Emma gli tolse la giacca,aprì il nodo alla cravatta che poco dopo finì a terra. Riuscì appena ad aprire i primi bottini della camicia quando lui la fece fermare bloccandole le mani. Ammirò tanta bellezza, godendosi quell'attimo prima di chinare la testa per prenderle un capezzolo tra le labbra.
Niall non poté lasciare a lei il timone, la fece girare fino a trovarsi con le spalle strette sul suo petto e spostando i capelli di lato iniziò a baciarle il collo, risalì sino a mordicchiare il lobo dell'orecchio e poco dopo baciarlo. Le sue dita cominciarono a esplorarlo, fece scivolare una mano sui suoi pantaloni, mentre ritornando alla posizione di prima si trovò con le labbra sulle sue e istintivamente si inarcò verso di lui con un gemito.
Si rese conto che era eccitata come mai prima d'ora e ciò la fece rabbrividire; per nulla al mondo si sarebbe fermata e questo la spaventò, ma fu una sensazione reciproca perché anche negli occhi di Niall si poteva leggere la stessa emozione.
Ripresero a baciarsi con più urgenza, mentre le loro mani si provocavano a vicenda , lasciando le domande e le incertezze al domani.
«Emma...» la chiamò Niall tra un bacio e un gemito, ma lei sembra intenzionata a non fermarsi, tanto che aveva ripreso a sbottonargli la camicia, ma le sue mani la fermarono.
Lei lo guardò sorpresa, ma poi ripensò a come le cose erano andate veloci e forse capì, ma una parte di lei si sentì ferita, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
«Non che non lo voglia e... sappiamo bene quando entrambi ci siamo andati vicini» affermò il cantante, lasciando le sue mani e facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
«Per due volte» si affrettò subito di aggiungere e lei sorrise e, gli bastò quello per sapere di non aver rovinato nulla, ma dentro di lui la paura era tanta.
«E che... lo so, ti sembrerà antico, ma non sono il tipo che al primo appuntamento finisce per andare a letto e magari fare del bellissimo sesso, ma poi chi si è visto si è visto. Io non sono così e...»
«Oh mio Dio! È quello che pensi di me?»
«No, assolutamente. Ma come ti viene in mente» e, l'esatto momento in cui pronunciò quelle parole ripensò all'ultima frase e i suoi occhi si chiusero sentendosi uno stupido.
«Emma, voglio che le cose non finiscono come l'ultima volta. Mi piacerebbe rivederti di nuovo e ho paura che se accelerassimo le cose...»
«Finiremo per bruciarci ancor prima di aver messo benzina sul fuoco» concluse lei sorridendo, mentre le sue guance lentamente riprendevano il solito colore.
D'un tratto si misero a ridere, si guardarono negli occhi e capirono che per quanto lo avevano negato erano due anime fatte della stessa sostanza. Avevano gli stessi ideali, sentivano che quell'incontro iniziato per caso si stava trasformando in qualcosa di più, anche se non riuscivano a definirlo o a etichettarlo, non che avrebbero voluto farlo.
«Io mi chiedo ancora come diavolo facciamo a finire per saltarci addosso» si chiese, tanto che Niall alzò le sopracciglia e gli disse di guardarsi allo specchio e capire perché.
Quella sera era da mozzare il fiato, brillava di una luce tutta sua e poi, dopo quei baci di fuoco aveva ancora le labbra rosse e leggermente gonfie, i capelli scompigliati e le guance rosa tenue. Era tutto ciò che un uomo potesse desiderare.
«Io, invece mi chiedo come abbiamo fatto a non incontrarci prima e soprattutto...»
«Soprattutto?» lo invitò lei a continuare, ma l'irlandese sembrò tintinnare, tanto che Emma dovette spintonarlo per farlo parlare.
«Come faccia tu a essere single?» di getto disse, lasciandola senza parole e con una grande esclamazione evidente.
Beh, sapeva essere ancora d'effetto e, non solo per la sua figura incantevole con la camicia poco sbottonata, senza cravatta e quell'espressione di chi avesse vissuto un'incredibile esperienza che, sembrava ancora di più richiamare tutti gli ormoni in subbuglio.
«Diciamo che entrambi sappiamo qual è la verità, ma non osiamo ammetterla» ammiccando rivelò e, mentre si facevano un lungo esame di coscienza Emma si allontanò per poi ritornare con una bottiglia di vino e due calici.
«Questa sarebbe la tua idea di, fermiamoci e parliamo?» la provocò Niall, lasciando che il suo sguardo malizioso scivolasse su tutto il suo corpo, lo stesso che aveva sentito fremere sotto le sue mani.
«So che l'ultima volta è stato un completo disastro, ma ho fiducia in questa cosa» farfugliò, indicando loro due e lui non poté che scoppiare a ridere, nel suo modo unico di farlo che contagiò anche lei.
Iniziarono a parlare, lei gli fece fare un veloce giro della casa, ma la sua attenzione fu per il suo angolo di atelier. Emma all'improvviso arrossì perché a parte le sue amiche, sua nonna e Agatha non aveva permesso mai a nessuno di vedere quelle piccole cose.
Erano ritornati in soggiorno e avevano ripreso a sorseggiare il vino e, anche se Niall moriva dalla voglia di chiederle di parlargli delle foto sulle mensole, di raccontargli la sua storia, quello che fece fu completamente opposto. Accorciò le distanze tra i due, lasciò scivolare il braccio sulla sua schiena per spingerla verso di sé e con l'altra mano le accarezzò la guancia e la baciò.
Stavolta fu un bacio dolce, lento e si presero tutto il tempo per conoscersi, per sentire le emozioni crescere e lasciarono che la fretta e l'urgenza del desiderio svanisse. C'erano solo loro due e il bacio.
Almeno fino a quando Jhonny non decise di fare la sua entrata a effetto, perché se qualcuno avesse potuto premiare la sua intraprendenza di certo avrebbe scelto quel momento.
Non si era ancora poggiato, ma svolazzava sopra le loro teste e, bastò quell'attimo per far sì che Niall alzasse gli occhi, vedesse il pappagallo per raccattare le sue cose e scappare –letteralmente- chiudendosi la porta alle spalle.
La serata non si sarebbe dovuta concludere così, quello era ciò che Niall ed Emma si ripetevano mentalmente. Eppure i due furono costretti ad ammettere che, seppure non voluto quell'evento li aveva aiutato a non cadere in tentazione e a non fare un errore che avrebbero rimpianto in futuro.
Avevano combattuto contro le diversità e ora si ritrovavano ad affrontarne un'altra.
Che cosa sarebbe successo stavolta?
Spazio d'autrice:
Ehilà... eccomi qui...
Ancora mi sembra impossibile aver ripreso in mano questa storia e sicuramente è solo l'inizio perchè amo ciò che sto scrivendo, so bene che è solo l'inizio perchè ho uno schema e le cose belle avvengono prima di complicarsi. Oh dai ragazzi!! Mica possono avere tanto amore e gioia XDXD
Intanto vediamo il loro risveglio che di certo è peggio di qualsiasi altro, una sbornia che li ha portati di conseguenza a rivelare ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Il primo appuntamento, quello vero, la loro uscita che di certo non passa inosservata e che ci colpirà perchè due persone che hanno sofferto decidono di lasciarsi andare... e cosa potrà mai andare storto??XDXDXD
Ho davvero in serbo tantissime belle cose che di certo non finiranno per stupire...
PS. Ognuno può immaginare gli abiti che indossano per l'appuntamento come preferisce, ma io mi sono ispirati a ciò che avevo in mente e queste foto si avvicinano molto alla mia idea.
Ehm.... che ne pensate di queste idee e del capitolo? Se vi va fatemi sapere che ne pensate ;)
Claire
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