5. Nessuno
La mia esistenza si è ridotta ad un perenne silenzio. Sono così delusa da Benjamin e da me stessa, che non so neanche come rimediare a quello che è successo. Probabilmente non c'è più niente che io possa fare; è troppo tardi. Ed è la frase che mi ripeto all'infinto, ma più lo faccio e più non ci credo. Non mi sono mai arresa di fronte a niente, perciò perché dovrei farlo proprio adesso?
Devo vederlo, devo vedere Benjamin per parlargli. Me ne convinco quando entro nel centro commerciale in cui è stato organizzato un instore per promuovere la versione speciale dell'ultimo album di Benji e Fede. Sì, mi trovo a Modena, mi trovo a pochi passi da Benjamin e ho paura di quello che potrà succedere.
Subito non trovo il coraggio per mettermi in fila; allora aspetto un po', osservando Benjamin da lontano. Le loro fan lo amano davvero tanto; consegnano a lui e a Federico dei cartelloni e dei piccoli regali, mentre loro le abbracciano e firmano le nuove copie dei CD.
Dopo un po' mi accorgo di un altro viso a me famigliare. E' Federico, un caro amico di Benjamin e del suo omonimo Federico. Mi fa segno di andare verso la transenna e in un attimo mi trovo di fronte al giovane uomo che mi ha detto addio con una lettera. In un qualche modo riesco a non piangere e subito corro ad abbracciarlo.
«Mi sei mancato.» Gli sussurro con il viso contro il suo collo.
Benjamin mi stringe; sento che sta tenendo la mia felpa fra le mani, ma non mi dice niente. Allora lo guardo in faccia e noto che ha gli occhi lucidi. Proprio quando sta per aprire la bocca per parlare, sento una mano toccarmi la spalla «Mi dispiace cara, ma il tuo tempo è finito.» E' una donna sulla trentina, mi sorride e aspetta che mi allontani da Benjamin. Io lo faccio quasi subito, non guardando la sua reazione.
Mentre saluto Fede, quasi sto per crollare. Perché Benjamin non ha detto niente? Perché non gli ha detto che ci serviva più tempo?
Scendo dal palco ancora più confusa di prima e con l'unica convinzione di aver fatto di tutto pur di sentire le parole di Benjamin. Avevo preparato un bigliettino per lui con su scritto di venire a casa mia verso sera, e l'ho lasciato sulla chitarra. Non l'ho firmato, perché lui sa riconoscere la mia calligrafia.
Non dovrei guardare nella sua direzione, ma lo faccio lo stesso; vedo che però sul palco c'è solo Fede. Inizio a camminare, quando, dietro di me, sento le urla di alcune fan. Sembrano formare un cerchio compatto; continuano a muoversi verso di me e riesco a vedere che sono intorno a una persona. Incontro due occhi azzurri, quelli di Benjamin, ma distolgo subito lo sguardo e aumento il passo.
Non mi piace dare spettacolo, soprattutto quando si tratta dei miei sentimenti. Benjamin potrebbe essersi ormai abituato a condividere i suoi stati d'animo con i fan, ma io no. Non voglio più condividere più niente con nessuno, perché ho sofferto così tanto, che sarei davvero stupida a volerlo rifare.
Se Ben mi vorrà parlare, mi troverà a casa questa sera.
E così vado a casa, tento di mettere a tacere il mio cuore, di tranquillizzarlo, ma batte ancora così forte, che non riesco proprio. Accendo la televisione, ma non la guardo. Rimango semplicemente davanti allo schermo mentre i miei pensieri si fanno sempre più ingombranti nella testa.
Si fa ora di cena, anche se l'ultima cosa che voglio fare è mangiare. Aspetto seduta sul divano; più il tempo passa e più sento il cuore martellare nel petto. 'C'erano molte fan all'instore, è solo questione di minuti', mi dico dentro di me. Alla fine però si rivela essere soltanto una delle mie stupide giustificazioni. Nessuno bussa alla mia porta. Nessuno mi viene a cercare.
E, come se non bastasse, alcuni giorni dopo mi arriva per messaggio l'invito alla festa di laurea di un mio amico. Massimiliano, o più semplicemente Max, era l'altro bambino che conobbi il giorno in cui vidi Benjamin per la prima volta. Era il suo 'avversario' di gioco, l'altro che cercava di prendergli la palla, mentre ci siamo scontrati per sbaglio. Già, Max è un amico che io e lui abbiamo in comune. Quindi è piuttosto probabile che ci sia anche lui alla festa di laurea di Max.
Ovviamente tutto quello che vorrei fare è starmene a casa, ma non sarebbe giusto nei confronti di Max. Insomma, se un mio amico non venisse alla mia festa di laurea, ci rimarrei male. Inoltre non voglio lasciare che Benjamin condizioni le mie scelte. Non è venuto quella sera. Se ci avesse tenuto, se avesse tenuto a me, si sarebbe presentato a casa mia. Cosa dovevo aspettarmi, poi, da una persona che mi aveva scritto in una lettera che non mi avrebbe più rivista, ma che comunque sarebbe stata per sempre mia? Tutto questo non aveva semplicemente senso; ci ho riflettuto tanto, ma anche a distanza di tempo, il senso non l'ho mai trovato.
Vengo aggiunta a un gruppo di Whatsapp con il nome: Max Dottore 🎉 e dò la mia conferma di partecipazione. A quanto pare, il rinfresco si terrà in un locale in centro città, subito dopo la discussione della tesi e la cerimonia all'università.
Faccio i salti mortali per riuscire ad andare a comprare un vestito nuovo e per organizzarmi in modo da essere presente con qualche minuto di anticipo nel piazzale della facoltà di economia. Vedo arrivare dei ragazzi che conosco solo di vista, perché molte volte erano in discoteca insieme a me, Benjamin e Federico.
Ci siamo più o meno tutti, quando entriamo nell'aula magna dell'università, ma manca Benjamin. A dire il vero penso non abbia nemmeno dato la sua conferma di partecipazione, quindi non è detto che venga. E io spero che non lo faccia, perché sarebbe davvero un problema in meno da affrontare. Non credo di avere più voglia di parlargli; è vero, all'instore aveva tentato di seguirmi, ma io me ne sono andata. Tutta quella gente sconosciuta mi ha messa a disagio; non mi è mai piaciuto essere al centro dell'attenzione e in quel caso sarebbe stato inevitabile. Benjamin avrebbe dovuto saperlo, come del resto lui sarebbe dovuto venire a casa mia per parlare.
Forse è colpa mia. Ho preteso troppo da lui, ho preteso troppo da me stessa. Lo conosco da una vita, eppure mi è sembrato d'un tratto di non conoscerlo affatto. Non so più ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, no so più chi sono io, non so più chi è lui. Avrei dovuto ritrovare me stessa in questo periodo, invece non ho fatto altro che perdermi nei miei ricordi. Il problema è che mi sono persa e non ho ancora trovato la via di casa. La troverò mai? Tornerò mai a casa?
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