Capitolo 9
Leslie
«Non riesco ancora a credere che tu abbia usato la scusa del "passare una serata tra parabatai" per evitare Sebastian e la questione del bacio» mi urlò Cassidy facendosi spazio tra la folla di persone mentre ci inoltravamo dalla pista della discoteca alla zona bar, la sua mano stretta attorno al mio polso per non perdermi di vista.
Beh, non ero tornata più a casa mia dopo il bacio con Sebastian. Ero ancora confusa da ciò che era successo e soprattutto non ce la facevo a rivedere Sebastian essendo scombussolata, così avevo pensato di restare a casa di Peter con lui e Cassidy. Entrambi mi avevano lasciata rimanere lì ed anche a costo di dormire sul divano non avevo pensato nemmeno un attimo di tornare a casa mia.
Persino quando Peter salutò me e Cassidy dicendo che sarebbe stato qualche giorno a Sydney, in cui si trovava la centrale della sua casa editrice, per discutere del nuovo libro –quello in collaborazione con me– continuai a rimanere a casa loro. L'unica cosa per cui ebbi coraggio fu mandare un messaggio a Isabella dicendole che non sarei tornata a casa per qualche giorno per stare con Cassidy.
Era una menzogna, lo sapevo, ma se ripensavo all'imbarazzo creatosi tra me e Sebastian dopo il bacio non riuscivo a trattenermi dal volermi sbattere la testa contro al muro e cancellare tutto. Se solo non lo avessi baciato a quest'ora non avrei dovuto inventare scuse solo per evitare il mio coinquilino.
«Credimi, nemmeno io. Per questo mi serve un drink» le dissi sovrastando la musica altissima.
La risata di Cassidy riuscì comunque ad arrivare a me. Prendemmo posto sugli sgabelli e ordinammo da bere.
«Dopo qualche drink sarai finalmente disposta a confessare?» mi spinse il gomito contro il braccio e ammiccò.
Scossi la testa «Il problema è che non so nemmeno cosa sia successo. Non credo di provare qualcosa di più di un'amicizia nei suoi confronti.» guardai in direzione della pista, dove poco prima avevo scorto Levi e Lila ballare insieme ma la troppa calca non mi permise di posare lo sguardo su di loro. «Ammetto che in quest'ultimo periodo solo lui riesce nel farmi sorridere e persino ridere. Riesce a farmi battere il cuore velocemente eppure sento comunque di provare solo un sentimento d'amicizia»
Il barman ci consegnò i nostri cocktail e Cassidy prese un lungo sorso del suo. «Les, Sebastian ti piace e tu piaci a lui, io lo vedo» mi sorrise «Come quando già sapevo che avresti scopato con Levi di lì a breve perché sapevo della sua cotta per te. Le mie previsioni non si sono forse avverate?»
Scossi la testa e mi scolai il cocktail tutto in una volta ordinandone un altro. Aspettavo con ansia che la mia testa diventasse più leggera e non continuasse a rimuginare su ciò che era successo la sera precedente, sulle labbra di Sebastian sulle mie, le mie braccia attorno al suo collo, le sue mani sul mio viso, l'atmosfera magica. Volevo anche che l'alcol raggiungesse immediatamente la mia testa così da non chiedermi se Cassidy avesse ragione o meno, soprattutto non quando il mio cuore faceva così male dopo aver visto Levi e Lila insieme. Vedendoli affiatati in quel modo mi aveva fatto venire in mente la festa del compleanno della madre di Levi. Se prima pensavo che non fosse una cosa realmente seria, dopo quel giorno mi ero dovuta ricredere e ogni volta che la mia testa ci si soffermava il mio corpo non faceva che farmi male.
«Si sono avverate, ma in questo caso è diverso. Io e Sebastian siamo solo coinquilini. Fine. Nel mio cuore c'è soltanto un altro ragazzo, che è anche l'unico che non posso avere» il barman mi consegnò il secondo cocktail della serata e ne bevvi più di metà in un solo colpo.
Cassidy mi fissò scuotendo la testa, poi abbassò lo sguardo. Ogni volta che le parlavo di Levi il suo viso si oscurava e sebbene cercasse di nasconderlo, sapevo che Cassidy si sentisse terribilmente in colpa per aver creduto alle mie menzogne e per non avermi detto di Levi e Lila. Ma doveva sapere che io non gliene davo affatto una colpa. Era stata tutta colpa mia sin dal principio.
«Allora dovresti dare una chance a Sebastian. Hai già rifiutato Archer sebbene io non ne sia affatto contraria, però avresti potuto provare a rifarti una vita. Avresti potuto essere felice...» la interruppi.
«Non sarei mai felice sapendo di illudere entrambi» bevvi la bevanda restante e presi Cassidy per il braccio. Non avevo cenato apposta così che l'alcol mi entrasse subito in circolo e portasse via i miei pensieri. Se solo Sebastian lo avesse saputo, mi avrebbe riportata dritta a casa vietandomi di andare oltre con l'alcol, ma beh, lui non era lì. Era a casa, probabilmente con Isabella a cercare di non pensare a me e all'imbarazzante momento che avevamo condiviso.
«Les, vai con calma» Cassidy si portò dietro il suo cocktail e lo finì mentre ballava non troppo scatenata con me. Dei ragazzi ci raggiunsero e ballarono con noi, ma Cassidy li mandò via. Giusto, lei stava con Peter. Io e lei non avremmo mai potuto avere una serata in discoteca da single solo per fare cose sbagliate, flirtare con chiunque e scatenarci senza limiti.
«Les, vado a prendere un altro cocktail. Ne vuoi uno anche tu?» mi chiese urlando.
Le annuii in risposta senza smettere un attimo di scuotere i fianchi ed il sedere, il mio vestito si rialzò sul sedere ed io mi premurai di riabbassare la stoffa.
Era stata Cassidy a prestarmi questo vestito che per colpa delle mie cosce grandi mi stava fin troppo corto. All'inizio avevo cercato di ribattere ma poi lei mi aveva continuato che saremmo andate in discoteca e non in chiesa e che quindi sarebbe stato perfetto. Allora non avevo più discusso.
«Hey» sentii delle mani appoggiarsi sulla mia vita, così mi voltai per incontrare gli occhi della voce maschile e roca che mi aveva chiamata. Il ragazzo che mi ritrovai davanti era davvero affascinante con i suoi occhi scuri e a mandorla, i suoi capelli lisci ma ben fissati con il gel per renderlo simile ad una qualche star del k-pop. «Come ti chiami?»
«Leslie» gli urlai appoggiando le mie mani sul suo petto. Cavolo, era muscoloso! «Tu?»
«Chin-Hae»
«Nome figo» e sicuramente coreano.
«Grazie. Quanti anni hai?»
«Diciassette, tu?»
«Diciotto»
«Grandioso!» risi «Balliamo!»
Lui ridacchiò e si mise a ballare con me per diverse canzoni. Si muoveva davvero fin troppo bene per non essere un ballerino professionista, ma non gli chiesi nulla e continuai a ballare con lui spensieratamente.
Mi guardai intorno e i miei occhi trovarono quelli di Levi, che stava guardando nella mia direzione. Feci finta di non averlo visto con Lila e mi avvicinai di più a Chin-Hae ballandogli contro sensualmente.
Chin-Hae sorrise e avvicinò il suo viso al mio collo lasciandogli su baci umidi.
Non mi ritrassi. Sapevo che fosse sbagliato flirtare con questo ragazzo solo per fare ingelosire Levi sebbene sapessi che non avrei mai ottenuto una qualche reazione da lui. Sapevo che domani me ne sarei pentita profondamente, ma oggi era così che andava e per una volta volevo sapere come si ci sentisse ad essere così libera, così chiusi gli occhi e rimasi lì a godere dei suoi baci.
«Leslie?» mi chiamò ed i suoi occhi incontrarono subito i miei «Sei la ragazza più bella che io abbia visto stasera»
Risi buttando la testa all'indietro. Non gli credevo. «Non lo sono. Ci sono altre ragazze più belle di me, tipo lei» indicai Lila senza nemmeno averci ragionato su.
Chin-Hae si voltò a guardare da quella parte e poi guardò nuovamente me «Nahh, tu sei più bella. Conosco quella ragazza. Conosco anche il suo ragazzo» il sorriso cadde dalle sue labbra «Conosco anche te»
Il mio sorriso cadde insieme al suo, sentii il mio cuore farmi nuovamente male. Feci per andare via, ma lui mi trattenne «Non mi ha mandato Levi, te lo prometto. Sono qui solo perché sei bella seriamente e mi sto divertendo con te. Questo è l'ultimo giorno in cui potrò fare tutto ciò che voglio. Da domani avrò un contratto con un'agenzia di k-pop, sarò in Corea e non potrò fare più nulla per non destare scandali» il suo sguardò vagò verso il bar «Ti va un drink?»
Annuii così ci avviammo verso il bar. Prendemmo entrambi due cocktail. Lui li bevve lentamente, io, invece, li bevvi subito. Volevo che la mia testa diventasse sempre più annebbiata. Volevo dimenticare persino ciò che Chin-Hae mi aveva detto, che conosceva me e conosceva Levi e Lila.
«Hey hey hey, non dovresti andarci giù così pesantemente» Chin-Hae mi trattenne il polso.
«Tranquillo» gli sorrisi «Reggo bene»
∞
Non avevo retto bene. E nemmeno Chin-Hae. Ci eravamo scatenati in pista. Più volte la sua bocca era stata sul mio collo e sulla scollatura, più volte io avevo strofinato il mio sedere contro il suo punto debole. Più volte avevo visto Levi e Lila guardare verso la nostra direzione. Più volte avevo sperato che facesse una qualche scenata di gelosia. Più volte Chin-Hae aveva provato a baciarmi spingendomi contro altre persone come se fosse un muro e più altrettante volte io mi ero messa a ridere scostandolo via da me. E alla fine eravamo finiti nella stanza privata oltre le porte controllate dai buttafuori per giocare a soffia e succhia insieme ad altri suoi amici e, molto casualmente, insieme anche con Levi e Lila.
Un suo amico, Max, passò la carta alla ragazza seduta accanto a lui riuscendoci. Lei, a sua volta, la passò alla sua amica, che purtroppo non riuscì a trattenerla e la fece cadere. Risi applaudendo mentre tutti le incitavano a baciarsi, lo shottino di vodka posto sulla mia gonna minacciò di rovesciarsi, ma io lo frenai buttandolo tutto giù. L'alcol raggiunse immediatamente la mia testa. Non mangiavo niente da pranzo e sapevo che domani avrei avuto un mal di testa incredibile però non mi importava.
Le ragazze si baciarono e noi urlammo ancora, poi il gioco riprese. La ragazza riprese la carta e la passò ad un ragazzo il cui nome mi sfuggiva, che a sua volta la passo a Levi, che la fece cadere apposta quando fece per passarla a Lila. Lei rise e lo baciò senza nemmeno pensarci una seconda volta. Tutti applaudirono tranne me. Infatti bevvi un altro shottino, come avevo fatto tutte le volte in cui i due si erano baciati.
Non importava quanto la mia testa fosse priva di pensieri e di preoccupazione, non importava quanto mi sentissi come se potessi prevalere su tutto, ogni volta che li vedevo baciarsi il mio cuore faceva un male tremendo.
«Non vale così però!» urlò Chin-Hae rovesciandosi addosso, per sbaglio, il suo stesso drink «Va contro le regole del gioco!»
«Come se tu non volessi giocare a questo gioco per baciare tante ragazze!» ribatté Max prima di buttare giù una birra. Forse lì in quel gruppo era l'unico ad essere meno ubriaco.
Chin-Hae si voltò verso di me «Diglielo che non è vero o a quest'ora ti avrei già baciata»
Annuii «Vero. A quest'ora mi avrebbe già baciata»
Una delle amiche di Chin-Hae rise «Come se non ci avesse già provato in pista»
Quest'ultimo imbronciò le labbra «Ma quello non c'entra con il gioco» poi sospirò scuotendo la mano come a dire "lasciamo perdere" e il giro riprese.
Lila passò la carta alla ragazza seduta accanto a lei, che a sua volta la passò all'amica di Chin-Hae, che la passò a me. Io provai a succhiarla ma la carta scivolò.
«Cazzo» mi lasciai sfuggire in italiano cercando di riprendere la carta sebbene non riuscissi a riafferrarla da terra perché tutto girava fin troppo velocemente. Quando riuscii a riafferrarla alzai la testa sulla ragazza e in men che non si dica le sue labbra furono sulle mie. La sua lingua sfiorò la mia senza nemmeno che capissi cosa stesse succedendo. Solo quando si scostò sentii le mie guance accaldarsi e i miei battiti accelerare. Wow. Quella ragazza sapeva proprio baciare bene!
Alzai i pollici verso la ragazza «Wow, sei bravissima a baciare!»
Lei mi fece l'occhiolino e mi poggiò la carta sulle labbra «Succhia e cerca di trattenerla stavolta»
Annuii trattenendo la carta, poi mi voltai verso Chin-Hae e gliela passai. Lui succhiò la carta e poi me la soffiò in faccia. Gli mandai un'occhiataccia.
«Beh, Max aveva ragione» disse a sua discolpa poi le sue labbra si avvicinarono alle mie ed io mi preparai per ripetere ciò che era successo prima. Mi sentivo così estasiata, non lo credevo possibile. Non ero affatto contraria a Chin-Hae che mi baciasse. Era un ragazzo ben più che affascinante e poi era stato un gran compagno di divertimenti per tutta la serata. Non mi sarebbe dispiaciuto affatto.
Chin-Hae non mi baciò con delicatezza, al contrario, mi afferrò per la vita e si mise a cavalcioni su di me spingendomi verso il divano, la sua lingua cercava disperatamente la mia. Inizialmente non seppi come rispondere ma poi ricordai di Levi lì quindi ricambiai il suo bacio passionale avvicinandolo a me con le braccia.
Sentii una distesa di applausi mentre godevo di quel bacio sensuale. Volevo che le sue labbra non si staccassero, ma poi fummo entrambi senz'aria così lui staccò le sue labbra dalle mie, ma non mancò di scenderle sul mio collo, in cui lasciò un'altra distesa di baci umidi. Per poco non mugolai per il piacere quando beccò un punto particolarmente sensibile.
«Dai, va bene così» qualcuno spinse via Chin-Hae da sopra di me e lui tristemente tornò seduto accanto a me.
La sua tristezza durò poco quando dopo poco si alzò in piedi urlando: «Ho baciato la ragazza più bella di stasera!» e i suoi amici lo applaudirono. Lo applaudii anch'io, sebbene confusa. Quando ritornò seduto abbassò lo sguardo su di me e sul mio collo sorridendo. «E le ho anche lasciato dei succhiotti!»
Come? Abbassai lo sguardo per scorgerli, ma riuscii a vedere solo quelli sulla scollatura.
«Merda, ora di certo non posso tornare a casa mia così» dissi, ma il momento successivo non me ne importava già più. Mi alzai in piedi avendo un'idea in mente e barcollai fino al centro della stanza applaudendo e ridendo. «Cambiamo gioco, vi va? Io mimo qualcosa e voi indovinate»
Nessuno disse qualcosa in contrario riguardo al gioco così mi misi in posizione come se stessi baciando qualcuno. Mi trattenni nel ridere mentre imitavo. Ero troppo brava, nessuno avrebbe mai indovinato!
«Baciare!» urlò la ragazza che mi aveva baciata prima.
Mi fermai dal mimare. «No, non l'azione. La persona che sto baciando»
Ripresi a mimare.
«Io!» urlò Chin-Hae ridendo orgoglioso.
Scossi la testa ridendo «Mi sa che sarà difficile indovinare»
«Kora!»
«Chi?» chiesi fermandomi, poi però capii «Ah, no. Non è nemmeno lei»
Continuai a baciare l'aria fino a quando Levi disse "Sebastian". Misi il broncio. Pensavo sarebbe stato impossibile da indovinare e invece lui c'era riuscito immediatamente. Maledizione! Ora dovevo tornare a posto e indovinare per gli altri.
«Uffa, come hai fatto ad indovinare che la persona che ho baciato era Sebastian?» gli chiesi. Come aveva fatto a saperlo? Pensavo che nessuno oltre me, Cassidy e Sebastian lo sapesse. «Te l'ha detto Cassidy?»
Sentii una mano sulla spalla e mi voltai incontrando però gli occhi chiarissimi di Sebastian.
«Oh, Sebastian!» sussurrai. Allora Levi non aveva indovinato. Aveva solo visto Sebastian dietro di me. Oh merda, Sebastian era proprio di fronte a me. Vabbè. Meglio. Avremmo avuto una persona in più per giocare a succhia e soffia.
Afferrai il polso di Sebastian e lo feci sedere dove solo poco prima ero stata seduta io. Mi sedetti in braccio a lui sebbene cercasse di togliermi di dosso e schioccai le dita. «Dov'è la carta? Su, continuiamo con succhia e soffia!»
Chin-Hae scosse la testa «La mia bellissima mi vuole tradire!»
Scoppiai a ridere e gli puntai un dito contro. «Tu smettila. Già hai avuto un bacio da me» poi indicai il mio collo «E anche questo»
Sebastian si voltò di colpo verso Chin-Hae, lo sguardo omicida, ma io gli presi il viso con le mani e lo guardai. Mandai un'occhiata di sfuggita a Levi e per la prima volta durante l'intera serata lo vidi leggermente geloso, la sua mano era stretta a pugno e le sue unghie conficcate nella carne.
Sorrisi e mi avvicinai a Sebastian per baciarlo, ma quest'ultimo mi trattenne afferrandomi per il viso. «Les, che diamine ci fai qui?» gli scoppiai a ridere in faccia.
«Scusa, non è stata una cosa carina» mi scusai sebbene le risate minacciassero ancora di uscire dalla mia bocca. Non sapevo perché ma la situazione mi sembrava così divertente, Sebastian lì a frenarmi dal baciarlo quando ci eravamo baciati solo ieri.
«Non dovevi essere a casa di Peter a "passare una serata da parabatai" con Cassidy? Che ci fai qui? E dov'è Cassidy?»
«Che diamine ha detto?» chiese Chin-Hae confuso.
Risi e tradussi per lui, poi mi voltai a guardare nuovamente Sebastian «Beh, non ho specificato come io e Cassidy avremmo passato la serata tra parabatai»
«Mi avevi promesso che non avresti più bevuto fino ad ubriacarti pesantemente»
«Ops. Ho infranto la promessa»
Sebastian, infastidito, fece per togliermi nuovamente di dosso a lui, ma io lo fermai. «Senti, scusa. Sono davvero dispiaciuta e capisco se adesso mi vuoi rimandare a casa»
«Bene allora. Andiamo a casa. Dov'è Cassidy?» mi prese in braccio e si alzò in piedi.
Scossi la testa «Non ne ho idea. Non la vedo da molto, molto, molto tempo»
«E questa doveva essere una serata tra parabatai, eh?» fece per aprire la porta per uscire dalla stanza, ma io mi divincolai per scendere riuscendoci.
«Chin-Hae!» lo chiamai e lui si voltò immediatamente a guardarmi. «Grazie per la serata e buona fortuna per la tua carriera da k-pop star. Sarò la tua fan numero uno!» feci un cuore con le dita da fan della Corea qual ero e lui ricambiò portandosi le braccia fin sopra la testa e formando un cuore.
«Conto su di te, bellissima!» mi lanciò un bacio ed io finsi di prenderlo, poi Sebastian mi spinse fuori dalla porta ed io misi subito il broncio. Mi stavo divertendo così tanto, dovevamo veramente andare a casa?
«Hai una qualche idea di dove possa essere Cassidy?» mi chiese Seb, la sua voce esasperata e roca. Solo allora mi resi conto delle occhiaie profonde sotto gli occhi. Non aveva per caso dormito?
«Nessun'idea» scossi la testa «Beh, possiamo dividerci per cercar...» una porta venne spalancata e da lì ne uscì la mia migliore amica, gli occhi luci, il trucco scolato, lacrime le scivolavano sulle guance.
«Cass!» le urlai cercando di raggiungerla senza barcollare, però caddi a terra. Sebastian fu subito lì a tirarmi in piedi e a tenermi per la vita. Cassidy, invece, vedendomi corse da me, anche lei barcollando, e mi si fiondò addosso coprendo il viso nell'incavo del mio collo.
«Cass? Che è successo? Qualcuno ti ha fatto del male?» le chiesi cercando segni di lividi sulla sua pelle o quant'altro, ma non c'era nulla.
Cassidy alzò lo sguardo su Sebastian, così capii che non avrebbe detto nulla se lui fosse rimasto.
«Seb, per favore puoi un attimo lasciarci da sole? Ti giuro che non andremo da nessuna parte. Credo le sia successo qualcosa di brutto» lo implorai in italiano così che Cassidy non lo capisse.
Seb annuì «Chiamami tu» poi lo vidi scomparire dietro la scalinata che portava al piano superiore, in cui di solito avevamo preso la stanza per posare i nostri oggetti.
«Cass, che è successo? Perché non sei più tornata?» le chiesi quando la costrinsi a sedersi nel corridoio. Presi posto accanto a lei e la strinsi forte a me sperando di riuscire a confortarla.
«Sono rimasta al bar a bere per un po', per cercare di non pensare a tutto ciò che ti ho fatto: all'odiarti, al non dirti di Levi e Lila. All'inizio mi sentivo meglio, l'alcol aveva fatto effetto. La pista aveva iniziatoa girare e poi ho visto Peter... o almeno, quello che mi sembrava Peter.
«Abbiamo parlato un po' ed io ero così ubriaca che non avevo nemmeno capito che in realtà non fosse Peter. Credevo che fosse lui sul serio, anche la voce sembrava la stessa per cui ad un certo punto l'ho baciato, ma lui non si è ritratto, al contrario, mi ha chiesto se volessimo appartarci ed io...» arrossì «Io ho accettato, Les. Ero così ubriaca che non mi sono accorta che quello non fosse Peter ma suo cugino Melchior se non dopo aver fatto sesso e dopo aver rimesso nel water tutto l'alcol che avevo ingurgitato» la mia migliore amica alzò il viso su di me, gli occhi rossi per il pianto, le lacrime le scendevano silenziose. Non aveva singhiozzato nemmeno una volta, ma sapevo quanto stesse soffrendo. «Dio, Les, sono una persona orribile. Ho tradito Peter. Ho tradito Peter, l'amore della mia vita, con il suo cazzo di cugino stronzo! Sono una merda! Non sono fatta per amare, è inutile. Non importa quanto io mi costringa a credere nel meritare l'amore che tu e Peter mi donate, io troverò sempre un modo per distruggerlo. Io... non so nemmeno come dovrei dirglierlo...»
Strinsi Cassidy più forte. Dio, ero così dispiaciuta per lei, ma non aveva affatto ragione nel dire di non meritare né il mio amore né quello di Peter. Lei meritava il meglio del meglio.
«Se non sai come dirglielo semplicemente non dirglielo. È stato tutto un errore e tu eri completamente ubriaca. Pensavi che Melchior fosse Peter. Non è affatto colpa tua. E meriti ancora tutto l'amore del mondo, Cass. Non c'è niente di sbagliato in te. Proprio nulla. Per questo sappi che io non dirò mai niente, né tantomeno lo farebbe Melchior» le asciugai le guance con la mia mano rimuovendo anche il mascara colato. «Pensi che sopravvivrebbe a domani adesso che ho saputo cos'è successo?»
Cassidy sorrise appena e ciò bastò per rincuorarmi. La aiutai a rialzarsi in piedi e mi alzai a mia volta. «Dormi a casa mia stasera. Vedrai che domani mattina sarà tutto dimenticato e che non avrai motivo di sentirti in colpa. Quel che è successo è successo, non si può andare indietro e come dico sempre "il tempo guarisce tutte le ferite". Il tempo guarirà anche questa, Cass e ben presto sarà solo uno sbaglio lontano da cui tu ne uscirai più forte di prima»
Cassidy annuì asciugandosi il viso per bene «Lo spero»
Strinsi la mia migliore amica un'altra volta e chiamai Sebastian, che ci portò fuori dal locale conducendoci in silenzio fino all'auto. Presi posto nel sedile posteriore con Cassidy, la sua testa sulle mie gambe, rannicchiata. Tutto il tempo mi occupai di confortarla accarezzandole il braccio e persino quando finalmente arrivammo a casa mia, l'accompagnai fino alla camera degli ospiti in cui era solita dormire nonostante fosse ora la camera di Sebastian e l'aiutai a cambiarsi. Nell'armadio c'erano ancora i suoi vestiti, pronti per quando volesse rimanere a dormire da me, sebbene adesso avesse portato la maggior parte dei suoi vestiti a casa di Peter.
«Buonanotte parabatai» le lasciai un bacio sulla fronte e le tirai su le coperte «Se hai bisogno, chiamami, lo sai»
Cassidy annuì così uscii dalla camera imbattendomi in Sebastian. «Dobbiamo parlare» mi sussurrò per non disturbare né Cassidy né Isabella.
«Vieni in camera mia tra cinque minuti. Dammi il tempo di cambiar...» non finii in tempo che corsi subito verso il bagno, l'urgenza di rimettere era fortissima. Sentii Sebastian seguirmi fino in bagno tenendomi i capelli lontani dal viso mentre rimettevo persino l'anima. Quando finii mi passò qualche pezzo di carta igienica per asciugarmi la bocca e tirai lo sciacquone mettendo giù la tavoletta per sedermi. La testa mi scoppiava da morire, sentivo le vene pulsare. Mi sentivo uno straccio eppure non sarebbe stato facile smaltire tutto.
Appoggiai la testa contro il muro dietro di me e chiusi gli occhi.
«Grazie» sussurrai a Sebastian. Lui rimase inginocchiato davanti a me accarezzandomi il braccio come se potesse confortarmi in qualche modo. «Mi aiuteresti a rialzarmi e ad avvicinarmi al lavandino?»
Sebastian mi prese per la vita alzandomi in piedi e mi tenne stretta a sé. Una volta davanti al lavandino mi guardai e per poco non scoppiai a ridere.
«Sono uno schifo» Sebastian scoppiò a ridere.
«Lo sei, è vero»
«Hey! Grazie, eh!»
Mi guardai meglio allo specchio e iniziai a contare i succhiotti che Chin-Hae mi aveva lasciato. Uno, due, tre, quattro, cinque... se ben cinque succhiotti non avevano smosso Levi dal suo posto accanto a Lila allora non valevo davvero più niente per lui.
Un sorriso triste apparve sulle mie labbra senza nemmeno che me ne accorgessi. Sentii le lacrime pungere. La mia mente vagò a quella volta in cui Levi mi aveva fatto dei succhiotti per la prima volta, quando aveva voluto dimostrare che fossi sua. Sentii un groppo in gola e trattenni le lacrime che avrebbero voluto scorrere fluenti sulle mie guance.
Incontrai gli occhi chiari di Sebastian nello specchio e lessi quanto fosse addolorato anche lui, probabilmente perché ero ridotta in questo stato, forse per il bacio, forse per aver costretto Levi a chiamarlo per portarmi via di lì.
«Sfogati, Les» sentii la sua mano sulla mia guancia «Non devi sempre essere quella forte»
«Non è niente» mentii.
«Sono l'unica persona che sa tutto ciò che hai passato, capisco quando stai male»
Non mi guardai più allo specchio, al contrario, mi voltai a guardarlo e seppellii la mia faccia nella sua maglia bianca. Sperai che le macchie di make up sarebbero passate una volta che avessimo lavato la maglia.
«Mi dispiace così tanto, Seb. Mi dispiace per aver rovinato tutto con quel bacio. Mi dispiace per averti mentito dicendo che sarebbe stata una serata tra parabatai. Mi dispiace essermi ubriacata così tanto da essermi lasciata trascinare da Chin-Hae solo per far ingelosire Levi. Mi dispiace per aver baciato Kora e mi dispiace per aver baciato Chin-Hae. Mi dispiace avergli permesso di lasciarmi fare questi succhiotti e mi dispiace aver pensato che almeno una di queste cose avrebbe potuto far ingelosire Levi. Non so cosa cercassi realmente. Davvero, non lo so. Cosa mi aspettavo? Che Levi lasciasse Lila e mi confessasse di amarmi ancora? Che piombasse addosso a Chin-Hae per il bacio e per i succhiotti? Che piombasse addosso a te dopo essermi lasciata sfuggire il nostro bacio? Dio, sono così patetica»
«Non sei patetica» mi strinse più forte a sé «Sei solo umana e hai sofferto troppo»
«E mi dispiace per Cassidy, perché se io non mi fossi dimenticata di lei, se non avessi iniziato a flirtare con Chin-Hae per far ingelosire Levi, nulla di tutto quello che le è successo sarebbe successo. Sono un'amica di merda. Faccio schifo anche a me stessa»
Sentii Sebastian scuotere la testa «Non è vero, Leslie. Ammetto che vederti in quel modo mi ha fatto imbestialire, ma so da cosa era dettato tutto. Se Levi fosse rimasto con te, anzi... se tu non fossi rimasta per me e Isabella a quest'ora saresti la persona più felice del mondo, la più spensierata. Leslie, questa è tutta colpa mia e di Isabella»
Fu il mio turno di scuotere la testa «Non è colpa vostra. Avrei potuto semplicemente dire la verità a Levi e facendo così non avrei perso nessuno... nessuno a parte...» un singhiozzo più forte mi tradì e Sebastian mi strinse ancora più forte.
«Lui non sarebbe affatto felice nel vedere sua madre così addolorata, Leslie. Sii felice, fallo per lui se non per te stessa»
«Il fatto è che mi sembra di aver perso tutto, ma in realtà ho perso solo Levi. Perché non riesco ad andare avanti e basta? Perché il mio cuore, la mia testa, la mia intera vita gira intorno alla sua?»
«Non lo so» ammise «Ma un giorno riuscirai ad andare avanti. Te lo prometto, Leslie»
Sorrisi contro la sua maglia «Ti voglio bene»
«Ti voglio bene anch'io, coinquilina»
«Dormiresti con me?»
«Certamente»
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