Capitolo 7

Leslie

Stavo aspettando ansiosamente che Levi entrasse dalla porta aperta dell'appartamento. Isabella e Sebastian dormivano già da un pezzo, ma questo non diminuì la mia ansia, tanto che arrivai a mangiarmi le unghia fino a ferirmi. Non prestai attenzione al minuscolo dolore provocato dalle ferite, ma mi ripetei il discorso che avrei dovuto fare di lì a poco al Levi sul fatto che non lo amassi più e che per questo non sarei tornata in Australia con lui e Peter. Non potevo abbandonare Isabella e Sebastian in quel momento critico, non dopo tutto quello che loro avevano fatto per aiutarmi. Avrei potuto semplicemente dire la verità, dire che sarei rimasta per aiutarli fino a quando non fossero stati meglio e che poi sarei tornata in Australia, ma temevo che dicendo in quel modo avrei ferito tutti quanti in modo peggiore. Avrei sopportato il dolore della perdita delle persone a me più care sopprimendolo e occupandomi di Seb ed Isa, sperando che non venissero mai a scoprire del fatto che se non fossero mai stati traditi da Lexie e Leo a quest'ora sarei già stata in partenza per Brisbane. Certo che mi ero cacciata proprio in una situazione orrenda! Cazzo, era tutta colpa mia!

Calma Leslie, inspira ed espira, fai circolare l'aria nei tuoi polmoni e mantieni la calma o Levi non crederà mai alla tua messinscena.

Le porte della scena ore si aprirono ed il mio cuore sembri esplodermi nel petto. Trattenni le lacrime agli occhi e mi preparai al momento peggiore della mia vita.

«Con quel messaggio mi hai fatto preoccupare, Les, e poi non rispondevi alle chiamate. Cos'è successo?» domandò avvicinandomisi, ma io arretrai. Se mi avesse toccata non avrei più avuto la capacità di mentirgli.

«Nulla. Solo che non posso tornare in Australia» dirlo mi spezzò il cuore, ma sapevo di non essere l'unica col cuore a pezzi in quel momento.

«Dimmi che stai scherzando, ti prego»

«No, Levi, non sto scherzando. So che ti ho detto che sarei venuta con te in Australia, ma non posso più»

«Perché?» mi prese il viso tra le mani e intrappolò il mio sguardo nel suo, i suoi occhi oceano immersi nel miei nocciola per leggermi nell'animo «Dammi una buona ragione e ti lascerò restare qui»

«Non sono più innamorata di te» sbottai evitando il suo sguardo in tutti i modi.

«Dimostramelo, perché non ci credo affatto»

«Non mi importa se ci credi o meno, ma è così» le mani di Levi si abbassarono dal mio viso alla mia vita e mi avvolsero avvicinandomi del tutto al suo corpo, ogni punto in contatto. Ebbi i brividi.

Trattenni il respiro, cosa che però lo fece ridacchiare soddisfatto «Vedi? Non è vero. Il tuo corpo non mente, angelo mio»

«I-io» balbettai, ma Levi mi trattenne dal continuare avvicinando le sue labbra alle mie, i nostri nasi si sfiorarono.

«Perché stai inventando una scusa per restare qui?»

Non gli risposi. Non perché non sapessi cosa dire, ma perché la vicinanza mi levò del tutto il respiro.

«Allora, angelo?»

Continuai a fissarlo senza dargli una risposta e lui sospirò «Sebastian prima in realtà mi ha chiamato dicendomi che gli dispiaceva che tu non partissi più per l'Australia a causa sua e di Isabella e che sicuramente avresti inventato una scusa per farmi andare via senza di te. All'inizio non ci credevo. Non credevo che fosse serio, ma poi, ripensandoci, mi sono reso conto che quello di rimanere con loro per ripagarli del loro aiuto nei tuoi confronti era un comportamento proprio da te» sospirò ancora lasciandomi andare ed io colsi l'occasione per chiedergli come avesse fatto Sebastian a sapere del fatto che li avrei lasciati per andare in Australia visto che non glielo avevo mai detto, ma lui mi rispose dicendo soltanto che Sebastian lo aveva capito da sé e dai tuoi comportamenti più distaccati.

Rimasi sorpresa di quella risposta è più tardi avrei fatto più domande a Sebastian, ma in quel momento, mentre il cuore sembrava potermi esplodere da un momento all'altro, non potei fare altro che riportare tutta la mia attenzione su Levi.

«E adesso che sai questo, cosa farai?» gli chiesi «Mi lascerai?»

I muscoli facciali del viso di Levi si contrassero in un'espressione contrariata ed incredula e i suoi occhi diventarono più freddi «Leslie, come potrei mai lasciarti? Sei impazzita? Sei la persona che più amo al mondo, quella che mi ha salvato dal rinchiudermi completamente in me stesso dopo aver creduto che la mia famiglia non fosse più in vita. Tu sei stata e tuttora sei la mia famiglia insieme a mia madre. Credi davvero che ti lascerei mai?»

Le lacrime minacciarono di sgorgare fuori dai miei occhi, ma cercai di trattenerle e di trattenere me stessa dal buttarmi tra le sue braccia per baciarlo.

«Leslie, ti amo. Cazzo se ti amo, e non appena finito di registrare quelle ultime scene per il film in Australia tornerò subito qui da te. Imparerò persino l'italiano e ci faremo una vita qui, se vorrai. Farò di tutto pur di restare per sempre con te, vivere al tuo fianco, perché non c'è nessun'altra che mi farà mai battere il cuore come te, angelo mio»

La sua ulteriore rivelazione mi confuse e mi fece sentire la ragazza più felice allo stesso tempo.

«Ti amo» gli dissi.

Un sorriso comparve subito sulle sue labbra e sentii il mio cuore iniziare a scaldarsi «Cosa? Credevo che tu avessi detto di non amarmi più»

Ridacchiai imbarazzata, le mie guance si tinsero immediatamente di rosso «Beh, scusa per la bugia di prima»

Il sorriso di Levi si allargò sempre di più, soprattutto per il fatto che fosse riuscito anche a farmi arrossire «Sei bellissima quando arrossisci.» Le sue parole mi fecero arrossire ulteriormente «Ma non dirmi più bugie di questo genere. Preferirei sapere la verità, anche se a volta fa più male delle bugie»

Annuii «Te lo prometto»

«Bene» avvicinò le sue labbra alle mie per lasciarci un bacio dolce e veloce e poi ripuntò lo sguardo su di me «Ora è tardi, non credi? Perché non andiamo a dormire?»

«Ma tu domani dovrai partire presto e con te non hai nulla...» ribattei. Non che non volessi che restasse a dormire con me, però ero preoccupata sul fatto che potesse mancare il volo dell'indomani a causa mia.

«Ho la valigia in auto. Basta solo che domani mattina mi svegli presto e non perderò l'aereo» mi spiegò tranquillizzandomi e accarezzandomi dolcemente il viso.

«Va bene, allora» gli sorrisi. Dopo di che lui mi seguì silenziosamente fino in camera mia. Mi coricai dal lato del muro e lui si coricò accanto a me stringendomi forte a sé come se potessi scappare dalla sua presa da un momento all'altro. Sorrisi a me stessa prima di chiudere gli occhi, poi mi addormentai... o meglio, riaprii gli occhi.

La camera non era più completamente al buio e non era la stessa dell'appartamento. Ancora assonnata sbadigliai e cercai di mettere la vista a fuoco. Nel frattempo ripresero conoscenza e sentii un corpo molto vicino al mio che mi stringeva per la vita cautamente. Non potei che trattenere un sorriso per poi voltarmi a guardare meglio Levi che dormiva accanto a me, ma quando accadde capii subito che la persona accanto a me non fosse Levi, ma Sebastian.

Il sorriso mi si spense sulle labbra e la testa iniziò a farmi malissimo. Improvvisamente la realtà mi colpì senza darmi il tempo di ragionare e metabolizzare. Si era trattato tutto di un sogno. Cazzo, era stato solo un sogno! Come avevo anche solo potuto credere per un attimo che fosse andata realmente te come nel sogno? Come avevo potuto cascarci?

Le lacrime scesero velocemente dai miei occhi e cercai di sopprimere i miei singhiozzi nel cuscino, il cuore che mi doleva e la testa che mi martellava.

Perché? Perché era stato tutto solo un sogno? Perché non era andata così nella vita reale? Perché Levi non era rimasto in Italia con me anche se ed stata io la prima a cacciarlo via per allontanarlo da me? Tutto quello che era successo era accaduto solo a causa mia, lo sapevo, ma cazzi se volevo che il mio sogno fosse stata la realtà!

«Les?» mi chiamò Sebastian, la voce roca e assonnata. Il suo corpo di spostò allontanandosi da me per potermi osservare meglio, ma io finsi di stare ancora dormendo trattenendo i singhiozzi in gola, le labbra che mi tremavano.

«Les, ti ho sentita piangere. Cosa succede? Anche in discoteca non hai smesso un attimo di piangere» si alzò sul posto ed io mi voltai a pancia in su per poterlo guardare. Il suo viso, sebbene assonnato, mi diede conforto ed io non esitai più di qualche secondo prima di buttarmi tra sue braccia, che mi strinsero forte a sé come se ne dipendesse della sua stessa vita... o della mia.

«Perché non riesco a smettere di pensare a Levi?» singhiozzai contro la sua spalla, le lacrime continuavano a scendere copiose sul mio viso.

«Perché è la persona che più ami al mondo ed è l'unica che ti ricorda di lui. Probabilmente non dimenticherai mai nessuno dei due, ma Les, devi provare ad andare avanti. Pensare sempre a lui, soprattutto adesso che sta con Lila, non fa altro che farti stare male. Dovresti convincere te stessa che lui non è la persona giusta per te, anche se ti sembra che lo sia. Non ce la faccio a vederti soffrire. Ieri sera, dopo aver visto Lila e Levi baciarsi, non hai fatto altro che girare per tutta la discoteca completamente ubriaca. Sembravi appena uscita da un manicomio, senza però essere stata curata per bene. Mi hai fatto spaventare, soprattutto quando sei svenuta...» lo interruppi.

«Lila e Levi...» ridacchiai come una pazza «e poi Peter e Cassidy, e Vincent e John... stava riaccadendo tutto daccapo ed io ero così confusa, la testa mi girava e poi è arrivato il buio, la mia grazia, il mio bellissimo e surreale sogno» mi si spezzò la voce, ma i muscoli contratti di Seb mi fecero capire che fosse preoccupato e allo stesso tempo confuso. Non ricordavo se gli avessi mai raccontato di quella serata in discoteca, ma non avevo nemmeno voglia di rispiegarla o tantomeno ripensarci. Quella era stata la peggiore serata della mia vita, ma ultimamente ne avevo avute di peggiori. Da quando avevo lasciato andare Levi via la mia vita era andata a rotoli. Ogni giorno era stato peggiore del precedente, fino all'episodio più brutto della mia vita, la perdita del mio bambino e successivamente quella di Levi. Dovevo sicuramente aver fatto qualcosa di veramente orrendo nella mia vita precedente per soffrire così tanto in questa vita, ma se ci fosse stata qualcosa con cui porre rimedio, ne avrei colto l'occasione. Non volevo poi soffrire. In realtà tutto aveva iniziato ad andare a rotoli da quando i miei migliori amici avevano organizzato l'uscita tra me e Levi per farci conoscere, e solo l'indomani –giorno del nostro incontro– avevi perso parte della mia famiglia e poi avevo conosciuto lui. Da lì in poi tutto era sempre stato un casino peggiore di quello precedente. Se non avessi mai incontrato Levi, o, probabilmente, se non lo avessi mai nemmeno visto negli schermi dei cinema, a quest'ora starei ancora conducendo una vita da normale adolescente.

E invece no. Il destino aveva scelto un destino tragico per me e Levi, pieno di perdite e sofferenze.

«Cos'hai sognato che ti ha fatto stare così male?» mi chiese continuando ad accarezzarmi la schiena dolcemente.

Sospirai, «Avevi capito che io stessi per ripartire per l'Australia con Levi e Peter, però il tradimento di Lexie e Leo è avvenuto lo stesso e, come nella realtà, io ho subito deciso di rimanere con te ed Isabella perché voi c'eravate stati per me nei momenti in cui avevo avuto bisogno di voi.

«Nel sogno è andata come nella realtà fino a quando Levi mi ha raggiunga all'appartamento dopo il messaggio che gli avevo mandato. E mentre nella realtà lui ha creduto che rimanessi in Italia per stare con Stephan, nel sogno mi disse che tu lo avessi chiamato per spiegargli che sarei quasi sicuramente rimasta in Italia per via di te e tua sorella, e poi ha detto che non mi avrebbe mai lasciata, che una volta finite le riprese sarebbe tornato da me e avremmo potuto stare insieme per sempre» sospirai ancora trattenendo un singhiozzo, e lacrime scorrevano perpetue sulle mie guance.

«Mi dispiace» mi sussurrò pianissimo.

«Quanti vorrei che fosse realmente andata così, che tu avessi saputo le mie intenzioni. Vorrei davvero che Levi mi amasse ancora tanto quanto lo amo io. Quanto vorrei che fosse stato al mio fianco quando persi...» un singhiozzò mi bloccò la voce in gola.

«Shh, non pensarci. Lo so, è colpa mia. Mia e di Isabella. Se non fosse stato per noi due adesso tu staresti vivendo la tua vita nel miglior dei modi con la persona che ami più al mondo.

«Te lo giuro, se potessi, cercherei un modo per rivivere e far succedere tutto come nel tuo sogno...» lo interruppi.

«Anche se tu lo avessi scoperto –della mia partenza per l'Australia– non sarebbe cambiato nulla. Io avrei comunque cercato di allontanarlo e lui, per gelosia, avrebbe preferito credere al fatto che lo lasciassi andare poiché innamorata di Stephan piuttosto perché rimanessi lì per voi»

«Non credo proprio. Lui sarebbe rimasto, lo avrebbe fatto per te, perché ti amava»

Scossi la testa. Levi non sarebbe mai rimasto, soprattutto se in dubbio per via di Stephan. Capivo che Sebastian stesse cercando di risollevarmi d'umore, o tantomeno consolarmi, ma la verità era che io conoscevo Levi meglio di lui, e sapevo cos'avrebbe potuto fare se fosse andata come nel sogno. «Non importa. Levi adesso sta con Lila e non c'è niente che io possa fare per cambiare la situazione. Mi avrà anche amata tempo fa, ma ora Levi ama un'altra e con lei mi sembra più felice e tranquillo di quando stava con me. Devo solo lasciarlo andare, mettere il mio cuore in pace e superare la mia breve storia con lui. Devo farmi un'altra vita per l'ennesima volta.» mi distolsi dalle braccia di Sebastian e mi sedetti qualche centimetro più lontana da lui. Asciugai le lacrime e buttai fuori tutta l'aria che avevo trattenuto in petto costringendo me stessa a smettere di piangere e sembrare patetica.

I miei occhi vagarono in giro per la camera e si soffermarono sulla foto posta sul comò. Era una foto di me e Levi. L'avevamo scattata in Italia quando avevamo visitato il Duomo di Milano insieme, infatti nello sfondo si ergeva la sua bellissima chiesa, mentre in primo piano c'eravamo io e Levi. Nella foto mi guardava come se fosse stato colto di sorpresa, ed in effetti era andata proprio così perché gli ero saltata addosso sorridendo come se in quel momento nessuno avesse potuto rovinare la mia giornata.

Mi concentrai maggiormente su Levi e una profonda nostalgia mi invase da testa a piedi facendomi venire le farfalle nello stomaco. Mi mancava da morire potergli stare vicina come nella foto, mi mancava giocare con i suoi riccioli dorati, perdermi nei suoi occhi blu come l'oceano e stare avvolta nelle sue braccia calorose e sicure. Mi mancava la sua stretta attorno alla mia vita quando dormivamo insieme, mi mancava lo splendido sorriso che gli compariva sulle labbra ogni talvolta che mi guardava, mi mancavano le sue carezze, le sue dita che mi scostavano la ciocca di capelli che puntualmente mi ricadeva davanti al viso; mi mancavano i suoi baci ed io modo in cui sapeva portarmi dal Paradiso all'Inferno e una volta ancora in Paradiso quando mi toccava.

Sentii il mio cuore scheggiarsi e una fitta di dolore mi attraversò il petto. Trattenni a malapena la smorfia che feci. Non volevo che Sebastian fosse sempre lì a preoccuparsi per me. Non volevo essere il peso di nessuno, eppure sapevo comunque di esserlo. Era tutto un tale casino!

«Les, tutto okay?» mi domandò il mio coinquilino, probabilmente perché ero rimasta in silenzio senza nemmeno fiatare per qualche minuto.

Ecco, lo stavo facendo ancora. Lo stavo facendo preoccupare. Certo che ero proprio una lagna, come faceva Sebastian ad essere ancora accanto a me? Perché in si era trovato una scusa per levarsi di torno e tornare in Italia a vivere in tranquillità, senza che nessuno lo facesse sentire in pensiero? Perché era ancora qui al mio fianco a vedermi disperare per una persona che lui fa finta di non sopportare a causa mia, quando in realtà lo stima sin da quando l'ha visto nel suo primo film?

«Hey, Les, so che non va bene niente però guardami» mi prese il viso tra le mani e fece scontrare il suo sguardo con il mio. Giurai di sentire il mio cuore mancare un battito quando i suoi occhi blu provarono a leggere le mie emozioni, inaspettatamente.

Le sue sopracciglia si aggrottarono per la preoccupazione ed il dispiacere. Il mio coinquilino sapeva quando amassi Levi più di ogni altra persona al mondo, persino più di Cassidy o di Peter, e sapeva anche che non sarebbe stato per niente facile dimenticarmi di lui, per questo non avrebbe dovuto sorprendersi una volta aver provato a leggermi dentro, ma invece era rimasto sorpreso lo stesso.

«Les, è tutta colpa mia, mi dispiace» mi lasciò andare il viso e abbassò lo sguardo. Provai a incrociare nuovamente i suoi occhi così che potesse vedere che non gli affibbiavo nessuna colpa, ma lui continuo ad evitarmi.

«Seb, te l'ho già detto, non è colpa tua. Anche se Lexie e Leo non vi avessero traditi, il destino sicuramente avrebbe comunque trovato un modo per separarci» gli poggiai una mano sulla spalla «È ad ogni modo è tutta colpa mia, perché non vi ho detto che me ne sarei andata, perché ho mentito a Levi, perché semplicemente ho permesso che io mi innamorassi follemente di lui e lui di me. Tu sei comparso nella mia vita dopo. Nulla è dipeso dalle tue azioni, né tantomeno da quelle di Isabella...»

Mi interruppe «Però se non fosse stato per noi t saresti partita e adesso non staresti soffrendo così tanto. Per questo farò di tutto per aiutarti a superarlo»

Il mio cuore si fermò ancora una volta alle sue parole, il fiato mi si spezzò in gola «E come?»

«Non lo so ancora, però farò di tutto per farti felice» il mio cuore prese a battermi più velocemente e sentii il mio stomaco andare in subbuglio. Non ne capii le ragioni, ma seppi solo che successe. Che potesse essere speranza perché una parte di me credeva che Sebastian mi avrebbe aiutata a guarire dal dolore? Non ne ero certa, ma lo avrei scoperto presto.

«Ti credo. So che in qualche modo tu cercherai di farmi felice»

Sebastian mi rivolse il più dolce dei sorrisi, scaldandomi il cuore. Allungò la sua mano in direzione della mia guancia. Prima la accarezzò, poi avvicinò il suo viso più vicino al mio. Trattenni improvvisamente il fiato mentre il battito non fece altro che crescere e crescere e la mia pelle a surriscaldarsi. Quando il suo naso fu quasi vicino al mio, Sebastian mi rivolse un altro sorriso e mi pizzicò la guancia allontanandosi.

«Non c'era bisogno che me lo dicessi. Tutto è dato per scontato quando si tratta di me»

Gli feci una linguaccia cercando di apparire serena e sollevata. Il tono canzonatorio di Sebastian di solito riusciva sempre a farmi arrabbiare o innervosire, ma stavolta mi fece sorridere lievemente.

Dopo quell'accaduto il resto della giornata trascorse velocemente fino ad arrivare a sera, momento in cui mi assalirono tutti i ricordi della serata precedente. La nostalgia mi travolse senza darmi il tempo di lasciarmi respirare e mi ritrovai per la seconda sera di fila in discoteca, dopo aver detto a Sebastian di volerci andare per non pensare a Levi. All'inizio mi disse che non mi ci avrebbe portata, ma poi, vedendomi quasi sull'orlo delle lacrime, si convinse a patto che non bevessi così tanto come la sera precedente. Io glielo giurai ed entrambi rimanemmo seduti in uno di quei divanetti a bordo pista, a guardare e a bere, e quando Levi e Levi fecero il loro ingresso, rimasi lì nonostante la loro vicinanza e nonostante i loro baci e balli sensuali. Sebastian mi chiede più volte se avessi voglia di andare via, ma io gli dissi di voler rimanere. A quel punto lui si zittì e stranamente si mise a bere più di quanti avessi fatto io fino a quel punto.

Avrei voluto chiedergli se ci fosse qualcosa che non andasse, ma ciò che continuai a fare fino alle tre del mattino fu guardare Levi e Lila insieme. Da un lato mi faceva felice vedere Levi così tanto sereno e contento dopo tutto ciò che aveva sofferto a causa mia e non, dall'altro, però, mi faceva male vederli insieme perché quella tra le sue braccia sarei voluta essere io.

Fu allora che elaborai una teoria, da ubriaca: cioè che forse vedendo Levi e Lila insieme in discoteca ogni sera, pian piano avrei lasciato perdere Levi e sarei andata avanti. Anche a Sebastian –seppur completamente ubriaco fradicio– sembro una buona idea e da allora tutte le sere ripetemmo la stessa routine. Ad un certo punto persino Isabella si unì a noi dicendo che però lei si sarebbe divertita e non sarebbe rimasta seduta accanto a me a fissare Levi tutto il tempo. Non ribattei con niente. Mi sembrava giusto che lo facesse, anche perché non le avrei mai chiesto di rovinarsi le vacanze estive in Australia standomi dietro e cercando di aiutarmi a superare la perdita di Levi.

È così, tra una sera e l'altra in discoteca, passò una settimana e il compleanno della madre di Levi sembro arrivare più in fretta del normale. Cavolo, era già il 27 giugno!

Avrei rivisto Levi da sobria e lui avrebbe saputo con certezza che fossi lì, nella stessa sala da ricevimento in cui si trovava lui.

In discoteca non si era mai accorto di me fortunatamente e, tra l'altro, negli ultimi giorni non era venuto nemmeno una volta né con Lila né da solo. Sapevo che probabilmente fosse stato troppo impegnato a organizzare la festa di compleanno di sua madre, ma la mia testa non lo capiva, al contrario, si soffermava a pensare che Levi e Lila non venissero in discoteca perché preferivano restare a casa a fare l'amore, e quello faceva più male del pensiero dei loro corpi vicini mentre ballavano.

Fu a causa della mia mente –sicuramente malata– che quelle ultime sere prima del compleanno della madre di Levi mi ubriacai fino a rimettere persino l'anima, successivamente. Arrivai persino a svenire nuovamente durante una delle serate, e da allora Sebastian si fece sempre più preoccupato per me, perché non riusciva a convincermi a smettere di bere, perché temeva che potessi diventare un'alcolizzata continuando così tutte le sere.

Quando mi confesso questi suoi timori gli promisi che non avrei più bevuto, ma in realtà, dentro di me, non sapevo per quanto sarei riuscita a tenere la promessa salda. Anch'io non volevo di certo diventare un'alcolizzata però l'alcol era l'unica cosa che mi faceva sentire sollevata dai miei problemi, anche solo per un attimo. Era come se i miei problemi fossero i problemi di qualcun altro, qualcun altro di gran lunga più noioso. L'alcol era l'unica cosa che mi permetteva di respirare tranquillamente durante tutta la notte. Era l'unica cosa che mi faceva passare la notte tranquillamente. Senza avrei dovuto affrontare la perdita consciamente e non sapevo fino a che punto avrei resistito prima di esplodere o impazzire.

Fu così che la sera prima del compleanno della madre di Levi che io, Seb ed Isabella restammo a casa a guardare film, a giocare a giochi da tavolo, a carte, a cucinare, riempiendo così tutta la nottata. Grazie a loro pensai poco a Levi e per me fu un grandissimo sollievo, soprattutto perché così devi sorridere Sebastian ed Isa. Vederli felici in quel modo, scherzando e facendo gli stupidi come quando eravamo ancora in Italia, mi scaldo davvero il cuore, anche se per pochi istanti. Quella serata sarebbe rimasta impressa nel mio cuore per un bel po' di tempo, forse per sempre, chi poteva saperlo?

Levi

«Buon compleanno, mamma» strinsi forte mia madre in un abbraccio, il suo mento sulla mia spalla. Cavolo, quanto tempo era passato da quando era la sua la spalla su cui io appoggiavo il mento! Mi sembrava che quel ricordo risalisse solo a ieri, ma erano passati anni ed anni, probabilmente addirittura quasi un decennio. La mamma non era mai stata tanto alta, era solo qualche centimetro più bassa di Leslie, e per questo a 11 anni l'avevo superata in altezza. Sul serio, però, riuscivo a vedermi tra le sue braccia mentre Tamara e Beth ci stringevano in un cerchio.

Sentii improvvisamente un dolore al petto ed uno strano vuoto alla bocca dello stomaco. Questo sarebbe stato il primo compleanno di mamma senza Beth e Tamara ad essere presenti e ad aver partecipato all'organizzazione della festa, e beh, anche il primo di tanti altri. Chissà se anche la mamma stava pensando a questo mentre si distoglieva dal mio abbraccio con un sorrisino tirato in viso?

«Grazie, amore mio»

La mia ragazza fece un passo avanti e strinse mia madre a sé. «Tanti auguri, Meg»

«Grazie mille, cara» quando si distolse dall'abbraccio, gli occhi di mia madre si spalancarono improvvisamente guardando alle mie spalle. Le sue labbra si piegarono all'insù e i suoi occhi si illuminarono. Fu forse per quello che mi incuriosii a voltarmi per vedere chi fosse arrivato.

Non appena i miei occhi incontrarono quelli di Leslie una scarica mi attraversò da testa a piedi. Distolsi subito lo sguardo e mi soffermai su Sebastian e Isabella, accanto a lei.

«Leslie, sono così felice che tu sia venuta!» mia madre praticamente le corse incontro entusiasta. A vederla così felice solo vedendo la mi ex ed essendo io molto simile a mia madre, mi domandai se anch'io fossi apparso così improvvisamente pieno di vita ogni tal volta che Leslie si fosse trovata davanti a me prima che tutto andasse a rotoli. Una strana sensazione alla bocca dello stomaco mi scombussolò, così evitai di guardare ulteriormente mia madre e decisi di entrare in sala. Un solo sguardo in direzione di Lila e lei capì che fossi turbato dalla presenza di Leslie, così mi prese la mano e guardandomi negli occhi me la strinse come a farmi capire che lei era lì accanto a me e ci sarebbe stata fino a quando ne avessi avuto bisogno. Le sorrisi per ringraziarla e lei ricambiò con un sorriso così splendente che mi tirò immediatamente su l'umore. Dio quanto amavo quel sorriso!

La mia ragazza distolse lo sguardo da me e si guardò in giro meravigliata e allo stesso tempo soddisfatta «Devo dire che abbiamo fatto proprio un bel lavoro con l'organizzazione della festa»

Mi guardai meglio attorno e finalmente notai l'ambiente rilassante e decorato di fiori da cima a fondo che era la sala. Sembrava di essere entrati in una favola e la scelta dei colori delle tovaglie ai tavoli, delle lanterne appese accanto a delle composizioni di fiori o sparse in giro per la stanza, non fecero altro che sorprendermi maggiormente. Quella sala racchiudeva proprio l'essere di mia madre, la sua vivacità, dolcezza, amabilità. E una persona, entrando nella sala, se ne sarebbe accorta se avesse conosciuto bene mia madre, avrebbe capito che la sua personalità e la sala fossero un'unica cosa.

Mi avvicinai alla grande tavola in cui poco più tardi avremmo tutti pranzato e notai dei bigliettini con i nomi degli invitati.

«Tesoro, abbiamo i posti segnati» dissi a Lila. Lei abbasso lo sguardo sulla tavola e annuì camminandoci intorno per trovare i nostri nomi. La seguii e quando finalmente trovammo i nostri nomi, prendemmo posto. Il nome di mia madre era a capotavola nel posto accanto a me e mentre altro invitati erano già seduti ai loro posti, o si accingevano a sedersi, mia madre si trovava ancora all'ingresso a parlare con Leslie, Sebastian, Isabella ed ad altri invitati appena arrivati. Il suo sorriso era accecante mentre stava ad ascoltare o si lasciava scappare qualche risata e al solo vederla così entusiasta mi si scaldò il cuore.

Qualche minuto più tardi la conversazione tra di loro finì e tutti si sedettero a tavola. Mia madre prese subito posto a capotavola e mentre i restanti invitati cercavano il loro posto, mi azzardai a spostare il mio sguardo su Leslie e i fratelli Morgani, che stavano ancora fermi all'ingresso. Stavano parlando tra di loro, sicuramente in italiano, il viso di Leslie era una maschera di felicità, ma riuscivo a leggere nei suoi occhi spenti che se da un lato fosse felice di trovarsi qui alla festa di compleanno di mia madre, dall'altro avrebbe voluto trovarsi da tutt'altra parte. E non potevo darle torto. Se fossi stato al suo posto probabilmente non sarei nemmeno riuscito a presentarmi alla festa.

«Tesoro, ieri mi ha scritto il tuo manager» mi richiamò mia madre proprio mentre Leslie, Sebastian ed Isabella prendevano posto nei tre posti liberi di fronte a me e Lila.

Mi voltai verso mia madre e non potei trattenere un sorriso al ricordo della chiamata che avevo ricevuto in serata ieri. «Ti ha detto dei diversi provini?»

Mia madre annuì «È incredibile come ancora mi meravigli del fatto che tu stia diventando sempre più famoso. È proprio una cosa che non riesco a mandare giù. Mi sembra solo ieri quando avevi la parte del protagonista nelle recite all'asilo e invece adesso hai delle parti da protagonista in film internazionali...»

Lila mi strinse la mano da accanto a me ed io ricambiai la stretta voltandomi verso di lei per sorriderle. «È stata solo fortuna, però»

«No, è stata la tua bravura» ribatté una voce flebile che conoscevo fin troppo bene. Alzai lo sguardo su di lei per ringraziarla con un cenno, ma lei stava guardando il suo piatto.

Mi si spezzò il cuore a vederla ridotta in quello stato, ma non potevo fare proprio nulla per cambiare la situazione.

«Ha ragione Leslie, è perché hai talento» intervenne Isabella rivolgendo un sorriso a tutti quanti. «E dimostri di averlo mettendoci passione in ogni film che fai»

«Che proposte ti hanno fatto per i provini?» mi chiese Sebastian.

«Due ruoli sarebbero da protagonista per dei film basati su delle serie di libri abbastanza conosciute, tre ruoli sarebbero da personaggio secondario per delle serie tv e infine» spostai il mio sguardo su Leslie «ci sarebbe l'opportunità di protagonista per una nuova serie tv sulla seconda saga di Shadowhunters»

E come sospettavo, Leslie alzò di scatto la testa e mi guardò incredula, con il cuore spezzato e con felicità tutto allo stesso tempo. «Will Herondale?»

«Will Herondale» risposi annuendo, il mio sguardo ancora nel suo. Sapevo che era sbagliato continuare a guardarla aspettandomi le sue reazioni alla notizia, sapevo che era sbagliato fare riferimenti a ciò che ci accomunava e sapevo che era sbagliato volere che continuasse ad essere la mia fan numero uno, ma non riuscivo proprio a zittirmi.

«Seriamente ti hanno offerto una parte per Will Herondale?» ribatté Sebastian. Io annuii ancora, non riuscendo a trattenere un sorriso, e Sebastian si voltò a guardare Leslie con felicità, probabilmente con l'intenzione di iniziare una conversazione su Shadowhunters, cosa che accomunava anche loro due, ma quando posò lo sguardo su Leslie, la sua felicità sparì completamente dal suo volto. Le prese la mano tra le sue. Leslie si voltò a guardarlo silenziosamente e gli sorrise scuotendo la testa, come per fargli sapere che era tutto okay. Ma leggendo nel suo sguardo persino io sapevo che non fosse per niente okay.

«Una cosa grandiosa» intervenne Lila «è che hanno proposto anche a me una parte importante nella serie di Shadowhunters»

Le strinsi più forte la mano e le sorrisi orgoglioso. Io e Lila condividevamo lo stesso manager da quando era stata presa per il film sul libro di Peter e, soprattutto, da quando io e Lila ci eravamo messi insieme, lui aveva fatto di tutto purché avessimo dei ruoli nello stesso film o nella stessa serie tv. E questo era accaduto anche per Shadowhunters. Mentre a me era stato offerto il ruolo di Will Herondale, a Lila ne era stato offerto un altro, purtroppo non quello sperato da entrambi, però.

«Tessa Gray?» chiese Isabella scuotendo la testa indignata «Ma non hai gli occhi grigi e Tessa senza gli occhi grigi non avrebbe senso!»

«Mi hanno offerto il ruolo di Charlotte Branwell, non di Tessa» rispose Lila. Dal suo tono di voce non aveva dato a vedere che la cosa le desse fastidio, ma in realtà sapevo quanto avrebbe voluto essere in realtà Tessa. Non solo per poter avere più scene con me, ma anche perché si relazionava di più con il suo carattere, mentre recitare la parte di Charlotte, che aveva poco in comune con lei, sarebbe stato molto più difficile.

«Ti ci immagino come Charlotte» disse ancora Isabella con un sorrisino stampato sulle labbra, che la mia ragazza non ricambiò.

«A voi come va a Milano? Tutto bene a scuola?» chiese Lila in generale prima di soffermarsi con lo sguardo su Leslie «Com'è stato il tuo primo anno scolastico in Italia, Leslie?»

Il mio sguardò si posò automaticamente su Leslie «Devo dire che è stata una bella esperienza tenendo conto dell'anno scolastico. Il sistema italiano è completamente diverso da quello australiano. Direi che sia più stressante, però è anche vero che gli insegnanti che ho avuto sono stati molto comprensivi nei miei confronti, soprattutto l'insegnante di italiano per la grammatica e la letteratura»

Sebastian la interruppe ridacchiando «E nonostante le difficoltà è riuscita ad essere la prima della classe. Leslie è tipo un genio, non capisco proprio come faccia ad apprendere tutti gli argomenti così velocemente ogni volta!»

Leslie arrossì «Non è vero. Sono solo nella media.»

Sebastian le scostò una ciocca di capelli che le era ricaduta in viso dietro l'orecchio, il suo sorriso non accennò a diminuire, anzi, contagiò persino Leslie, che sorrise scuotendo la testa come se volesse trattenersi dal farlo.

E avrei dovuto essere sollevato nel vederla sorridere, lo sapevo, ma quello che sentii fu soltanto un peso enorme soffermarsi sulla bocca del mio stomaco.

«Non sei nella media, Les, tu sei la migliore» continuò Sebastian facendola arrossire ulteriormente.

«Smettila» ribatté Leslie dicendogli qualcosa in italiano che non riuscii a comprendere «Sai che odio arrossire»

Mi avvicinai all'orecchio di Lila «Che cosa sta dicendo?»

Lila ridacchiò «Di smetterla perché non vuole che Sebastian la faccia arrossire davanti a tutti»

«Ah» la notizia mi scosse più di quanto avrebbe dovuto «Adesso è chiaro. Grazie, tesoro»

«Di nulla» Gli occhi castani della mia ragazza si addolcirono e le sue labbra si avvicinarono alle mie per poi lasciarci sopra un tenero bacio a stampo.

«Mi bacerai ogni volta che ti chiederò di tradurmi qualcosa dall'italiano?» le chiesi.

Il sorriso di Lila si allargò e le sue mani si posizionarono sul mio viso accarezzandolo dolcemente. «Mh, allora dovrei parlare di più in italiano così poi tu mi chiederesti di tradurre in inglese ed io ti bacerei molto più spesso»

Mi persi nei suoi meravigliosi occhi caldi e splendenti e sentii il mio battito cardiaco accelerare a dismisura, tanto che arrivai a sentirlo rimbombare nelle mie orecchie.

Lila era così bella mentre mi guardava dolcemente e non si sforzava nemmeno di esserlo. Probabilmente non sapeva nemmeno di essere bellissima, ma per me lo era: per me era la persona più bella sia interiormente sia esteriormente del mondo, era l'unica che mi faceva stare bene sul serio, che si preoccupava della mia sanità mentale e fisica e che aveva saputo salvarmi quando nessun altro ci era riuscito.

Le presi il viso tra le mani e la baciai. Baciai le sue labbra morbide che sapevano di fragola. Baciai persino la sua anima. Baciai la sua guancia rossa e accaldata, e quando mi allontanai, non riuscii a fermarmi dal sorridere come uno sciocco.

«Sai che non c'è bisogno di scuse per baciarmi» le sussurrai «Sono tuo»

Lila ricambiò il mio sorriso con un altro splendido ed abbagliante come il sole «Ti amo»

«Ti amo anch'io»

E fu in quel preciso istante che sentii lo scroscio di una sedia, il rumore delle posate che cadevano sul pavimento, l'improvviso silenzio degli ospiti, la voce improvvisa di Sebastian che urlava "Leslie!", lo scroscio della sua sedia, i suoi passi veloci sul pavimento, gli occhi di Isabella rivolgermi degli sguardi minacciosi e infine la voce di mia madre che diceva "Non avrei mai dovuto invitarla e lasciare che soffrisse. Avrei dovuto aspettarmelo e invece ho fatto finta di essere cieca!".

Dio, era tutto un casino.

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