Capitolo 26

Leslie

«Comeee? E quando avevi intenzione di dirmelo?» urlò Cassidy dallo schermo del cellulare «Sospettavo che ci fosse qualcosa tra voi due, che magari fosse successo qualcosa tra voi due, ma non pensavo che mi avresti nascosto di stare con Sebastian già da un po'! Mi sento davvero offesa!»

«Su, dai, non fare l'offesa» ribatté Peter «Sapevamo già che sarebbe andata a finire così»

«Sì, ma almeno poteva dircelo subito dopo essersi messi insieme... e tu!» puntò un dito accusatore contro lo schermo e mi domandai se fosse direzionato a me o all'altro partecipante della videochiamata «John, maledetto stronzo, tu sapevi tutto e non ci hai detto nulla!»

Sospirai felice che quel dito non fosse diretto a me e con le guance ancora super paonazze sperai di poter sparire. Avevo raccontato a tutti tutto quanto, soprattutto perché Cassidy era rimasta indietro con gli avvenimenti visto tutto ciò che era successo tra di noi nell'ultimo mese. In un modo o nell'altro non avevo mai avuto l'occasione di raccontarle di Sebastian e dei miei sentimenti per lui. In realtà avrei voluto aspettare ancora un po' prima di raccontarglielo, ma ormai i giorni in Australia erano contati e presto sarei ritornata a Milano, dove avevo intenzione di completare il quinto anno scolastico, perciò non c'era davvero momento migliore di quello.

John mise le mani davanti al petto come a discolparsi «Leslie mi ha fatto promettere di non dire niente a nessuno»

«È vero» ammisi a mia discolpa.

«Perché?»

«Perché non volevo che Levi lo sapesse e in un modo o nell'altro lo avrebbe saputo. Invece adesso che, purtroppo, sa tutto» mi riferii a quella cosa che ormai sapevamo solo io, Sebastian, Cassidy e Levi «mi sento come se tutto ciò che ho provato per lui me lo sia lasciato completamente alle spalle. Mi sento più spensierata... e Sebastian mi rende più felice che mai» non riuscii a reprimere il sorriso gigantesco ma timido che spuntò sulle mie labbra.

Cassidy nel vedermi si commosse.

Sì, non stavo scherzando. Si mise davvero a piangere.

«Sono così felice per te, parabatai. Dopo tutto quello che hai passato e che hai sofferto finalmente ti vedo felice come non mai. Ti meriti davvero tutto quanto, non smetterò mai di dirlo»

«Su, Cass, non piangere» la consolò Peter accarezzandole il braccio.

«Non riesco. Sono troppo felice per Les»

«Cass» mi si riempirono gli occhi di lacrime «Non farmi piangere, sono in preciclo e mi basta pochissimo per scoppiare a piangere»

Cassidy si asciugò immediatamente le lacrime e mise su un sorrisetto malizioso «Menomale che allora i preliminari li avete fatti ieri prima che ti venisse il ciclo»

«Rimangio tutto quello che ho detto» ribattei io roteando gli occhi. Ecco. Anche mentre piangeva alla mia migliore amica bastava tirare fuori un solo argomento per poterle risollevare l'umore.

John e Peter scoppiarono a ridere e a quel punto mi misi a ridere anch'io.

«Ragazzi, vi giuro, sono davvero felice e adesso che lo sono, non voglio più soffrire per un bel po' di tempo»

«Con Seb andrà tutto bene, me lo sento» mi rassicurò John «Siete una coppia perfetta»

«È vero. È vero» annuì Cassidy.

«Les! A tavola!» dall'altra stanza Sebastian mi chiamò per dirmi che fosse pronto il pranzo, così poi salutai i miei amici ringraziandoli ancora e chiusi la chiamata raggiungendo Sebastian a tavola.

Isabella era già seduta lì accanto ad Archer, il suo nuovo ragazzo, nonché nostro invitato per la giornata.

Feci per sedermi, ma Sebastian prese la sedia, la portò più indietro per me e lasciò che mi ci sedessi prima di riavvicinarla verso il tavolo «Scusate se vi ho fatti aspettare, ma dovevo raccontare un paio di cose agli altri»

Sebastian prese posto accanto a me e mi lasciò un bacio sulla guancia «Non importa»

Guardai di soppiatto Isabella e la vidi sorridere di puro cuore. Quando notò il mio sguardo, però, il sorriso si spense e lei si fece più seria schiarendosi la gola.

Prese la mano di Archer e la sollevò per aria. «Bene. Devo dirvi una cosa» io e Sebastian fummo completamente ad orecchie aperte «Ne ho parlato già con mamma e lei approva tutto»

«Cosa approva?» chiese Sebastian lievemente nervoso. Lo notai soprattutto da come tenesse la mano incollata al disotto della sedia facendo spuntare tutte quelle vene super sexy che si ritrovava.

Avvicinai la mia sedia alla sua e feci scontrare il mio braccio contro il suo come per fargli capire che avesse un appoggio, infatti rilassò la mano e strinse la mia.

«Ho deciso di rimanere in Australia a studiare per poter stare con Archer»

Ah.

Beh.

«No» esordì il mio coinquilino.

Isabella alzò gli occhi al cielo sbuffando «Sapevo che avresti fatto così»

«Non lo conosci nemmeno, Isa!»

E a quel punto mi resi conto che la conversazione stesse avendo luogo in italiano, così spostai il mio sguardo su Archer e lo vidi piuttosto confuso e sforzato.

«Lo conosco! Lo conosco da tutta l'estate ed io lo amo, Seb! E non sono più una bambina! Tra qualche mese avrò diciotto anni e sarò maggiorenne. Solo perché tu lo sei già, questo non significa che tu debba agire da padre e tarparmi le ali. Voglio stare con lui e la mamma approva. Perché non dovresti approvare anche tu?»

«Perché sei troppo piccola! E dove staresti qui in Australia?»

«Con Archer e la sua famiglia» spiegò «Sono stati loro a proporre quest'idea»

La mano di Seb si strinse più forte alla mia e la sua voce si fece più alta «Giusto! E tu alla tua famiglia non hai raccontato nulla!»

Al che anche Isa alzò la voce «Mamma e papà sanno già tutto. Non l'ho detto solo a te perché sapevo già che avresti fatto così! Quando mi sono trasferita a casa di Leo mi hai fatto una strigliata immensa, figurarsi se ti avessi detto fin da subito di voler rimanere in Australia con Archer!»

Seb fece per aprir bocca, ma lo interruppi prima che potesse dire qualcosa di cui si sarebbe pentito più tardi «Sono d'accordo anch'io. E poi, Seb, io ho fatto più o meno lo stesso. Se non avessi deciso di andare dall'altro lato del mondo per stare lontana da Levi non avrei mai conosciuto te... Come ti sentiresti se adesso rimanessi in Australia lasciandoti tornare in Italia?»

Il mio coinquilino si ammutolì immediatamente e mi fissò come se improvvisamente temesse di perdermi. «Non tornerei in Italia. Se tu volessi rimanere qui, resterei con te» ammise, infatti.

Sorrisi. «Ora capisci come si sentano sia Isabella che Archer?» lui annuì ed io gli strinsi la mano a mia volta come per fargli capire che fosse tutto a posto.

Sebastian si riscosse un attimo ed io sorrisi ad Archer alzando un pollice in sua direzione di nascosto con la mano libera. Lui annuì impercettibilmente e mimò un "Grazie" con le labbra.

«Prometto che non farò mai e poi mai soffrire tua sorella, Sebastian.» intervenne Archer in inglese «Amo sul serio Isabella. Mi ha cambiato la vita in meglio e se adesso sono una persona migliore è tutto merito suo. Senza di lei non avrei mai trovato me stesso e senza di lei non avrei mai capito cosa fosse davvero l'amore. Prometto che se dovessi farle del male, avrai tutto il diritto di venire a darmi un pugno in faccia»

«Meriteresti anche più di un pugno in faccia se le facessi del male» rispose il mio coinquilino.

Archer sorrise e annuì «D'accordo.»

«Farai meglio a non farla mai soffrire»

«Prometto che non succederà» il sorriso sul viso di Archer arrivò fino alle orecchie e si voltò a guardare Isabella come se fosse la sua unica ragione di vita. Lei lo stava guardando allo stesso modo sorridendo come una bambina super felice ed io mi sciolsi per loro perché Isabella meritava di essere veramente felice dopo aver sofferto a causa di Leo. Meritava di essere amata sul serio e di vivere quello stesso amore giocoso che vivevo io con suo fratello.

«Non succederà» sussurrai all'orecchio dell'amore della mia vita «Lo intravedo, sai? È vero amore tra loro due»

Seb si voltò a guardarmi, le sue labbra a meno di qualche centimetro dalle mie e i suoi occhi puntati nei miei come se volesse leggermi persino l'anima. «Come tra noi due»

Sorrisi senza potermi nemmeno frenare e annuii «Come tra noi due»

Sebastian mi lasciò un velocissimo bacio a stampo sulle labbra e si allontanò da me puntando improvvisamente lo sguardo su sua sorella. «Beh, questo vuol dire che io e Leslie avremo nuovamente casa tutta per noi senza avere una nasona che si impiccia nelle cose che vorremmo fare»

Arrossii tutta in un botto e guardai il soffitto. Improvvisamente era più interessante di qualsiasi altro argomento.

Sentii Isabella fare la linguaccia a suo fratello e Seb ricambiare facendo lo stesso, così riabbassai lo sguardo su Archer e lo vidi scuotere la testa. Io feci lo stesso e ci ritrovammo a guardarci.

«Com'è che siamo finiti ad innamorarci di questi due?» mi chiese in tono scherzoso.

«Me lo chiedo pure io» feci spalline.

«Hey!» entrambi i fratelli Morgani si voltarono verso di noi fingendosi offesi ed io e Archer scoppiammo a ridere.

«Su, non te la prendere» continuai a ridere lasciando piccole pacche sulla spalla di Sebastian. «Stiamo solo scherzando»

«Però non scherzerai più quando finalmente saremo soli soletti a letto eh»

Mi zittii arrossendo di colpo e Isabella scoppiò a ridere. Archer la seguì nemmeno mezzo secondo dopo ed io stavolta abbassai la testa sul piatto.

«Ehm... io direi che è ora di mangiare»

Levi

Rivolsi quello che pensavo fosse almeno il quarantesimo sguardo verso la porta del caffè all'interno del residence quando Lila fece la sua comparsa dalla porta.

Avevamo deciso di incontrarci qui, "terreno neutro" e quasi sempre affollato così che nessuno prestasse realmente attenzione a quello che ci saremmo detti.

In realtà era stata lei a proporre questo caffè, io avrei preferito un posto più vuoto e silenzioso, dove non dovermi preoccupare che ci sentissero parlare, ma Lila voleva stare in mezzo alla gente e dallo sguardo ferito e dagli occhi rossi che intravidi dai metri di tavolini e gente che ci separavano capii il perché: il numero di persone l'avrebbe trattenuta dallo scoppiare a piangere davanti a me. Ormai la conoscevo così bene da saperlo, e seppur il sapere di conoscerla davvero mi desse sollievo, dall'altro mi metteva ansia perché sapevo che oggi avrebbe anche potuto investirmi come un uragano in piena, distruggendo ogni pezzetto di coraggio che mi ero conquistato pensando al discorso da farle.

«Ciao» mi disse appena quasi in un sussurro prendendo posto davanti a me «È mio?» indicò poi l'iced americano che avevo preso per lei nella speranza di poterle offrire una spiegazione in qualche modo più... piacevole? Non avrei saputo descriverlo realmente.

«Sì, è arrivato poco fa. Il ghiaccio non dovrebbe essersi ancora sciolto» le risposi, le mani sul tavolo mi stavano già iniziando a sudare e la mia coscienza sporca mi invitava a distogliere lo sguardo «Ho fatto aggiungere anche del caramello come piace a te»

«Grazie» la sua fu una risposta secca, però il minuscolo sorriso triste che le si formò sulle labbra mi fece capire che sebbene volesse apparire forte e sicura di sé stessa, in realtà fosse ferita come non mai. Il mio cuore iniziò a battere sempre più veloce per l'ansia e mi dissi mentalmente di respirare più lentamente, che ce l'avrei fatta e non sarebbe finita in pessimi rapporti, al contrario, l'avremmo risolta da persone mature quali eravamo entrambi.

«Bene» proruppe dopo averne bevuto appena un sorso «Non voglio restare un solo secondo di più. Parla: quando hai capito di provare ancora qualcosa per lei? Quando hai iniziato a perdere sentimenti per me? Non sono forse abbastanza? Cos'ha lei che io non ho?» evitò il mio sguardo con tutte le sue forze ed io mi sentii un macigno sul cuore farsi man mano sempre più pesante.

«Io...» mi venne da dirle "mi dispiace" ma lo tenni per me; sapevo che se lo avessi detto probabilmente non avrei fatto altro che ferirla ulteriormente «Bene, risponderò» presi un respiro profondo «però temo che potrei ferirti ancora di più con la mia onestà»

«Non importa, preferisco la tua brutale onestà a domande senza risposta nella mia testa»

Annuii «Mi spiace ammetterlo e rendermene conto solo adesso, ma credo che abbia iniziato a provare di nuovo qualcosa per lei nel momento in cui l'ho vista entrare in camera mia mentre noi due stavamo per farlo per la prima volta. In quel momento mi sono sentito molto confuso, non sapevo cosa ci facesse lì ma volevo assolutamente saperlo. Da un lato dentro di me speravo che avesse lasciato Stephan perché resasi conto che io fossi il ragazzo perfetto per lei. Poi la seguii al porto e dopo che Sebastian venne a prenderla li seguii fino a casa. E a quel punto sarei dovuto tornare a casa da te, eppure il mio cuore mi ha detto di seguirla e di spiarla. Una volta arrivato a casa sua l'ho spiata dalla finestra di camera sua e lì ho visto Sebastian stringere forte Leslie come se fosse più importante della sua stessa vita. Erano così uniti, così legati... in quel momento mi sentii torcere lo stomaco. Inizialmente pensavo che fosse per via dei sensi di colpa nei confronti di Leslie, perché le avevo spezzato il cuore nel momento in cui mi aveva visto con te, ma poi mi sono reso conto che fosse gelosia. In quel momento avrei voluto essere io quello a stringerla forte»

Lila mi interruppe, le lacrime agli occhi «Quindi hai finto da allora?»

«No, che non ho finto. Te l'ho detto. Credevo che fossero solo sensi di colpa. Solo ora mi rendo conto che mi stessi rinnamorando di lei pur continuando ad amare te. I miei sentimenti per te non se ne sono andati di colpo, ma sono stati graduali. Più passavo tempo con lei, più stava con noi, più la vedevo insieme a Sebastian, più mi rendevo conto di non averla mai dimenticata.

«Pensaci. Dopo la festa di bentornato che Cassidy e gli altri hanno preparato per lei mi sono chiuso in bagno a chiamare Peter e Cassidy. Mi dissero che la festa non le avesse fatto passare affatto il malumore. Questo non avrebbe dovuto provocare nulla in me eppure in quel momento mi sentii felice che pensasse ancora a me nonostante l'avessi fatta soffrire perché stavo con te»

«Spero che tu te ne renda conto, Levi, ma questo non è normale»

«Lo so, e me ne vergogno, credimi. Così come mi vergogno di averti convinta a continuare a frequentare la stessa discoteca in cui Leslie veniva a fissarci e a bere per poter continuare a vederla nonostante le facesse male, nonostante io le facessi male. Poi un giorno ho convinto Sebastian a farle promettere di smettere di bere perché ero preoccupato marcio per lei.

«Al compleanno di mamma, non so se ti ricordi, ma nel momento in cui parlai del nuovo ruolo come Will Herondale la guardai negli occhi. Vuoi sapere perché?» lei annuii, le lacrime agli occhi però non sgorgarono fuori «Perché quando stavamo insieme lei diceva che mi avrebbe lasciato per stare con Will Herondale, quindi diventare improvvisamente lui sarebbe stato come dire che saremmo stati insieme in ogni universo, che noi due fossimo legati in ogni universo»

«Quindi mi menti da allora?»

«Non ancora. Allora ti baciai perché ti amavo davvero sebbene ignorassi ciò che il mio cuore mi diceva»

«Quindi fammi indovinare. Quella volta in discoteca con Chin-Hae, quando iniziò a flirtare fortemente con lei... sei stato tu a chiamare Sebastian per dirgli di Leslie?»

Annuii imbarazzato «Quella volta mi ingelosii parecchio. Speravo che non te ne accorgessi, ma mentre lui la baciava e la toccava, dentro di me morivo di gelosia. Quando Sebastian arrivò e Leslie disse che si fossero baciati, mi sentii ancora peggio. Chin-Hae era uno sconosciuto qualsiasi, un bacio con lui non significava niente, ma un bacio con Sebastian, una delle persone più importanti per Leslie, significava molto. In quel momento desiderai ardentemente di non aver mai chiamato Sebastian e di non aver mai permesso a Leslie di andare in Italia lasciandomi, perché in quel modo non avrebbe conosciuto Chin-Hae, ma soprattutto non avrebbe conosciuto Sebastian»

«E dopo il compleanno di Peter? Quando Peter venne a casa per dirti qualcosa di importante riguardo lui e Leslie? Come reagisti?»

Scossi la testa. Non volevo parlare di quello. Quando Peter era venuto a casa mia per parlare pensavo volesse dirmi una cosa qualsiasi, poi però con l'aria preoccupata mi disse che riguardava lui e Leslie. In quel momento la mia testa vagò nel passato fino ad arrivare alla dichiarazione di Peter per Leslie, al modo in cui ci eravamo picchiati al porto in diretta nazionale. Chiesi a Lila di lasciare me e Peter da soli, che l'avrei richiamata più tardi, cosa che poi non feci. Peter mi raccontò tutto, dalla notizia di Cassidy fino ai minimi dettagli di come lui e Leslie avessero scopato. Alla fine del discorso poi disse: "Lo so che non ti importa più niente di lei, o almeno così dici tu, ma non potevo lasciarti all'oscuro di tutto questo. Se vuoi picchiarmi, fallo pure. Non contrattaccherò. Me lo merito" e poi lo colpii con tutte le mie forze. Nella mia mente era passato ogni tipo di pensiero e di immagine. A Leslie era piaciuto? Aveva mugolato così come aveva fatto con me in passato? Come aveva potuto scopare Peter quando aveva detto che non provava niente per lui se non amicizia? Perché ero così arrabbiato? Perché mi importava così tanto di lei? Perché, nonostante tutto, ancora l'amavo?

Smisi immediatamente di colpire Peter e mi diressi verso casa di Leslie in auto senza dire una sola parola di più a Peter. Per le ferite, se l'era meritate. Avevo bisogno di vedere Leslie, di sapere come stesse, avevo bisogno di sfogare la mia rabbia, la mia gelosia su di lei.

Sospirai «Picchiai Peter e andai a casa di Leslie»

Lila trattenne il respiro.

«No, non successe nulla. Ci urlammo contro e alla fine mi medicò le ferite alle mani dovute ai pugni»

«Allora capisti di amarla ancora?»

«Iniziai a rendermene conto» bevvi un sorso del mio caffè «Poi andai a casa di Cassidy per stare con lei. Mi sentivo come lei, come se Leslie mi avesse tradito con Peter. Poi si fece quasi uccidere per la sua cocciutaggine e in ospedale le urlai contro. Sebastian la accudì, la strinse tra le sue braccia ed io mi sentii più geloso che mai, però ero felice che fosse ancora viva perciò ignorai il sentimento. Poi Leslie si presentò davanti alla porta di casa di Peter dove stava Cassidy per poterle parlare e chiarire, rischiò di morire un'altra volta ed io la salvai. Le prestai il mio pigiama perché i suoi vestiti erano fradici, la trovai particolarmente bella e le dissi di andare a dormire in camera mentre io avrei dormito sul divano...» Lila mi interruppe ancora.

«Penso di aver capito. Avete dormito insieme alla fine»

Annuii «Continuavo a pensare che quello fosse il letto in cui Peter scopava Cassidy e immaginai subito Leslie al posto di Cassidy e non riuscii a trattenermi. Mi presentai davanti alla porta di camera sua. Non riusciva ad addormentarsi e le proposi di dormire insieme come ai vecchi tempi, lei all'inizio fu titubante, poi accettò stando il più lontana possibile da me. Poi mi chiese se ti amassi davvero» Lila rimase a orecchie tese «Le dissi di sì»

«Ma non era vero, non ho ragione? L'amavi di nuovo»

«L'amavo già di nuovo, ma avevo te e pensavo che fosse solo un sentimento fantasma, uno nostalgico. Poi le chiesi se provasse qualcosa per Sebastian e lei mi disse che non lo sapeva. Mi ingelosii parecchio e avrei voluto ritrovarmi al posto di Sebastian. Ci addormentammo e la strinsi quando lei prese sonno prima di me. L'indomani mattina si svegliò prima di me, provò a scostarmi ma mi svegliai e la tenni più stretta. Lei mi ricordò che non fosse te, ma fosse Leslie stessa e io le dissi che lo sapevo. Lei rispose che non avrei dovuto stringerla e io ripetei la stessa cosa, poi mi sfiorò il viso e io feci per dirle una cosa importante ma poi Cassidy irruppe.»

«Cosa avresti voluto dirle?»

«Che se fosse stata sincera, avrei mollato le riprese del film e sarei venuto a vivere con lei in Italia senza mai doverla lasciare»

«Ma non glielo hai detto»

«Ma non gliel'ho detto»

«E la storia in discoteca? Quando l'hanno quasi stuprata?»

«Il bacio è stato davvero uno sbaglio. Anzi, quella sera l'ho sommersa con la mia rabbia repressa. Pensavo che fosse solo colpa sua se non ti amassi più così tanto, se ti avessi persa quella sera, così le urlai contro, le dissi cose molto brutte»

«Però poi dormisti con lei»

«Sì. E lei mi scambiò per Sebastian»

Il suo volto si affievolì come se capisse «E per te deve essere stato un colpo enorme... E quando l'abbiamo riaccompagnata a casa e l'abbiamo vista correre addosso a Sebastian? Dissi che fossero una coppia perfetta, ma tu...» cercò una qualsiasi emozione in me, quasi come se non fosse più tanto arrabbiata quanto delusa e preoccupata per i miei sentimenti.

«Io avrei voluto essere al posto di Sebastian. Il modo in cui gli occhi di Leslie si sono illuminati nel vederlo ad aspettarla fuori casa, il modo il cui gli corse incontro... mi spezzarono il cuore in mille pezzetti. Però avevo te quindi mi dissi che dovevo lasciarmi il passato alle spalle, che dovevo amare te. Divenne quasi più un obbligo che un sentimento puro, capisci?»

Annuì ferita. «Lei è il tuo grande amore. Avrai avuto anche un'altra ragazza prima di lei, ma Leslie è stata, è e rimarrà sempre il tuo primo grande amore» abbassò la testa, poi la scosse confusa «E allora perché non corri da lei e le dici tutto? Perché vuoi far finire le cose in questo modo? Perché non lotti per lei? Levi, fattelo dire, ma sei proprio un gran codardo. L'ami così tanto eppure ogni volta che ti si presenta un problema davanti, non fai altro che trovare scuse per scappare via quando in realtà vorresti solo stare con lei per sempre. Perché per una volta non ti concedi una felicità duratura? Perché hai così tanta paura di essere felice?»

«Io...»mi ritrovai davvero spiazzato «Io non lo so»

«E ora lascerai che sia un altro uomo a prendersi cura di lei, che la consoli, che le doni piacere, che la faccia ridere... sei davvero un codardo» si alzò da tavola «Non voglio sentire altro. Già fa male abbastanza. Spero che tu ti renda conto che facendo così non hai solo rovinato la mia vita e quella di Leslie, ma anche la tua stessa vita» prese la borsa in mano, il ghiaccio nel caffè era quasi del tutto squagliato e la bibita sembrava nuovamente piena «Ti auguro di trovare un tuo lieto fine, Levi, però non voglio mai più vederti. Rinuncerò al posto di Charlotte in Shadowhunters e fingeremo bene entrambi di volerci molto bene nonostante la rottura dopo la premiere del film sul libro di Peter. Buona vita»

«Buona vita anche a te, Lila. Spero che tu possa trovare qualcuno che ti ami davvero e non ti faccia soffrire come me e Stephan»

Lei mi sorrise appena e poi sparì oltre la porta del bar.

Cosa dovevo fare adesso?

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