Epilogo
12 Agosto, Tana
Ore 10:22
C'è un motivo se gli essere umani hanno sempre e costantemente paura di sbagliare, di non essere mai abbastanza bravi, attraenti o intelligenti? Non si può semplicemente vivere in pace, commettere errori, che poi sia con consapevolezza o meno non ritengo che abbia importanza, concedersi ogni tanto il lusso di sbagliare? Insomma, alla fine non saremo mai perfetti. La perfezione è un concetto astratto a cui aspirano in molti, ma che nessuno potrà mai raggiungere. È così, e bisogna farsene una ragione.
Essere la Weasley Suprema della famiglia, indossare quella stupida corona di carte di caramelle, è per me quello che più si avvicina allo sfiorare la cima. E fino a qualche mese fa pensavo che quel titolo dovesse essere mio a tutti i costi, giusto così, per soddisfazione personale — si, d'accordo, anche per sbattere la vittoria in faccia ai miei cugini e vederli ribollire d'invidia — ma adesso, mi rendo conto che non ha più importanza. Non dico che non mi farebbe piacere, per carità, solo che so di non averne bisogno per sentirmi un po' meno imperfetta.
Ho trovato qualcos'altro, qualcun altro, in grado di farmi sentire speciale, migliore, una Rose Weasley elevata alla seconda, insomma. E non sto parlando del pollo arrosto, anche se quello riesce sempre ad illuminare le mie giornate.
Scorpius mi sorride, i capelli incasinati di chi ha appena messo piede giù dal letto, gli occhi socchiusi dalla stanchezza, e un biscotto inzuppato nel latte, tenuto dalla mano sinistra, che ha tutta l'aria di essere in procinto di spezzarsi.
Sono felice come non lo ero da tempo, e niente da almeno sei mesi a questa parte sembra in grado di rabbuiarmi. Anche quando la mia voglia di sorridere è pari a zero, c'è sempre una scintilla di bei ricordi, emozioni forti e frasi sussurrate all'orecchio durante la notte, che mi tornano in mente e riescono a scacciare via i brutti pensieri.
Sono felice perché Scorpius non esita mai a dirmi "sei bellissima" anche quando non lo sono affatto, e un ragazzo sano di mente correrebbe via a gambe levate. Sono felice perché Albus ha finalmente trovato una ragazza che gli interessa davvero, ed i suoi occhi si illuminano di gioia quando parla di lei. Sono felice perché Dominique ha scelto i sentimenti e non la razionalità. Sono felice perché James e Fred ce l'hanno fatta. Sono felice e potrei continuare per ore...
Non sono affatto contenta, invece, quando la tazza di cioccolata che si trovava sotto al mio naso, viene afferrata bruscamente da una mano lentigginosa che non è la mia.
«C'è poco zucchero, qui dentro» annuncia Fred, tracannando con stile innato la mia colazione.
Soraya, seduta di fronte alla sottoscritta, lo scruta con aria dubbiosa, soffermandosi con particolare attenzione sul taglio fresco che gli attraversa una guancia. Ma non sembra intenzionata a dire nulla.
«Ho bisogno di un caffè grande quanto la mia testa» sbotta James, in mutande, cadendo a peso morto su una sedia, con il suo solito fare elegante e raffinato.
«Wilberforce Lupin, suona bene» sta blaterando Lily, sorridente, ed io vorrei davvero entrare nella conversazione per dirle che nome più brutto non esiste, ma sono solo le dieci, e le mie attività di conversazione attualmente sono alquanto scarse.
«Decisamente no»
«Tu ti chiami Albus Severus, non puoi esprimere alcun giudizio a riguardo»
«E se è femmina, Bathsheba»
Albus è indignato, è intuibile capirlo dal modo in cui scuote la testa e batte freneticamente un piede sul pavimento. Ed io lo so, così come tutti, persino i muri, qui dentro sanno, che un Potter in disappunto sarebbe capace di staccarti la testa a morsi. Perciò, quando cerca il mio sguardo per un po' di sostegno morale, annuisco con foga, ed aumento di velocità quando esclama: «A questo punto chiamiamolo Troll Defecante, e facciamo prima. È persino unisex»
«Se ci pensate bene, Bathsheba non è così ma-»
Ed è in questo preciso istante che il mio cervello diventa reattivo, ed ordina alla bocca di dare aria ai pensieri. La voce del mio ragazzo, roca e attraente, sta per pronunciare la stupidaggine del secolo, ed io devo assolutamente impedirlo. «Chiudi la bocca, Scorpius Hyperion dal Malfoy Manor, Platinette in missione e Dita di Fata sotto le cope-»
«Quest'ultima noi non la volevamo sapere Rose»
Giusto, ed io non volevo dirlo. Ma non si può avere tutto dalla vita, no?
«Ragazzi, non litigate, in realtà Vic e Teddy stavano pensando a Remus»
Incredibile come una sola frase, pronunciata dall'adorato zio Bill, possa scatenare il putiferio. Ma infondo mi piace la confusione, avvertire quel brusio di voci indistinte che si sovrappongono come se stessero gareggiando a chi riesce a farsi notare di più. Il chiasso, il baccano, sono sempre stati per me un modo semplice ma efficace per sfuggire dai pensieri e dalle continue riflessioni senza senso, in cui si cimenta la mia mente bacata. Ma, d'altro canto, quando hai tua zia Flora Batterica che sbraita in francese a pochi centimetri dal perimetro del tuo spazio vitale, non è come se fosse possibile cimentarsi in profonde riflessioni sul motivo dell'esistenza della vita.
«Doveva essere una sorpresa Bill, pour la misère...» il braccio magro e pallido di Fleur disegna in aria un semicerchio che per poco non mi trancia in due il naso, riesco a spostare il viso di lato giusto in tempo, prima che le sue unghie lunghe mi affondino nella pelle. Sono estremamente fiera dei mei riflessi reattivi.
«Scusa tesoro, non sono riuscito a trattenermi»
«Remus, ovvio. Come abbiamo fatto a non pensarci?»
***
È inaccettabile, e non lo è solo perché io penso che lo sia, ma perché non si può far sparire una stupida maglietta così, nel nulla. Non ha importanza che non mi appartenga, io e quell'indumento abbiamo un rapporto speciale: lei mi aiuta a dormire perché profuma di James — è un po' un misto tra dopobarba, sono sicura che ogni singola volta se lo faccia cadere addosso, sapone e maschio, ma non uno di quelli puzzolenti, sa di malefatte e libertà, o qualcosa del genere — ed io impedisco che James la usi per giocare a Quidditch, imbrattandola di sudore. È una vera storia d'amore, la nostra.
Io non ho bisogno della maglietta di James per dormire, o di James in generale, chiariamolo. Solo che mi piace non avere bisogno di lui in un modo mi fa desiderare di averne, e sentirlo più vicino, sulla pelle. 'Sta notte ho fatto sogni tranquilli, pur indossando la mia canottiera azzurra abbinata al colore degli occhi, ma ora basta. Non posso sopportare di passare un'altra nottata accanto a Soraya che scalcia e si dimena, senza l'odore di mio cugino sotto al naso.
Perciò non mi sento affatto in colpa quando infilo una mano nell'armadio di Fred, ed inizio ad incasinarlo ancora più di quanto non sia già, lanciando pantaloni e felpe sul pavimento. Sorrido tra me e me, perché l'unico aspetto positivo di avere due cugini disordinati, è che non si accorgeranno mai che sono stata qui.
Certo, il mio piano malvagio sarebbe stato ancora più perfetto se solo mi fossi ricordata di chiudere la porta. Cosa che non ho fatto, e infatti il ragazzo dai capelli scarmigliati che mi fissa divertito con una spalla poggiata al muro, non è altro che James.
Ci fissiamo per un lungo istante, noto svariate domande attraversargli le iridi castane, ma non è arrabbiato, non lo è mai quando si tratta di me, in realtà. «Ehi Domi, buongiorno» dice, ed io sono contente che lui non sia me, perché se io fossi stata lui probabilmente adesso sarebbe appeso fuori dalla finestra.
«Ciao» esclamo, ed il mio noto esce con una chiara nota di colpevolezza impressa all'interno. «Pensavo che... non sto rubando niente... insomma, ho sbagliato stanza.»
James annuisce con l'aria di uno che la sa lunga, passandosi una mano tra i capelli e sorridendo con tanto di fossette. «Certo, capita. Io spesso confondo la camera di Albus con il bagno»
«Mi dispiace»
Non sono realmente dispiaciuta, io devo trovare quella maglietta a tutti i costi, e non mi pento affatto di essere con un braccio ancora infilato nell'armadio, però imagino che sia la cosa giusta da dire quando si viene beccati con le mani nel sacco, o quando qualcuno ti confessa di avere dei gravi problemi di orientamento.
«Non dire sciocchezze Domi, puoi continuare a frugare tra la robaccia di Fred quanto vuoi.» si stacca dal muro, pronto a congedarmi. «Comunque la maglia che cerchi è nel tuo cassetto, quello in basso a sinistra. Sono in giardino, se hai bisogno»
***
Sbatto le palpebre rilassata, completamente in pace con me stessa, mentre la brezza leggera d'agosto smuove le foglie dell'albero sotto a cui sono seduta. I fili d'erba mi solleticano le gambe lasciate scoperte dai pantaloncini, e il canto delle cicale risuona chiassoso per tutto il giardino della Tana. Passo distratta una mano tra i capelli chiari e scompigliati di Scorpius, con la testa poggiata sulle mie cosce e gli occhi chiusi, perfettamente consapevole delle iridi azzurre che sbucano ogni quattordici minuti cronometrati da dietro le tende della finestra in cucina, e ci osservano guardinghi.
«RONALD!» la voce non poi così soave di mia madre incuriosisce Scorpius, portandolo a sollevare di poco le palpebre, con un accenno di sorriso sulle labbra. «ALLONTANATI SUBITO DA LÍ»
«Non si stanca mai di spiarci?» sghignazza, rigirandosi assorto una delle mie ciocche rosse tra le dita. Non aspetta una risposta, anche perché conoscendo mio padre sa già di cosa è capace — e si, accantonare tutti i suoi impegni da Auror per tenerci sotto stretta sorveglianza, è una di quelle. Per non parlare delle visite a sorpresa nel bel mezzo della notte, con tanto di bacchetta sguainata mirata a colpire, o peggio, uccidere. Se sapesse che io e Scorpius non ci limitiamo a dormire quando siamo nello stesso letto, non mi stupirei nel caso dovesse sfuggirgli una maledizione senza perdono. — Riabbassa le palpebre ed io mi godo l'espressione rilassata che aleggia sul suo viso.
Lascio scivolare le pupille prima sulle ciglia lunghe che gli sfiorano gli zigomi, poi le poso languidamente sulla forma morbida delle labbra. È così bello che mi sembra da ingrati non approfittarne e riempirlo di baci. Perciò non esito neanche per un secondo, piego il busto in avanti e lascio che il mio respiro si infranga sulla sua bocca con un sonoro smack, ancora e ancora.
Non smette di sorridere, e lo so perché riesco a percepire la curva felice che gli increspa le labbra e che gli fa spuntare due adorabili fossette. Poi un uragano dagli indomabili capelli neri fa irruzione nella nostra bolla di pace, ricatapultandomi in una realtà in cui l'unico rumore udibile non è quello delle cicale, bensì le urla animalesche dei mei familiari. Infine James ci sfreccia davanti in mutande e l'Aguamenti destinato al suo migliore amico, mi colpisce in piena faccia.
«Non volevo interrompervi» Annuncia Albus, con il tono di uno che voleva chiaramente interromperci. Solleva le gambe di Scorpius con un gesto impaziente, prima di rigettarsele addosso dopo essersi seduto al mio fianco. «Ma la questione è della massima importanza. Dunque...» si passa una mano sporca d'inchiostro tra la matassa informe che ha sulla testa. «Voi siete la coppia più normale che conosco, e visto che mio fratello ha una tresca segreta con nostra cugina, mia sorella ha intenzione di fare un miliardo di bambini con Lysander, e Fred... beh, non ho la più pallida idea di come abbia fatto a trovarsi una ragazza, ho bisogno di un vostro consiglio»
Proprio in quel momento, appena Al tira un profondo respiro, il tono allegro di Fred arriva alle nostre orecchie, con una frase di un'eleganza spropositata.
«Soraya tu sei il mio film porno»
«Ringrazia che non piacciono le dichiarazioni d'amore, perché le tue sono davvero tremende»
Poi James se lo carica in spalla come un sacco di patate, e il cortile esplode in una risata generale.
Faccio cenno di raggiungermi alla mia arcinemica — alta solo sei centimetri più di me, e che di arci e di nemica ormai non ha più niente — perché tanto il piccolo spazio all'ombra dell'albero è già stato invaso da un Potter, e uno squilibrato mentale in più o in meno non fa differenza.
«Cosa vuoi?» chiedo, mentre Scorpius fissa il suo migliore amico con una certa impazienza, quasi come se stesse cercando di leggergli nella mente. Albus non nota, o decide di ignorare, il mio tono volutamente scontroso, e si stampa un'espressione rammaricata.
«Si tratta...»
«...della tua ragazza» conclude per lui Scorpius, ghignando.
«Non è ancora la mia ragazza, ma ci sto lavorando»
«Minerva ha rifiutato tutti i suoi inviti ad Hogsmeade ribadendo che, sue testuali parole, preferirebbe uscire con la Piovra Gigante anziché con lui»
«Grazie Soraya»
«Di niente»
«Comunque ciò non significa che io non le piaccia»
Sogghigno divertita, pronta a dire la mia opinione ed a spiegare al caro dolce Al che è chiaramente un po' tardo di cervello, che dovrà sudare parecchio prima di riuscire ad ottenere un "si", quando Alice e Dominique fanno la loro comparsa in bikini, urlando per ottenere attenzione, ed io, subito, ancora prima di capire cosa hanno in mente, sono d'accordo con loro perché sto morendo di caldo, ed i loro costumini striminziti mi sembrano molto ariosi.
«Rose, devo parlarti...»
«Si, farò io da prete al matrimonio tra te e Fred, buonanotte»
Non avverto alcun movimento, perciò mi costringo a sollevare di malavoglia una palpebra, giusto per accertarmi che James abbia recepito il messaggio non poi così nascosto nella mia affermazione, che lo intimava ad andarsene o per lo meno, a spostarsi in modo da smettere di farmi ombra.
«Sai che se Scorpius continua a stare sdraiato su di te in quel modo, non ti abbronzerai il sedere e ti resterà la sagoma della sua testa sulle chiappe?»
È decisamente ancora qui.
Il mio ragazzo sghignazza, continuando a tenere il viso rivolto verso il cielo sereno e lo sguardo nascosto dietro le lenti degli occhiali da sole. È parecchio attraente, ci tengo a precisare.
Alzo la testa, nonostante James sia in controluce e le uniche cose che riescono a percepire le mie pupille siano una sagoma muscolosa in costume, una chioma disordinata e un sorriso reso evidente dal bagliore dei denti. «Posso fare qualcosa per te, cugino?» chiedo, mentre le orecchie corrono ad isolare ogni suono, a partire dagli schiamazzi dei mei familiari che sguazzano nel ruscello, fino ad arrivare all'irritante sinfonia delle cicale.
«Io ed il mio sposo ci tenevamo ad avvisarla che anche questa notte, faremo ciò che va fatto»
Balzo in piedi con un gesto fulminino degno di nota, e Scorpius si lamenta perché la sua regale testolina si è appena schiantata sonoramente contro l'erba. «Sono orgogliosa di voi soldati» e per dimostrargli quanta gioia scorre nel mio sangue al momento, gli tiro un pugno affettuoso su un braccio. «Divertitevi»
James sorride, io sorrido, l'euforia che aleggia nell'aria è talmente elevata che se volessi potrei prendere un coltello ed affettarla. Poi però il mio ragazzo pensa bene di esprimere ad alta voce i suoi pensieri, e tutta la somma solennità del momento viene spazzata via.
«Non faranno sesso tra di loro, giusto?»
***
«Scacco matto» esclamo euforica, fissando Louis aggrottare le sopracciglia confuso, come se il suo cervello da maschio ed ormai ex campione degli scacchi dei maghi, non concepisse di essere appena stato battuto dalla sottoscritta. Deve accettarlo, perché ho vinto ed ho intenzione di rinfacciarglielo per il resto della sua vita, o almeno fino a che non perderò, cosa che credo accadrà molto presto visto che ho imbrogliato e a breve si accorgerà che ho la bacchetta nascosta dietro la schiena. Ma non importa, io, Alice Paciock, sono la nuova campionessa e voglio urlarlo al mondo.
Solo che non mi sento per niente una brava persona, a sghignazzare così apertamente davanti alla sua espressione rammaricata, così mi affretto a far emergere la parte dolce e razionale di me. «Scusa Lou, forse dovrei sorridere meno» ammetto, ordinando agli angoli delle mie labbra di smettere di essere sollevati spudoratamente verso l'alto.
«Oh no, continua pure» dice, mentre i capelli biondi mossi dal vento sembrano quasi bianchi. «Mi piace quando sorridi»
***
«Vediamo quanto bene ti conosco...» esclama Fred, fissandomi curioso a pochi centimetri di distanza, sorridente e con le gambe incrociate sull'erba. Decido saggiamente di prendermi qualche secondo per osservarlo, perché con le spalle larghe ed il petto ricoperto di stupide goccioline d'acqua, e con i capelli rossi completamente arruffati, è davvero bello. «Dirò almeno tre cose che odi, se sbaglio sarò costretto a farti i compiti di Pozioni.»
«Non facevi neanche i tuoi, di compiti, perché dovresti fare i mei?» alzo gli occhi al cielo divertita, nonostante trovi la sua proposta piuttosto allettante. Poi però mi ricordo che è un imbroglione patentato quello che davanti, e perciò mi affretto a chiedere «E se vinci?»
«Saprò che sono il ragazzo migliore sulla faccia della terra, mi basta»
«È un gioco stupido» dico, stendendomi a pancia in giù, e poggiando il viso sulle mani per poter continuare a reggere il suo sguardo.
Le iridi scure di Fred saettano subito oltre la mia schiena, più in basso, esattamente dove il bikini lascia in bella mostra una cospicua quantità di pelle.
«No principessa, tu sei stupida, ma nessuno è perfetto, quindi non fartene una colpa» sogghigna.
Lo fulmino fintamente infastidita, consapevole di non riuscire a prendermela davvero, e sbuffo sonoramente, giusto per fargli capire quanto io trovi patetico tutto ciò. «D'accordo, sentiamo...»
Il sorriso di Fred si allarga, costringendo il mio cuore a contorcersi. «Odi le case troppo grandi, perché sono silenziose e ti ricordano quando passavi le vacanze da sola — nota bene il verbo al passato, signorina, ora che ci sono io la tua vita sarà così chiassosa che rimpiangerai i vecchi tempi.» l'osservo in silenzio, felice, mentre constato che nessuno prima si era mai accorto di dettagli stupidi ma significativi come questo.
«Detesti perdere» prosegue imperterrito, continuando a tenere gli occhi fissi nei mei. «Insomma credo che tutti lo detestino, è normale. Ma quando succede a te, per Merlino, è come se l'interruttore della pazzia schizzasse verso l'alto e tu perdessi la testa. Ho mai detto che sei davvero bella quando sbraiti?»
Senza rendermene conto, mi ritrovo ad avvicinarmi.
«Sei bella sempre eh, non mi fraintendere» aggiunge, probabilmente credendo che voglia sgozzarlo o roba simile. «Ma quando mandi a farsi benedire quella dannata calma glaciale lo sei ancora di più»
Sogghigna come un bambino compiaciuto, non appena mi siedo sulle sue gambe e gli circondo il collo con le braccia. «Vai avanti, forza»
«Odi il fatto che non sarò ad Hogwarts l'anno prossimo, perché ti mancherò tantissimo e dovrai aspettare i fine settimana per vedermi. E non importa se non lo ammetterai mai, io lo so, ed è questo che conta»
Decido che è giusto che lo sappia, così prendo un respiro profondo. «Mi mancherai»
Non è poi così strano che io non mi senta affatto in imbarazzo, quando anzi, esprimere ad alta voce quello che provo è sempre stato per me alta fonte di vergogna. Ma che io senta l'impellente bisogno di ripeterlo, per far capire a Fred che nonostante il mio brutto carattere, ci tengo.
«Per le mutande di Salazar, principessa, ti senti bene? Devo portarti al San Mungo?»
Poi mi protendo in avanti e poggio la bocca sulle sue labbra, perché è giusto così.
***
Victoire si guarda allo specchio con un cipiglio. Vedo il suo riflesso, le labbra arricciate, gli occhi socchiusi, i capelli chiari che ricadono in morbide onde sulla schiena scoperta, ed il pancione. Sorrido, mentre la scritta "dannatamente bella" continua a lampeggiarmi in testa come in loop.
«Sono un mostro Teddy, non posso farmi vedere così dagli altri» esclama, con la voce incrinata, ed io non posso fare a meno di avvicinarmi alle sue spalle e stringerla tra le braccia.
Avverto il suo profumo, la pelle morbida a contatto con la mia, e quella piacevole sensazione di invincibilità all'altezza del petto, che mi provoca la sua sola presenza.
Poggio il mento sulla sua testa, ora c'è anche la mia immagine riflessa nel vetro. «Cosa dici? Sei stupenda, e per quanto mi piaccia tutto questo ben di Dio, ti consiglierei di vestirti, i nostri amici arriveranno a momenti, e non vorrei davvero che Marcus e Tyler vedessero troppo»
Sospira affranta, allontanandosi per poter afferrare l'indumento abbandonato su una sedia «E va bene» borbotta, con un'espressione contrariata.
Poi succede l'impensabile, ed il mio cuore perde un battito: il vestito si rompe e la palpebra sinistra di Vic inizia a tremolare pericolosamente. Mi serve un piano d'azione veloce e intelligente, perché la mia ragazza potrebbe scoppiare a piangere ad avere un attacco isterico allo stesso tempo, ed io non credo di essere in grado di gestirlo.
«Può essere colpa mia, se vuoi»
«Si, lo vorrei molto, grazie»
***
Recapitare a Godric's Hollow, casa numero 31. Da Albus Severus a Minnie (Lumos dei mei occhi).
Cara Minnie, posso chiamarti Minnie, giusto? Comunque nel caso non potessi, anche se so che posso, ricomincio da capo: Cara Minerva, le giornate qui alla Tana sono parecchio noiose — non è vero, ma immagino che sbatterti in faccia quanto sia divertente dare fuoco ad alcuni soprammobili non sia cortese e non mi faccia neanche apparire responsabile, perciò ignora ciò che ho appena detto riguardo il fuoco ed i soprammobili —sento la mancanza della tua voce stizzita e autoritaria che mi toglie dei punti senza motivo. Per colpa tua Serpeverde non ha vinto la Coppa delle Case, ma non importa, non ti sto assolutamente accusando, anzi, sono contento perché ho il ricordo del tuo sorriso vittorioso stampato in mente. Un momento, so come sei permalosa, perciò ci tengo a precisare che con "togliere punti senza motivo" non intendo che hai abusato dei tuoi poteri di Prefetto, probabilmente dietro le tue azioni ci sono valide motivazioni che però non capisco. Magari possiamo vederci così me le spieghi.
Se stai ancora leggendo, sappi che avevo intenzione di scrivere qualcosa di romantico, solo che non ne sono capace. Iniziare la lettera con "Minnie, Lumos dei miei occhi" mi sembrava un po' da maniaco, ma nel caso a te faccia piacere oppure solo ridere lo scrivo comunque, magari tra parentesi.
Avrei un miliardo di cose da raccontarti, ma una sola pergamena non basta ed il mio gufo è troppo vecchio per trasportare pacchi troppo pesanti. Perciò è meglio se te li dico di persona. La Londra Babbana è particolarmente bella in estate.
Baci, o solo abbracci, se preferisci.
Albus.
Recapitare alla Tana. Da Minerva ad Albus (Si, Lumos dei mei occhi è una frase da maniaco) Potter.
Mi arrendo, hai vinto.
Tower Bridge, domani, 15:30. Offri tu.
Minerva (non Minnie)
***
Ore 03: 35 am.
Le assi del pavimento scricchiolano come se fossero in procinto di spaccarsi in due ed aprire un cratere al centro del corridoio. Afferro il braccio del mio migliore amico, lanciandogli uno sguardo che se interpretato del modo giusto, sta a significare che deve assolutamente smettere di fare così tanto rumore con il naso. Fred, d'altro canto, forse a causa del buio e dell'osceno berretto color melanzana calato sugli occhi, si stampa in faccia una chiara ed evidente smorfia di incomprensione.
Oltrepassiamo il corridoio che affaccia sulla camera da letto di Albus, muovendoci nell'ombra nascosti sotto al mantello dell'invisibilità. L'unica luce fioca che ci permette di non rotolare giù dalle scale come salami, è quella della luna che filtra dalla finestra accostata. Resto a fissarla per un breve istante, prima che Fred mi strattoni impaziente e mi faccia mancare un gradino.
Il mio piede non emette alcun rumore quando si spiaccica a terra con violenza, ed io ringrazio Merlino, perché anni e anni passati a sgattaiolare furtivamente per Hogwarts sono serviti a qualcosa. Insomma, non sarei l'esperto di fughe notturne quale sono ora, se non avessi ricevuto una cospicua dose di punizioni, catalogate con "Studente fuori dal letto oltre l'orario consentito"
Allunghiamo il passo; la porta di casa è solo a pochi metri di distanza ed il cuore non fa altro che palpitarmi all'impazzata nel petto. Percepisco la stessa trepidazione in Fred, elettrizzato e incapace di stare fermo. I suoi arti si protendono verso l'uscita come richiamati da una forza misteriosa, così come i mei, perché l'esperienza per la quale abbiamo faticato, sudato, e siamo quasi morti - d'accordo sono, al singolare, ma io e il mio migliore amico siamo due teste che formano un unico idiota, perciò mi sento in dovere di coinvolgerlo - ogni volta, è come se fosse la prima.
L'immagine bianca e piena della luna che ci aspetta una volta lasciate queste quattro mura, non fa altro che pararmisi davanti alla palpebre, scaturendo un susseguirsi rapido ma costante di tutte quelle meravigliose avventure che io ed il mio compagno di vita, abbiamo portato a termine insieme.
Sento già la piacevole sensazione di completa libertà diffondersi nel mio corpo fino alla punta dei capelli, man mano che mi avvicino alla porta. L'unico problema in grado di insospettirmi al punto da piantare i talloni nel tappeto ed arrestarmi di colpo, è che non c'è nessun problema. Ed uscire dalla Tana in piena notte, per di più senza svegliare anima viva, non può essere così facile.
«Percepisci anche tu questo vago odore di...» cerco il vocabolo adatto, ma Fred mi precede scambiandomi un'occhiata d'intesa.
«...terribile e imminente sventura?»
«Esattamente»
***
L'acqua fresca a contatto con la pelle è piuttosto appagante, soprattutto con il caldo afoso che sembra voglia mandarmi in combustione. Chiudo gli occhi, lascio che il viso ed i capelli si bagnino completamente immergendomi sott'acqua. Qualcosa mi sfiora i fianchi, delle mani, suppongo.
Quando torno in superficie, sono proprio le dita di Scorpius quelle che mi trascinano contro di lui, e corrono ad accarezzare distrattamente la base delle mia schiena.
Alzo il capo verso l'alto e vedo il suo sorriso, il cielo puntellato di stelle oltre la sua testa e le fronde degli alberi mosse dal vento leggero. Abbiamo tutto il tempo del mondo.
Sulla riva del ruscello giacciono abbandonate due bottiglie ormai finite di firewhiskey, semisepolte dai vestiti che ci siamo lanciati alle spalle. Il ripostiglio segreto non poi così segreto di James e Fred, in cui quei due teppisti nascondono gli alcolici e una cospicua quantità di oggetti illegali e probabilmente potenzialmente mortali, è talmente pieno di cianfrusaglie che non si accorgeranno neanche che qualcosa non è più al suo posto. O meglio, non se ne accorgerebbero se solo non tenessero il conto preciso di tutti i loro averi. Ma non importa, al momento non sono abbasta lucida per pensare alle conseguenze.
Scorpius sembra esageratamente divertito, ed io non riesco a comprendere subito cosa gli passa per la testa, anche perché è piuttosto impossibile decodificare i segnali fisici di un Malfoy quando ci si è appena scolati qualcosa di un tantino più forte del succo di zucca. Perciò quando aumenta la presa sui miei fianchi ed un ghigno pericoloso gli spunta sulle labbra, cerco in tutti i modi di divincolarmi e sfuggire al triste destino che mi attende. Purtroppo non sono abbastanza veloce, ed un attimo dopo mi ritrovo lanciata in aria. Faccio appena in tempo ad intercettare due figure sospette in lontananza che escono dalla Tana, che i mei polmoni si riempiono d'acqua ed un'improvvisa voglia di trascinare il mio ragazzo nelle profondità nel ruscello insieme a me, si impossessa di ogni fibra del mio corpo.
Vedo nero, nero ovunque, forse ho intrapreso un viaggio mistico verso il mondo dei morti e non mi sono nemmeno portata dietro del cibo. È inaccettabile. Sono già pronta ad imprecare contro qualsiasi spettro mi si pari davanti, quando le mie orecchie percepiscono indistintamente la risata di Scorpius. Ed io, che sono parzialmente sicura di non averlo ancora ucciso, e lo so che non l'ho fatto, perché altrimenti adesso avvertirei una sensazione di estrema soddisfazione all'altezza del petto, comprendo che non sono morta e perciò non devo affatto preoccuparmi di essermi incamminata nell'aldilà senza cibo, e di non essere più viva, certo, anche quello.
Emergo dall'acqua spingendomi verso l'alto con i piedi, chiedendomi come abbia fatto a non accorgermi di essere praticamente seduta sul fondale, distante sono venti centimetri dalla superficie.
«Ti faccio fuori, Malfoy» ringhio, affatto arrabbiata ma con l'intento di incutere terrore e di spaventarlo. Non funziona, per l'esattezza. Ma credo che sia per colpa dei capelli che mi ricadono flosci sulle spalle, già, non mi rendono affatto autoritaria.
L'idiota allarga le braccia, e che braccia, strizzando un occhio in maniera esageratamente ammiccante. «Fammi dentro, fuori, come preferisci. Sono tutto tuo»
***
«Pincopino, principino, sporcopino, porcopallin-»
«Porcospino?»
«Si, esatto, quello. È il segnale, andiamo» agito una mano energicamente, staccando il naso dal vetro, solo per potere incitare la mia partner a darsi una mossa.
Soraya Feliz però non mi pare particolarmente entusiasta di intraprendere una scampagnata notturna con la sottoscritta, lo capisco dal modo in cui sbadiglia rumorosamente e si infila le ciabatte ai piedi, senza un briciolo di spirito combattivo nello sguardo. Non lo vedo il suo sguardo, in realtà, perché ha le palpebre quasi completamente abbassate, ma immagino che sia così.
Dopo tutto io non sbaglio mai, e neanche il mio sesto senso ultra sviluppato che da un po' di tempo mi urla nelle orecchie che, James e Fred sono parecchio sospetti. Lo sono sempre stati, chiaro, ma ultimamente lo sono di più.
«Dominique hai presente quella bella cosa che la gente chiama "farsi gli affari propri?"» domanda Soraya, con i capelli perfetti nonostante nel sonno si muova come un cavallo, e mi abbia persino rifilato un paio di calci. Sono tentata di restituirgli il favore, magari infilandomi anche una bella e sobria scarpa con il tacco, quella zebrata ad esempio, ma decido che è meglio non intraprendere una lotta silenziosa durante la nostra missione segreta.
«È una nuova marca di profumo? Non la conosco.» taglio corto, ma lei alza gli occhi al cielo ed io non riesco a capire come faccia a non essere neanche un po' curiosa.
James non è il mio fidanzato, non può essere il mio fidanzato, ma ciò non impedisce ad i sentimenti di prendere il sopravvento. Voglio solo accertarmi che non si metta nei guai.
Mi fermo, con la mano ancorata sulla maniglia della porta. «Dannazione, sei con me o no? Il tuo ragazzo sparisce quasi ogni giorno per svariate ore, e non ti importa.»
«Non dire sciocchezze» mi rimprovera, e per un attimo, solo un attimo, è in grado di farmi sentire un'imbecille. «Certo che mi importa, ma mi fido di Fred, e so che mi dirà qualsiasi cosa sia quella che fanno, quando si sentirà pronto. Non voglio spiarlo»
«Prima hai detto che saresti venuta con me, non puoi tirarti indietro adesso»
«L'ho detto solo perché avevo sonno e volevo che stessi zitta» la sua affermazione ha senso, ha perfettamente senso, ma sono testarda, perciò non mi scoraggio.
«Posso fingere di essere offesa durante il tragitto, se vuoi, ora però andiamo»
***
«Rose...» borbotta Scorpius sulle mie labbra, mentre l'erba umida mi preme fastidiosamente contro la schiena, facendomi il solletico. Biascico qualcosa incomprensibile persino a me stessa, sperando che il mio ragazzo intuisca che non ho nessuna voglia di iniziare una conversazione nel bel mezzo della nostra pomiciata. Ma chiaramente Scorpius non capisce, e sente l'impellente bisogno di ripetere il mio nome. «Rose» dice, più forte, con le mani inchiodate sulle mie natiche «Mi piace stringere il tuo sederino tondo, lo sai, ma non mi fa sentire a mio agio farlo mentre ci osservano»
Di scatto spalanco gli occhi. Non che serva a qualcosa in realtà, è così buio che fatico persino a distinguere i contorni della faccia di Scorpius, e lui è praticamente disteso sopra di me, ed il suo naso sfiora il mio, giusto per intenderci.
«Sei sicuro che ci sia qualcuno?» mi accerto, perché forse il mio ragazzo ha bevuto troppo ed adesso ha le allucinazioni, non lo escludo.
«Si, ascolta, stanno parlando»
Effettivamente ci sono due entità misteriose che parlottano conciate, solo che non riesco ad individuarle. Avvicino il petto di Scorpius al mio, schiacciandomelo addosso, perché non sarebbe affatto conveniente se un mio famigliare mi trovasse seminuda e per lo più intenta a rotolarmi nell'erba.
«Smettila di spingermi, ti sto seguendo!»
«Parla piano Soraya! Vuoi farci scoprire?!»
«Beh...»
«Shh»
Scorgo la sagoma di Dominique aggirare di soppiatto un albero, Soraya è subito dietro di lei, struscia i piedi sul terreno come una che non ha affatto voglia di trovarsi dove è. E se non fosse sei centimetri più alta di me, forse proverei compassione per lei, ma non è così, e perciò sono felice che la mia migliore amica abbia iniziato ad assillarla con una delle sue teorie di cospirazione.
Quando le loro voci si fanno sempre più lontane e indistinte, Scorpius non esita neanche per un secondo. Si getta con impazienza sul mio collo, ed io sono sicura che se continua in questo modo domani avrò la pelle piena di segni che non lasceranno molto all'immaginazione.
***
Il fruscio del vento tra i rami, il rumore scrosciante di un ruscello, il gracidio delle rane e la sinfonia dei grilli, il tutto illuminato dalla luna piena, splendente, alta nel cielo.
Lontano dalla Tana addormentata, quattro paia di grandi zoccoli e delle zampe ricoperte di pelo, sfrecciano tra l'erba umida, rincorrendosi.
Un ululato, diverso da quello di un lupo, più stridulo e simile ad un latrato, squarcia il silenzio. Ora è il turno di un bramito, pare quasi che l'animale stia ridendo.
Entrambi alzano il muso verso la distesa nera puntellata di stelle; il pelo fulvo del più agile mosso dalla leggera brezza estiva, e gli occhi profondi dell'altro, segnati dal lieve solco lasciato dagli occhiali, brillanti di felicità.
Non c'è fretta, l'alba è lontana. La renna ed il coyote possono continuare a correre indisturbati.
***
«Porca puttana»
«Mi hai tolto le parole di bocca»
«Vedi anche tu una renna che incorna un coyote, giusto?»
Fine.
Chiaramente la loro storia continua, e voi siete liberi di immaginare il seguito, solo che io non ho intenzione di continuare a scriverla perché altrimenti diventerebbe una ff infinita.
Piccola precisazione:
• Il Patronus di George Weasley era un coyote (dopo la morte di Fred si suppone che si sia trasformato nel Patronus del gemello, una iena, ma non se ne ha la certezza) mi sembrava giusto spiegare perché io abbia scelto proprio quel animale.
Ringraziamenti:
Vi adoro tutti, grazie infinite per avermi sopportata e fatto sorridere con i vostri commenti. Non c'è niente di più bello che scrivere una storia, sapere che piace a chi la legge, e che magari è anche in grado di divertire o emozionare. Tornerò presto con una nuova ff, sta volta però non si tratterà della nuova generazione. La pubblicherò lentamente, perché non ho sempre i capitoli pronti. La scuola mi sta tenendo molto impegnata.💋💋
Nel frattempo vi lascio due piccoli indizi:
•Ha sempre a che fare con il mondo di Harry Potter.
•1977.
Kiss kiss Gossip Gir- ah no, Ele.
(Ignorate il disagio❤️❤️)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top