9. Ormai è fatta
La tensione nella stanza è palpabile, detesto quando succede. Dagon mi fissa con compassione come se si aspettasse che io scoppi a piangere da un momento all'altro, quando in realtà l'unica cosa che voglio è che la finisca di guardarmi in quel modo. La gamba di Al non smette di muoversi, chiaro segno della sua prontezza ad esaudire ogni mio desiderio perché oggi è quel giorno dell'anno. E durante quel giorno dell'anno il mio migliore amico si butterebbe giù dalla torre di astronomia, se glielo chiedessi, pur di farmi felice. Devo stare attento a quello che esce dalla mia bocca perché quando ho espresso ad alta voce la mia voglia di ricevere una Nimbus 2020, lui è tornato in camera proprio con una Nimbus 2020 con tanto di fiocchetto. Perciò me ne sto zitto a fissare il mio libro di Quidditch attraverso i secoli, sperando nell'irreale possibilità che smettano tutti di guardarmi.
-Ho comprato un rospo, sapete- la voce di Kieran spezza il silenzio e per una manciata di secondi posso respirare senza i loro occhi puntati addosso. -L'ho chiamato Excalibur, ma voi potete chiamarlo semplicemente Ex-
Nessuno fiata, sembra persino che Dagon abbia smesso di respirare. Forse credono che il rumore possa spingermi ad un livello di depressione tale che mi porterebbe a suicidarmi. Apprezzo quello che fanno, starmi vicino e tutto il resto, ma ho bisogno di chiasso, confusione, di fare e sentire qualcosa che mi permetta di liberare la mente, qualcosa che mi faccia dimenticare che giorno è oggi.
-Bel nome- è come se percepissi il rimbombo della mia stessa voce, sento il cuore che mi batte nel petto, il respiro accelerato di Albus e l'acqua del Lago Nero che sbatte contro le finestre. Le guance di Dagon iniziano a colorarsi di rosso, chiaro segno che si, ha effettivamente smesso di respirare.
-Già-
-Dagon- Il mio migliore amico si sporge in avanti e sussurra -prendi aria, forza-
Sono passati due anni, due anni nei quali sono successe un sacco di cose, a volte vorrei prendere il mio gufo e scriverle una lettera, come facevo ogni volta che avevo qualcosa da raccontale: la Coppa delle Case vinta da Serpeverde, i risultati della partita di Quidditch e il mio Eccellente in Trasfigurazione, ad esempio. Non lo faccio perché sarebbe stupido e non otterrei nessuna risposta.
Vivo alla Tana adesso, con i Weasley e con i Potter. Le scriverei se mia madre non fosse in un luogo in cui la posta non può arrivare. Papà ti ama ancora e si odia perché non ha potuto fare niente per impedire che te ne andassi. Io non posso starci in quella casa, troppo grande e silenziosa in cui la tua mancanza si sente sempre più forte ad ogni passo. Così me ne sono andato e papà me lo ha lasciato fare. Mi manda galeoni, regali e ogni volta che ci vediamo mi sorride, ma non è più lo stesso. Io non sono più lo stesso. Mi pento di tutte le volte in cui ho dato per scontato la tua presenza, di non esserti stato abbastanza vicino e di aver pensato che ci saresti stata sempre e che saresti stata tu a risolvere i mei problemi ogni volta che qualcosa non andava. Ora sono grande e me la cavo da solo, mi hai cresciuto bene, sai.
Ingoio il groppo in gola e mi alzo dal letto perché so che se resto qui dentro a non fare niente per altro tempo, impazzirò. C'è una legge non scritta forse, che obbliga Albus a seguirmi ovunque anche quando non dovrebbe. Probabilmente questo è quello che fanno gli amici: ti stanno accanto e lo ringrazierò sempre, per tutto. Perché mi ha aiutato ad andare avanti quando credevo che il mondo per me fosse finito, che non avesse più senso continuare a vivere. Perché è il migliore amico che potessi mai desiderare e perché mi capisce ed io capisco lui meglio di ogni altra persona sulla terra.
Uno sguardo, uno sguardo solo e lui ha capito. Torna seduto sul suo materasso e annuisce impercettibilmente.
C'è un posto in questo castello in cui la confusione e le risate sono all'ordine del giorno. È lì che sto andando e Al lo sa.
***
Mi appunto mentalmente che devo assolutamente fare rifornimento di piume di zucchero e bacchette alla liquirizia. Durante la lezione di Ruff non avevo niente tra le mani da sgranocchiare e così ho punzecchiato Dominique per tutta l'ora. È stata molto più delicata dal solito quando mi ha fatta lievitare e ficcata dentro un'armatura.
-Al dice che questo mi dona, secondo voi è vero?- Roxanne ci sventola davanti alla faccia un maglione obbrobrioso a collo alto, dalla forma stravagante. Adesso, non che io voglia criticare i gusti dei miei cugini, assolutamente, non mi permetterei mai, ma c'è da dire che Lumacorno ha più senso dello stile di loro due. E Lumacorno indossa un panciottto giallo e un papillon.
-Davvero tu ascolti quello che dice Al?- intingo la piuma nell'inchiostro e non appena la tiro fuori, una macchia nera si allarga sulla gonna della mia divisa. Ma non importa, nonna Molly mi ha insegnato un incantesimo in grado di rimuovere qualsiasi sostanza dai vestiti.
-Io si, perché voi no?-
-No- esclamiamo in coro. E sono sicura che ciò non faccia di me una cattiva persona, perché ascoltare Albus Severus mentre parla di alta moda è come stare a sentire le frottole dei gemelli Scamander sui Nargilli dentro il loro armadio. È tutto interessante, certo, è quasi affasciante vedere il mio migliore amico e i gemelli mentre discutono convinti la storia delle gonne con le pieghe con la quale nell'antichità i Gorgosprizzi costruivano le loro abitazioni.
La mia migliore amica allunga una mano e mi porge il righello con cui traccio una riga mezza sbilenca sulla pergamena. Pergamena che secondo il mio Clan vale più della vita di uno di noi. Magari la vita no, ma un arto è sacrificabile. Il progetto per la ricostruzione del passaggio segreto crollato dietro lo specchio al quarto piano, ora è nelle mie mani esperte di Magiarchitetto.
-D'accordo- Rox guarda afflitta il suo maglione -allora penso che non lo indosserò-
-Dagli fuoco- è il saggio consiglio che esce dalle labbra di Dominique, che senza staccare lo sguardo dalle sue unghie, riesce a trasmetterci il profondo disgusto che prova nei confronti di quell'indumento.
La mia mano scatta in avanti e una strisciata d'inchiostro copre gli appunti che Molly aveva accuratamente scritto misurando ogni centimetro quadrato del tunnel, quando la porta si spalanca e la zazzera scompigliata di capelli di James, fa capolino nella nostra stanza.
-Codice Lupin,- annuncia solenne sistemandosi gli occhiali sul naso -ore nove e venti, Stanza Delle Necessità. Passaparola-
Resto qualche secondo a fissare il punto in cui un attimo prima c'era mio cugino, in bilico sulla sua scopa, e adesso solo il legno scheggiato della porta. Poi torno a tracciare linee sulla pergamena come se niente fosse.
Sono tentata di lanciare una maledizione senza perdono a chiunque abbia fatto irruzione nella mia camera, esattamente cinque minuti dopo che il quarto cugino della giornata, ci ha urlato di fare passaparola.
Ecco, Scorpius Malfoy, seduto sul mio materasso senza alcun invito che lo incita a farlo, meriterebbe davvero uno schiantesimo. Ma oggi è quel giorno dell'anno e per quanto lui meriti uno schiantesimo sempre, non sono così crudele.
Dominique esce dal bagno tutta improfumata e ci lancia un'occhiata veloce, prima di andarsene pensando che io non abbia notato che la felpa che indossa è la mia. Lascio perdere la voce della vendetta che mi urla nelle orecchie di saltarle al collo e sgozzarla, ma solo perché ho le sue mutande. Comodissime, tra l'altro.
Osservo Scorpius, che fissa fuori dalla finestra senza fiatare. Ed io lo so perché è qui, ci viene quando non riesce a smettere di pensare. Questo dovrebbe offendermi, perché significa che lui considera la mia persona chiassosa, rumorosa e fonte di distrazione, cose che assolutamente non nego di essere. Ma la verità è che non me ne frega niente di cosa pensa di me lui o chiunque altro.
-Passami la bacchetta- ordino a nessuno in particolare e poco dopo questa mi arriva dritta in fronte. Non capisco come Roxanne possa essere all'interno della nostra squadra di Quidditch, la sua mira fa schifo. Il sorrisetto sornione sulle sue labbra però mi fa intuire che la sua cattiva mira è stata del tutto voluta e intenzionale e che quindi James non era ubriaco o sotto maledizione Imperio quando l'ha scelta come battitrice.
-Hai disegnato quello specchio in modo disgustoso- solitamente quando si entra in una camera che non è la propria, ci si aspetta almeno un Ciao o un Buongiorno, mi sarei anche fatta andare bene un Ave Weasley Suprema, non sono esigente. Ma non posso accettare che un biondo qualunque critichi il lavoro alla quale mi sto impegnando da giorni.
-A dire il vero l'ho fatto pensando a te- gli faccio un occhiolino e lui abbozza un sorriso.
-Essere sempre al centro dei tuoi pensieri mi lusinga-
-A me lusinga il fatto che tu sia lusingato-
-E a me lusinga il fatto che tu sia lusingata per il fatto che io sia lusingato-
-Non ci sto capendo niente- Roxanne si gratta la nuca -voi almeno sapete cosa state dicendo o lasciate che la vostra bocca parli senza prima consultare il cervello?-
-La mia bocca non ha bisogno di consultare un bel niente- ribatto scocciata dalla sua insinuazione sul non senso logico del nostro discorso profondo -È del tutto autonoma-
Inizio a raccattare velocemente le mie cose ed a lanciarle dentro la borsa rovesciando per sbaglio la boccetta dell'inchiostro sul tappeto. Tanto non mi è mai piaciuto, mi pizzica i piedi ogni volta che scendo dal letto -Forza Scorpius,- lo tiro per un braccio spronandolo ad alzarsi -andiamo a lavorare in un posto in cui la gente non insinua quello che io credo stia insinuando-
La voce di Roxanne, che si affaccia per le scale, e che ci urla che lei non insinua, lei dice chiaramente quello che pensa, rimbomba nella sala comune e alcuni primini si guardano in torno scioccati come se avessero appena sentito Merlino in persona.
-Secondo te quattro casse di caccabombe bastano?- infilo la testa nel passaggio segreto, facendo lievitare i miei acquisti sopra la testa di Scorpius, che continua a lanciare occhiate preoccupate ai quintali di merda che volteggiano sopra i suoi capelli.
-La tua voce mi irrita- è quello che ottengo in risposta.
Se consideriamo che trascorrere il mio pomeriggio con lui e il suo muso lungo non era nei miei piani, dovrebbe solo stare zitto ed essere riconoscente. Ma no, quando mai Scorpius Malfoy mostra un briciolo di gratitudine nei confronti di qualcuno?!
Troppo presa a fulminare la sua schiena e ad insultarlo nella mia testa con quelle poche parolacce che conosco in francese, inciampo in un sasso e la bacchetta con la quale tengo sollevate le casse, mi scivola dalle mani.
Non posso farci niente, per quanto lo detesti non voglio che ricordi il secondo anniversario della morte della madre, come il giorno in cui Rose Weasley lo ha sepolto sotto la merda. Perciò, in quanto valorosa e saggia Grifondoro, anche se Hugo dice sempre che associare la parola saggia al mio nome è come commettere uno scempio, lo spingo in avanti con tutta la forza che ho nelle braccia.
Non mi aspettavo di certo che lui cadesse a terra come un salame, questo nel mio piano di salvataggio non era previsto. Essere l'unica spettatrice ad assistere alla caduta epica di quintali di egocentrismo mescolata ad un pessimo carattere, fanno spuntare sulle mie labbra un sorriso beffardo, prima che io gli atterri sopra e le casse sbattano contro la mia schiena.
***
-Ehi Dominique, ci vieni ad Hogsmeade con me?-
Le possibilità che questa volta mi dica di si, sono altissime. Insomma, è statisticamente impossibile resistere a questa faccia. Una volta persino la Mcgranitt è caduta sotto l'effetto del mio fascino: la sua espressione sbalordita davanti al mio occhiolino compromettente è rimasta impressa nelle mie retine. Certo, poi come segno della sua totale imparzialità, per mostrare a Hogwarts che non ha alcun tipo di preferenze e che per esempio, questa preferenza sono io, mi ha tolto quindici punti e spedito a lucidare vasi da notte. Ma questo Fred non lo sa, ed è l'unica cosa che conta.
Affianco mia cugina sfoggiando il sorriso migliore del mio repertorio e lei in risposta mi supera frustandomi la faccia con la sua coda bionda. -No-
Inizialmente la invitavo ad uscire solo per il fatto che mi divertiva vederla arrabbiata. Mi è sempre piaciuto stuzzicarla, ma non solo lei, stuzzicare tutti. Non è come se Dominique avesse qualche privilegio speciale. A lungo andare però, i suoi continui e persistenti rifiuti, mi hanno costretto a prenderla come una sfida: se entro la fine dell'anno non riuscirò a portarla ad Hogsmeade con me, mi lancerò giù dalla torre di astronomia.
Il mio migliore amico mi ripete da mesi che forse è tempo di iniziare a scrivere il testamento, nel caso volessi lasciare la mia nuova scopa in eredità a qualcuno, quando perderò contro me stesso. È pessimo, davvero pessimo. Non ha ancora capito che nel caso dovessi passare all'altro mondo, tutti i mei effetti personali sparirebbero con me.
La mia mano scatta involontariamente tra i capelli e i piedi si muovono da soli, bloccandole la strada. Se c'è una cosa che ferisce l'orgoglio di James Potter, tralasciando per un attimo le partite di Quidditch perse, è dire di no a James Potter e nessuno può dire di no a James Potter.
-Riformulo la domanda,- schiarisco la voce e fisso intensamente i suoi occhi azzurri -vuoi...-
-Ti prego,- per essere il tono di una che ti sta rifiutando per la seconda volta in trenta secondi, è incredibilmente gentile e pacato -non riformulare niente,- lancia la sua borsa pesante tra la mie braccia e mi sorride. Guardo confuso prima la sua borsa e poi lei, forse tra le due cose c'è un sottile nesso logico che non riesco a comprendere -ma se proprio muori dalla voglia di stare con me, vieni ad aiutarmi a togliere i massi dall'entrata del passaggio segreto crollato-
Ed io la seguo.
***
-Ho il tuo stupido gomito ficcato nella schiena- ringhia Scorpius muovendosi sotto di me per cercare di liberarsi. Ma a quanto pare tutti quei capelli catarifrangenti impediscono al suo cervello di filtrare e capire la gravità della situazione.
-Stai un po'a sentire, razza di babbuino,- la cassa di caccabombe che si trova vicino al mio braccio sinistro, scricchiola pericolosamente -devi stare fermo se non vuoi morire sepolto sotto la merda- il mio tono è calmo ma duro, esattamente quello giusto per affrontare situazioni del genere -adesso cerca la bacchetta-
-cerca la bacchetta,- mi scimmiotta tirandomi in modo assolutamente intenzionale, una manciata di terra in faccia -genio, siamo al buio e tra l'altro ho i tuoi dannati capelli davanti agli occhi-
-Il fatto che tu mi consideri intellettualmente superiore a te, non è altro che la prova dell'esistenza della poca materia grigia nel tuo cervello,- mi arriva una gomitata ma grazie ai miei riflessi eccellenti riesco a schivarla senza problemi -è proprio per questo che adesso sono io ad avere il comando. Perciò se ti dico di cercare la bacchetta, tu inizi a cercare la bacchetta con o senza vederci. Ci siamo capiti?-
Trattengo il respiro perché sono sicura che quello che mi è appena entrato nel naso sia un ramoscello, spero che sia un ramoscello, e che Scorpius Odioso Malfoy, c'entri qualcosa.
-Io non prendo ordini da te- ringhia, ed io ritiro tutte le cose belle che ho appena detto ad alta voce, riguardo che la sua materia grigia esista e che non sia solo una leggenda. Andiamo, perché devo avere a che fare con gente così? Merlino deve averlo creato e mandato sulla terra per punirmi di qualcosa che non so di aver fatto.
-Bene,- vorrei incrociare le braccia al petto e fulminarlo per trasmettergli tutto il mio profondo odio, ma mi limito a fissare la sua nuca o almeno credo che quella sia la sua nuca, con gli occhi assottigliati -allora resteremo qui, insieme, da soli per molto tempo, circondati da merda esplosiva che potrebbe soffocarci da un momento all'altro,- Scorpius rinuncia a tentare di strisciare sul pavimento come un verme, costatando che le casse, non il mio corpo schiacciato oppressivamente contro il suo, pesano troppo. -Ma d'altro canto comprendo che questa tua voglia maniacale di passare del tempo con me, ti porti a fare cose stupide, come ad esempio, rifiutarti di cercare la bacchetta-
-Facciamo così,- quello che esce dalle sue labbra assomiglia vagamente al verso di un lupo pronto a sbranarti. E devo riconoscergli che gli viene davvero bene, se non lo conoscessi adesso starei tremando di paura, davvero -Tu chiudi la bocca per... facciamo cinque minuti di fila e io cerco la bacchetta, intesi?-
-Ci sto- e ci sto perché dobbiamo affrettare le cose, ho un codice Lupin da rispettare e gli altri mi ammazzano se arrivo in ritardo.
Il suono delle mani di Scorpius che smuovono la terra e che cercano a tastoni l'unico oggetto in grado di tirarci fuori di qui, è troppo lento. Chiaro segno che il suo cervello da bradipo non riesce a fare le cose più velocemente. Non gliene faccio una colpa, è nato così. Ma se solo un grammo di cacca finirà sulla mia persona, allora si, in quel caso sarà colpa sua e non esiterò a buttarlo in pasto alla piovra gigante.
La cassa abbandonata vicino al mio braccio, continua a scricchiolare pericolosamente, sono consapevole del fatto che se facessi anche solo un movimento troppo azzardato, questa salterebbe in aria e il mio bel profumo di fiori con essa. Ma non c'è tempo, bisogna agire. La bacchetta di Malfoy è volata molti metri più avanti quando l'ho spinto e deve essere caduta in qualche buco, perché il lumos che fino a un quarto d'ora fa illuminava il passaggio, ora sembra essersi dissolto nel nulla e il tunnel è immerso nel buio più totale.
Mi sporgo in avanti iniziando a cercare, anche perché credo di non sentirmi più la gamba e non vedendo non posso avere la certezza che il mio arto sia ancora al suo posto. Poggio il petto sulla testa di Scorpius e mi sporgo in avanti, avvertendo le casse scivolarmi piano lungo la schiena.
-Cosa stai facendo?- sbotta -ho le tue stupide tette addosso!-
Non gli rispondo perché Rose Weasley rispetta sempre gli accordi e il mio momentaneo voto di mutismo è stata una sua idea.
Davanti non trovo nulla, tranne qualcosa di viscido che ha iniziato a risalire la mia mano. Ma per carità non voglio sapere di cosa si tratti, preferisco rimanerne all'oscuro. Così, con un movimento lento e controllato, scivolo all'indietro spiegazzando la camicia di Scorpius.
Miseriaccia, credo che quello che ho appena tastato sia il suo culo.
-Smettila- con uno strano scatto del braccio mi afferra una coscia e mi impedisce di scendere più in basso. Avvertisco come un fremito fastidioso nel punto in cui le sue dita sono decise a non mollare la presa -devi stare ferma- dice autoritario, e un po' perché mi rendo conto di starmi strusciando su di lui e un po' perché le casse hanno iniziato ad emettere strani rumori, faccio come dice.
Qualche secondo dopo la mia bacchetta è tra le sue mani e la luce mi acceca come niente mi ha mai accecata prima.
***
Corro velocemente su per le scale, con le maniche delle camicia arrotolate fino a sopra i gomiti, la cravatta calante ed i pantaloni sporchi di terra e fango. Aiutare, evidentemente Dominique non conosce il significato di questa parola, e se lo conosce lo ignora. L'unica cosa che per le precedenti due ore si è degnata di fare è stata quella del palo, seduta a terra.
Ogni volta che un masso rischiava di aprimi in due la scatola cranica, lei rideva. E so che dovrei essere arrabbiato perché una cosa del genere non è contemplabile, ma proprio non ci riesco. Sorrido come un idiota al pensiero di essere io quello che oggi è riuscito a divertirla. E considerando che ha sempre il muso e quell'aria scazzata, è una grande ricompensa per aver lavorato come uno schiavo.
Le lancio un'occhiata furtiva, osservandola mentre con una calma glaciale, sale le scale dietro di me.
Idiota, sei in ritardo. La voce della mia coscienza che assomiglia inquietantemente a quella di Fred, si fa spazio tra i mei pensieri per ricordarmi che sto per morire. Aumento il passo e mi infilo istintivamente una mano in tasca per accertarmi che sia ancora lì. E si, la pagina che ho strappato dal libro di trasfigurazione è al suo posto.
Controllo che non ci sia nessuno nei paraggi e con uno slancio degno di nota, entro nella Stanza delle Necessità che è appena apparsa davanti ai miei occhi.
***
Il mio piede batte freneticamente a terra. È un gesto del tutto involontario e che non riesco a controllare. Ultimamente, lo ammetto, sono molto nervoso, mi irrito facilmente e la mia voglia di schiantare qualcuno senza motivo è aumentata a dismisura. Adesso, per esempio, schianterei volentieri i mei migliori amici che sembrano scomparsi dalla faccia della terra.
Non farò domande, perché qualsiasi cosa Rose abbia fatto, nel bene e nel male, deve sicuramente essere riuscita a liberare la mente di Scorpius. E questa è l'unica cosa che conta. Certo, se magari adesso fossero qui, davanti ai miei occhi ed a quelli gioiosi degli altri, sarebbe meglio.
Fred probabilmente si starà chiedendo che fine abbia fatto mio fratello, lo vedo da come fissa la porta senza distogliere lo sguardo. Ma lo sanno tutti, per quanto James si impegni non riuscirà mai ad arrivare ad un appuntamento in orario, neanche se questo appuntamento ha a che fare con un codice Lupin.
Dominique solitamente è in anticipo, la sua mania ossessiva nel dover occupare sempre i posti migliori è qualcosa che deve aver trasmesso anche a Louis, che tiene la testa poggiata allo schienale della poltrona, forse chiedendosi se sia il caso di mandare una squadra di soccorso o aspettare ancora qualche minuto.
-Davvero? Victorie dice che a volte esagero con i colori, ma se la metti così non posso che darle torto-
Giro lentamente la testa, accettando il fatto che Rose e Scorpius non arriveranno prima di dieci minuti e osservo sorridendo la chioma azzurra che ride insieme a mia sorella, accanto al fuoco.
-A lei non dirlo, altrimenti lo sai come si arrabbia-
La stanza piomba nel silenzio quando la porta della Stanza delle Necessità si spalanca e una voce fon troppo conosciuta urla -Gente non temete, il vostro Capitano è qui!-
Il chiacchiericcio riprende immediatamente e nessuno pare prestare attenzione al look trasandato di James ed ai suoi capelli che adesso sembrano ancora più spettinati del solito. Ma d'altro canto, James non presta attenzione a nessuno che non sia Fred, che dopo averlo insultato a voce alta, fa scomparire con un solo morso lo zuccotto che teneva in mano.
Gli occhi di mio fratello saettano veloci setacciando la stanza in pochi secondi, ha la stessa espressione concentrata di quando è sul campo di Quidditch. Quando trova chi stava cercando, le sue braccia si allargano, il suo viso si illumina e poco dopo lui e Teddy rotolano avvinghiati sul pavimento.
-Oggi è il giorno dei metamorfomagus, dove sono i mei regali?-
Rose assottiglia lo sguardo; finalmente con un ritardo abissale e completamente sporchi da capo a piedi lei ed il mio migliore amico hanno pensato bene di presentarsi -Non ho mai sentito parlare di questa festività-
-Ne sei sicura?- il sorriso sulla faccia di Ted si fa più smagliante. Quando si parla di regali, ogni membro della famiglia Weasley Potter sarebbe in grado di inventare qualsiasi cosa pur di riceverne uno. Non sta tanto nel fatto di cosa si trova all'interno del pacchetto, perché tanto sono quasi sempre maglioni o caramelle, ma nel poter sbattere in faccia agli altri cugini che io ho ricevuto questo e tu no.
-Sicurissima, stai cercando di fare il furbo con noi, ma io non ci casco-
-Beh, comunque, dovrebbe esistere- le punte dei capelli di Teddy iniziano a colorarsi di rosso, segno che sta per partire con una delle sue filippiche da ex Caposcuola -Hanno creato il giorno della zuppa, degli Elfi Domestici, esiste persino il solstizio d'estate e la maggior parte delle persone non sa neanche cos'è un solstizio. Quindi, in quanto membro più anziano, proclamo che l'undici gennaio è da e oggi e per sempre, il giorno dei metamorfomagus. Svuotate le tasche, grazie-
-Ma non dovremo metterlo ai voti?-
-Al,- Fred mi osserva scuotendo la testa -se solo te ne fossi ricordato due secondi prima. Ormai è fatta, la sentenza è stata proclamata ed io ho appena perso un pacchetto intero di tutti i gusti più uno-
-Teddy,- La Crostatina Canarina che James tiene in mano, sventola in aria come una bandiera -io me la tengo e risparmio a tutti il racconto di quando ho beccato te e Vic a limonare sull'Hogwarts Express, ci stai?-
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