6. Schiantesimi, adorati schiantesimi

Scorpius mi guarda con le mani poggiate dietro la nuca, è steso sul suo letto sfatto e pare che non abbia nessuna voglia di alzarsi. Lo capisco, chissà quanto ha sborsato il paparino per far dormire il suo unico erede sul morbido. Le sue labbra sono stirate in un ghigno, non credo che ci faccia neanche più caso ormai, è il suo marchio di fabbrica.

Mi stiracchio e mi rigiro tra le coperte di mio cugino, che hanno uno strano odore: è un misto tra gorgonzola e sapone per le mani. Riguardo il sapone per le mani, ho una vaga idea in testa, per il gorgonzola spero solo che si lavi i piedi e di non trovare roba non identificata sopra al lenzuolo.

-Ragazzi vi state fissando in modo strano, mi sto spaventando,- Kieran Nott abbassa il suo libro di storia della magia e ci rifila un'occhiata divertita -Volete che esco? Vi lascio soli?-

Non sto guardando Scorpius, certo che non lo sto facendo, mi sto solo chiedendo come faccia una persona ad apparire attraente quando dovrebbe essere tutto tranne che quello.

Con quei capelli sparati in tutte le direzioni, i vestiti stropicciati e l'aria di uno che è stanco da morire, secondo le leggi dell'universo dovrebbe sembrare un barbone, non un cazzo di modello.

-Piantala- sibilo minacciosa. Kieran, dall'alto della sua intelligenza, pare non afferrare il concetto e continua a sorridere. Due fossette gli spuntano ai lati della bocca e la sua palpebra si strizza in un occhiolino. Se stesse ammiccando alla sottoscritta o se avesse solo un tic all'occhio, non lo saprò mai, visto che Scorpius ha appellato la sua scopa e gliel'ha lanciata contro come un fresbee.

Un tiro perfetto direi, ne è come conferma il rumore del legno che sbatte rumorosamente contro la testa vuota di Nott.

-Ahi- le "i" sono pericolosamente allungate, la voce del battitore di serpeverde è quella di un bambino a cui hanno appena rubato le caramelle. Mi sta facendo venire il mal di testa. -Perché lo hai fatto?!

-Sono il tuo Capitano,- evidentemente questo basta, visto che Kieran non si azzarda a ribattere.Vedo nel suo viso il terrore puro che Scorpius possa afferrare qualcos'altro e tirarglielo contro. Non deve essere uno spasso condividere la camera con lui. -Faccio quello che voglio-

Secondo la sua assurda affermazione, anche James sarebbe autorizzato a fare tutto ciò che gli passa per l'anticamera del cervello (cosa che già fa, ma in modo parzialmente moderato. Per adesso l'unica cosa che mi ha scagliato addosso è la sua ira per essere caduta dalla scopa) spero tanto che nessuno si azzardi a dire questa frase davanti o nelle vicinanze di mio cugino.

Sarebbe la fine.

-E come tuo Capitano- calca con particolare enfasi l'ultima parola -So che non sei pronto. Come farai colpire i bolidi se non vedi neanche una scopa che ti vola contro?! È inaccettabile-

-Ero distratto...-

-Ma fammi il piacere Kieran- quel nome risuona nella stanza come un insulto -Devi stare sempre attento-

-Certo Capitano, agli ordini Capitano- la situazione sta sfiorando il ridicolo. Andiamo, ma come si fa ad avere paura di uno con i capelli così biondi? -Ora penso che andrò-

-E dove andrai?- Scorpius assottiglia lo sguardo, a dire il vero il suoi occhi sono talmente socchiusi che credo neanche ci veda.

-Ad allenarmi, naturalmente- Kieran ammicca verso la porta e raccatta le sue cose sparendo dalla mia vista come un razzo -È stato un piacere Rose Weasley-

Il silenzio galleggia nella camera per una manciata di secondi. Siamo entrambi troppo impegnati e fissare la porta che si è appena richiusa alle spalle di Nott con un tonfo. E che tonfo. Penso che sia caduto dalle scale.














-Vado a fare la doccia- il materasso scricchiola sotto al peso di Scorpius che si alza in piedi e si stiracchia. Cosa me ne importa a me, di quello che devi fare tu, scusa?

-E chissene frega?-

Sollevo lo sguardo dal mio libro di rune antiche, materia che tra l'altro non riesco a comprendere. Si chiamano rune antiche perché sono antiche e in quanto tali sono belle che estinte. Sono stata obbligata a sceglierla come corso pomeridiano, perché altrimenti mi sarebbe toccato alzarmi durante la notte, la sacra e divina notte, per andare a lezione. Astronomia, ma siamo impazziti?

Le sopracciglia di Scorpius schizzano verso l'alto, il ghigno made in Malfoy viene sostituito dal sorriso strafottente di chi è pieno e strapieno di sé. -Vieni con me?-

Si certo, quando gli Elfi domestici svolgeranno di loro spontanea volontà il loro lavoro cioè pulire, cosa che non fanno data la quantità industriare di vasi da notte lerci che la preside mi obbliga a lucidare, e James Sirius Potter smetterà di trovare divertente ed esaltante qualsiasi cosa, cioè mai.

Chiudo con un tonfo il mio tomo di ottocento pagine, delle quali ho guardato solamente le figure delle prime due, e fingo di rifletterci.

-Mi dispiace deluderti,- sfoggio un sorriso che più falso di così non si può -perché ti si illumina il viso, gli occhi ti brillano e ti riempi di speranza, ma scordatelo-

-Bene- il suo sorriso non mi piace per niente, ma per niente per niente per niente. Ho già detto che non mi piace per niente?

Mi chiude la porta in faccia, ma continua a guardarmi fino all'ultimo con l'espressione di uno che ha in mente qualcosa e che quel qualcosa non è assolutamente nulla di buono.

Platinette io non ti temo, sono qui che ti aspetto. Con la bacchetta in mano e un elmetto protettivo sulla testa, ma questi sono solo futili dettagli.

Il rumore della pioggia che si infrange nell'acqua del lago nero, e quella che scorre sul corpo nudo di Scorpius, che io non ho mai provato ad immaginare... magari solo qualche volta, per sbaglio, mi rilassa. Non perché l'immagine dei pettorali di Malfoy, che mi lampeggiano nella testa, siano rilassanti, al contrario.

Affondo una mano tra i mei capelli arruffati, sbuffando sonoramente. Soraya mi ha fatto sbattere il sedere a terra e adesso la mia chiappa sinistra ne sta risentendo. Quella matta... non ho intenzione di respirare la sua stessa aria. Non tornerò nel mio dormitorio fino a che non sarò sicura che lei se ne sarà andata, e con andata intendo per sempre.

Un momento, perché devo essere io quella che non può entrare nella propria stanza? È ridicolo, io ho il diritto di dormire nel mio letto e se a lei non sta bene, che vada a farsi fottere.

Mi alzo ed inizio a gironzolare per la camera, frugando un po' in giro. Il mio unico pensiero al momento, oltre al lancinante dolore alle chiappe e che odio Soraya con tutta me stessa e che Scorpius Malfoy è un deficiente, è che mi sto annoiando.

Sono sola, nel covo di quattro adolescenti maschi arrapati, l'odore dei loro ormoni è ovunque, cosa dovrei fare?

Trovo un sacco di caccabombe nascosto dentro l'armadio, ne prendo un paio e me le ficco nella borsa. È meglio essere prudenti, qualche bomba alla merda è sempre utile. Non si può mai sapere se qualcuno decida di attaccarti nel bel mezzo della notte...

Nel cassetto delle mutande, infilate in un boxer giallo canarino c'è un pacchetto di cioccorane. D'accordo, forse dato il luogo in cui sono dovrei lasciare perdere, nessuno dovrebbe mangiare del cibo, per quanto questo delizioso sia, che si trova all'interno di un cassetto delle mutande. Mi guardo in torno, giusto per assicurarmi che Scorpius non mi stia guardando mentre commetto questo atto osceno. Afferro una cioccorana e me la infilo tutta in bocca, ignorando la vocina isterica, che assomiglia inquietantemente a quella di Dominique, che mi urla che sono disgustosa.

Con la bocca sporca e l'espressione colpevole di una che ha appena svaligiato una banca, mi pulisco la faccia con il braccio, sentendo qualcosa di duro, molto molto duro ma soprattutto pieno di pagine che si scontra con la mia testa.

Adesso, se fossi una persona normale, penserei che un libro è appena caduto da una mensola e che, con mia grande sfortuna, mi ha presa in pieno. Ma siccome il mio cognome è Weasley e le uniche cose presenti sulle mensole sono Gelatine tutte i gusti +1 fuori dalla loro confezione e qualche figurina, nessun libro è accidentalmente caduto da solo sulla mia testa.

Lancio un urlo e mi copro con le mani il punto dolorante. Sento qualcosa che pulsa sul retro della mia scatola cranica, e questo non è per niente un buon segno, forse ho un trauma.

Mi volto di scatto ritrovandomi, poggiato con nonchalance alla stipite della porta come se non avesse appena provato ad uccidermi, Scorpius Malfoy con solo un asciugamano a coprilo.

-Hai attentato alla mia vita!-

Vorrei togliergli quel ghigno sadico a suon di calci nel sedere, ma la vista del suo corpo bagnato e perfettamente scolpito, mi fa passare qualsiasi istinto omicida nei suoi confronti, ma non il mal di testa, dannato imbecile.

-Non è vero, ti stavo facendo un favore!-

-Ammazzandomi con un libro di milleduecento pagine?-

Va bene, sono consapevole del fatto che la mia voce, adesso, assomiglia a quella della Signora Grassa che intona la lirica.

-Testavo i tuoi riflessi e poi, se un libro bastasse ad uccidere qualcuno io non sarei qui-

-E se tu non fossi qui, l'intero mondo magico gioirebbe-

-Tu saresti la prima a piangere la mia scomparsa-

Non mi viene in mente nulla di abbastanza sensato da colpirlo nel profondo. Quegli addominali mi distraggono non poco...

Mi piacerebbe essere una di quelle goccioline birichine che si infilano nel suo asciugamano.

Vorrei vedere se anche Santa Santina da Santonia, al mio posto, non ci avrebbe fatto un pensierino.

Siccome i miei neuroni sono fusi, proprio come il formaggio, non mi resta altro che sfoderare la bacchetta e schiantarlo.

Giuro che quando le sue gambe sono volate per aria, non ho visto niente.

***
Apro gli occhi, mi gira la testa, la schiena mi fa male e le mie gambe sono incastrate tra il mio letto e quello di Dagon, ma che cavolo. Mi ritrovo ad un palmo dal naso la faccia allegra di Rose Weasley, i suoi capelli mi solleticano il viso e mi finiscono in bocca soffocandomi.

Forse sono morto e questa pazza è venuta a perseguitarmi anche nell'aldilà.

-Finalmente,- esclama euforica e lei lo sa che il suo acuto mi ha appena perforato un timpano -credevo di doverti portare in infermeria di peso-

Schiantato. Mi ha schiantato. Di nuovo.

Una delle prime cose che si imparano di Rose Weasley, nolente o dolente, è che la sua sete di vendetta è superiore a quella che dovrebbe trovarsi all'interno del corpo di un Grifondoro medio. E che corrisponde nel lanciare quasi sempre schiantesimi o incantesimi che provocano un grande dolore fisico, solitamente rivolti al sottoscritto.

Ma non importa, per vedere la sua faccia che si arrossa dalla rabbia, gli occhi castani che si socchiudono ed il ghigno sadico che le spunta, mi prenderei anche una maledizione senza perdono.

-Coraggio Platinette- non riesce, anzi penso che non ci stia neanche provando, a nascondere la soddisfazione nel vedermi tramortito sul pavimento -Alzati- mi ordina.

E nessuno dice a Scorpius Malfoy cosa fare. Non lo sto pensando perché ho un anca bloccata, certo che no.

Sorride e che sorriso come se le mie disgrazie la divertano particolarmente, anche se in realtà non sono disgrazie, visto che è colpa sua. Sempre. A prescindere dalla situazione e qualsiasi cosa mi succeda.

-Cosa?- borbotto con la bocca impastata. Devo sembrare ridicolo in questo momento, cioè, talmente bello da ridicolizzare chiunque mi circondi.

La voce mi esce più roca del previsto, alle mie orecchie giunge come una martellata. Se non mi sposto da qui, credo che morirò nel modo meno dignitoso al mondo.

Ucciso da una sottospecie di puffola pigmea con le lentiggini. Certo, in questo caso si parla di una puffola pigmea con lentiggini molto aggressiva, ma resta comunque al confine tra il comico, e la gente non ride di me, mai, e il deprimente.

-Alzati- ribadisce afferrandomi un braccio con le sue piccole fredde mani. -Muoviti prima che arrivi Albus e ti trovi mezzo nudo steso a terra, lo sai che fraintende tutto-

Credo di vederci doppio, da quando gli esseri umani sono dotati di quattro paia di occhi?

-Che fraintenda pure...-

Mi aiuta o meglio mi sballotta da una parte all'altra. Sento il mio cervello che si spiaccica contro la scatola cranica, e questo non va bene. Grazie a me, non a lei, riesco a mettermi seduto e a respirare qualcosa che non siano i suoi capelli al retrogusto di vaniglia.

***
-Io e James abbiamo scoperto che ad Albus piacciono le ragazze magre ma formose- sussurra Dominique, fingendo di sfogliare il suo libro di pozioni.

La bibliotecaria fortunatamente non ci ha sentite. Continua a ronfare con la testa poggiata sulle sue braccia rugose.

-È un po' troppo esigente- intingo la piuma nel calamaio e firmo il tema che ho appena finito di copiare.

Se la sua anima gemella è una modella di intimo, tanto vale andarla a cercare da qualche altra parte.

-I maschi sono superficiali, lo sai. Si lamentano se una ragazza è troppo intelligente ma allo stesso tempo, non vogliono una stupida-

Sollevo lo sguardo e incrocio quello azzurro di mia cugina. Non ha la sua solita aria da "non me ne frega un cazzo di te, e neanche di te." -Dom, c'è qualcosa che devi dirmi?-

A quelle parole sembra scattare e si avvicina con il viso -Hai presente il ragazzo di cui ti parlavo?-

-Si- no.

-Ho scoperto che nel periodo in cui uscivamo insieme, ci provava con altre tre ragazze. Che bastardo-

Ed è in questi momenti che sono felice di essere single, di rifiutare gli appuntamenti e di concedere all'altro sesso solo una notte di passione con la sottoscritta. Magari a volte si tratta di un pomeriggio, ma comunque il senso è quello.

-Non dirmi che anche tu hai intenzione di fare un voto di castità-

Non potrei sopportare i mei due migliori amici che si alleano e decidono di farsi santi.

Mi guarda come se fossi scema -Ma no, certo che no, solo che a volte credo di aver trovato quello giusto, ma poi alla fine si rivela essere un caso disperato-

Arrotolo la mia pergamena e mi assicuro che entri nella mia borsa -Magari hai una calamita che attira i deficienti-

-Fai davvero schifo a consolare le persone- poggia la schiena contro la sedia e inizia a dondolare. Fissa affranta una ciocca dei suoi capelli biondi e acconciati, e controlla minuziosamente che non ci siano le doppie punte. Lo fa sempre quando è sconsolata, cioè ogni volta che finisce male con uno dei suoi spasimanti.

Non lo faccio apposta, è una mia dote naturale. Devo averla sicuramente ereditata da papà, mamma gli ripete sempre che ha la stessa sensibilità di un cucchiaino.

-Prova a frequentare gente con un quoziente intellettivo più alto, magari-

Mi guarda, io la guardo, afferra la sua borsa e si alza -Va bene, allora ciao-

Con questa mi ha colpita nel profondo.

-Aspetta Dom- le corro dietro -Lo sai che non era questo che intendevo!-

Non si ferma, ma sento comunque la sua ristata.








Più avanti potrebbe esserci l'apparizione di un certo figaccione dai capelli blu.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top