25. Per te

Scorpius non accenna a muoversi, insolito, visto che l'unica cosa che dovrebbe fare in questo momento, è proprio quella. Fissa il mio viso, poi la porta del bagno e infine si decide di dare una risposta alla mia espressione corrucciata — causata anche dalla posizione scomoda e dal marmo freddo premuto contro la schiena — si schiarisce la voce -Credo che stia arrivando qualcuno-

È un idiota, così come lo sono anche io per essere finita in una situazione del genere, e in quanto tale non mi aspetto che abbia particolarmente tatto o intelligenza nel dire le cose. Sta arrivando qualcuno, è quel genere di frase che ogni ragazza non vorrebbe mai sentirsi dire quando è priva di vestiti o in una posizione compromettente — nel mio caso entrambe — perciò, il mio cervellino bacato momentaneamente stordito dai troppi profumi che aleggiano nel bagno, impiega più del dovuto a comprendere il senso logico delle sue parole.

Boccheggio qualche istante, pregando Merlino per far sì che mi lanci un consiglio divino su cosa fare, anche perché i mei due neuroni smettono di funzionare proprio ogni singola volta in cui ho bisogno di loro. Essere una Granger non serve a niente quando sei anche metà Weasley. Poi fortunatamente riesco a riscuotermi e recuperare un briciolo di buonsenso. Buonsenso, che tra l'altro mi urla nelle orecchie di fingermi morta e o affogarmi nella vasca, che ha la stessa voce isterica di mio fratello.

Impreco, lo faccio nel modo meno femminile possibile e con uno slancio, dopo aver spinto Scorpius da un lato, mi tuffo dentro l'acqua, nell'esatto istante in cui il Prefetto di Corvonero e quello di Tassorosso, Aron Blueshad e Trevor Shake, avvinghiati come due sanguisughe, fanno irruzione nella stanza.

La cosa più sorprendente non è tanto scoprire che Aron, il mio primissimo fidanzatino, sia passato all'altra sponda, ma che io: Rose non te la darò mai Weasley, stavo consciamente per accogliere nella mia pentola la zucchina di Malfoy.

Oh merda.

Ho mostrato a Scorpius l'immostrabile.

-Ehm...- Trevor boccheggia con il viso in fiamme, ma non penso di essere nella condizione di poter giudicare le facce altrui, mentre Scorpius, seduto in una pozione strategica, li fissa con un sopracciglio inarcato ostentando gelido fastidio -Credevamo che non ci fosse nessuno... noi ehm...- si gratta la nuca a disagio e Aron non accenna a voler riprendere a respirare -noi non stiamo insieme, è solo che...-

-Bello, chissene frega- sbotto, scordandomi per un attimo di essere la rappresentazione vivente della vergogna -quello che succede nel bagno resta nel bagno. Nessuno ha visto niente, intesi?-


Sabato 29 Novembre, ore 10:01.
Campo di Quidditch.

-Benvenuti alla semifinale di Quidditch tra Serpeverde e Corvonero- Olivia Baston, la cui voce è amplificata dalla bacchetta, sfoggia noncurante la sciarpa di Grifondoro e riassume velocemente le regole del gioco. È incredibile riuscire a credere che io, il mitico James Potter, stia correndo come un matto tra la folla di gente, quando potrei benissimo essere seduto sugli spalti e godermi l'esilarante scena della squadra verde e argento che tra i fischi e le urla, viene squalificata.

D'altro canto, sono un uomo d'onore e vincere la Coppa solo perché uno dei miei maggiori rivali è stato sbattuto fuori dalla competizione a suon di calci nel sedere, non ha niente di glorioso. Perciò, marcio spedito verso la postazione della cronista — che mio fratello sia una serpe non c'entra nulla, non lo faccio mica per lui — approfittando del fatto che gli studenti si spostino per lasciarmi passare di loro spontanea volontà.

Kieran Nott, obbedendo fedelmente agli ordini del suo Capitano, credo che abbia paura di Scorpius principalmente, sfreccia a zig zag agitando in aria la sua scopa per farsi spazio tra la massa di corpi.

-Ma io dico,- il berretto viola di Fred è la prima cosa che mi salta all'occhio, quando giro la testa per guardarlo -quella svitata di Katie Holler,- ansima e si porta una mano sul petto modulando il respiro -non poteva aspettare qualche ora prima di avvelenare Albus con un filtro d'amore?-

Scrollo le spalle -Ragazze...-

-Buongiorno!- non è la voce di Oliva, a meno che questa non sia diventata improvvisamente un uomo -bella giornata per giocare, non trovate? Guardate quella nuvola!- Nott urla esageratamente forte e la Baston lo fissa corrucciata parecchi centimetri più in basso -sembra uno snaso, adorabile-

Io e Fred lo raggiungiamo proprio prima che possa avere un'attacco di cuore — evidentemente essere al centro dell'attenzione deve averlo scombussolato non poco — e con un gesto affatto gentile, gli strappo la bacchetta di mano.

Perdete tempo. Ha urlato Rose, prima che lei, Alice e Malfoy si trascinassero dietro un Albus stordito per i corridoi, sparendo dalla mia vista.

E siccome perdere tempo è una delle mie specialità principali — dopo quella di ammaliare le ragazze con un solo sguardo, naturalmente — un ghigno mi spunta sulle labbra, mentre la figura imponente della Mcgranitt sbuca alle nostre spalle.

***
-Idiota- ripete Alice dopo un lungo silenzio, additando mio cugino — che si, le prove confermano sia un idiota di prima categoria — con lo stesso appellativo con il quale lo ha chiamato prima di scendere nei sotterranei, sulle scale e infine in corridoio.

È palese che condividiamo una parte dello stesso patrimonio genetico, altrimenti non si spiegherebbe come mai gli unici ad essere sempre e costantemente classificati come individui non esattamente cervello dotati, siamo noi Weasley Potter. Sono intelligente, è quello che direbbe mia madre guardandomi da sotto i suoi gonfi capelli cespugliosi — che per fortuna non ho ereditato — ma non mi applico.

-E pensare che ho anche ordinato alla squadra di non prenderlo a mazzate in faccia!-

Questo è il commento di Malfoy. Commento pronunciato con un tono di voce neutrale, assolutamente non mirato a procurarmi la pelle d'oca, cosa che, senza alcuna ragione, ho. Deve essere il freddo, oppure un famoso effetto collaterale, da me non conosciuto, del troppo latte con i biscotti.

Io ho visto nudo lui, lui ha visto nuda me, direi che siamo pari e che possiamo seppellire la questione. Ma quando mai Scorpius è d'accordo con la sottoscritta? Mai, appunto. È come se fosse una legge matematica non infrangibile in nessun modo. Non che io me ne intenda di matematica, chiaro. Solo che se uno scienziato afferma che due più due fa quattro, nessuno può contraddirlo perché sanno tutti che ha ragione anche se non si sa il perché. Ecco, tra me e Scorpius è lo stesso.

Infatti, non appena mi volto per ringhiare qualcosa di acido — assolutamente non legato al fatto che la prima persona con la quale stavo, ma non sono andata, dopo Michael Lee, sia Malfoy — e trovo il suo sguardo grigio, già puntato su di me, per l'esattezza troppo in basso — e no, non intendo la schiena —

Schiocco le dita per riportare l'attenzione sul mio viso e lui, come se fissarmi il sedere fosse una cosa normale, mi sorride sornione.

Non c'è bisogno che sguaini la bacchetta per schiantarlo, magari mandando a sbattere il suo corpo da cretino contro la parete di pietra, visto che Albus — appeso alla sua spalla con la testa a penzoloni — inciampa nei suoi stessi piedi, e cade a terra portandolo con sé.

La contrapposizione di "Cazzo" e "Oh Katie" risuonano per il corridoio, senza essere sovrastate dal tonfo dei due idioti che atterrano sul pavimento.

È soddisfacente osservare la guancia di Scorpius che si spiaccica poco dignitosamente a pochi centimetri dai mei piedi. Riesco quasi a sentire la bolla del suo ego, sgonfiarsi lentamente come un palloncino.

Solo che poco dopo lui esclama -Weasley, mutande rosse, eh?- ed io non riesco ad evitare di acciaccargli i capelli con la suola delle scarpe.

-È color corallo, deficiente-

***
-Per scaramanzia, prima di iniziare, saltiamo tutti sul piede destro. Suvvia fate come me,- centinaia di occhi mi fissano confusi, Olivia ringhia qualcosa di scabroso e la Mcgranitt sembra sul punto di volermi lanciare giù dagli spalti -coraggio anche lei professoressa-

Balzo più in alto che posso, mentre gli occhiali mi scivolano sul naso. Lentamente, superato il momento di stordimento, quasi tutti gli studenti decidono saggiamente che se James Potter dice loro di saltare, allora saltare è la cosa giusta da fare.

-Ma siete seri?- non so se la Preside sia più indignata per il fatto che tutta Hogwarts stia dando retta a me, oppure perché il berretto di Fred è talmente osceno da inorridirla.

Allontano la bacchetta dalla gola e le sorrido bonario, scompigliandomi i capelli -Io sono James, ma anche sempre Sirius professoressa-

-Oh non di nuovo...- la Mcgranitt alza gli occhi al cielo. Ignoro il suo commento, anche perché è impossibile che io abbia già detto questa battuta — oggi è la prima volta che mi viene in mente — e torno a concentrarmi sulla mia missione.

-E ora facciamo quindici giri su noi stessi per allontanare... la pioggia- astuto, molto astuto -non vogliamo mica che i nostri cari giocatori si piglino un malanno-

Olivia continua a sussurrare parolacce terrificanti, non mi stupirei se da un momento all'altro dovesse tirare fuori un coltello e pugnalarmi.

-Professoressa lei non gira?- il tono di Fred è così fintamente ingenuo, che per un attimo mi compiaccio delle sue spiccate abilità di recitazione -sta per caso tirando il malocchio ai suoi studenti?-

-Che cosa?- sibila la Mcgranitt -Weasley spedisco lei e Potter a lucidare pavimenti per il resto della vostra vita. Adesso via, stiamo già sforando di dieci minuti-

-E ora,- agito le mani come un direttore d'orchestra, fingendo volutamente di non notare le occhiate fulminanti della Preside -un, due, tre: Weasley è il nostro re-

-Potter- Il fatto che non ci sia un "signore" davanti al mio nome, non mi turba particolarmente. Quello ha convincermi che: scappare è la scelta migliore per salvaguardare la mia persona, è la mano della Mcgranitt che si posa gentilmente — troppo gentilmente — sulla mia spalla.

-Andiamo Minnie,- non dovevo dirlo, oh no che non dovevo dirlo -ogni due ne para tre-

Coraggiosamente, balzo giù dalla postazione del cronista nell'esatto istante in cui la Preside allunga una mano per agguantare il mio mantello.

***
-Non riesco a credere che Katie lo abbia avvelenato- Alice, seduta a terra con la schiena premuta contro il muro, accarezza i capelli scompigliati di mio cugino — con la testa poggiata sulle sue gambe — troppo concentrato a comporre una poesia sugli occhi della Holler, per rendersi conto della posizione -credevo che fosse una ragazza tranquilla. Un po' logorroica, certo, ma tranquilla-

Quelle con i capelli che brillano di luce innaturale nascondono sempre qualcosa, è ovvio. Nel caso di Katie che è una pazza isterica tendente al sadico, ma nessuno è perfetto.

-Io lo dico sempre: mai fidarsi di quelle troppo curate- butto nel calderone una radice tagliuzzata, concentrandomi sulle pagine ingiallite del libro che ho davanti.

Il mio avere un Oltre Ogni Previsione in pozioni, mi ha resa ai loro occhi una pozionista esperta che non necessita alcun tipo di aiuto. È intuibile capirlo da come Scorpius stia seduto scompostamente sullo sgabello con una sigaretta in mano, e Alice parli a vanvera senza minimamente preoccuparsi del fatto che potrei far saltare tutto in aria. Anzi, se non alzano le chiappe credo che farò esplodere l'aula con loro dentro, intenzionalmente.

-Katie Holler non è affatto perfetta-

Ecco, questa è una delle frasi più sconvolgenti che io abbia mai sentito. Dalla sorpresa lascio scivolare troppa polvere di luna nella pozione, che assume immediatamente un tono distante dal rosso pervinca citato nel libro.

-Scherzi?- Alice fissa Scorpius corrucciata, con la frangetta castana talmente arruffata che mi chiedo come faccia a vedere. Deve avere un dono mistico, altrimenti non si spiega come faccia a non incavolarsi e strapparsi i capelli dal fastidio. Ma dopo tutto è stata eletta come Pacifista del nostro quartiere generale per un motivo -Lei è così magra...-

-Troppo- Scorpius la osserva con stessa espressione che usa per mettere in soggezione le persone. È come se le sue labbra stirate appena in una smorfia, la stessero accusando di essere minuta — ed io non posso intervenire, essendo solo di sei centimetri e mezzo più alta di lei — si avvicina la sigaretta alla bocca, inclinando la testa in una posizione oggettivamente attraente, che mi costringe a distogliere lo sguardo -dove dovrei mettere le mani?-

-Voi maschi siete tutti uguali- la Paciock sbuffa e alza gli occhi al cielo -Avete in mente solo una cosa-

Lui non risponde, si limita a scrollare le spalle con fare indifferente.

-Hanno un numero limitato di neuroni, che vuoi farci?- commento, senza riuscire a trattenermi. Sento gli occhi di Scorpius puntati sulla nuca, così decido saggiamente di ignorarlo.




















Alice sonnecchia con la testa contro il muro, mentre Albus traccia con le dita disegni immaginari sulle sue cosce, borbottando di tanto in tanto frasi mielose su Katie.

L'unico rumore è quello della pozione che bolle nel calderone. Fisso il fuoco premendo i gomiti sul banco e chinando la schiena in avanti, senza osare voltarmi per guardare Scorpius, ora seduto in una pozione tanto più scomposta quanto accattivante.

La divisa da Quidditch che indossa gli fascia il busto e le spalle, ricordandomi dell'avvenimento del giorno prima, nella vasca dei Prefetti. Sento le mie guance scaldarsi improvvisamente, quando l'immagine di Malfoy che avanza lentamente verso di me, ricoperto di schiuma, mi si para davanti agli occhi.

Non è possibile che lui mi faccia questo effetto, devo star impazzendo.

Sbuffo frustata, mescolando l'antidoto ormai quasi pronto. Drizzo le orecchie quando un rumore sospetto alla mie spalle — rumore che somiglia tanto a qualcuno che scende da uno sgabello — attira la mia attenzione. Mi irrigidisco all'istante, non appena comprendo che Scorpius si sta avvicinando.

Non dovrebbe farlo: ci sono dei limiti invalicabili tra me e lui, ci sono sempre stati, e ultimamente li sta superando tutti, fregandosene altamente del fatto di avermi incasinato la testa.

Quando credevo di odiarlo, andava tutto bene.

-Mi dispiace per ieri- sussurra nel mio orecchio, stringendomi la vita da dietro. Sussulto sorpresa non appena avverto il petto di Scorpius contro la schiena e il suo fiato caldo sul collo -Non dovevo perdere il controllo in quel modo-

Trattengo il respiro, impedendo alle mie gambe di diventare molli come gelatina, ma con scarsi risultati. Stringo il bordo del bancone con le dita, chiudendo gli occhi per riscuotermi dal mio scombussolamento.

-Stupido- sibilo a bassa voce per non farmi sentire dagli altri. Lui non sembra intenzionato a spostarsi, e io non mi muovo -di cosa ti scusi? Non mi hai costretta a fare niente-

Non replica. Poggia la fronte sulla mia testa e respira forte.

***
-James, lanciarti dagli spalti è stata davvero una mossa idiota- La mano di Dominique è tra i miei capelli -se la Mcgranitt non ti avesse attutito la caduta...-

Effettivamente non avevo la più pallida idea di quello che stavo facendo, fino a che Fred non ha lanciato un'urlo gracchiante che mi ha fatto gelare il sangue. Forse fare un salto di venti metri, non era del tutto necessario.

Sorrido. Trovo piuttosto soddisfacente il fatto che Domi sia corsa in mio soccorso e mi abbia seguito in infermeria.

-Mi hai fatto preoccupare- esclama, mettendosi comoda sul letto al mio fianco, senza distogliere lo sguardo. I suoi occhi azzurri, decisamente troppo vicini, mi scrutano celati appena dalle ciglia.

-Davvero?- non ci provo neanche a nascondere la sorpresa.

-Davvero-

-Signorina Weasley,- Madama Chips solitamente mi piace, ha un non so che di materno. Forse perché al quinto anno passavo la maggior parte del mio tempo qui dentro, e lei si prendeva costantemente cura di me. Ma adesso, mentre osserva severa la bionda seduta sul mio materasso, non posso che provare altro che fastidio -È la terza volta che le chiedo di lasciare l'infermeria. Questo non è orario di visite e il Signor Potter deve riposare-

-Ma Poppy...- provo ad intervenire sfoggiando un sorriso ammaliante, ottenendo solamente un'occhiataccia.

-Niente ma,- poggia una tavoletta di cioccolata sul mio comodino e si allontana -non mi costringa ad usare le maniere forti Signorina-

Dominique — ragazza saggia, poco propensa a rischiare la pelle o a fare la stessa fine che ha fatto Fred — alza gli occhi al cielo -Capitano, vedi di guarire entro la prossima partita- esclama ghignando.

Provo a replicare, ma le mie labbra si socchiudono dalla sorpresa quando lei si china in avanti e mi stampa un bacio sulla fronte, facendo fare i salti mortali al mio povero cuore da diciassettenne.

-Devo rompermi le ossa più spesso- questa è l'unica frase sensata che riesco a formulare.

***
-Potter è un idiota-

-Oh credimi, lo so-

Osservo Soraya — imbronciata e con la coda nera mossa dal vento — mentre tiene gli occhi fissi verso il campo di Quidditch. Olivia Baston ha ripreso pieno controllo della sua postazione da cronista, quindi presumo che da qui a pochi minuti la partita avrà inizio, con o senza serpeverde.

-Si è lanciato dagli spalti, Fred- pronuncia il mio nome, marcando la r -Come può essere un tale imbecille il nostro Capitano?-

-James sa il fatto suo- scrollo le spalle, non particolarmente propenso ad iniziare una conversazione denigratoria contro il mio migliore amico, e ficco le mani nelle tasche.

È quasi sorprendente scoprire che la prima persona dalla quale sono andato, dopo essere stato sbattuto fuori dall'infermeria, sia lei: la ragazza con la quale avrò scambiato si e no dieci parole nel corso di questi sei anni.

-Il tuo berretto è osceno- dice all'improvviso, fissandomi con decisione -raccapricciante, davvero-

-Oh beh.... io- boccheggio indeciso su come controbattere. Soraya non è la persona più amichevole del pianeta, c'è da ammetterlo -è di mia cugina- dico, decidendo di autodistruggere la mia dignità, senza neanche rendermene conto.

Non pare sorpresa, continua a fissarmi con i suoi grandi occhi verdi -Dovresti dargli fuoco, posso farlo io per te, se vuoi-

-Ehm, no grazie- con uno scatto repentino, sfilo la bacchetta dalle sue mani e me la infilo nella tasca della giacca per precauzione. Non sono sicuro se sia in grado o meno di incendiare il cappello ancora infilato sulla mia testa -Ma domani c'è l'uscita ad Hogsmeade, potresti venire con me e consigliarmi un nuovo berretto-

***
Albus è di nuovo in piedi, disgustato dal sapore della pozione che ha appena ingerito con la forza, ma pur sempre in piedi. Si tiene lo stomaco, accusandomi di averlo avvelenato — quando in realtà io sono la sua sacra salvatrice e merito una cazzo di statua — trattenendo dei conati. Una volta finito il suo teatrino, sbatte le palpebre confuso, senza sapere il motivo per il quale il suo culetto si trova nell'aula di pozioni e non in campo a giocare -Io...-

Scorpius sbuffa spazientito, lo afferra per un braccio e con autorità solenne gli schiaffeggia una guancia, urlando -CORRI-

E Albus, senza capire o fare domande, corre.

Non ne sono sicura, ma credo che Alice abbia appena lanciato un'occhiata al sedere di mio cugino.















Il vento gelato, la luce abbagliante del sole ed i miei piedi che affondano nella neve, sono troppo da sopportare tutto in una volta. La voce squillante di Oliva, mentre presenta i giocatori di Corvonero, arriva forte e chiara alle mie orecchie.

Sotto gli spalti, con la folla che fissa confusa il Capitano di Serpeverde che dovrebbe essere in postazione, perdo tutto il mio precedente spirito sportivo e smetto di correre — camminare velocemente, per l'esattezza — e mi piego sulle ginocchia per riprendere fiato.

Scorpius, stupido com'è, si ferma e mi fissa -Grazie- urla per farsi sentire. Incapace di compiere sforzi fisici, mi limito a sollevare un pollice -Vincerò questa partita per te, Weasley- ghigna.

-Bene Malfoy,- non riesco a trattenere un sorriso -così potrò personalmente farti il culo-

Cammina all'indietro, si scompiglia i capelli con una mano e ammicca nella mia direzione, facendomi un'occhiolino. È strano quanto un gesto semplice come quello, su di lui risulti incredibilmente attraente e capace di farmi schizzare il cuore fuori dal petto.

Alice mi fissa, ma io sono troppo presa a osservare il sedere fasciato dai pantaloni della divisa di Scorpius, per prestarle davvero attenzione. Ci sono pur sempre delle priorità e la mia, in questo momento, è senza ombra di dubbio quella di osservare le due belle chiappe sode di Malfoy.

***

-Potter para la Pluffa lanciata da Roberts, uhm, che braccia potenti Al. Nott colpisce in faccia Walden, facciamo finta di niente visto che noi Grifondoro oggi tifiamo per Serpeverde, giusto Professoressa? No? Beh peccato-

Osservo il campo, ignorando la voce di Olivia, mentre i mei due battitori: Kieran e Delphina, mi gironzolano attorno con le mazze sguainate. Essere il cercatore comporta l'avere un mucchio di responsabilità, quali aspettare che il punteggio salga abbastanza in alto prima di mettere fine alla partita — nonostante io abbia visto più volte il boccino e l'istinto di afferrarlo è quasi irrefrenabile — ed avere la consapevolezza che un bolide potrebbe colpirti in faccia — la mia perfetta e attraente faccia — per disarcionarti.

La folla grida, il vento mi soffia violento contro il viso e la punta del mio naso è ormai diventata un cubetto di ghiaccio. Dovrei trovarlo fastidioso, irritante magari, solo che il Quidditch — e tutti i disagi che comporta — mi piace da morire. Mi fa sentire incredibilmente vivo.

Ancora dieci punti e poi potrò iniziare a giocare davvero.

-Andrew Robs ruba la pluffa a Melissa Day, la lancia a Nelida Owens che si dirige verso gli anelli. Ho saputo che lei e Robs hanno avuto una storia, non è così? Certo professoressa, scusi professoressa, ma non crede anche lei che sia terribilmente intrigante?-

Seguo con lo sguardo i cacciatori che sfrecciano qualche metro più in basso, sorridendo sfrontato al Capitano di Corvonero — una biondina del settimo anno tutta gambe e frasi taglienti, con la quale non nego di aver avuto una tresca durante un festino dell'anno scorso — e nello stesso istante in cui mi chino in avanti per schivare un bolide, lanciato con l'unico scopo di sfondarmi la mascella, la vedo: Rose. Grida con lo stesso entusiasmo frizzante di ogni Grifondoro che si rispetti, i capelli rossi le svolazzano intorno al viso lentigginoso e Alice Paciock la tiene per il maglione, per impedire che cada di sotto nella frenesia di fare gestacci a suo cugino.

-Eric che culetto!- urla Olivia, costringendomi a distogliere lo sguardo anche perché il mio imbambolanento non è passato inosservato ad alcuni studenti -Cioè, volevo dire, la cacciatrice verde argento Hanna Smallow segna, dieci punti a serpeverde!-

Ghigno soddisfatto e scendo in picchiata.

Vedo il boccino — piccolo e scintillante, sospeso a pochi metri dal prato coperto di neve — prima dell'altro cercatore. Ma è solo una questione di pochi secondi prima che Eric Bolled, intercetti il punto che sto fissando e si butti all'inseguimento.

Urlano il mio nome, sento l'adrenalina scorrermi nelle vene, il freddo mi gela le ossa sotto la divisa e mi scompiglia i capelli, ma non me ne curo. Passa tutto in secondo piano.

Eric mi spalleggia, tendo la mano in avanti. Dita che non sono le mie sfiorano le ali bianche del boccino, piego la schiena in avanti e prima di rotolare nella neve bagnata, il mio palmo si serra attorno alla pallina dorata.

-SCORPIUS MALFOY PRENDE IL BOCCINO, SERPEVERDE VINCE!-

***
La Mcgranitt mi ha tolto dieci punti ingiustamente. Lo ammetto, sono stata io a gridare quelle oscenità scabrose contro il cacciatore di Corvonero che per poco non spaccava la testa a mio cugino, ma l'ho fatto per una buona ragione e lei dovrebbe capirlo.

Scendo dagli spalti lentamente, mentre nella mia mente lo schema di gioco per la prossima partita sta già prendendo forma — io, Rose Weasley, forse non sarò brava con le parole, ma nel Quidditch non mi batte nessuno — nel frattempo cerco di non venir schiacciata dagli studenti di Serpeverde che si riversano entusiasti giù per le scale, correndo a perdifiato verso la loro squadra.

Fastidiosi ciuffi di capelli mi sferzano davanti agli occhi e siccome non ho lo stesso autocontrollo maniacale di Alice, impreco così rumorosamente che alcuni primini mi fissano spaventati prima di darsela a gambe.

-Saluto Albus e andiamo- grida nel mio orecchio la Paciock, perforandomi un timpano ma facendosi capire alla perfezione. Annuisco distrattamente lanciando un'occhiata veloce alla squadra di serpi, circondata da una folla starnazzante alla quale non ho alcuna voglia di avvicinarmi. Potrei beccarmi qualche calcio, o peggio, gomitate ossute nelle costole e, sinceramente, nonostante voglia bene a mio cugino, non rischierei mai una commozione celebrale solo per congratularmi con lui. D'altro canto — ma è meglio che Albus non lo venga a sapere — mi beccherei anche un calcio nel sedere per un piatto di spaghetti.

Pianto i piedi nella neve, fissando intensamente le mie scarpe — quell'orrendo graffio prima non c'era, ne sono sicura — e mi lascio sorpassare, trattenendomi dal fare lo sgambetto ad un tizio occhialuto.

Il fatto strano, non è tanto che il campo sembra piombato d'un tratto in un inusuale silenzio — assolutamente distante dall'idea chiassosa di festeggiamenti post partita, che si tengono di solito — quello che mi colpisce e di conseguenza, fa scattare la mia testa verso l'alto, sono le punte un paio di scarpe sportive — troppo grandi per essere quelle di Alice — che sfiorano quelle delle mie.

-Malfoy...- esclamo sorpresa, girando il viso verso la sua squadra che a quanto pare, non comprende il motivo per il quale il proprio Capitano si sia allontanato. Motivo, che tra l'altro, non capisco neanche io.

È alto, statuario, con i capelli biondi arruffati dal vento e le guance appena arrossate. Infila una mano in tasca, fisso con attenzione ogni suo movimento nel caso avesse intenzione di sguainare la bacchetta e infilarmela su per il naso. Rilasso le spalle — e nel frattempo il mio cervello va in tilt — quando mi rendo conto che quello tra le sue dita, non è altro che il boccino.

-Per te- me lo porge. Ostenta sicurezza da ogni poro, ma la luce strana che gli brilla negli occhi e il sorriso che ha sulle labbra, tradiscono il suo fare freddo -Te l'ho detto che avrei vinto-

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