22. Perdere consapevolmente
-DOMINIQUE!- urlo -DOMINIQUE AIUTO!-
Disperata. Questo aggettivo mi rappresenta alla perfezione. La mia migliore amica mi osserva con pacata curiosità, seduta sulla tazza del water e la sua espressione — occhi assottigliati e labbra appena socchiuse — non mi aiuta, di certo, a placare il mio momento di crisi.
-Lui mia ha baciata- sbotto, per l'ennesima volta, infilando le mani tra i capelli. -Per due volte- lo ripeto come un mantra, per convincermi della palese sfumatura surreale nelle mie parole -La sua lingua era nella mia bocca. Ci siamo scambiati la saliva!-
-Si Rose, conosco la definizione di baciare-
-La saliva di Scorpius Malfoy!- urlo più forte, ignorandola e alzando le braccia al cielo con fare drammatico.
-Piano!- agita la sua lima per le unghie -le pareti sono sottili-
La cosa mi interessa tanto quanto l'incapacità di James nell'allacciarsi la cravatta — che si, in un primissimo momento è quasi sorprendente, ma un attimo dopo comprendi che è così che va l'universo e che quindi non puoi farci niente, perciò te ne freghi — per questo mi limito a fissarla con le sopracciglia sollevate -E chissene importa!-
Mi lancia un'occhiata fulminante, forse per rimproverarmi oppure solo perché, nel muovere compulsivamente le mani ho colpito una saponetta, che è schizzata con sorprendente precisone sulla sua fronte - Raccontami com'è stato- si limita a dire.
-Io volevo picchiarlo-
-Tu vuoi sempre picchiarlo- mi interrompe.
-Giusto,- mi fa passare per una persona orribile, ma d'altro canto, chi non vorrebbe picchiare Malfoy quando ti fissa con quell'espressione da scemo? -dicevo, ero pronta a tirargli un pugno dritto in faccia, quando puff!- agito le mani per aria facendo dei gesti incomprensibili persino a me stessa.
-Definisci puff-
-Mi ha baciata. Non è durato molto, anche perché James ha demolito il controsoffitto con la macchina volante e il rumore ci ha fatti separare-
-Ti è piaciuto, non è così?-
-La pianti di interrompermi!-
-Va bene stronza-
-È stato...- non lo so, non so definirlo. Impiegherei troppo tempo a descrivere le centinaia di emozioni contrastanti che si sono impossessate di me, durante quei pochi minuti -strano. Nel senso, non mi sarei mai aspettata che Malfoy mi baciasse, per giunta dopo che l'avevo schiaffeggiato con un libro-
-Sul fatto che siete entrambi strani non c'è dubbio- spero che capisca cosa sta ad indicare il mio sguardo pericolosamente assottigliato. Ma è Dominique Weasley quella a cui sto parlando, perciò non mi aspetto che il suo livello di acume superi quello di una patata -prosegui, forza-
-Lui è bravo- per un attimo balbetto stupita dalle mie stesse parole. Nella mia testa avevano un suono completamente diverso, ma dette ad alta voce è come se rievocassi il calore e la strana stretta allo stomaco che ho provato in quel momento.
-E...-
-Mi è piaciuto da morire- questa frase riassume tutto: il suo profumo, le mani sui miei fianchi, le mie dita tra i suoi capelli — decisamente soffici e piacevoli al tatto — le mie guance rosse dall'imbarazzo, il fiato corto, il cuore che corre e James che demolisce il controsoffitto con un tonfo.
-Il bacio o Scorpius?-
-Odio Malfoy, su questo non c'è dubbio- o forse sì? La mia esistenza è basata su questo, se non ho neanche più chiaro cosa provo per lui, cosa ne sto facendo della mia vita? -d'altro canto non posso negare che sia piuttosto attraente e anche un gran slinguazzatore-
-Non dire slinguazzatore, ti prego-
-Scorpius slinguazzatore Malfoy,- ghigno -è un irritante serpeverde manipolatore che, tra l'altro, mangia il pollo con la forchetta. Se mi piacesse, ipoteticamente, dovrei trovare accettabile anche il suo essere così idiota e, se trovassi accettabile il suo essere così idiota, sarei a mia volta un'idiota per aver trovato accettabile il suo essere idiota!-
-Credo di essere confusa- Dominique mi fissa, la faccia chiaramente attraversata dall'incomprensione.
-Il punto è- mi affretto a riassumere il tutto alla bene e meglio -io non sono un'idiota!-
-Avrei da ridire...-
-Non farlo, Dom- sbuffo.
-Come vuoi,- si alza, mi punta la lima contro quasi fosse un arma, e per un momento — solo un momento — prendo in considerazione l'idea di scappare, per evitare che me la pianti nel petto -quando avrai fatto pace con il cervello e accettato che trovi Scorpius fottutamente sexy e che ti piace, fammelo sapere-
-Io non lo trovo sexy!- urlo, prima che la porta del bagno si richiuda alle sue spalle e che mi renda conto di non aver negato la parte più importante.
***
La macchina di Victoire Weasley, un maggiolino verde acido decisamente fuori moda, sfreccia a zig zag per i cieli della Londra Babbana, protetta da un'incantesimo che la rende invisibile.
Io, Scorpius Malfoy — non esattamente abituato ad essere spiattellato tra le persone — me ne resto immobile come un palo, stretto tra un'agitata Lily Potter che, a seconda della velocità con cui la macchina sterza, mi conficca le unghie in una coscia e ad Albus, che sonnecchia indifferente alla confusione e al vociare rumoroso della sua famiglia — con la bava alla bocca — sulla mia spalla.
-Razza di babbeo- urla Dominique, chinandosi in avanti per agguantare i capelli di James, il guidatore — per quanto ne so di automobili volati, non bisognerebbe mai distrarre il conducente come sta facendo lei, in nessun modo — mentre lui si gira e grida qualcosa di rimando, perdendo d'occhio la strada. -Mi stai facendo venire da vomitare-
-E che colpa ne ho io?- un volatile non identificato si spiaccica con un fastidioso gracchiare sul parabrezza -questi stupidi uccelli non si levano di mezzo!-
Distolgo lo sguardo da tutte quelle piume spazzate via dai tergicristalli, e la mia attenzione viene catturata da Rose Weasley, che con ingenuità si sfila il maglione, inconsapevole di essere osservata.
È un gesto meccanico, innocuo e che non dovrebbe procurarmi una stretta allo stomaco, alla vista della sua pancia scoperta. È solo pelle, mi ripeto per autoconvincermi a darmi una placata, pelle chiara, liscia e sicuramente morbida al tatto.
Non sto riuscendo nel mio intento.
Ingoio il groppo in gola e sono felice che a dividerci ci siano tre cugini pel di carota, e una cassa di esplosivi.
Tolto il maglione, enorme e ingombrante che le nascondeva tutte le forme, mi ritrovo a sperare che inizi a nevicare, solo perché lei se lo rimetta. Quella maglia le aderisce al petto fasciandole il busto in una maniera che non è assolutamente volgare, ma che fa fare una tripla capriola ai mei ormoni.
Provo a fissare intensamente una macchia sul finestrino, però i mei occhi — che evidentemente non capiscono la gravità della situazione — si rifiutano di obbedirmi e subito saettano, di nuovo, su Rose.
È così bella.
Lo è anche con i capelli leggermente arruffati e le guance arrossate dalle alte temperature di questa macchina. Sorride a Hugo, non a me, e mi da fastidio perché vorrei essere io quello che riesce a farla ridere.
-Non per essere scortese,- Lily Potter bisbiglia nel mio orecchio, facendomi prendere un colpo -ma il modo in cui la guardi sta diventando un tantino inquietante-
A nascondere la mia espressione sorpresa — perché l'idea che qualcuno potesse osservare me, non mi era neanche passata per la testa — è l'urlo di Lily Potter in persona, che mi costringe ad urlare spaventato a mia volta, quando la macchina atterra violentemente proprio davanti a Grimmuld Place.
***
-Fata Turchina, via libera. Puoi riportare i conigli alla Tana-
James — per niente toccato dal suo atterraggio decisamente sgradevole — è chinato sulla sua bacchetta davanti all'ingresso, mentre Fred e Roxanne portano dentro la motocicletta, bisticciando come solo due fratelli sanno fare.
-Ricevuto Castagna. Passo e chiudo-
Evito Scorpius, che fuma con una mano in tasca e i capelli mossi dal vento, perché un vecchio detto dice che: se eviti i problemi questi scompariranno. Perciò, visto che Malfoy di per sé è un problema vivente, mi basterà fingere che non esista e tutto andrà per il verso giusto.
Certo, è complicato immaginare che un platinato alto un metro e novanta, con la testa catarifrangente e la stazza di un armadio sia stato cancellato dalla faccia della terra, quando sta venendo proprio verso di me e il mio maglione che tengo in braccio, come se fosse un animale morto.
L'unica cosa da fare in questi momenti è una sola: scappare.
Ed è così, che io ed il mio coraggio da Grifondoro, giriamo i tacchi e schizziamo veloci come la luce dentro casa.
Per la quinta volta in due ore, mi ritrovo a fuggire come una codarda, rinchiudendomi in bagno. Se Godric potesse vedermi — cosa alquanto improbabile, visto che tra tutte le persone che ci sono sulla terra, non c'è niente di spettacolare e interessante nella mia vita. A parte le quotidiane figure di merda — non sarebbe affatto contento di me.
Ma siccome di quello che pensa Godric, non me ne importa niente, giro la chiave nella toppa e poggio la schiena contro la parete.
-Rose so che sei qui dentro- la voce di Scorpius mi arriva dritta e decisa alle orecchie, nonostante la pesante porta di legno — e i quintali di polvere — che ci separano -Aprimi-
Idiota come sono, svelo e ammetto inconsciamente di essere realmente chiusa in bagno, quando esclamo un sonoro -No- che lo fa sbuffare.
-Allora io resterò qui-
-Fai come...- ed è proprio quando sto per finire di pronunciare la frase, con tanto di tono moderatamente indifferente, che la porta salta in aria.
Sbarro gli occhi — sorpresa prima di tutto dallo scatto da matto privo di qualsiasi pazienza di Malfoy — e fisso il legno bruciacchiato che giace sul pavimento.
-Fai quello che vuoi. Stavi per dire questo, giusto?- ripone la bacchetta in tasca e mi guarda con un ghigno beffardo.
Quello che i vecchi saggi si sono dimenticati di aggiungere è: se eviti i tuoi problemi questi scompariranno, a patto che non si tratti di Scorpius Malfoy. In quel caso, buona fortuna.
***
-Io l'ho sempre detto,- mi guardo in torno, fissando con interesse le foto di motociclette e ragazze in bikini appese alle pareti con un incantesimo di adesione permanente -Sirius aveva stile-
-Lo sappiamo James,- Dominique alza gli occhi al cielo, sedendosi sul baldacchino -lo ripeti ogni volta che metti piede qui dentro-
-Adesso vieni ad aiutarci, questo aggeggio non si ripara da solo- è la voce di mio fratello, quella che proviene da dietro la motocicletta. Il suo tono è lo stesso di uno che ha piena fiducia nelle abilità meccaniche del suo interlocutore, cioè io, quando in realtà le mie conoscenze del mondo dei motori sono pari a zero, e perciò non vedo come possa essere d'aiuto -Il tuo secondo nome è Sirius, devi capirci qualcosa per forza-
Contraddirlo sminuirebbe solo la mia persona, perciò mi avvicino cautamente a quello che so essere la cassetta degli attrezzi, e tiro fuori un martello -Fred, assistente- esclamo solenne, mentre il mio migliore amico mi raggiunge alzando il dito medio -diamoci da fare-
-Hugo, tu che sei bravo, perché non vai a prepararci dei panini?-
-Scordatelo Lucy, la mia presenza qui è fondamentale. Potrebbe saltare tutto in aria in mia assenza-
-È solo una motocicletta, non esploderà...- ribatte Alice, sfogliando il volume di meccanica al contrario -nella maggior parte dei casi-
-Ragazzi un momento,- smetto di fissare lo strano arnese con sopra tante righe e numeri e alzo lo sguardo per guardare Molly, poggiata con le spalle al muro -dove sono Rose e Scorpius?-
***
Una via di fuga, ecco di cosa ho bisogno.
Le opzioni sono due: saltare addosso a Malfoy nella speranza di riuscire a placcare e stendere il suo corpo che mi blocca l'uscita, oppure, lanciarmi dalla finestra spiattellandomi e di conseguenza riportare gravi ferite — forse mortali — per l'impatto con il suolo. Tra il toccarlo e la morte, scelgo la morte.
Non si sa mai, magari Merlino apprezzerà il mio coraggio di saltare dal secondo piano, e mi risparmierà la vita.
Calcolo la distanza dal mio corpo alla finestra, la velocità alla quale dovrò correre per raggiungerla e il tempo che ho a disposizione. O meglio, mi piacerebbe riuscire a farlo, ma siccome è roba troppo complicata a cui pensare in un momento di crisi — o in qualsiasi altro momento — faccio uno slancio verso la mia meta, affidando tutto alla sorte.
Sfrutto quei pochi secondi in cui Scorpius mi fissa sorpreso e sbalordito, per fiondarmi verso la finestra. Le tende nere e polverose sono strette nel mio pugno poco dopo. Le tiro e mi ci appendo con tutta la forza che possiedo -Non parlerò con te!- urlo, spalancando le persiane.
Il vento mi scompiglia i capelli che mi finiscono davanti agli occhi, impedendomi di vedere. Ignoro il mio essere momentaneamente cieca e poggio un ginocchio sul davanzale.
-Cosa fai?- urla lui, ormai a pochi passi di distanza. Avverto la paura nella sua voce, ed è solo grazie a quella che vacillo indecisa se buttarmi o meno, quel poco che basta per farmi afferrare da Scorpius.
Le sue braccia mi stringono la vita e mi sollevano di peso nell'esatto istante in cui decido che: saltare è la scelta giusta.
Scalcio e mi dimeno gridando, consapevole di sembrare ed essere una pazza. Gli rifilo una gomitata nello stomaco ma lui non allenta la presa, anzi, preso com'è a trascinarmi il più lontano possibile dalla finestra, scivola sul vecchio tappeto macchiato e finisce con il sedere per terra, trascinandomi con lui.
A questo punto, finalmente capisco perché non sono io la mente delle nostre operazioni.
-Volevi buttarti?- urla, sembra arrabbiato. Mi sento improvvisamente una stupida. Resto in silenzio avvertendo il cuore di Scorpius che batte ad una velocità anormale sotto la maglia, e non sollevo lo sguardo -Ma soprattutto, volevi farlo per non parlare con me?-
Allenta la stretta, permettendomi di sedermi sul pavimento. Sto per progettare un'altra improbabile e inefficace via di fuga —fissando con intensità le assi di legno rovinate, come se queste potessero darmi un'ispirazione divina — quando Malfoy sbuffa e le sue parole mi stordiscono -Mi odi davvero così tanto?-
È guardarlo — fissare dentro quelle iridi grigie, celate appena dalle ciglia — che mi spinge le parole fuori di bocca, quasi contro la mia volontà -No, non ti odio- e lo dico con un tono che stupisce entrambi, me per prima, perché la sincerità intrisa in quelle poche lettere mi apre un mondo e fa crollare tutte le mie precedenti convinzioni.
-Allora sei matta e basta- è ancora serio, ma i suoi occhi hanno una luce diversa. Non dico niente, non lo contraddico perché ha ragione — e ammettere ad alta voce che lui per una volta ha ragione, ed io torto, è persino peggio della morte — respiro profondamente, limitandomi a guardarlo.
E poi lo faccio.
Senza pensare mi sporgo in avanti e lo bacio.
E questa volta non è lui, ma sono io, perché a quanto pare mi piace il suo essere idiota, e il fatto che mi piaccia mi rende a mia volta un'idiota. E questo significa solo una cosa: anche Dominique aveva ragione.
Spengo il cervello quando Scorpius non si scansa — come inizialmente avevo temuto — ma mi circonda i fianchi come le braccia e mi stringe a sé.
Gioca con i mei capelli, se li rigira tra le dita e ci affonda le mani. Solitamente non lascerei mai che qualcuno li tocchi, ma — come sto sconvolgentemente scoprendo — mi piace quando è lui a farlo.
-Sai una cosa?- le sue labbra stirate in un ghigno sfiorano le mie -ti sei appena guadagnata la maglia con la mia faccia-
-Stronzo- borbotto, consapevole di aver appena perso una scommessa e che lui sbandiererà la vittoria in giro per settimane. Ma è per via del suo profumo e del suo tocco caldo sui miei fianchi, che non me la prendo davvero. -E smettila di ridere, non riesco a baciarti!-
***
-Fred, passami quel coso- allungo una mano all'indietro, senza staccare gli occhi dalla moltitudine di fili intrecciati che ho davanti.
-Quel coso, cosa?-
Ho un migliore amico inutile, ecco.
-Quel coso, che serve a tagliare questa cosa, su lo sai-
-No, non lo so-
-Le tronchesi Fred- è la voce di Alice questa, o almeno credo, ho la faccia così sporca di olio puzzolente che non dubito mi sia finito anche dentro le orecchie.
-Le troncocosa?-
-Lascia stare!- sbuffo e alzo la testa per prendermele da solo e lo farei, se solo sapessi che cosa è quello che effettivamente corrisponde alle mie esigenze. Potrebbe essere quel tubo seghettato, o quella sottospecie di mestolo da cucina, non ne ho idea.
-Merlino,- Dominique — intuendo che la mia espressione confusa non è causata dall'urlo appena lanciando da Lorcan — si alza dal letto e si rimbocca le maniche della maglietta a fiori, scocciata -levati di mezzo, faccio io-
-C'è un fottuto ragno!-
Ed è a quelle parole che scoppia il caos, mentre Domi si piega indifferente verso la motocicletta, e io mi dimentico di essere aracnofobico alla vista vista del suo sedere fasciato dai jeans.
***
Rose Weasley ha ammesso che: no, non mi odia. E questo è un grande passo avanti. Naturalmente non mi aspetto che smetta di insultarmi o di schiantarmi, sarebbe decisamente chiedere troppo e inoltre, non credo che una versione più gentile e pacata della rossa mi piaccia.
È a questo che penso durante il viaggio di ritorno. Quella carota ambulante mi ha fottuto il cervello.
Albus, lo sa che il cervello del suo migliore amico è stato fottuto da sua cugina — al contrario di altre parti del corpo, specificamente apposite per la funzione fottere — e sorride contento, alternando lo sguardo da me a Rose, seduta sul sedile davanti al mio. Non mi chiedo come faccia a sapere o ad avere un'immagine vagamente simile a quello che è successo tra noi nel bagno, con il tempo, ho imparato che è meglio non sapere.
Lunedì 17 Novembre, ore 11:13.
Aula di Trasfigurazione.
La postazione della Mcgranitt è occupata da Scorpius, che con i piedi poggiati sulla cattedra e la cravatta slacciata, si osserva intorno con una piuma di zucchero storta tra le labbra — è palese che la preside ancora non sia arrivata, nessun essere ancora in vita potrebbe compiere un'atto così osceno e riuscire a raccontarlo — mentre Juditte Parkinson e Demetria Smith gli gironzolano attorno ridacchianti.
Grifondoro questa mattina perderà un sacco di punti a causa mia, e lo sanno tutti quelli che osservano divertiti la mia non divisa.
Dominique ridacchia — migliore amica ingrata — quando provo a coprire l'enorme faccia ghignante su sfondo bianco di Scorpius — che si è davvero bello — ma che a intermittenza grida farsi odiose come: Grifoschifo, Dieci punti a Serpeverde o Rossa Carota Weasley.
Albus copia, probabilmente i compiti, da Alice ed è così impanicato e concentrato che ancora non si è accorto di niente. Resta impassibile anche quando Maglia Malfoy — si, gli ho dato un nome — urla qualcosa che preferirei censurare a proposito delle sue chiappe.
Alzo lo sguardo esasperata per guardare ed eventualmente fulminare indignata Scorpius, e resto sorpresa quando trovo il suo sguardo — che credevo puntato sulle due ridenti amiche — già fisso su di me.
È strano come io mi senta imbarazzata quando invece dovrebbe essere lui quello ad arrossire e come minimo, distogliere lo sguardo, dopo essere stato beccato a fissarmi. È così che funziona, è una dannata legge universale e Malfoy la sta infrangendo.
Sbuffo e mi trattengo dal sorridere come una stupida, quando lui ammicca nella mia direzione.
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