21. Spazio vitale, prima di tutto.
Apro gli occhi, ma solo perché qualcuno che a quanto pare non ha niente da fare di sabato mattina, continua a bussare con forza da quasi cinque minuti. Lascio vagare lo sguardo sui letti delle mie compagne di stanza, che oltre a Soraya che se l'è già data a gambe, non sembrano affatto intenzionate ad alzarsi per andare ad aprire. Deplorevole compito che, senza ombra di dubbio, spetta a me.
Impugno la bacchetta, decisa a schiantare quel mostro che mi ha disturbata e, lentamente, dopo aver rischiato di inciampare, cammino con un solo calzino verso la porta.
Ad aspettarmi dall'altra parte però, non c'è nessuno, la tipica fortuna di Rose Weasley. Strizzo gli occhi e raccolgo da terra, quelle che mi sembrano quattro pergamene arrotolate e tenute strette da un nastro azzurro. Riconosco immediatamente la calligrafia che recita: A Fagiolo, affittuaria del Quartiere Generale Delle Operazioni Illegali. Dal Grande Consiglio dei Wetterciockoyder.
Le altre tre sono indirizzate a: Caraibi, Vispa e Xanax.
-C'è posta- lancio con forza le lettere sui loro materassi, ma l'unica che riesco a colpire in testa è Alice, che però si limita a coprirsi la faccia con un cuscino. La stronza non mi da neanche la soddisfazione di sollevare mezza palpebra, non è così che si dimostra la propria riconoscenza, sempre se russare come un maiale, guardarsi Roxanne, sia riconoscente.
Srotolo la mia pergamena e fisso inespressiva e profondamente assonnata, le poche parole stampate a caratteri cubitali nel mezzo:
È richiesta una riunione immediata, il Quartiere Generale Delle Operazioni Illegali è pregato di fornire un'ora e una data.
Consultare lo statuto di segretezza 12.3, poiché non è possibile rivelare il motivo di tale riunione in una lettera facilmente intercettabile.
Cordiali saluti,
Tappezzeria, membro base del Grande Consiglio dei Wetterciockoyder e sottosegretario anziano.
Osservo affranta l'orologio appeso al muro e mi ripeto mentalmente che non vengo pagata abbastanza per fare queste cose, anzi non vengo pagata affatto. Tra l'altro credo che mio fratello si diverta a spedire avvisi incantati criptati, di prima mattina. Come ho la certezza che gli piaccia fingersi un importante membro del Ministero e scrivere come un'ottantenne.
Visto che la situazione lo richiede, sono costretta a cercare il mio quaderno stregato, appositamente trasformato in un banale libro di testo, per cercare cosa diavolo voglia dire statuto di segretezza 12.3. L'unico problema è che non ricordo dove l'ho ficcato e che forma abbia.
-Questa è davvero una pessima idea- Dominique socchiude VanityWitches quel che basta per riuscire a guardarmi in faccia. Finisco di stregare la caraffa di succo di zucca e una volta terminato, la materializzo sul tavolo dei serpeverde, mentre la mia migliore amica continua a fissarmi con la sua solita espressione da: so che finirà male.
-No, non lo è- ribatto tranquilla, mentre Alice e Roxanne prendono posto sulle panche.
-Dici così solo perché è una tua idea-
-Proprio perché è una mia idea, non può essere altro che buona- è una pura legge matematica, ma dalla sua occhiata torva penso che lei non sia molto portata per le leggi o per la matematica in generale.
-Avete ricevuto anche voi la lettera dal Grande Consiglio?- domanda James, ignorando gli sguardi insistenti di alcune ragazze che lo fissano e ridacchiano. Forse qualcuno dovrebbe dirgli che i suoi capelli sono viola, solo che sembra così felice mentre si ficca il porridge in bocca, che mi dispiacerebbe rovinargli la mattinata con una notizia simile. -sono stato svegliato da una fottuta pergamena che mi schiaffeggiava in faccia-
-Immagino,- ricambio l'occhiata eloquente di Fred, che ci mima con le labbra di non fare caso allo strano colore della sua testa. Se l'ha fatto deve sicuramente esserci un motivo, e in caso non ci fosse non è affar mio -è molto nello stile di Hugo rompere le scatole. Vero fratellino?-
-Deve essere genetico- è tutto quello che ricevo in risposta dalla sua voce spocchiosa, proveniente dal corpo nascosto dietro un libro di rune antiche.
-Simpatico-
-Grazie- l'occhio azzurro di mio fratello, ora non più impegnato a tradurre chissà cosa di prima mattina, ci osserva senza battere ciglio, indugiando qualche secondo sulla maglia di una band punk babbana che sfoggia Roxanne. -Sapete cos'è lo statuto di segretezza 12.3, lo avete cercato, vero?-
-Ovviamente- esclama pronta Alice, senza staccare gli occhi dalla Gazzetta del Profeta.
Lo saprei, se fossi riuscita a trovare il mio quaderno stregato. Cosa che, purtroppo, a causa della stanchezza, della scorta di cioccorane trovata nell'armadio e dell'effetto soporifero del mio caldo piumone scarlatto, mi sono dimenticata di fare. Ciononostante non significa che io non mi sia sforzata di cercarlo: spostare qualche vestito sporco dal pavimento mi è sembrato uno sforzo sufficiente da far compiere alle mei povere braccia, prima delle otto.
Dom lascia perdere la pagina dedicata all'oroscopo del centauro Ariadno e posa la rivista sul tavolo -Potreste rinfrescarmi la memoria?-
L'espressione di mio fratello, è la stessa di uno che non vede l'ora di lanciarti il suo pesante libro di testo, dritto in faccia. Non mi stupirei se lo facesse; sembra un bravo ragazzo con quelle lentiggini, lo sguardo gentile e i riccioli rossi, ma se c'è una cosa che ho imparato nei mei sedici anni di vita, è non lasciarsi ingannare dalle apparenze.
Si sporge in avanti per sussurrare qualcosa, ma la sua voce viene sovrastata da un urlo proveniente dal tavolo dei Serpeverde. Sorrido ancor prima di girarmi a guardare, e non appena lo faccio, presa da uno sprazzo di vitalità improvvisa, mi compiaccio delle mie brillanti capacità da strega.
La brocca di succo di zucca che ho incantato, dopo essere stata toccata dalla mano paffuta di un primino, è esplosa in un'enorme cascata arancione che ha travolto l'intera tavolata. Vedere Scorpius Malfoy zuppo e con la camicia incollata alla pelle, non solo mi arreca molta soddisfazione personale, perché in questo momento con tutti i capelli appiccicati alla fronte non ha quel ghigno irritante, ma anche perché è proprio un bel vedere.
-DIECI PUNTI IN MENO A GRIFONDORO!- urla la Mcgranitt, senza alzare il suo sedere dalla sedia. Immediatamente dopo, si infila una striscia di bacon in bocca e riprende a parlare tranquillamente con Neville, padrino di Hugo e professore di Erbologia.
Troppo presa a ghignare compiaciuta e a mangiare torta alla melassa come se non ci fosse un domani, mi accorgo solo troppo tardi delle due presenze bagnaticce che si siedono ai mei lati.
-Buongiorno a tutti,- trilla Albus con la voce di chi non vede l'ora di essere colpito da una maledizione senza perdono. -meraviglioso modo di iniziare la mattinata, non trovate? Ho sempre desiderato di aprire gli occhi in preda a un soffocamento causato da un rotolo di pergamena infilato in gola- i suoi occhi verdi sono puntati sul piatto che ha appena soffiato da sotto il naso di James, e le sue dita stringono la forchetta con così tanta forza che ho paura possa spezzarla. -Scelta deliziosa quella del nastro azzurro-
Quando la parola deliziosa esce dalle labbra del mio migliore amico, non c'è niente di buono da aspettarsi.
-Per non parlare della mia divisa pulita, ora putrida. Ma che sarà mai. Buon appetito, famiglia-
Fisso Albus con un sopracciglio inarcato, studiando con attenzione ogni singolo centimetro del suo viso contrariato. Una volta appurato che è del tutto innocuo e che con il succo di zucca che gli sgocciola dai capelli sembra un imbecille, faccio un respiro profondo per evocare la calma e mi rivolgo all'essere seduto alla mia sinistra.
-Tu mi stai toccando- sibilo irritata, constatando che la spalla di Malfoy è decisamente troppo vicina alla mia.
Se non comprendo cosa mi passa per la testa: se mi piace avere a che fare con lui oppure no, nel dubbio, tanto vale odiarlo o almeno fingere di odiarlo.
-Ma davvero?- ghigna, e sono quasi sicura che abbia divaricato le gambe solo per farmi un dispetto.
-Hai superato il mio spazio vitale- fulmino con lo sguardo e faccio un gesto decisamente esplicito alle sue parti del corpo, che hanno scavalcato il limite di sicurezza consentito.
-E la cosa ti da fastidio?-
-Senza ombra di dubbio-
-Bene,- smette di indugiare sulla caraffa di succo di zucca, decidendo forse che per oggi può fare a meno di bere, giusto per sicurezza e mi sorride -allora preparati perché fino a quando non ammetterai che il mio calore corporeo ti piace, io ti resterò attaccato-
-Il tuo calore corporeo,- calco con enfasi ogni parola, come se avessi davanti un bambino e un deficiente, caratteristiche che in effetti descrivono in poche parole la pura essenza di Scorpius Malfoy -sta per essere schiantato-
-Oh non iniziate anche di prima mattina- sbotta burbero Albus, agguantando un pezzo di pane e ficcandoselo con forza in bocca -imbecilli-
***
Ho in mente qualcosa che non mi piace per niente, ma per avere anche solo un briciolo di contatto con Rose Weasley, tralasciando quando lei sguaina la bacchetta, me la punta contro il petto e mi schianta, devo correre a rimedi estremi.
Ebbene sì, sono innamorato. I mei ormoni sono in subbuglio come quelli di un tredicenne brufoloso e non ho la più pallida idea di come dovrei comportarmi, visto che non provo nulla di simile da quando avevo, appunto, tredici anni.
-Facciamo così,- lascio che la mia mano scivoli con nonchalance lungo il suo fianco, facendo ben attenzione a non farmi vedere da James, il quale però mi sembra impegnato a specchiarsi in un cucchiaino e gridare. Naturalmente l'idea che le mie dita riuscissero ad arrivare a destinazione senza essere colpite con violenza da una forchetta, non mi era passata neanche per l'anticamera del cervello.
-Spazio vitale, Malfoy- esclama tranquilla, come se non mi avesse appena bucato una mano.
-FRED, FIGLIO DI UNA...-
-Tu hai chiaramente un problema- uso il mio tono pacato, perché ho l'impressione che se usassi un qualsiasi altro tono potrei non uscirne vivo.
-Ma che stai blaterando?- ringhia Rose, minacciandomi questa volta con un coltello.
-Ascolta, questa storia che deve esserci un limite invalicabile tra te e le persone...-
-Nella maggior parte dei casi, solo tra te e me-
-Si beh,- alzo gli occhi al cielo e le faccio cenno di tacere quando prova a interrompermi di nuovo -sta diventando come un'ossessione. Scommetto che non riusciresti a starmi vicina per una giornata intera, senza uscire di testa-
-JAMES, IO CREDO CHE IL VIOLA TI DONI!-
Rose alza le sopracciglia e schiude le labbra scocciata -Mi stai forse sfidando?-
-È più una scommessa, tecnicamente- sia io che la Weasley ci voltiamo di scatto verso Alice, che dopo averci fissato intensamente da sotto la frangetta spettinata, tossisce e torna a leggere la Gazzetta Del Profeta.
-Perfetto,- Rose si raddrizza sulla panca -se vinco io mi fai i compiti di tutte le materie per due settimane-
È rischioso, tremendamente rischioso. Passare i mei pomeriggi liberi a scrivere temi sulla trasfigurazione delle zucche o chicchessia, non mi alletta particolarmente. Ciò non significa che non potrei pagare qualcuno per farlo fare al posto mio, anzi, se dovessi perdere, improbabile conoscendola, sarà la prima cosa di cui mi occuperò. D'altro canto, perdere, non è ammissibile e sarebbe davvero terribile se Rose Weasley si ritrovasse a gridare vittoria nei corridoi.
-E se vinco io,- non ci sto troppo a pensare, non è questo quello che voglio. L'unica cosa che mi interessa è avere una scusa per starle appiccicato -dovrai andare in giro per ventiquattro ore con addosso una maglietta ritraente un formato gigante della mia faccia-
-È parecchio da egocentrico,- commenta Dominique schivando prontamente una fetta di pane lanciata da James, probabilmente indirizzata a Fred -ma mi piace-
Rose le scocca un'occhiataccia, prima di sbuffare e far scattare la mano in avanti come se volessi prendermi a schiaffi. Tiro un sospiro di sollievo quando mi rendo conto che il suo unico intento era quello di porgermela -Ci sto, Albus spezza-
Il mio migliore amico fissa corrucciato la nostra stretta di mano, stretta che tra parenti mi ha fatto rabbrividire come un povero allocco, e ringhia -La costole, vi spezzo, se non mi lasciate in pace-
-Faccio io- Roxanne tira fuori la bacchetta e con un ghigno, la batte sulle nostre mani.
***
-Lo statuto di segretezza 12.3, non è altro che la motocicletta volante- Hugo, seduto tranquillamente sulla scrivania della mia camera, ci osserva dall'alto con quell'aria superiore che assume ogni volta che deve spiegarci qualcosa. Adesso però, sono troppo impegnata a fulminare il braccio che Malfoy ha appena passato sulle mie spalle, per prendere in giro mio fratello. -Il nostro membro esterno, Fata Turchina, si occuperà di distrarre gli abitanti della Tana in modo da permetterci di prendere la motocicletta, e spostarla in un luogo in cui possiamo sistemarla-
Coraggio Rose, fai qualche respiro profondo, puoi farcela. Devi farcela.
-Ti sto forse infastidendo?- soffia nel mio orecchio, sfiorandomi di proposito il collo con le labbra.
Chiudo gli occhi per evocare la calma e lo sento sghignazzare, cosa che non mi aiuta affatto a reprimere la voglia di tirargli un cazzotto sul naso.
-Assolutamente no- sorrido, voltandomi a guardarlo. I nostri visi sono così vicini, che per un attimo mi pento di non avergli davvero dato un pugno. Sento l'odore del suo balsamo che sarebbe anche oggettivamente buono, se solo non stesse facendo profumare Malfoy.
Sorride beffardo, e forse perché i suoi occhi che si prendono gioco di me sono decisamente irritanti, o forse perché credo che il mio cuore abbia appena smesso di battere, torno a guardare mio fratello ingoiando il groppo in gola.
-Fata Turchina, ha lasciato una passaporta nel bagno de i Tre Manici di Scopa- esclama Hugo, reggendo una lettera tra le dita- è un rotolo di cartaigienica-
-Originale- commenta Roxanne -Non mi stupirei se ci ritrovassimo un barbone in casa, che magari voleva solo pulirsi il sedere-
-Porteremo la motocicletta a Grimmuld Place- prosegue Hugo, ignorandola.
-Ottimo,- dubito che Lily stia realmente ascoltando, visto che lei e Lysander sono seduti vicini -tanto papà ultimamente è molto impegnato, non credo che abbia tempo per andare lì-
-E come ce la portiamo?- domanda Fred, sgranocchiando uno zuccotto sul mio letto.
Il ghigno che compare sulla faccia di mio fratello è inquietante, ma dopotutto rispecchia perfettamente l'essenza della sua vera anima - Con la macchina volante di Victoire, ovvio-
***
-Teddy attento al...- gradino. Penso che la parola che Victoire stesse per pronunciare, prima che io inciampassi, fosse proprio quella. Ma ormai non ha importanza visto che sono steso a tessa come un salame, così come ero steso a terra dodici secondi fa, dopo aver centrato in pieno il portaombrelli a forma di zampa di Troll.
-Sto bene- mi affretto a dire, prima che Vic possa iniziare preoccuparsi. Mi alzo accettando la mano che mi porge per aiutarmi. Certo, l'impatto con l'asfalto non è stato affatto piacevole, ma non posso lamentarmi: l'ultima volta che sono stato qui, sono finito di faccia in una pozzanghera.
-Andiamo?- sollevo il gomito e lancio un'ultima occhiata al numero dodici di Grimmuld Place, prima di smaterializzarmi.
Atterriamo nel giardino della Tana: Victoire perfettamente in piedi, con il lungo cappotto che oscilla leggermente, mentre io scivolo su uno gnomo e finisco con il sedere nell'erba.
La mia ragazza ride. La guardo mentre si manda i capelli biondi dietro le spalle e corre ad aiutarmi e, non posso fare a meno di pensare di essere un ragazzo sbadato, con uno scarso equilibro, ma terribilmente fortunato.
-Credo che quella sui tuoi pantaloni sia cacca di cane- esclama Victoire pacata, osservando una macchia marrone che spicca sul retro dei miei nuovi jeans.
-Non non ce lo abbiamo un cane- è tutto quello che riesco a dire, mentre alcuni ciuffi dei mei capelli iniziano a tingersi di viola dall'imbarazzo.
-Lo so,- agita la bacchetta e con mio grande sollievo i pantaloni tornano puliti -era per non dirti che sei scivolato sul vomito di gnomo-
All'interno della Tana si respira la solita aria di casa. Sono entrato da soli cinque minuti e già ho una cioccolata calda tra le mani e una coperta di pail verde sulle ginocchia. Due uncinetti sferruzzano davanti al fuoco e dalla cucina provengono le voci di mia nonna Andromeda e zia Molly che preparano il pranzo, ridendo.
Vic mi si avvicina lentamente, mentre le assi del pavimento scricchiolano quando i suoi tacchi rossi ci passano sopra. Il profumo al gelsomino dei suoi capelli, è persino più buono di quello della cioccolata, e si sa, niente può mai battere la cioccolata. -Dobbiamo aspettare il loro segnale?- bisbiglia.
Le sorrido e annuisco, beandomi del tepore delle sue labbra sulla mia guancia.
Torno a fissare il grande orologio appeso al muro che al posto di normali lancette, ha le facce di ogni singolo componente della famiglia. Adesso, ad esempio, cinque sono a casa, otto sono a lavoro e nove si trovano a scuola. L'unica lancetta solitaria che è ferma su pericolo di morte da quando ne ho memoria, ritrae il sorridente gemello di George.
-A TAVOLA!-
***
Il passaggio segreto che porta direttamente nella cantina de i Tre Manici di Scopa, è così stretto che che fatico a camminare dritto. La testa mi sbatte contro il soffitto e sono sicuro che se dovesse esserci una frana morirei qui sotto.
Soffocare schiacciato da cumuli di massi e terra, non è nei mei piani. E dubito che lo sarà mai, ma nonostante l'opprimente senso di claustrofobia, trovo molto rassicurante la presenza minuta di Alice, che guida il gruppo con la bacchetta a illuminare il passaggio.
-Mi hai toccato il culo!- qualcuno, possibilmente non io, dovrebbe dire a Dominique che urlare in un tunnel instabile non è sulla lista delle cose da fare nella guida alla sopravvivenza.
-Non è vero!- questo è James, che a quanto pare dovrebbe leggere anche lui quella guida. Ma dubito che mio fratello legga qualcosa che non riguardi il Quidditch. -Non riesco neanche a vedere, come facevo a sapere che quello è il tuo didietro?-
-Dalla consistenza- sbotta Rose schietta.
-Ma l'ho solo sfiorato!-
-Quindi ammetti di averlo toccato, lurido porco?- ringhia Domi, e sono sicuro che quello che sta soffocando dalle risate sia Fred.
-No!,- segue un lungo silenzio in cui tutti ci aspettiamo che un fascio di luce verde esca dalla bacchetta della bionda, ma per fortuna non succede niente. -Forse!-
-Oh Merlino- Alice ridacchia girandosi di spalle, ma dubito che riesca a vedere qualcosa, visto che il mio corpo le copre tutta la visuale. -Stanno sempre a battibeccare-
Le sorrido sincero -È il loro modo per dimostrarsi affetto- è strano, aggiungerei se avessi la certezza di non essere ascoltato.
-Dannazione Malfoy- il suono di una mano che schiaffeggia qualcosa identificato come il mio migliore amico, risuona per tutto il tunnel -Smettila di pestarmi i piedi-
-Non lo sto facendo apposta, sei tu che cammini troppo lentamente!-
-Seguo la fila, imbecille!-
-Ragazzi pace e amore- ridacchia Roxanne e Lucy sbuffa annoiata. -prendete come esempio Lily e Lys-
-Piantala Rox!- mia sorella si copre il viso rosso con le mani, e io devo appuntarmi mentalmente di fare una bella conversazione con Lysander il prima possibile.
-Zitti- esclama ad alta voce Alice. Il suo modo autoritario di prendere in mano la situazione è piuttosto eccitante, devo ammetterlo. -Siamo quasi arrivati-
***
-Via libera, la casa è sgombra- la voce di Teddy esce dalla bacchetta di Rose in un bisbiglio, prima di sparire così com'è venuta. Resta a fissarla in attesa che dica qualcos'altro, ma siccome non succede niente, mi lancia un'occhiata torva, presumo che il mio petto decisamente molto vicino alla sua schiena la stia infastidendo, solleva un pollice in aria rivolta a suo fratello.
-Andiamo- Hugo agita una mano, facendoci segno di uscire allo scoperto -James e Fred, andate a prendere la macchina volante, è sul retro-
-Sissignore-
È un impulso incontrollato, quasi uno spasmo, che mi costringe ad allungare un braccio in avanti per togliere una foglia dai capelli di Rose. Lei mi fissa quasi a bocca aperta, con le guance lievemente arrossate, forse per il freddo o forse per l'imbarazzo, non saprei. Fatto sta che sono sicuro di aver appena visto un sorriso: è stato breve, una leggera contrazione dei muscoli facciali, ma l'ho notato.
Ghigno soddisfatto e mi allontano ficcandomi le mani nelle tasche.
Albus, intento a cercare di scrollarsi di dosso uno gnomo aggrappato con i denti al suo piede, non perde occasione di sorridere in modo strambo quando gli passo accanto.
Entro in casa seguendo l'orda di pel di carota che si riversa nell'ingresso. Il camino è ancora accesso e di conseguenza la temperatura all'interno è molto più calda. Molly fila dritta verso la cucina e poggia il pesante manuale di meccanica che tiene sottobraccio sul tavolo -Controllo una cosa e vi raggiungo subito- esclama fingendo di sfogliare qualche pagina. La vedo tirare fuori dalla dispensa una confezione di pane, ma faccio finta di niente e comincio a salire le scale.
-Tu,- un unghia mi si conficca nella schiena e dalla sorpresa rischio di mancare un gradino. -non puoi fare così-
-Così come?- inarco un sopracciglio voltandomi a guardare Rose, che mi fissa indignata parecchio più in basso.
L'altezza è sopravvalutata, mi ripeto sempre, e questa Weasley ne è la prova. Non bisogna avere due metri di gambe per incutere timore. Posso giurare che la sua faccia mette parecchio in soggezione anche se è coperta di lentiggini ed è circondata da ridicoli capelli rossi. D'accordo, non incute timore per niente, ma d'altro canto somiglia a un'adorabile puffola pigmea con la rabbia.
-Gli altri ci guardano in modo strano- bisbiglia -pensano che tu ed io... insomma, hai capito-
-Per quanto mi riguarda possono credere quello che voglio- sorrido e lei alza gli occhi al cielo irritata. Mi concedo qualche secondo per osservare le sue labbra rosse e screpolate dal freddo e mi chiedo se mi ucciderebbe con una maledizione senza perdono se provassi a baciarla. -Che c'è,- punto i mei occhi nei suoi e la guardo beffardo, afferrandole un polso per costringerla a raggiungermi. Stranamente non si oppone, anzi, si lascia trascinare. -hai paura di perdere? Non riesci a resistere al mio fascino? Ti capisco, a volte non ce la faccio neanche io-
-Sei dannatamente egocentrico, Malfoy-
Le circondo un fianco con un braccio e lei irrigidisce sedutastante -Il mio egocentrismo è direttamente proporzionale alla mia immensa bellezza-
-Ti lancio un bombarda sui denti,- sbatte le ciglia guardandomi con un sorriso angelico -ma lo farò nel modo più gentile possibile-
Merlino, quanto mi piace.
***
-La facciamo uscire dalla finestra?- sbotta Lily fissando la motocicletta, in procinto di essere lanciata nel bagagliaio aperto della macchina di Victoire, sospesa a mezz'aria e con James alla guida.
Nessuno con un briciolo di amor proprio affiderebbe mai la propria vita nelle mani di un guidatore inesperto come James, che fino a qualche secondo fa non sapeva neanche cosa fosse un cambio manuale. Ma d'altro canto, noi Weasley non siamo noti per la nostra spiccata abilità di sopravvivenza e credo che a Hugo sia sembrata un'ottima idea affidare il compito di guidare, a l'unico maggiorenne presente in questa stanza.
-Certo- Mio fratello la guarda tranquillo, aiutando Albus e Roxanne a spingerla, mentre Fred affacciato dal sedile posteriore urla indicazioni.
-E se cade di sotto?-
-Non cadrà- la rassicuro anche se in realtà non ci credo neanche io.
-Ne sei certa, Rose?- Lily mi fissa con i suoi penetranti occhi castani ed io mi limito a scrollare le spalle.
La soffitta è così piena di polvere che fatico a vedere, mucchi e mucchi di cianfrusaglie ricoprono la maggior parte del pavimento, per questo Dominique si è avvolta le scarpe in due buste di plastica, mentre osserva un album di foto.
-Rose, Molly ha lasciato il manuale di meccanica in cucina, vallo a prendere-
Osservo Hugo accigliata, prima di staccare la schiena dalla parete e sbuffare -Lo chiedi a me perché sono una ragazza, vero? Non può farlo Louis?!-
-Lo chiedo a te,- Hugo fa un breve pausa e sembra che il tempo si fermi quando la motocicletta oscilla sul davanzale e cade con un tonfo nel bagagliaio -perché sei la più vicina alle scale-
-Ah-
Non replico e non aggiungo altro, mi limito a scendere la scaletta che porta in soffitta a ritroso, ignorando Scorpius Malfoy che mi viene dietro senza che io gli abbia chiesto di farlo.
Per un secondo, solo un secondo, lancio uno sguardo furtivo al suo sedere sodo, messo in risalto dai jeans scuri.
-Devi davvero seguirmi ovunque?- sbotto irritata, poggiando i piedi sull'ultimo gradino. Scorpius mi guarda con un sorrisetto che fa schizzare la mia voglia di schiantarlo alle stelle. -La scommessa non prevede che tu mi stia tutto il tempo appiccicato!-
-Come faccio a farti perdere le staffe se non ti sto appiccicato?- ribatte tranquillo, scostandosi i capelli dagli occhi. Lo fisso cercando qualcosa di non troppo volgare con cui aggredirlo, ma guardando dentro quegli iridi così grigi, le uniche cose che mi vengono in mente sono parolacce particolarmente scabrose.
Faccio un bel respiro e con balzi decisamente molto atletici riprendo a saltare giù per i gradini, senza voltarmi indietro.
Una volta raggiunta la cucina, lascio che il braccio con cui tenevo il corrimano mi cada lungo il fianco. Sento il suo sguardo addosso, e la cosa mi infastidisce più di ogni altra cosa.
Il fatto di non poterlo picchiare mi fa arrabbiare maggiormente, perché fa parte della mia quotidianità litigare con lui, non farlo causa l'accumulo della mia irritazione e questo non va affatto bene.
-Mi dai fastidio,- sbotto con gli occhi che lanciano scintille, senza riuscire più a trattenermi. Lui resta impassibile, con un sorriso di scherno stampato in faccia e le mani ficcate nelle tasche, è come se le mie parole gli scivolassero addosso e la cosa mi fa infuriare ancora di più -non so in che modo gli altri riescano a sopportarti, ma io proprio non ci riesco. Vorrei prenderti a schiaffi, davvero-
Afferro il manuale dal tavolo per tenere le mani occupate, e fisso la copertina fingendo che sia particolarmente interessante. Poi Scorpius soffoca una risata ed io non mi trattengo più. Lo sento gemere di dolore quando il mio piede colpisce con forza il suo stinco, è forse l'unico suono piacevole che riesce a produrre e ciò mi arreca molta soddisfazione, visto che, inoltre, sono riuscita a togliergli quell'espressione irritante dal viso.
-Sei matta- sibila ma non pare affatto arrabbiato. Fa un passo avanti e all'improvviso il piccolo dettaglio che fino ad un attimo prima mia era sfuggito, fa capolino nella mia testa: lui è molto più robusto di me, io sono senza bacchetta, e per quanto mi costi ammetterlo senza magia non ho alcuna speranza di batterlo in uno scontro alla babbana. Ma tentare non nuoce, perciò prima che Scorpius possa tirarmi un pugno, brandisco il manuale e lo schiaffeggio con le pesanti pagine mettendoci tutta la forza che ho in corpo.
A quanto pare fare affidamento sulla mia massa corporea è stata una pessima idea. Malfoy mi afferra un polso digrignando i denti, le sue guance sono leggermente arrossate e qualche taglietto superficiale fa capolino sulla sua pelle bianca. Ma insomma, non è niente che gli possa causare un potente trauma cranico. -Cosa credi di fare, esattamente?- ghigna beffardo ed io non capisco da quale razza di problemi sia afflitto.
-Se non mi lasci immediatamente ti impalo al lampadario,- non ho la più pallida idea di come potrei fare, visto che non ce l'abbiamo neanche un lampadario -lo faccio, giuro che lo faccio-
-Non ne dubito,- sorride lasciando cadere la mano lungo il fianco e mollando la presa sul mio polso. -ora facciamo finta che tu non abbia provato ad uccidermi e torniamo dagli altri, sei ancora in tempo per non perdere la scommessa-
Nessuno dei due però si muove. Lo osservo stringendo il manuale rovinato con le dita, e mi chiedo se sia il caso di tirargli un calcio nelle palle, giusto per assicurarmi che capisca che il capo qui, sono io -Se avessi voluto tramortirti,- inizio decisa, evitando per adesso di colpirlo -ci sarei riuscita senza alcun problema-
-Lo so-
-Sono felice di aver chiarito- sfoggio un sorriso trionfante e lo sorpasso, diretta verso le scale. Il rumore di passi alle mie spalle mi informa che lui ha fatto lo stesso, ed è normale. Ciò che invece non lo è affatto, è che io mi ritrovi la strada sbarrata dal suo corpo.
-Non arrabbiarti- e già questa frase è un ottimo pretesto per farmi saltare i nervi. Lo guardo torva preparandomi ad ammollargli un bel destro sulla mascella, ma Scorpius è più veloce. Per un attimo ho paura che voglia darmi un pugno, così serro gli occhi pronta a incassare il colpo senza fare un fiato, ma poi la sua mano si posa leggera sulla mia guancia e un secondo dopo mi sento trascinare verso di lui.
Il mio cervello inizialmente non capisce cosa sta succedendo, così resto immobile come un palo mentre le sue labbra si posano sulle mie. Sento il suo profumo, l'odore del balsamo che usa e il suo fiato caldo sul viso. Tutto ciò non fa altro che stordirmi ancora di più, e l'unica cosa a cui sto pensando invece di escogitare un piano di fuga è: Scorpius Malfoy mi sta baciando e cavolo, lo fa dannatamente bene.
Schiudo le labbra mente un suo braccio mi scivola introno alla vita. Il manuale di meccanica mi cade dalla mano e sbatte con un tonfo sul pavimento, ma il suono mi arriva alle orecchie attutito e non ci presto attenzione, presa come sono ad affondare le dita tra i suoi capelli. Li tiro con forza e lui geme sulla mia bocca. Non è lo stesso suono infastidito che ha emesso quando l'ho colpito, questo mi piace ancora di più.
Mi stringe, sento la mia pelle fremere sotto il suo tocco e incapace di staccarmi, mi sollevo sulle punte e premo una mano sulla sua nuca.
Non credevo che avrei mai pensato una cosa del genere, ma: baciarlo è molto più soddisfacente che schiantarlo.
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