18. Lumaconi al Lumaclub
Sabato 31 Ottobre, ore 20:01.
Halloween.
-Perché Lumacorno invita alle sue feste te e non me?- Dominique continua a fissare il foglio di pergamena stropicciato sul quale il nostro professore di pozioni, dichiara di considerare un onore la presenza della sottoscritta e di Alice al Lumaclub questa sera.
Onore, che tra l'altro non è per niente meritato, visto che la mia media nella sua materia sfiora l'Oltre Ogni Previsione. D'altro canto, meritato o non, avrei volentieri declinato il suo invito, se solo avessi avuto scelta. Andiamo, chi è l'imbecille che rifiuterebbe di partecipare a un intrigante festino in maschera nei sotterranei, per andare a mangiare ananas candito con un vecchio grassone?
-Ti cederei volentieri il mio posto,- borbotto sistemandomi la scollatura del vestito. -ma mia madre mi ucciderebbe se venisse a saperlo-
-Joshua Smith sarà lì- lagna la mia migliore amica, rigirandosi nel letto e sospirando frasi mielose su quanto sia attraente il cantante dei Vampirs on fire. -Il mio Joshua Smith!-
-Non hai nessun diritto di proprietà su di lui- la voce di Alice è autoritaria ma non riesco a prenderla sul serio visto che indossa quella sottospecie di nuvola. -Rose,- adesso la Paciock sta guardando me, con i suoi soliti occhietti imploranti, come se io fossi in grado di risolvere tutti i problemi del mondo con uno schiocco di dita -falla smettere-
Dom emette quello che mi sembra un rantolo agonizzante, che mi costringe a massaggiarmi le tempie esasperata.
Durante i mei sedici lunghi anni di vita, ho appreso una serie di nozioni che non mi scorderò mai: i capelli di James non saranno mai in ordine, Hugo sistema le saponette in ordine cromatico, Scorpius è un idiota e, infine, Dominique ha in ossessione maniacale per Joshua Smith, per tanto niente potrà dissuaderla dello smettere di sembrare un gatto in preda agli spasmi, a meno che...
-Domi,- poso affranta la spazzola sul comodino, chiedendomi se tutto questo sia davvero necessario. Potrei buttarla nel lago nero legata ad un masso e andare a riprenderla una volta che si sarà calmata. Questa si che è un'idea geniale, escludendo per un attimo la parte in cui la mia migliore amica riemerge dalle acque e si vendica su di me con un Avada Kedavra -vuoi essere la mia dama?-
***
-Sembro un idiota- lancio un'occhiata alla mia immagine riflessa nello specchio, e studio con attenzione ogni dettaglio dello stupido smoking, trovato infondo all'armadio. Certo, il nero mi dona, così come mi dona qualsiasi colore presente sulla faccia della terra, ma tutta questa rigida serietà stona con i mei capelli arruffati e la cravatta lasciata floscia sulle spalle. Che, senza dubbio, sono le parti che più preferisco del mio abbigliamento.
-In verità,- Fred solleva impercettibilmente lo sguardo dal Cavillo e trattiene una risata sommessa -tu sei un idiota, Jamie caro-
Fingo un conato di vomito quando sento quell'orribile nomignolo uscire dalle sue labbra ghignanti, e mi scompiglio i capelli nella speranza di riuscire a sembrare più James Sirius Potter che un dannato pinguino.
-Vieni con me al Lumaclub?- domando al mio migliore amico, una volta che il mio aspetto mi sembra più che valido.
Fred ride, come se avessi appena detto la barzelletta più divertente del mondo -Scordatelo- dice, e per me le sue parole sono come una coltellata al cuore. -Sto per andare a fare baldoria-
-Viscido traditore-
Wess Thomas balza sul letto, facendo cadere a terra una pila di mutandoni sul pavimento e si alza con tutta l'agilità che i suoi venti chili in più gli permettono di avere. -Posso accompagnarti io, James- sorride smagliante e sinceramente, preferirei che non lo facesse visto il pezzo di zuccotto che ha incastrato tra i denti. -Non sono mai stato invitato ad una festa simile-
Fred, ora non più divertito, si copre la faccia con il Cavillo e borbotta qualcosa che suona molto come -chissà perché-
Non che io mi sia meritato un posto al tavolo dei Lumaconi, grazie alle mie brillanti capacità di pozionista, per carità. È tutto merito del mio cognome: immagino che anche Albus e Lily siano stati invitati, ma quest'ultimi, come sempre avranno trovato delle scuse conviventi per farsi rinchiudere in infermeria malati.
-In realtà non importa,- indietreggio lentamente verso la porta -anzi sono proprio in ritardo. Devo scappare- nel vero senso della parola.
***
-Scorpius, io sono malato- osservo il biondo che mi fissa stralunato, accovacciato scompostamente su una delle sedie dell'infermeria, e mi tiro la coperta fino a sotto il mento -Non puoi venire qui e chiedermi di seguirti al Lumaclub, non è cortese-
-Tu non sei malato- digrigna i denti ed io sghignazzo divertito.
-Secondo Madama Chips lo sono- sorrido e ammicco all'ufficio della nostra vecchia guaritrice.
-Perché hai mangiato cinque merendine marinare!-
-Sei, in verità- Tutto ciò non fa di me un pessimo migliore amico, naturalmente. Sto solo ricorrendo alle più sleali tattiche di sopravvivenza, che tengo pronte ogni giorno in caso servano. -Ah, quasi dimenticavo,- batto una mano sulla fronte, rimproverandomi della mia sbadataggine -ho sentito che Katie Holler ha intenzione di rifilarti un filtro d'amore, se fossi in te farei attenzione-
-Albus,- Scorpius mi guarda serio, con le braccia incrociate e la sua tipica espressione capace di insultarti con un solo cenno del capo. -dirmi questo non farà di te una persona migliore-
Gli faccio un'occhiolino e mi giro su un fianco -Se non ti dispiace, dovrei riposare-
Sento qualche sibilo rabbioso, ma gli passerà dopo qualche bicchiere di whisky e quindi non c'è da preoccuparsi, e la porta dell'infermeria che si richiude alle sue spalle con un tonfo.
***
Fisso la porta dell'ufficio di Lumacorno e mi ripeto che sono ancora in tempo per darmela a gambe, correre a indossare un paio di jeans e infiltrarmi al festino dei serpeverde.
-Cosa stiamo facendo, esattamente?- Dominique continua a tamburellare insistentemente le unghie sulla parete e fa saettare lo sguardo da me ad Alice, la quale si limita a dirle di tacere.
-Stiamo riflettendo- aggiunge pacata, probabilmente pentendosi di aver usato un tono così brusco per zittirla.
Sono sul punto di condividere ad alta voce la mia saggia decisione, in poche parole scappare, quando Scorpius Malfoy ci sorpassa arrabbiato e apre la porta con una spallata.
-Scusatelo,- borbotta Dagon correndogli dietro -è un'imbecille-
-Katie, tua madre è ancora amica della direttrice della Coppa del Mondo?- Lumacorno si ficca in bocca una fetta di ananas candito, guardando la sorridente biondina, seduta al fianco di un imbronciato James. Sul fatto che Katie Holler sia una bella ragazza, non c'è mai stato niente da obbiettare: persino Dominique ucciderebbe per avere delle gambe lunghe e toniche come le sue, d'altro canto, non si può dire lo stesso della sua voce. Anche quella cornacchia di Gazza riesce a produrre suoni più melodiosi di quelli di Katie.
-Assolutamente, sono migliori amiche. Inseparabili oserei dire, signore-
-Eccellente, davvero eccellente- l'ennesimo contenuto di un bicchiere di rum, finisce giù per la gola del nostro professore di pozioni, la cui pelle ha assunto un colorito piuttosto rossastro. -E tu Scorpius, come sta tuo padre?-
Per la prima volta da quando la cena ha avuto inizio, sollevo la testa dal piatto. Incrocio gli occhi palesemente annoiati di Malfoy, che sostiene la mia occhiata per una manciata di secondi, giusto il tempo che mi permette di notare il suo iride grigio scurirsi. Distoglie lo sguardo e sfoggia il suo miglior sorriso -Ultimamente lavora parecchio, ma ho recentemente avuto sue notizie: sta molto bene-
Il suo tono è basso, roco e tremendamente seducente. Lo fisso con le labbra leggermente schiuse, sorpresa dallo strano effetto che la sua voce ha avuto su di me. Stringo la forchetta con una mano e riprendo a mangiare come se niente fosse, ma non prima di aver osservato affascinata la linea dura della sua mascella, i suoi capelli chiari fuori posto e la bocca piena stirata in un ghigno.
Scorpius Malfoy ha sempre avuto l'aspetto di un angelo cattivo, o come piace definirlo a Dominique: il bello e dannato. Ma sta sera, in quel completo nero, sta dando il massimo di sé.
-James Sirius Potter,- Lumacorno pronuncia il nome di mio cugino, così come pronuncerebbe quello di Merlino sceso in terra, e lo osserva quasi fosse ammaliato da i suoi capelli sparati in ogni direzione -che onore, mio caro. Non puoi immaginare quanto tu sia uguale a James,- beve -anche se adesso hai la stessa espressione malandrina di Sirius...- ridacchia senza alcun motivo apparente -che nomi appropriati-
James si limita a fare un cenno, per poi buttarsi a capofitto nel suo bicchiere di whisky incendiario.
Dall'altro lato del tavolo, proviene un risolino femminile da ma riconosciuto come quello della mia migliore amica, intenta a fare la civetta e a mostrare il collo bianco a Joshua Smith, il vampiro.
-Rose,- adesso Lumacorno sta guardando me. Non ne sono sicura, ma credo che anche Scorpius stia facendo lo stesso. È come se i suoi occhi mi bruciassero la pelle, ma probabilmente deve solo essere un effetto collaterale del troppo tacchino -ti piace la musica?-
No, risponderei se fossi una sciocca. Ma siccome ho un disperato bisogno di eccellere nella sua materia, sorrido e annuisco -È piacevole-
-Certo, l'ho composta io- Joshua Smith, degna i presenti della sua attenzione per all'incirca due secondi, poi torna a rivolgersi alla mia migliore amica, chinandosi su di lei per bisbigliarle qualcosa all'orecchio.
James alza gli occhi al cielo.
Dagon scivola in basso sulla sedia per arrivare alla stessa altezza di Alice e sussurra -Pensi anche tu che sia inquietante?-
In risposta lei si volta e scrolla le spalle -James o Joshua?-
-L'atmosfera richiede un lento,- trilla allegro Lumacorno, fissandomi. Evito il suo sguardo osservando il lampadario di cristallo e spero che al nostro professore di pozioni, non venga in mente di invitarmi a ballare con lui. Sarebbe imbarazzante.
-Questa è musica da valzer, signore- borbotta Dagon con la voce di uno che vorrebbe trovarsi ovunque, tranne che qui.
-Non importa,- Lumacorno sorride -non importa- ripete colpendosi il panciotto con una mano. -Signorina Weasley,- esclama il mio nome con una tale euforia, perché si, lo so che si riferisce a me e non a Dominique, che per un attimo sono tentata di lasciami cadere all'indietro e fingere di svenire. -ho qui il compagno giusto per lei-
Oh Merlino, fa che non dica io.
-Il Signor Malfoy!-
Tesa come non sono mai stata, lascio che le sue mani mi scivolino lungo il bacino e mi stringano i fianchi. Non lo guardo in faccia, perché se lo facessi sono sicura che diventerei rossa come un peperone e, sinceramente, detesto quando succede. Arrossire è una maledizione che Merlino mi ha lanciato quando ero ancora nella pancia di mia madre. Magari sapeva che sarei diventata quella che sono e ha deciso di punirmi. Bastardo.
Il corpo di Scorpius, oltre ad un forte profumo di dopobarba e colonia, emana un calore stranamente piacevole che mi procura la pelle d'oca. Decido che è davvero una mossa poco astuta e da imbecilli starsene con le braccia che non sanno dove piazzarsi, così faccio un bel respiro, pentendomene quando mi rendo conto che il mio naso è solo a pochi centimetri dal suo petto e che, di conseguenza, sembra che io stia annusando la sua camicia, e gli poggio le mani sulle spalle.
Avverto la consistenza dei muscoli duri sotto la stoffa. Schiaffeggio mentalmente l'impulso che mi suggerisce di tastare per benino tutta quella sostanza, e mi mordo un labbro per obbligarmi a stare ferma.
Lumacorno ci osserva e sorride beffardo, stringendo al petto un piatto vuoto, che forse qualche minuto prima doveva essere pieno di ananas candito. Ballonzola in giro con il pancione che ondeggia e canticchia stonato. Probabilmente ha bevuto tanto di quel rum che è completamente andato.
-Tutto ciò è ridicolo- sbuffa Scorpius.
Felice di aver trovato un frammento di conversazione a cui aggrapparmi, replico immediatamente -Anche tu sei ridicolo-
-Gentile come sempre-
Non lo guardo, ma sono sicura che stia sorridendo.
-È una dote naturale, che posso farci-
Ci muoviamo lentamente, quasi impercettibilmente. La punta delle sue scarpe sfiora le mie, e per quanto schiacciargli i piedi sarebbe un'idea piuttosto allettante, devo trattenermi perché non ho intenzione di scatenare un duello all'ultimo sangue davanti a un professore. Sarebbe una mossa davvero da principianti.
Alice e Dagon si stringono impacciati, e nonostante lei sia parecchio più bassa di lui, sembra trovarsi piuttosto a suo agio. James beve firewhishy con la schiena poggiata a una parete, mentre Katie tenta in tutti i modi di convincerlo a portarla a ballare. Dom e Joshua parlano talmente fittamente che dubito si siano accorti che ci siamo alzati da tavola.
-Stai bene- dice Scorpius piano. Sono costretta sollevare la testa per accertarmi di non essermi immaginata di averlo sentito parlare, ma quando incontro i suoi occhi grigi che mi osservano dall'alto, avvampo e fingo un'attacco di tosse.
-Cosa?- borbotto.
-Stai bene- ripete più forte.
-Si certo,- osservo il mio braccio destro chiaro e cosparso di lentiggini, sollevato per raggiungere la sua spalla -sono sana come un pesce-
-No,- ride. Ha un bella risata: roca e da maschio -stai bene con questo vestito, era un complimento-
-Oh, beh...- boccheggio sorpresa, perché se Scorpius Malfoy dichiara esplicitamente di star facendo un complimento alla sottoscritta, la fine del mondo deve essere vicina -lo penso anch'io-
***
Lumacorno sta mettendo a dura prova il mio autocontrollo, non c'è altra spiegazione. Lo vedo mentre ci fissa e sorride sognante, rimpinzandosi di crostatine.
C'è da dire che mi sto sforzando con tutto me stesso per mantenere una parvenza di contegno, ma con Rose praticamente appiccicata addosso è parecchio complicato. Il cuore mi batte, sarebbe strano se non lo facesse, ma lo fa troppo velocemente. Le sue mani mi stringono le spalle con delicatezza ed è insolito, visto che da lei mi sarei aspettato delle unghie conficcate nella carne.
Ha un buon profumo, e anche solo pensare una cosa del genere sta a significare che sono completamente uscito di testa. Per me l'importante era che una ragazza avesse i giusti connotati, magari un bel viso e che fosse simpatica, non avevo mai prestato attenzione ai dettagli. Con Rose invece, è un continuo scoprire di nuove cose che me la fanno piacere sempre di più. So che i suoi capelli sono di una sfumatura di rosso molto intenso e odorano di vaniglia, i suoi occhi sono castano chiaro, quasi dorati. Ha sempre le mani fredde, quando è nervosa mangia piume di zucchero, i bruschi cambi di temperatura le fanno venire il raffreddore e non beve mai il latte senza il caffè.
Mi prendo del tempo per osservarla, quando lei decide che i suoi piedi sono diventati d'un tratto molto interessanti.
Rose, in quel vestito non sta solo bene, è semplicemente bellissima. Complimentarmi ad alta voce, mi ha fatto capire quanto sia cotto di lei.
Tanto.
-Sapevi che le mantidi femmina staccano la testa al loro compagno dopo averci procreato?-
Sta volta è il mio turno di restare sorpreso. Sollevo le sopracciglia e la guardo divertito, mentre lei ricambia il mio sguardo con una certa intensità. -Cosa?-
A dividerci ci sono solo i venti centimetri che separano le nostre teste, se mi piegassi in avanti potrei baciarla.
-L'ho letto su un volantino nella Londra babbana e mi è rimasto impresso-
La sua presa sulle mie spalle si fa più salda. Involontariamente, senza distogliere lo sguardo, sollevo una mano e le sposto una ciocca di capelli dal viso. Sorrido quando lei schiude le labbra sorpresa e la stringo contro di me, con l'altro braccio.
-Interessante, era forse una specie di proposta perversa?-
-Malfoy,- ghigna -se vuoi che ti stacchi la testa, basta chiedere-
***
Una volta che il nostro lento a ritmo di valzer è terminato, mi allontano da Scorpius di qualche passo, sentendo immediatamente la mancanza del suo corpo caldo contro il mio. La stessa mancanza che potrei sentire per un qualsiasi corpo caldo, si intende. Non che quello di Malfoy abbia qualcosa di speciale, tralasciando il fascino ammaliante da cattivo ragazzo e un profumo incredibilmente buono.
-Io direi di svignarcela- propongo a bassa voce, dopo aver sondato il territorio.
-Mi sembra un'ottima idea-
Ci scambiamo uno sguardo d'intesa, ma nei suoi occhi, oltre al solito grigio c'è qualcos'altro: una luce strana, brillante. Attribuisco tutto ciò al rum e gli faccio cenno di seguirmi.
Aggiriamo Lumacorno, afflosciato su un divanetto, con i baffi sporchi di zucchero e cioccolata e gli occhi fissi al soffitto. Scorpius è al mio fianco, silenzioso e con la cravatta slacciata. Avverto il suo petto, decisamente troppo vicino alla mia spalla, alzarsi e abbassarsi ritmicamente, ma decido che questo non è il momento per concentrarsi su dettagli simili, e cammino in punta dei piedi, diretta verso l'uscita.
James, che sembra sostenere la parete con le proprie spalle, si limita a lanciarci un'occhiata curiosa prima di tornare a rivolgersi a Katie e sorriderle. Ignoro Alice e Dagon che parlottano continuando a stringersi al centro della stanza, perché se avessero voluto darsela a gambe anche loro, ci avrebbero seguito. E non prendo neanche in considerazione di chiamare Dominque e dirle di seguirmi. Lei e Joshua sembrano avvolti da una bolla invisibile che li estranea dal mondo.
Scorpius è il primo a raggiungere la porta, abbassa la maniglia e aspetta che esca. Sento il suo sguardo sulla schiena quando lo sorpasso, non prima di aver afferrato un muffin da un piatto lì vicino, e sono felice che non possa vedermi in faccia.
L'aria fredda del corridoio mi fa rabbrividire non appena metto piede fuori dalla stanza. È fastidiosa ma allo stesso tempo piacevole: chiusa dentro l'ufficio magicamente ingrandito di Lumacorno, mi sembrava di soffocare.
Smetto di sentire la musica quando Scorpius si richiude lentamente la porta alle spalle.
-Dove vuoi andare?- è la sua voce roca a rompere il silenzio.
-In dormitorio, sai,- indico con una mano il mio stomaco -ho mangiato troppo tacchino-
Se qualcun altro fosse qui, mi guarderebbe male, ne sono sicura. Far intuire a un ragazzo oggettivamente stupendo che hai bisogno di andare in bagno, non è esattamente il massimo. Ma io sono Rose Weasley, e posso fare tutto quello che voglio.
-Va bene- ridacchia -ti accompagno-
Gli farei notare che so perfettamente arrivarci da sola, che sono una donna indipendente e non ho bisogno di essere scortata in giro da nessuno, tantomeno da lui, ma sotto sotto lo trovo un gesto carino, perciò me ne resto in silenzio.
Percorriamo un lungo tratto senza fiatare, l'unico rumore è quello delle mie scarpe con il tacco che risuona per il corridoio, e che fa sbuffare qualche quadro indignato. Mi trattengo dallo scaldarmi le braccia scoperte, solo perché non voglio sembrare una stupida donzella infreddolita. Però non c'è bisogno che io faccia o dica niente, con la coda dell'occhio vedo Scorpius aprire la bocca, così mi affretto a precederlo.
-Se stai per chiedermi se ho freddo, ti sputerò in un occhio- lo guardo, ha la testa piegata verso di me e gli occhi grigi seminascosti dalle ciglia, probabilmente questa è la tipica espressione con la quale seduce le ragazze. -D'altro canto, se vuoi darmi la tua giacca fai pure-
-Vuoi la mia giacca?- sorride sornione.
-Tu vuoi darmela?-
Non risponde, si limita a sfilarsela lentamente. Mentre lo fa, la camicia gli aderisce perfettamente petto, mostrandomi la figura tonica dei suoi pettorali scolpiti. Ingoio il groppo in gola, concedendomi di osservare per qualche altro secondo la sua figura. Le braccia muscolose, quelle che fino a qualche minuto prima mi stavano stringendo la vita, sembrano decisamente molto confortevoli. Per un secondo, l'idea di fingere un collasso solo per farmi afferrare da lui, sempre che Scorpius non decida che vedermi stesa sul pavimento sia molto più divertente, mi balena per la testa.
A riscuotermi dai miei pensieri, è un'ondata del suo profumo che mi travolge quando mi poggia la sua giacca sulle spalle. L'afferro con le dita, prima che possa scivolarmi e cadere sul pavimento, e mi godo il tepore, socchiudendo appena gli occhi.
Non è una cosa a cui si assiste tutti i giorni. Vedere Scorpius Malfoy che si comporta da gentiluomo con me, intendo.
Trattengo a stento un sorriso.
Ci fermiamo davanti al ritratto sonnecchiante della Signora Grassa. Indecisa se ringraziare o meno Scorpius per il suo comportamento molto meno odioso del solito, mi volto a guardarlo.
-Beh,- dico, osservando la sua camicia arrotolata fino ai gomiti, mentre lui si ficca le mani nelle tasche -eccoci qui-
Dovrei vincere un premio per la mia spiccata dote nel dire cose stupide, davvero.
-Già-
Neanche lui però scherza, eh.
Faccio per togliermi la sua giacca dalle spalle, ma Scorpius mi ferma prima che possa anche solo allungare un braccio in avanti -Tienila pure,- borbotta -a me non serve-
Non vedo proprio cosa dovrei farmene, visto che è di almeno quattro taglie più grande dei mei vestiti ed è chiaramente da uomo, ma siccome non mi viene in mente nulla di abbastanza sensato, mi limito ad annuire.
-Allora buonanotte- esclama.
Con mia grande sorpresa, mi accorgo solo adesso che la distanza tra di noi è davvero ridotta e che, a forza di tenere la testa sollevata per guardarlo negli occhi, mi sta venendo il torcicollo.
-Si, buonanotte-
Stordita dal suo profumo, dal calore del suo corpo e dal russare decisamente troppo rumoroso per essere vero, della Signora Grassa, resto ferma come un palo quando lui fa un passo in avanti e mi stampa un bacio sulla fronte.
Chiudo gli occhi, beandomi del tepore delle sue labbra sulla mia pelle, e quando li riapro Scorpius si sta già allontanando.
Porca puttana.
-Davvero intrigante, parola d'ordine?-
***
La porta dell'infermeria non è chiusa a chiave, ma non mi avrebbe fermato neanche trovarla sbarrata da catene e lucchetti. L'avrei buttata giù a suon di bombarda. Mi guardo in torno per accertarmi che non ci sia nessuno in corridoio, e sgattaiolo dentro senza fare rumore.
Sento un bisogno assurdo di parlare con qualcuno, confessare ad alta voce come mi sento, ciò che provo.
È talmente buio che fatico a vedere, tiro fuori la bacchetta la agito in silenzio. Sono sempre stato bravo negli incantesimi non verbali, così, senza neanche impegnarmi troppo, riesco a produrre un Lumos perfetto.
Albus è l'unico povero studente malato presente, affondato tra le coperte e con una montagna di cioccolata sul comodino. Russa, ma condivido la camera con lui da sei anni, perciò non me ne stupisco.
-Al,- sussurro, ma non abbastanza piano da impedirgli di sentirmi. Mi lascio cadere sulla sedia accanto al suo letto e gli punto la luce in faccia. -svegliati coglione-
In risposta ottengo un grugnito sommesso.
-Albus Severus- esclamo a voce più alta, dopo aver lanciato un Muffliato all'ufficio di Madama Chips -sto per appenderti a testa in giù-
La mia minaccia sembra arrivare alle sue orecchie forte e chiara, tant'è che un attimo dopo, i suoi occhi verdi assottigliati mi fissano indignati -Si può sapere che vuoi, Scorp?- ringhia. -ti ho già detto che non ci vengo al Lumaclub-
-Chissene frega del Lumaclub- ribatto scocciato -devo... parlarti di una cosa, credo di avere un problema-
-E la cosa mi riguarda?-
-No-
-Bene,- si siede -allora soffri in silenzio-
Nonostante la sua affermazione, lo vedo mettersi comodo in attesa che inizi a parlare. Sono tentato di alzarmi e andarmene, giusto per farlo arrabbiare, ma siccome ho davvero bisogno di lui, sbuffo e incrocio le braccia al petto.
-C'è una ragazza-
-Ci sono tante ragazze in questa scuola- mi interrompe con un ghigno.
-Si,- il mio sguardo dovrebbe indurlo a capire che se osa aprire di nuovo la bocca potrei schiantarlo, ma è Albus Severus quello che ho davanti, non mi aspetto realmente che lo comprenda -ma ce n'è una in particolare-
-Oh oh-
-Taci Potter- nonostante le sue palpebre siano aperte a fatica, noto un lampo divertito balenargli negli occhi.
-Vai avanti, la faccenda si fa interessante-
-Questa ragazza...-
-Ha un nome?- domanda.
-Per te no- sibilo scocciato.
-Va bene, allora penso che la chiamerò l'innominata-
-Come ti pare,- alzo gli occhi al cielo -dicevo, ha uno strano effetto su di me- non scendo in dettagli perché Albus è pur sempre un ragazzo e mi prenderebbe in giro a vita se mi mettessi a raccontare della scossa elettrica che sento ogni volta che Rose mi guarda.
-Ti piace?-
Sospiro pesantemente sia perché sono sul punto di tirargli un pugno in faccia, e anche perché dirlo ad alta voce lo rende ancora più reale -Mi piace-
-Quanto in una scala da uno a dieci?-
-Ma sei serio?- sbuffo fissandolo.
Quando risponde, il suo tono è pratico e se non lo conoscessi penserei che quel sorrisetto sornione, sia in realtà una smorfia di profonda comprensione. -No, sono Severus-
-Merlino...- impreco passandomi una mano tra i capelli.
-Coraggio-
-Nove e mezzo- non lo guardo. Questa conversazione si sta rivelando più complicata dal previsto.
-E perché non dieci?-
-Perché a volte mi irrita-
-Il fatto che ti irrita ti piace?-
-Che cos'è, un interrogatorio?-
Albus scrolla le spalle e si infila in bocca un quadratino di cioccolata. Mastica lentamente, senza distogliere lo sguardo, chiaro segno che si aspetta una risposta più che soddisfacente.
-Non lo so-
-Allora amico,- si allunga per battermi una mano su una spalla -direi che sei proprio cotto. Ci manca solo che tu ti metta scrivere poesie su di lei,- ghigna -a meno che tu non lo abbia già fatto. In tal caso, spera che io non le legga mai-
Lo fulmino, dondolandomi nervosamente sulle gambe posteriori della sedia -Non scrivo poesie- taglio corto.
-Ma potresti- ribatte divertito.
-Non potrei-
-Potresti!-
-Maledizione,- mi arrendo incrociando la braccia al petto -e va bene, potrei!-
-Scorp,- esclama il mio migliore amico improvvisamente serio. I suoi occhi verdi illuminati dalla luce della bacchetta, mi guardano come se stessero tentando di trapassarmi la testa -io credo,- fa una pausa e la tensione che improvvisamente si è impossessata del mio corpo, mi lascia quasi senza fiato -che tu sia innamorato-
Domenica 1 Novembre, ore 17:55.
Dormitorio maschile di Grifondoro, settimo anno.
-James, quella che è appena apparsa sul tuo sedere è una coda!-
-Una coda? Oh Merlino, hai visto Fred, ci sto riuscendo!-
-È fantastico-
Ci fissiamo per una lunga frazione di secondo.
-Ora come faccio a toglierla?-
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