17. Piume di zucchero

C'è silenzio e tutto è calmo. Lo trovo insolito visto che sono sulla Torre di Astronomia con Rose Weasley e lei non ha ancora aperto bocca per insultarmi o per schiantarmi. Guarda davanti a sé mentre dei ciuffi di capelli rossi sfuggiti da quella specie di palla informe che ha sulla testa, le schiaffeggiando le guance.

Il sole sta tramontando e per quanto i bagliori dorati che spariscono oltre gli alberi della foresta, siano affascinanti, non sono quello che sto guardando.

Sono ormai minuti che la osservo con la coda dell'occhio e presumo che se ne sia accorta, ma anche se fosse non sembra dare nessun segno di voler ricambiare il mio sguardo. La cosa mi irrita, perché non è possibile che se la sia presa solo perché ho scherzato un po' sulla situazione del suo ex fidanzato. Magari ho esagerato, me ne rendo conto, ma non era mia intenzione ferirla, sul serio.

-Penso che tu piaccia ancora a Michel Lee,- questa è la frase peggiore che potessi dire, ma posso assicurare che di solito riesco a formulare affermazioni intelligenti. La mia confusione deve essere causata da quella piccola parte di cervello che crede provi qualcosa per Rose Weasley. -Cioè,- almeno adesso il suo sopracciglio inarcato è rivolto alla mia faccia e non all'orizzonte -non credo che sia colpa tua se... beh se ha iniziato a bere-

I suoi occhi castani pericolosamente assottigliati sono fissi nei mei -Capisco- scandisce bene le parole come se stesse parlando ad un bambino particolarmente stupido e tardo. -Il tuo banale tentativo di scuse è penoso, ma siccome sono una donna umile lo accetto-

-Non mi stavo scusando- la frase mi esce di bocca ancora prima che il cervello la approvi e mi ritrovo a fissare come un allocco il suo viso perfetto e inespressivo.

Che qualcuno mi prenda a pugni, non posso aver pensato davvero che la sua faccia sia perfetta. È oggettivamente carina, lo ammetto, ma perfetta proprio no: tutte quelle lentiggini la fanno sembrare affetta dalla spruzzolosi, per non parlare dei suoi capelli così ridicolmente rossi. D'accordo, va bene, è bella molto bella, ma ciò non significa assolutamente che mi piaccia.

-Quindi...- un ghigno beffardo si fa spazio sulle sue labbra piene -stai cercando di approcciare con me?-

-Io,- la mia voce solitamente non è così stridula, lo giuro -può essere-

Smette di guardarmi e la cosa mi offende perché dannazione io sono molto meglio di uno stupido tramonto -Beh piantala se non vuoi che ti schianti,- non ne sono sicuro ma credo che quello sia l'ombra di un sorriso -capiscimi, non sei proprio io mio tipo-

-Sciocchezze,- finalmente le mie corde vocali si sono risintonizzate sulla giusta frequenza -io sono il tipo di chiunque-

Venerdì 23 Ottobre, ore 07:52.
Corridoio del terzo piano.

-Lily, cosa stai facendo?-

Niente, risponderei se quella al mio fianco non fosse Sibyll Patil e se effettivamente non stessi facendo nulla, quando in realtà è più che evidente che i miei esercizi di respirazione attirano parecchio l'attenzione. Forse è perché tengo gli occhi chiusi e stavo rischiando di investire due primini, oppure perché continuo a tenermi una mano premuta sul petto per cercare di controllare i battiti del cuore, non saprei.

Fatto sta che i mei esercizi non mi stanno affatto aiutando, visto che credo presto andrò in iperventilazione e dovranno portarmi di peso in infermeria.

Sibyll segue il mio sguardo puntato morbosamente e inquietantemente verso il muro in cui un gruppo di Corvonero del sesto anno, sta ridendo per qualcosa di molto divertente.

Magari dovrei unirmi a loro, sorridere, scuotere i capelli e mostrare con fierezza la mia cravatta perfettamente allacciata. Il fatto che io abbia impegnato più di mezz'ora per sistemare correttamente la divisa per sembrare una studentessa modello, non può di certo passare inosservato. Non deve passare inosservato, soprattutto a Lysander.

La mia compagna di stanza stira un ghigno che non mi piace per niente, ma sono troppo impegnata a fissare i riflessi dorati nei capelli del mio futuro marito, per preoccuparmi. -Vai a parlargli- avverto qualcosa, come una gomitata nelle costole che riesce a ricatapultarmi alla realtà. Realtà tragica in cui io e Lys non abbiamo otto bambini dai nomi improponibili, una casa in montagna e lo stesso cognome.

-Scherzi?- è ovvio che lo stia facendo, sa benissimo che non riesco ad elaborare una frase di senso compito in sua presenza -farei una figuraccia-

-Non essere sciocca,- Sibyll mi guarda dritto negli occhi sistemandomi la tracolla su una spalla -io sarò qui e se dirai qualcosa di stupido interverrò-

Mi pento di aver sprecato il giovedì di sera ad ascoltare musica deprimente e strappalacrime, invece di elaborare una piano d'attacco che faccia cadere il ragazzo più bello, attraente, divertente, premuroso e intelligente di Hogwarts ai mei piedi, ci terrei a precisare che i piedi in questione sono infilati in scarpe perfettamente pulite e lucidate. -E cosa gli dico?-

-Tanto per cominciare: ciao-

















-Ciao- la mia voce non è così stridula solitamente e, a meno che non stia correndo, non sudo freddo.

A questo punto lui dovrebbe invitarmi ad uscire. Perché non lo fa?

-Buongiorno Lily- Lysander mi sorride e io perdo metà delle mie facoltà mentali. Denti così bianchi dovrebbero essere illegali.

-Ti aspettiamo in classe,- Lorcan, il suo gemello a cui devo ricordarmi di regalare un mucchio di cioccolata per esprimergli tutta la mia gratitudine, fa un cenno del capo agli altri cinque ragazzi che sono con loro e se li porta via.

-Hai bisogno di qualcosa?- si, che mi sposi.

Sibyll appostata strategicamente alle spalle dello Scamander, mi fa segno di proseguire. È facile per lei, io non mi ricordo neanche più come mi chiamo.

-Ehm...- sposto i capelli dietro le spalle giusto per avere qualcosa da fare -mi chiedevo se, cioè, sei molto bravo in incantesimi no?-

Annuisce e sono sicura che quello sia un sorriso divertito.

Forse crede che sono patetica, e non ha tutti i torti, nessuno allaccerebbe mai la cravatta così bene di prima mattina.

-Io quest'anno ho i G.U.F.O,- no, ma dai -e volevo chiederti se magari potevi darmi qualche ripetizione-

Non ho bisogno di ripetizioni, ovviamente. Sono la migliore del mio corso e da qualche mese ormai ho già cominciato a studiare sul libro di mio fratello Al. Lui non sa che ce l'ho io, pensa che sia stato bruciato durante il falò in spiaggia quest'estate.

-Certo, mi farebbe piacere aiutarti- poggia una mano sulla mia spalla e ho come l'impressione di essere arrossita, ma il calore che sento in faccia potrebbe benissimo essere a causa del raggio di sole che entra dalla finestra -io non ho niente da fare questo pomeriggio, possiamo iniziare oggi se ti va-

-Per te sono libera sempre-

***
Di solito sono calma, i compiti in classe che potrebbero influire sul cinquanta percento della mia media scolastica non mi sfiorano neanche. Ma sta volta è diverso, per diventare un Auror ho bisogno di voti alti, non posso accontentami di un Oltre Ogni Previsione.

-Carpe Retractum- Dominique solleva il braccio per esercitarsi e non appena le mie orecchie la sentono pronunciare quell'incantesimo a me sconosciuto, colpisco la sua bacchetta con un gesto repentino e lancio un grido straziante.

-Questo non c'era nel libro-

-Invece si,- Alice, seduta a terra fuori dall'aula di Incantesimi con un libro poggiato sulle gambe, picchietta l'indice sulle pagine ingiallite -capitolo otto, pagina trentadue, paragrafo tre-

-Cazzo- infilo una mano tra i capelli disperata. Perché non ho lasciato che James morisse soffocato invece di studiare?

-Ora,- Dominique assottiglia lo sguardo sfidandomi a colpirla un'altra volta -se non ti dispiace dovrei esercitarmi-

Lascio cadere la borsa sul pavimento fregandomene che ci sia la mia nuova boccetta di inchiostro all'interno e mi ci siedo sopra. Fisso i piedi incalzettati degli studenti che mi passano vicino e non ripasso, sarebbe inutile, ho tutto quello che mi serve nella testa e se mi assicurerò un posto strategico, dovrei riuscire a farcela.

L'importante è rimanere concentrata, rispondere in modo appropriato alle domande e sbirciare nelle pergamene degli altri studenti solo quando Flitwick non sta guardando dalla mia parte. Sarà un gioco da ragazzi se avrò con me un piuma di zucchero infilata in bocca, quelle mi aiutano sempre a non perdere la calma.

Un momento.

Frugo nella tasca del mantello, non può essere.

Le ho finite.



















Una volta appurato che nessun Grifondoro possiede una fottuta piuma di zucchero o non è intenzionato a condividerla con me, ho sempre pensato che la mia fosse una casata predisposta alla condivisone e all'amicizia ma a quanto pare mi sbagliavo, Alice mi ha offerto la sua bacchetta di liquirizia ma quelle mi fanno schifo e quindi il suo gesto non conta, schizzo dritta verso i sotterranei alla ricerca di mio cugino Albus, noto anche per possedere schifezze di ogni genere.

-Rose ma dove vai?- l'urlo di Dominique rimbomba tra le mura del corridoio ormai quasi vuoto, ma non mi volto perché non ho tempo da perdere -la lezione inizia tra tre minuti!-

Se prendo il passaggio segreto vicino al bagno, arriverò sicuramente prima.

-Cogliona!- è l'ultima cosa che sento prima di svoltare l'angolo e scivolare su una buccia di banana lanciata a Pix.

***
Prendo posto in fondo all'aula perché detesto quando Lumacorno mi fissa con i suoi occhietti acquosi. Già di mio riuscire a non fare esplodere un pozione è piuttosto complicato, figuriamoci se mi sento costantemente osservato.

-Spero che oggi spieghi,- Albus si lascia cadere sullo sgabello al mio fianco e comincia a tirare fuori dalla tracolla svariati zuccotti, caramelle mou e una piuma di zucchero. Afferro quest'ultima e me la infilo in bocca ignorando volutamente il suo sguardo fulminante. Ha sempre detto ciò che è mio è anche tuo, o almeno credo, forse l'ho solo immaginato, comunque non ha importanza. Non desidero in nessun modo contraddirlo -non sono dell'umore per toccare scarafaggi o occhi di pesce-

-A chi lo dici,- Juditte Parkinson che fino ad un attimo fa credevo impegnata in un'interessante conversazione sui ridicoli calzini ricamati del ragazzo di sua cugina, poggia il gomito ossuto sul nostro banco. -pozioni fa schifo, dovrebbero sostituirla con qualcosa di più interessante-

-A me piace- mento, succhiando avidamente lo zucchero dalla piuma. Vederla arrossire e balbettare qualcosa come "ma certo scherzavo" è abbastanza divertente e riesce a distrarre Albus dal fissare un contenitore in cui galleggia qualcosa di viscido e giallo.

-Dico solo che sarebbe meno disgustoso se non ci facessero toccare animali morti- Juditte si sistema il caschetto nero con le dita ed io inclino leggermente la testa fissandola. I suoi occhi truccati di viola sbattono così veloci che faccio fatica a capire se ha un tic nervoso o sta cercando di sedurmi.

-Sai, credo che gli animali morti siano essenziali- in realtà non ne ho la più pallida idea, non sono un pozionista ma fingere di aver studiato mi fa sentire un gradino più in alto degli altri a livello intellettuale. E poi, mettere in soggezione e imbarazzare la gente è qualcosa che ho sempre amato fare.

-ALBUS- un uragano dai lunghi capelli rossi spettinati, entra dalla porta come un razzo, spintonando con forza un ragazzo di Corvonero che finisce a gambe all'aria.

Incrocio il suo sguardo per un millesimo di secondo e quando si butta di peso sul mio banco, facendo saltare all'indietro una spaventata Juditte, il profumo del suo shampoo mi colpisce in pieno.

Non so esattamente cosa è successo, fatto sta che due secondi dopo Rose Weasley non c'è più, e neanche la piuma di zucchero che avevo in bocca.

***
-Alla buon'ora, Weasley-

Le teste chine degli studenti intenti a scrivere sulle loro pergamene, si sollevano scrutandomi per qualche secondo, ma io sono troppo presa a setacciare l'aula alla ricerca di un posto libero che sicuramente non sarà affatto strategico, per prestare loro attenzione.

Alice, posizionata in ultima fila tra due Tassorosso guardinghe, scuote la testa rimproverandomi con lo sguardo, mentre Dominique qualche banco più avanti, mima con le labbra un cogliona.

Ha ragione, e la faccenda è tragica visto che Dom non ha mai ragione, ma è vero, sono un cogliona felice e con una piuma di zucchero di seconda mano in tasca.

-Si sieda accanto al signor Bartons e cominci il compito-

Il posto che il professor Flitwick mi sta indicando con un dito grassoccio, è proprio sotto la finestra e abbastanza vicino a quello di Roxanne, ciò mi permetterà di scambiare informazioni con una faccia amica, visto che questo presunto Bartons di cui non conoscevo l'esistenza fino ad adesso, non stacca gli occhi dal foglio neanche quando mi accascio con uno sbuffo sulla sedia a pochi centimetri dalla sua. L'unica cosa che riesco a scorgere del suo viso paffuto, sono un paio di occhiali rettangolari spessi quanto il suo testone. Potrei sbagliarmi, ma non mi sembra un tipo molto predisposto a lasciarmi copiare il suo compito.

Domanda numero 1:
Elencare dettagliatamente il movimento del polso durante l'esecuzione dell'incantesimo Depulso.

Questa è facile, la so.

Infilo in bocca la piuma di zucchero e intingo quella vera nell'inchiostro.

***
-Secondo te sono meglio le pasticche vomitose o il torrone sanguinolento, per saltare Storia della Magia?-

Osservo accigliato il sacchetto contenente roba che la Mcgranitt classificherebbe come illegale o severamente proibita, che Fred tiene in un mano.

È ancora scosso da quello che mi è successo, lo so. Quando questa mattina, appena aperti gli occhi, ho inforcato gli occhiali per riuscire a mettere a fuoco quella massa informe di macchie sfocate che mi circondavano, l'ho beccato a fissarmi. Non so se per assicurarsi che respirassi ancora, o perché progettava di soffocarmi lui stesso. Fatto sta che non ha voluto affrontare l'argomento in nessun modo, perciò, per quanto mi riguarda per oggi pomeriggio gli allenamenti di trasfigurazione umana si proseguono senza problemi.

-Facciamo che io prendo uno e tu l'altro, ci stai?-

-Io scelgo il vomito- si infila in bocca la caramella, senza lasciarmi modo di scegliere, così afferro il torrone sanguinolento dal sacchetto e lo imito.

***
Il compito è andato bene, credo. Alice mi ha suggerito, mimando con le labbra in modo davvero pessimo, le risposte dalla domanda cinque alla sedici. Probabilmente ho interpretato male qualche parola, perché non capisco cosa centrino i pomodori con gli incantesimi di levitazione, ma non importa. Ho scritto pomodori in modo illeggibile, così Flitwick non riuscendo a decifrarla la tradurrà con la parola giusta, o almeno spero.

Aspetto Dominique fuori dall'aula, senza sforzarmi troppo ad individuare la sua testa bionda in mezzo a tutti quegli studenti diretti verso la prossima lezione del giorno.

-Difesa Contro Le Arti Oscure, giusto?- il foglio stropicciato che Alice tira fuori dalla borsa, mi fa intuire che non necessita di una mia risposta, visto che subito dopo annuisce e lo rificca nella tracolla. -La professoressa Pimplecherry ha spiegato qualcosa di nuovo mentre non c'ero?-

Un fastidioso profumo esageratamente forte, mi pizzica le narici quando Soraya mi sorpassa, lanciandomi uno sguardo sprezzante. Appiccicata al suo fianco come la colla, c'è la sua fedele seguace Demetria Smith che sghignazza senza contegno. Sorrido raggiante ad entrambe, perché se c'è una cosa che zio George mi ha insegnato, oltre a falsificare le firme, modificare la scrittura e far esplodere le casse di caccabombe facendogli riprodurre Jingle Bells, è sorridere, sempre. Infatti un attimo dopo, Soraya e Demetria digrignano i denti indignate e spariscono dalla mia vista.

-Probabilmente si,- sbadiglio -ho dormito durate tutte le sue lezioni-


















Io e Dominique prendiamo posto agli ultimi banchi, posizionandoci strategicamente dietro ad Albus e Malfoy, che ci coprono perfettamente senza alcuno sforzo. Kieran Nott mi fissa in modo strano da quando ho messo piede qui dentro, e devo trattenermi con tutta me stessa per evitare di alzarmi e sbattere la sua testa vuota contro il muro. Non posso permettermi di attirare l'attenzione dell'insegnate su di me o sul nostro banco: Dom non me lo perdonerebbe mai.

-Buongiorno- trilla allegra la professoressa Pimplecherry, sfoggiando alla classe la sua luminosa ed enorme collana, all'apparenza così pesante per il suo sottile collo rugoso. -Oh no ragazzi, mettete pure via i libri, quest'oggi ci eserciteremo in un incantesimo alquanto interessante-

Rificco la mia copia di Le forze oscure: guida all'autoprotezione dentro la tracolla e sbuffo perché quello è un ottimo cuscino.

-Chi sa dirmi cos'è l'Incanto Patronus?- i suoi occhietti neri simili a quelli di una mosca, si scrutano intorno fino a che una manina bianca si solleva con uno scatto -Prego, signorina Paciock-

-È un incantesimo che evoca un Patronus, attraverso la forza dell'energia positiva che catalizza alcuni ricordi felici del mago evocatore e funge generalmente da protezione da creature oscure, quali i Dissennatori e in rari casi dai Lethifold. I Patroni evocati hanno la forma di un animale se evocati correttamente, altrimenti si presentano sotto forma di una nebbiolina argentea-

-Eccellente, dieci punti a Grifondoro,- estrae la bacchetta dal mantello e la punta davanti a se, facendo sparire banchi e sedie in un attimo, così tutti gli spintoni, i piedi schiacciati e le gomitate che mi sono dovuta prendere per occupare l'ultima fila, diventano vane. -È un incantesimo di alto livello, perciò non mi aspetto che riusciate ad eseguire un patronus corporeo al primo tentativo, quindi concentratevi e non abbiate fretta-

Io e Dom raggiungiamo Alice e Roxanne poco più avanti, allontanandoci a distanza di sicurezza da Dagon Zabini, noto per distruggere qualsiasi cosa tocchi.

-È esaltante,- sussurra allegra Alice, rigirandosi nervosa la bacchetta tra le mani -sono anni che aspetto questo momento-

-Adesso voglio che tutti voi chiudiate gli occhi e vi concentriate sul ricordo più felice che possedete,- abbasso le palpebre sperando di andare in catalessi e di risvegliarmi in infermeria, tutta bella e riposata, magari con un bel cesto di cioccorane sul letto -quando le immagine sono vivide e forti nella vostra mente, esclamate chiaramente Expecto Patronum-

Sollevo la bacchetta, decisa a riuscire prima degli altri ad eseguire l'incantesimo in modo da non fare niente per il resto delle due ore di lezione, quando un petto si spiaccica contro la mia schiena e l'odore del suo balsamo mi fa perdere le staffe.

Regola numero uno della guida alla sopravvivenza per convivere pacificamente con la sottoscritta, Rose Weasley, inventata e appesa per scherzo nella bacheca degli avvisi in sala comune, da James e Fred: evitare contatti fisici e visivi, soprattutto se il tuo cognome è Malfoy. Il soggetto potrebbe colpirvi con: fatture, schiantesimi, Caccabombe, Pallottole Puzzole, ecc. È consigliabile offrirle del cibo prima di intraprendere una conversazione. La guida non si prende la responsabilità in caso di ferite o morte.

Carico il gomito e mi preparo a colpirlo con più forza di quella che userei con un qualsiasi individuo malcapitato, e centro in pieno il suo stomaco. Geme di dolore, spostandosi di scatto.

-Hai bisogno di qualcosa?- domando sbattendo le ciglia angelica, e ricevendo in tutta risposta un sorriso beffardo. A quanto pare avrei dovuto assestargli anche un calcio rotante. Lo terrò a mente.

Dominique, così come le altre, sembra troppo presa a pensare ad un ricordo, per venire in mio soccorso. Belle amiche, davvero.

-In realtà si,- esclama con la schiena leggermente piegata per riuscire a raggiungere il mio viso. Tutta questa vicinanza non sta irritando solo me, ma anche Juditte Parkinson, Amelia Jones, Hanna Bibles, Soraya Feliz, e quasi tutta la restante parte femminile presente nella classe, che ci osserva bisbigliando e probabilmente progettando la mia morte, scordandosi di doversi esercitare nell'incantesimo -rivoglio la mia piuma di zucchero-

-Ah giusto,- frugo nella tasca del mantello e il suo sguardo saetta di scatto sulla mia mano, in allerta. Sento il fiato di Scorpius che sa di caramella mou sulla mia faccia e non appena serro le dita intorno alla piuma appiccicosa e sgranocchiata, i suoi occhi incontrano di nuovo i miei. -tieni- sollevo il braccio con uno scatto repentino e prima che lui possa fare un passo indietro, gli ho già ficcato con forza la piuma di zucchero in bocca.

Il mio intento era quello di spaccagli qualche dente o magari di spingerla così a fondo da soffocarlo, ma a quanto pare dovrò aspettare che lo zucchero, che sta leccando da quel che resta della piuma, faccia il suo dovere e gli marcisca tutti i denti.

-Imboccarmi deve essere uno dei tuoi sogni erotici più frequenti,- ghigna malizioso, pensando forse che l'utilizzo di quel tono di voce suadente, possa indurmi ad arrossire o non so, cadere ai suoi piedi. Quando in realtà l'unico effetto che ottiene è una pernacchia. -Weasley- esclama a mo di congedo.

Sarebbe maturo se lo lasciassi andare da Albus, che ci fissa sospettoso e bisbiglia nell'orecchio di Dagon Zabini, senza arrecargli dolore fisico, ma siccome la scelta matura non è mai quella giusta e per lo più non è mai divertente, allungo un piede e lui, troppo preso a restituire sguardi al suo esercito di spasimanti, lo centra in pieno e cade per terra.

-Malfoy- lo saluto felice, facendogli un veloce cenno con la mano. L'urlo spaventato di Juditte, mi costringe a darmela a gambe prima che la Pimplecherry decida di punirmi, ma prima di allontanami dal luogo dell'incidente, mi godo qualche secondo la piacevole sensazione di essere più alta di lui.

***
Non credevo che il pavimento fosse così duro, e la risata di Albus, che non sembra avere nessuna intenzione di venire ad aiutarmi, è l'unica che sento, visto che gli altri non si permetterebbero mai di sghignazzare delle mie sventure. Alcune ragazze trattengono dei risolini e Kieran si tiene la bocca in preda agli spasmi senza però fare uscire nessun suono.

-Povero tesoro,- Juditte mi afferra un braccio mentre Soraya mi porge una mano senza guardarmi in faccia, credo che stia fulminando Rose. -ti sei fatto male?-

-No, grazie- taglio corto scrollandomi i loro artigli di dosso. Essere compatito non è quello che voglio. Mi giro massaggiandomi un gomito, solo per intercettare gli occhi castani di Rose, che si stanno prendendo gioco di me con tutto il fervore di cui due occhi sono capaci e ghigna beffarda.

Dovrei essere arrabbiato, progettare la mia vendetta e odiarla perché mi ha appena fatto fare la figura dell'allocco, ma proprio non ci riesco.

Non ci riesco, perché mi piace troppo.






















-Dovresti concentrarti,- distolgo lo sguardo e osservo Albus con un sopracciglio inarcato, fingendo che fino a due secondi prima, non stessi fissando in modo quasi maniacale la sua cugina preferita. -non sei riuscito neanche a trovare un ricordo felice, eppure sei sempre con me, dovresti averne a quintali di ricordi felici- l'espressione del suo viso è seria, ma il tono di voce divertito lo tradisce.

-La mia vita è un'inferno proprio perché tu ne fai parte,- ghigno -mi rubi lo shampoo, dai fuoco ai miei libri perché hai freddo, indossi orribili magliette con band magiche che nessuno conosce...-

-D'accordo,- sbuffa fingendosi indignato, presumo soprattutto per il fatto delle band per le quali lui va matto. E presumo anche che, per vendicarsi, questa notte sparerà a palla l'intera discografia dei PowerSholder, solo per infastidirmi. -criticami quanto ti pare-

Mi da le spalle riprendendo ad esercitarsi ed io lancio un ultimo, breve e fulmineo sguardo a Rose Weasley. Ha gli occhi chiusi, la bacchetta puntata come un arma davanti a sé e le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti. Quando riesce a scagliare un piccolo getto argentato in faccia a Roxanne, urla di gioia ed il suo sorriso entusiasta, mi procura un tuffo al cuore.

***
-Ehi Dominique,- la affianco, mentre Rose e Alice sembrano impegnate in una fitta conversazione sulle sembianze che pareva avere il fascio di luce uscito dalla bacchetta della prima -ho due domande per te-

Fred, sorride sornione, credendo che incasserà presto i cinque galeoni che abbiamo scommesso.

-Sentiamo- gli occhi azzurri, così chiari, così grandi e così luminosi della bionda, osservano i mei che si trovano una decina di centimetri più in alto dei suoi.

Schiarisco la voce, passandomi una mano tra i capelli -prima di tutto: pensi che il riscaldamento globale possa influire sulle relazioni umane e che di conseguenza il buco dell'ozono fonda i nostri cervelli come bacon? E per secondo, ci vieni a Hogsmeade con me?-

Il segreto è non prendere fiato, parlare velocemente e fissarla per riuscire a confonderla, con Katie Holler ha funzionato, anche se in realtà mi ha detto si dopo neanche una parola.

-Fammi pensare,- si porta una mano sotto al mento e dato la che sua risposta non è stata immediata, il suo cervello deve avere censurato qualche passaggio -No e,- è come ricevere un pugno in faccia -ancora No-

Sconfitto, allungo i galeoni nella mano di Fred.

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