14. Creperemo insieme

Restituire il mantello dell'invisibilità a James, era senza ombra di dubbio sulla mia lista delle cose da fare. Ma si sa, un contrattempo qui, un contrattempo lì, un piano di accoppiamento escogitato nei minimi dettagli e alla fine non si fa mai quello che si dovrebbe.

Tengo il mantello nascosto sotto il braccio mentre mi dirigo insieme a Malfoy e Daisy nella nostra postazione, quando la voce di Dominique giunge alle mie orecchie forte e chiara. Mi costringo ad evitare il fatto che io le abbia ripetuto centinaia di volte che non c'è assolutamente bisogno che urli come una gallina, ma evidentemente tutti quei capelli impediscono al suo cervello di recepire le informazioni -Smeraldo sta uscendo dall'aula, ripeto Smeraldo sta uscendo dall'aula, sganciate la bomba Lady A tra tre...-

Scorpius si prepara e serra le mani attorno alla sua bacchetta, puntandola alla schiena della nostra improbabile futura moglie di Albus. Non lo dico perché voglio fare l'antipatica, ma per quanto Daisy Hoper sia oggettivamente carina e anche abbastanza predisposta a non giudicare, guardasi la sua reazione di totale indifferenza davanti alla mia faccia verde, che ad essere sincera mi ha un po' offesa, andiamo, come si fa a non lasciarsi sfuggire un imprecazione davanti ad una zucchina ambulante? Non penso che sia la ragazza giusta per mio cugino. È troppo rigida e impostata, Al ha bisogno di qualcuno che lo faccia ridere.

-Due...-

Daisy chiude gli occhi e un'espressione di puro terrore fa capolino sul suo viso bianco, non appena Platinette apre la bocca per pronunciare l'incantesimo. Ci vuole coraggio per acconsentire a farsi lanciare in aria da Scorpius Malfoy, la cui mira rientra nelle più merdose e imprecise del nostro anno, lo ammetto. Ma a quanto pare la signorina preferisce lasciare la sua vita nelle sue mani, piuttosto che nelle mie. Quindi, chi sono io per impedirglielo?

-Uno-

Il corpo della Corvonero prende velocità, sfreccia lontano dalla colonna dietro la quale siamo nascosti e non appena sono sicura che non ci stia guardando, con uno slancio degno di nota, e con nota intendo chiaramente più che una menzione nel libro dei record magici e un bel quadro incorniciato al centro del Ministero Della Magia, getto il mantello dell'invisibilità sopra le nostre teste.

La mano calda di Malfoy scivola lungo il mio fianco e mi attira contro il suo petto con uno strattone, che gli causa un piede spiaccicato con forza contro la suola della mia scarpa. Si è vantato per settimane del suo nuovo paio di mocassini che, invece di essere gli stessi che portano i comuni mortali sotto la divisa, sono fatti di preziosa pelle di drago modellata dai Goblin delle paludi, per questo schiacciarli con così tanto fervore mi arreca più piacere del dovuto. Giuro, nel sentirlo ringhiare parolacce in quel modo potrei avere un orgasmo.

-Depravato- sibilo schiaffeggiando la sua mano invadente. Pensavo di essere stata chiara quando urlando a voce molto alta, in modo che tutta la Sala Grande potesse sentirmi, ho espresso chiaramente che non avrei esitato a schiantare chiunque avesse provato a offrirmi contatti fisici indesiderati. Naturalmente non penso davvero che sia un depravato, la sua etica da purosangue gli impone comportamenti da gentiluomo, che il più delle volte, lo sono davvero, ma mai con me. Tralasciando i momenti in cui si lascia sopraffare dagli ormoni e se ne esce con stupidaggini che superano quelle di James e Fred da ubriachi.

Le sue dita però non si schiodano da lì. Continuo a sentire la sua presa salda sul mio fianco mentre avanziamo verso il punto in cui Daisy si è schiantata.

-Preferisci che la sposti sul culo?- soffia nel mio orecchio. Anche se non mi volto riesco a percepire quell'irritante ghigno ad increspargli le labbra, che se solo potessi, non esiterei a cancellargli dal viso a forza di bombarda sui denti. Ma adesso, prima dell'arrecare dolore fisico a Scorpius Malfoy, che è completamente piegato su di me e che quindi di contatto ne sta avendo fin troppo, c'è il riuscire ad organizzare un appuntamento romantico ad Albus. Per questo mi limito a guardare la mia bacchetta nella speranza che questa prenda l'iniziativa e lo schianti.

-Non credevo che fossi così disperato da arrivare a palparti il sedere da solo, ma se proprio ci tieni fai pure-

La folla di studenti che si riversa fuori dall'aula di Trasfigurazione, lezione che oggi insieme a metà della mia famiglia ci siamo presi la briga di saltare, mi impedisce chiaramente di vedere il punto in cui si trova il mio migliore amico.

-Lady A lanciata, Castagna, Vispo tocca a voi. Noi arriveremo lì tra...- controllo l'orologio al polso ma siccome non lo indosso, faccio un breve calcolo mentale -all'incirca dodici secondi-

Fred e James sgattaiolano furtivamente fuori dal loro nascondiglio e si infilano tra gli studenti del sesto anno. -Fagiolo,- il maggiore dei Potter richiama la mia attenzione proprio quando ero riuscita ad intercettare Albus -ricordati di tirare un pugno in faccia a Platinette, la sua mira fa schifo-

-Guarda che ti sento-

-Meglio così, la nostra Lady A è priva di sensi-

-Come può rimorchiare se è priva di sensi?!- grida Fred e sono sicura che sia assolutamente consapevole del fatto che non ci sia alcun bisogno di farlo. Fino a prova contraria ci sento benissimo e a quanto pare, ci sentono anche tutti quelli che si sono voltati a guardalo.

-Ci penso io- sbuffo, solitamente è Hugo quello che dice questa frase. Ogni volta lo fa come se aggiustare i nostri casini lo infastidisse, quando in realtà lo sanno tutti che ama sistemare la situazione e sentirsi un eroe. -Forchetta a rapporto- questo è il modo in cui Rose Weasley ci pensa, è molto semplice: basta fare le cose agli altri.

Una cospicua dose di studenti, tra cui anche Albus, Dagon Zabini e James che si finge interessato mentre Fred parla con la sua bacchetta, sono chinati su Daisy e bisbigliano.

-Forchetta presente- Lily, poggiata con le spalle al muro mentre un libro le volteggia davanti al viso, strizza un occhio senza rivolgersi a nessuno in particolare -Procedo?-

Ovviamente era tutto calcolato, figuriamoci se le menti geniali e diaboliche dei gemelli, di mio fratello e di Molly, non avessero pensato ad un piano B, alla riserva del piano B ed al piano banana al cioccolato, di cui però non ci hanno voluto fornire informazioni. So solo che comprende una banana e del cioccolato.

Quel deficiente che sfortunatamente mi hanno assegnato contro la mia volontà, come compagno di squadra e che usa decisamente troppo balsamo, il quale sta impestando l'aria sotto al mantello, afferra il mio polso come se l'avere il suo petto spiattellato contro la schiena non bastasse e si porta la mia bacchetta vicino alla labbra -Procedi-

-Davvero?- le mie sopracciglia scattano verso l'alto e con uno strattone mi libero dalla sua presa. Sognavo da giorni di poter essere io a lanciare il segnale, farlo mi avrebbe trasmesso un'autorità impossibile da ignorare, visto che la riuscita della nostra operazione sarebbe dipesa dal mio consenso.

-Che c'è? Mi annoio-

E così, tutta la mia gloria eterna viene spazzata via in un secondo perché lui si annoia.

-Non appena usciamo da qui sotto ti tiro un calcio nelle palle così forte che...- il mio cervello non riesce ad elaborare una fine abbastanza sensata ed in grado di fargli accapponare la pelle, quindi mi limito a marcare il livello di dolore che proverà una volta che l'operazione sarà finita -beh, molto forte-

Solitamente quando qualcuno viene minacciato, indipendentemente dal contesto, dovrebbe capire che la persona che ha di fronte, in questo caso di spalle, è giunta al limite e che la sua pazienza è finita, evaporata, spazzata via, ma no, Scorpius Malfoy questo non lo capisce, così come non capisce un sacco di altre cose.

-Nessuno mi aveva mai proposto di farmi una sega con i piedi,- il respiro caldo sul mio collo si fa sempre più vicino ed i suoi capelli cominciano a solleticarmi il viso, facendo scattare il mio istinto omicida alle stelle -ma non vedo l'ora di provare-

Digrigno i denti -Non è quello che ho detto!-

-Invece si-

Gli afferro la cravatta e il suo mento sbatte con un tonfo sulla mia spalla. Quando faccio per girarmi scorgo la figura minuta di Lily che si piega con nonchalance sul corpo tramortito di Daisy e le passa un cartoncino intinto nella Puzzalinfa sotto al naso. Voltandomi, non mi aspettavo di certo di ritrovarmi la faccia di Scorpius a pochi centimetri dalla mia. D'accordo, era logico che, dato lo scarso spazio sotto al mantello, i nostri visi sarebbero stati molto molto vicini, ma questa informazione deve essere sfuggita alla mia mente acuta e geniale.

Malfoy mi osserva sorpreso, con la bocca semiaperta e con gli occhi grigi illuminati da una luce strana. Trattengo il fiato; questa è quella che mi piace definire situazione scomoda, perché per quanto io mi stia sforzando per non far cadere lo sguardo sulle sue labbra, fallisco miseramente.

Ho l'impressione che la presa sul mio fianco sia aumentata, è come se il punto in cui le sue dita stringono la mia pelle, avesse preso fuoco. Sento caldo, tanto caldo, e sono sicura che non dovrei sentirlo perché fino ad un attimo fa avevo freddo.

-Fagiolo, Platinette...- con un colpo di tosse che assomiglia vagamente ad uno scatarro di un vecchio asmatico, riprendo il controllo del mio corpo e mi giro di scatto, lasciando andare la stretta sulla sua cravatta. -Lady A è attiva, avanzate- Dopo le innumerevoli volte in cui ho accusato Dominique di avere un tempismo inadeguato e orripilante, finalmente devo ricredermi: questa è la prima volta in sedici anni che mi salva da una situazione imbarazzante e che non è lei ad aver creato codesta situazione. Allora i miracoli esistono.

-Andiamo- Scorpius mi spinge in avanti con un colpo d'anca, forse pensando che il suo andiamo pronunciato con tono autoritario possa dissuadermi dal non fare l'esatto contrario di quello che mi dice. Ma è più forte di me, non posso evitare di essere così dannatamente Rose Weasley. E lui lo sa com'è fatta Rose Weasley, non in senso anatomico ovviamente. Quello lo sa bene il mio ex fidanzato Michael Lee, ma considerando che adesso beve più firewhisky di un ubriacone non credo che se lo ricordi più.

-Andiamo quando lo dico io,- punto i piedi sul pavimento nell'esatto istante in cui Fred spinge Albus sopra il corpo ancora disteso di Daisy e lui le cade sopra poco aggraziatamente. -Perché tra noi due sono il capo-

Non l'abbiamo mai stabilito a dire la verità, ma creare una campagna elettorale e minacciare tutti i miei cugini di morte, atroci dolori e disgrazie per convincerli a votare per me, mi avrebbe portato via molto tempo utile per oziare e mangiare. E questi ultimi sono due dei piaceri della vita.

-Si, padrona-

***
Non so cosa stia succedendo: fino ad un attimo fa ero perfettamente in piedi mentre fissavo il corpo tramortito della ragazza apparsa a razzo dal nulla, e adesso sono disteso decisamente in modo poco dignitoso su di lei. Credo di avere alcuni dei suoi capelli dentro la bocca.

-Fratellino, come sei sbadato!- prima di tutto nessuno può permettersi di chiamarmi fratellino e soprattutto non con quel tono. Ho una certa reputazione da mantenere, anche se credo che gran parte di essa sia evaporata quando Rose ha fatto evanescere i miei pantaloni, a colazione, in Sala Grande. Ma andiamo, era impossibile trattenere qualche battuta riguardante la sua faccia verde pisello. James mi afferra per le spalle e velocemente vedo gli occhi azzurri e a palla della ragazza lampo, che mi fissano in imbarazzo, allontanarsi dal mio viso.

-Forza gente,- Fred agita le mani indispettito -sgomberare l'aria, non c'è niente da vedere-

-Ma Hoper sta bene?- un Corvonero la osserva indeciso tra il seguire la massa che si allontana bisbigliando e correre in soccorso a questa presunta Hoper.

-Benissimo-

-A dire il vero...- la biondina si solleva sui gomiti a fatica, con la cravatta che per poco non la strozza. Non ho mai capito come facciano gli altri studenti ad annodarla correttamente, fatto sta che la mia è sempre attorno al collo come se fosse una sciarpa o lasciata floscia sulle spalle.

-Benissimo- ripete Fred.

Il ragazzo alza le mani e se ne va senza aggiungere altro.

-Ma guarda un po' chi c'è qui!- James tiene la bacchetta in alto, come se volesse usarla per grattarsi il naso. Cosa che non escludo voglia fare o abbia già fatto -l'amica di Rose. Chissà lei dov'è adesso?-

-Beh,- distolgo lo sguardo dalle palpebre assottigliate di mio fratello che scrutano l'orizzonte. Probabilmente si starà allenando a fissare gli spostamenti di una mosca, vista l'imminente partita di Quidditch contro Tassorosso -piacere, io sono Albus-

Le porgo una mano e l'aiuto a rialzarsi, sorridendo quando lei arrossisce. -Daisy Hoper,- scandisce rassettandosi la gonna con un gesto quasi meccanico -sesto anno, Corvonero. Che sorpresa incontrarci proprio qui, non trovi?-

-Già- questo è un corridoio, vorrei dirle ma non vorrei sembrare scortese, e in corridoio ci si imbatte in strana gente. -scusa se ti sono caduto sopra, non era mia intenzione farlo-

-Oh- la sua mano scatta verso i capelli mentre un sorriso imbarazzato si fa spazio sulle sue labbra sottili -nessun problema, capita a tutti di inciampare- ridacchia nervosa -io sono sempre a terra, mia madre dice che sono un disastro- parla a raffica, in modo veloce e poco chiaro, tanto che devo fingere di avere realmente capito quello che ha detto e annuire.

-Meraviglioso- Fred poggia una mano sulla mia spalla e l'altra su quella di Daisy -avete un sacco di cose in comune, perché non ne parlate davanti ad una Burrobirra? La Burrobirra piace a tutti vero James?!- James annuisce -ma se preferite potete sempre bere un caffè o del succo di zucca. Io vado matto per quello con lo zenzero, piace molto anche a,- si sporge verso il naso di mio fratello -Rose-

-Chi è il bastardo che pronuncia il mio nome in vano?- la mia migliore amica appare dal nulla. Giuro che fino ad un secondo fa lì non c'era nessuno. Ma non mi faccio domande perché con gli anni ho capito che chiedersi come Rose Weasley riesce a fare quello che fa, è come scrivere un tema in rune antiche senza aver mai studiato rune antiche.

James indica Fred. Fred indica James.

-Daisy- trilla allegra, mettendosi di fianco alla sua amica che fino ad adesso non avevo mai sentito nominare. La differenza di altezza tra la biondina e Rose mi fa quasi ridere, ma per carità non lo faccio, mia cugina lo prenderebbe come un affronto personale e mi ucciderebbe. -finalmente ti ho trovata!- presumo che non la stesse neanche cercando -noto con piacere che hai incontrato il caro vecchio Sev-

-Non sono vecchio-

-Si lo sei- agita una mano annoiata -Fred, ho sentito la parola Burrobirra o sbaglio?-

-Non sbagli,- il rosso sorride beffardo lanciando uno sguardo d'intesa a James che a sua volta guarda Rose che osserva Fred. Mi sembra di assistere ad una partita di ping pong. -Al diceva che gli sarebbe piaciuto andare ai Tre Manici di Scopa con Daisy, questo pomeriggio alle tre-

Oh Salazar, ci risiamo.

Un lampo di comprensione si fa spazio nel mio cervello: mi stanno organizzando un appuntamento. La cosa mi offende e mi fa infuriare allo stesso tempo. Forse pensano che data la mia momentanea scelta di vita io non sia più in grado di invitare una ragazza, ma si sbagliano.

-In realtà io...- sollevo un dito, con l'intenzione di accecare tutti e scappare, cercando di mantenere nonostante tutto il mio solito tono pacato e calmo. So che se mi mettessi ad urlare che loro sono matti e che io questa qui non la conosco e che di conseguenza non ho nessuna voglia di uscirci, si metterebbero a ridere.

-Oggi alle tre, dici?- Rose non mi guarda, parla sopra le mie proteste come se neanche ci fossi -mi sembra fantastico, non trovi Al?-

-Certo che è fantastico- esclama James serio -Daisy è una ragazza intelligente, molto educata e divertente-

-Proprio così, ho saputo che ha vinto il premio per la camera più pulita-

-e anche quello per il sedere più sodo!-

-Ragazzi...- i miei occhi saettano veloci per il corridoio alla ricerca di una via di fuga. Ma l'unico studente che ancora non si è recato a lezione è una ragazzina minuta, forse del quarto anno, con dei capelli lunghi e spettinati castano chiaro. Non penso che pur volendo lei possa salvarmi dalla mia famiglia.

Le voci di Rose, James e Fred che sparano aggettivi qualificativi come se non ci fosse un domani, arrivano alle mie orecchie come un chiacchiericcio fastidioso ma indistinto. Assottiglio lo sguardo perché sono sicuro di conoscere quella ragazza decisamente goffa e maldestra, con la camicia un po' dentro la gonna e un po' fuori.

-Alice?- domando e il corridoio sembra cadere in uno strano silenzio. So che è tornata ieri sera dalla Norvegia, ma ancora non ho avuto la possibilità di incontrarla. Lei si volta lentamente come se fosse stata catapultata fuori dal suo mondo violentemente e sbatte lentamente le palpebre, mentre un libro le scivola fuori dalla borsa.

-Albus!- e si, è proprio Alice Paciock, ci ho visto bene. Sorride e si incammina nella mia direzione, senza notare il volume polveroso spiaccicato sul pavimento. Rose si batte una mano sulla fronte e sbuffa, ma io la ignoro, così impara a non prestarmi attenzione. -credevo che mi stessi evitando, è da questa mattina che ti cerco-

-Ignorarti, scherzi?- faccio per andarle incontro ma un'entità misteriosa mi rispedisce al mio posto con quella che credo sia una manata sul petto.

-Alice- sibila Fred a denti stretti -non adesso-

-Voglio solo salutarlo!- si impunta, aggirando Daisy Hoper e infilandosi all'interno del cerchio della morte. Mi sento immediatamente sollevato nel constatare di avere una faccia amica al mio fianco, magari potremo combattere schiena contro schiena e fuggire lontano dagli sguardi assassini degli altri. Sarebbe decisamente un'idea brillante se solo Alice non fosse anche amica di questi altri e che quindi come suo solito sceglierebbe di non schierarsi per evitare conflitti e animali nelle mutande.

James apre la bocca per protestare ma la piccoletta mi si è già gettata tra le braccia e mi stringe forte quasi a volermi soffocare. Resto fermo con le mani sollevate a mezz'aria senza sapere cosa fare: non sono abituato a contatti di questo genere. Non che non mi piacciano, semplicemente non sono un tipo che solitamente scambia effusioni.

Solleva la testa e il suo sguardo così dannatamente verde mi colpisce ancora una volta. Le sorrido felice perché la sua espressione sognante mi era mancata, e le mie braccia circondano piano la sua vita per paura di farle male.

-Allora oggi alle tre,- esclama Rose come a volermi ricordare qualcosa che nel giro di mezzo secondo hanno ripetuto duecento volte. Se avessi la forza fisica e mentale per protestare le direi che io ho già degli impegni e che loro non possono costringermi ad uscire con una perfetta sconosciuta, ma siccome non ho voglia di litigare e il profumo di Alice è così buono, me ne resto zitto a osservare di soppiatto la ragazza che mi sta stritolando -non fate tardi e divertitevi, ci conto-

-Coraggio,- il corpo caldo schiacciato contro il mio viene allontanato con uno strattone -facciamo tardi a lezione-

***
-Caraibi, fase uno conclusa. Segna: ore tre in punto, luogo Tre Manici di Scopa, candidata Daisy Hoper,- La voce di Fred risuona nel corridoio, ma tanto ormai siamo soli e dubito che qualcuno ci senta. Anche se fosse, lo scherzo delle caccabombe nel dormitorio dei primini deve aver spaventato tutti abbastanza da fargli capire che con i Weasley Potter non si scherza. Per non parlare della recente esplosione di Pallottole Puzzole nella nostra sala comune, quello deve averli completamente terrorizzati. -passo e chiudo-

So che dovrebbe importarmi se il nostro piano riesce o meno, Albus è mio fratello, gli voglio bene e anche se la sua faccia diventa verdognola ogni volta che l'abbraccio sono sicuro che sia un sentimento reciproco. Ma non riesco a fare a meno di pensare a questa cosa che mi ronza nella testa. E per quanto sia rischioso e stupido voglio che anche il mio migliore amico patisca questa cosa con me. Forse sono egoista e tremendamente egocentrico, ma per quanto la mia parte razionale mi dica di lasciar perdere, l'altra, quella che compone quasi tutto il mio essere, mi grida di farlo, perché è quello che voglio e che se lascio perdere lo rimpiangerò per tutta la vita.

-Ehi Fred,- forse questo non è il modo migliore per dirglielo, probabilmente dovremo appartarci perché se si sapesse in giro sarebbe la fine. -devo parlarti- è strano come il mio tono non riesca ad apparire serio neanche in una situazione così, ma giuro che mi sto impegnando.

Mi scruta dubbioso, rispondendo la bacchetta in tasca -Vuoi lasciarmi?-

-Cosa? No-

D'accordo, lo ammetto, se qualcuno origliasse la nostra conversazione potrebbe fraintendere. Ma posso assicurare che oltre a quel bacio con la lingua al quarto anno, dopo una cospicua dose di firewhisky vorrei aggiungere, tra di noi non c'è stato nient'altro.

-Allora va bene,- sorride beffardo ed indica con un cenno del capo lo stanzino alle mie spalle -parliamo-

Saltella contento di aver trovato una scusa per saltare due ore di pozioni con Lumacorno ed il suo triplo mento, e scompare con uno scatto repentino oltre la porta. Fred dice sempre che preferirebbe impiccarsi piuttosto che rimanere chiuso nella stessa stanza del nostro professore grasso ma simpatico o almeno lo è fino a che non tenta di invitarci alle feste del Lumaclub. Io in fondo penso che il nostro insegnate di pozioni sia uno spasso in confronto a quella lagna di Ruff.

I mei piedi scattano e lo raggiungono in fretta. Un attimo dopo la mia faccia è illuminata da un potente lumos e le mie palle degli occhi chiedono pietà.

-Allora,- schiarisco la voce e lo sguardo castano di Fred mi osserva curioso. Devo parlarne con leggerezza, come se il probabile pericolo mortale non mi sfiorasse neanche. Tiro fuori dalla tasca la pagina stropicciata che da giorni porto sempre con me e gliela porgo in silenzio, sperando che il suo cervello faccia due più due e che di conseguenza capisca da solo senza che io dica niente.

-Lo immaginavo,- la sua voce è un sussurro, scorgo nella penombra le sue dita che lisciano la pagina come a tentare di leggere meglio -Senti, James,- adesso il suo tono è più alto e duro, mi fissa come se avesse intenzione di leggermi nella mente, ma l'unica cosa a cui sto pensando adesso è ti prego non schiantarmi -comprendo la tua voglia di dover essere sempre un gradino più in alto degli altri e diventare un Animagus è molte scalinate più su delle teste di tutti. Ma la vedi la scritta pericolo di morte, stampata a caratteri cubitali ad inizio pagina?-

-La vedo,- ho letto quel foglio così tante volte da averlo imparato a memoria -e forse tu hai ragione riguardo la storia del volersi sentire speciale. Ma Fred, io ci ho pensato tanto e sarebbe davvero uno spreco non sfruttare al massimo le mie capacità da mago....-

-Va bene, ma lasciati dire che sei un idiota. Un idiota che ha intenzione di fare qualcosa di stupido e potenzialmente suicida. Potrei colpirti sulla testa tentando di farti cambiare idea, ma non lo farò, perché per quanto la tua voglia di fare qualcosa di stupido sia stupida, ti capisco.- mi stringe una spalla con forza -Però, essendo il migliore amico che tu possa desiderare, non posso lasciare che tu muoia. -

-Fred-

Persone prima di me l'hanno fatto. I Malandrini l'hanno fatto, certo loro avevano un buon motivo per cui rischiare la vita, io invece solo la voglia di sentirmi completo che di sicuro non è una scusa abbastanza convincete da riuscire a dissuadere il mio migliore amico, che ne vale la pena.

-Zitto e lasciami finire- solitamente non permetto che mi si dica cosa fare, ma Fred e questa situazione sono un caso a parte -come dicevo, non posso lasciare che tu muoia, per questo se diventare un Animagus è così importante per te, allora significa che proverai l'ebbrezza di sfiorare l'altro modo con me. La proveremo insieme-

Un sorriso sornione si allarga sulle mie labbra. Mi sento un pessimo amico per aver pensato che lui potesse lasciarmi affrontare una cosa del genere da solo -Prima di tutto,- la mappa del Malandrino è già aperta sotto al mio naso -ci servono delle foglie di Mandragora-













Mercoledì comincio scuola, perciò non so quando potrò riaggiornare

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