12. Mai ignorare i codici

-Quindi ti chiami Daisy- mi basta pronunciare il nome della ragazza dal caschetto biondo che ho davanti per farmi venire l'orticaria. Albus con questa al massimo ci gioca a scacchi.

Quando Scorpius mi ha letteralmente sequestrato, trascinandomi di peso fuori dalla mia finestra, credevo data la fretta, la furia e l'agitazione del momento, che una delle possibili candidate come anima gemella del mio migliore amico, fosse una modella con un paio di occhiali da intellettuale e un lessico spigliato. A quanto pare anche Malfoy lo credeva. Dobbiamo smetterla di lasciare che James sbrighi il lavoro da solo, è in coppia con altre tre persone per un motivo.

-Si,- annuisce torturandosi le mani ed io mi chiedo se lo faccia perché ha paura di noi, eppure credo che la mia espressione sia abbastanza amichevole in questo momento -È il mio nome-

-Allora Daisy- Scorpius si sporge in avanti dalla poltrona e la osserva con un sorrisetto sornione. La sua guancia destra è ancora arrossata da quando, venti minuti fa, in preda all'isteria per avermi fatto cadere a culo all'aria nella neve, l'ho morso. Il segno dei miei denti è facilmente individuabile appena sotto lo zigomo, non pensavo di avere usato tanta forza ma devo ricredermi. -Un cognome ce l'hai?-

Lo so che sta cercando mi metterla in soggezione, lo vedo da come si passa fiero una mano tra i capelli e ghigna. Gli tiro un calcio su uno stinco e geme di dolore fulminandomi. Sono una ragazza, avrebbe dovuto evitare di sfoggiare la sua espressione da rimorchio così vicino a me.

-Ehm,- la nostra scatoletta di tonno fa saettare lo sguardo sconvolta prima su di me e poi su Scorpius. Per essere una Corvonero del sesto anno è davvero timida, credevo che quella fosse una caratteristica riservata ai Tassorosso -Hoper-

-Bene- trillo allegra cercando di smorzare la tensione. -Daisy Hoper,- devo assolutamente smettere di ripetere il suo nome come se fosse una cantilena -Sai perché ti trovi qui?-

Scorpius mi lancia uno sguardo, leggo nei suoi occhi la chiara affermazione che vorrebbe pronunciare ad alta voce ma siccome è un codardo non lo fa, ovvero lasciamo perdere.

È chiaro, assolutamente scontato, che Albus non troverà in lei quello che cerca, ma tentare non costa niente. E poi, tutti i mei piani per il pomeriggio che comprendevano il cazzeggiare e mangiare quante più fette di torta alla melassa possibile, sono andati in fumo. Quindi, tanto vale far passare il tempo.

-Si credo,- annuisce vistosamente chiaramente fiera del suo momentaneo ruolo nel mondo -James Potter mi ha spiegato tutto- calca con enfasi il nome di mio cugino come se fosse quello di una qualche divinità, cosa che non gli si addice per niente. Nessuna divinità porta gli occhiali e mastica a bocca aperta.

Scorpius alza gli occhi al cielo, chiaramente esasperato. Non so se dal fatto che Daisy veneri qualcuno che non sia lui o perché sto ignorando i suoi sguardi significativi.

-Tra tre ore,- controllo nella mia borsa la copia esatta dell'orario delle lezioni dei Serpeverde, senza farmi notare. Copia che mi guardo bene dal nascondere a occhi indiscreti. Le ragazzine dei primi anni pagherebbero oro per poterla avere e pedinare quanti più cattivi ragazzi possibile, sul serio. Aspetterò l'offerente migliore per fare una barca di galeoni, questo è il mio piano -Albus dovrebbe andare a lezione di Artimanzia. Daisy non ti posso assicurare che ci sarà visto che salta le lezioni come fossero pozzanghere, ma nel possibile caso in cui ci fosse, devi fare esattamente quello che ti sto per dire,-

-Perché sai gli orari delle nostre lezioni?- Scorpius inarca un sopracciglio e la sua faccia è la stessa di chi non vede l'ora di beccarsi una raffica rotante di schiaffi -Mi stai spiando per caso?-

-Non perdo tempo a pedinare gente come te, Malfoy. Lo so perché io so tutto-

Non è vero, nella maggior parte dei casi quello che il mio cervello recepisce sono le voci degli avvoltoi assetati di gossip, quali Dominique e Lily, che chiacchierano nei corridoio. Così da brava studentessa modello, invece di prestare attenzione alle lezioni, sento le loro ultime novità e poi le spaccio in giro in cambio di caramelle, firewhisky e caccabombe.

-Ah si?- ghigna. Mi preparo ad incassare l'affermazione stupida che uscirà dalla sua bocca altrettanto stupida -Allora di che colore sono le mie mutande in questo momento?-









Non appena l'ingresso della sala comune di Corvonero si chiude alla nostre spalle, mi stiracchio stanca e profondamente annoiata.

Lì dentro si respirava aria di vecchio e tutti quei libri polverosi mi stavano dando alla testa. Non so come facciano i corvi a vivere in quelle condizioni, sembrava di stare dentro una biblioteca. Per fortuna Merlino non mi ha reso studiosa e intellettuale, altrimenti credo che mi sarei suicidata già da un pezzo.

-Devo prendere delle cose dai Tiri Vispi Weasley,- e con delle cose intendo chiaramente roba vietata e severamente proibita dal regolamento di Hogwarts, sia quello scritto che quello dettato dal buonsenso degli studenti. Per esempio, non è accennato da nessuna parte che sia illegale bombardare di merda l'ufficio di Gazza o trasformare Miss Pur in un topo viola. Non che io abbia mai letto o anche solo aperto per sbaglio il regolamento di Hogwarts, ovviamente, ma Hugo spesso ripete a memoria interi paragrafi, gonfiando il petto e mostrando la sua spilla da Prefetto, così qualche riga l'ho imparata anche io.

-Vieni con me?- le mie labbra si muovono senza prima connettersi al cervello. Dannata bocca. Mi sento stupida, come quando ho fatto cadere nel cesso per sbaglio il criceto che i mei genitori avevano regalato per il compleanno ad Hugo. Non intendevo annegarlo e poi scaricarlo giù per lo scarico, davvero, semplicemente in quel momento non stavo pensando e credevo che sperimentare se un criceto fosse abbastanza abile da tornare a nuoto dalle tubature fosse la cosa migliore. E così, siccome la mia materia grigia nella mia scatola cranica ultimamente scarseggia, il mio istinto ha pensato bene che invitare Scorpius Malfoy a seguirmi anche quando potrei gironzolare senza la sua voce fastidiosa, fosse giusto.

Le sue sopracciglia scattano verso l'alto e lo sbadiglio che stava per fare viene sostituito in un nano secondo da un ghigno beffardo. Ripeto: dannata bocca. Non riesce a scegliere neanche le parole adatte da usare in presenza di un individuo simile. -Certo- ammicca.

-Mi correggo, vieni con me dai Tiri Vispi Weasley?-

Tanto ormai il danno è fatto e se mi tirassi indietro inizierebbe a pensare roba come tenti di resistere alla mia bellezza ma tanto non ci riesci.

-Verrei con te ovunque-

La mia pazienza ha un limite, e questo limite è stato superato. Adesso, se non ci trovassimo in mezzo ad un corridoio popolato da possibili testimoni, estrarrei la bacchetta e lo schianterei. Lo schianterei proprio contro quel muro di pietra che sembra così duro e solido, perfetto per rompere qualche osso. Ma anche se non sono una Corvonero, so quando è il momento giusto per fare del male fisico a qualcuno e quando non lo è, perciò mi limito a fare un respiro profondo.

Svoltiamo l'angolo e quando sono sicura che nessuno ci stia spiando, tiro fuori la mappa del Malandrino dalla borsa.

La mascella di Scorpius per poco non precipita a terra -Hai rubato la mappa ad Al?-

-È di James, lui non ha nessun diritto di proprietà su questa mappa-

-Hai rubato la mappa a James?- ripete ancora più sconvolto, come se gli avessi appena confessato di avere svaligiato la Gringott.

-Presa in prestito,- puntualizzo perché non mi piace il fatto che mi si dia della ladra, quando in realtà sono un onesta cittadina -ma non se ne accorgerà mai. Non ha neanche notato che ho trasfigurato i suoi occhiali in un paio di occhialetti da piscina-

***
-La mia mappa. Dove cazzo è la mia mappa?!- scoperchio il baule e frugo disperato tra i mutandoni di Wess Thomas, il mio grasso e brufoloso compagno di stanza con un innata passione per le mie cose. -Fred!- urlo e lui sobbalza sul suo materasso, strozzandosi con una caramella gommosa.

-Cosa?- sbatte le palpebre confuso ed io devo assolutamente ricordarmi di disegnargli sulla faccia qualcosa di sconcio e indelebile.

-La mia mappa-

-La tua mappa cosa?-

La preside lo considererebbe omicidio se adesso afferrassi il libro da duemila pagine di Trasfigurazione e glielo sbattessi ripetutamente in testa? Anche se fosse, mi è davvero mai importato di quello che pensa la preside?

-Dov'è?-

-Dov'è cosa?-

È palese che sappia qualcosa che non vuole che io sappia perché sapendo potrei pentirmi di sapere. È il mio migliore amico, lo conosco meglio delle mie tasche anche se questi pantaloni non ne hanno, e quella faccia è la faccia di uno che tenta invano di deconcentrarmi.

Ma James Potter non si deconcentra mai. Per questo sono il miglior cercatore nella storia di Hogwarts.

-Dov'è la mia mappa-

-È una domanda?- mastica lentamente uno zuccotto e tiene gli occhi puntanti nei miei, consapevole che io so.

-Si-

-Si cosa?-

L'immagine del suo corpo che vola giù dalla torre di astronomia, sfiora i mei pensieri solo per un secondo.

-Dov'è la mia fottuta mappa? E si, è una domanda- meglio essere più specifico -La mia domanda è: dove si trova la mia mappa del Malandrino, e se non si trova, chi ha preso la mia mappa del Malandrino?-

Incrocio le braccia al petto e attendo con ansia una risposta che non sia far finta di essere morto, sordo o un attacco di vomito improvviso.

-Ah- Fred si gratta la nuca e si guarda intorno come se aspettasse che dal pavimento sbuchi un'illuminazione divina, poi constatando che Merlino ha deciso di punirlo per essere una persona orribile, sospira. -Ho visto Albus prenderla, ma dalle voci che girano nel gruppo credo che ora ce l'abbia Rose-

Il mondo smette di giare e mi cade addosso soffocandomi. La sensazione è la stessa di essere sepolti sotto un cumulo di merda puzzolente. Quell'incidente al quarto anno è stato traumatizzante.

-Ma che razza di amico sei? Ti disconosco come migliore amico, come cugino, come... tutto!-

-Tutto?- si ficca in bocca un altro zuccotto con un espressione non esattamente pentita -ci frequentiamo e non lo so?-

-Non ti frequenterei neanche se fossi l'ultimo ragazzo sulla terra, anzi, dell'universo. Hai lasciato che qualcuno prendesse la mia mappa!-

È come una figlia, tant'è che se avessi davvero una figlia la chiamerei mappa del Malandrino.

-È tuo fratello James, ha detto che era importante!-

-Importante, certo. E poi magari gli hai pure mostrato dove tengo il mantello...-

-Ha preso anche quello-

Smetto di respirare o meglio credo che la funzione "respirare" sia appena stata cancellata dal mio cervello. È come se ci fosse un vuoto, non sono sicuro se sia giusto buttare fuori l'aria e annaspare o annaspare e basta. Con un balzo scavalco i vestiti di Wess e mi fiondo a controllare il doppio fondo del mio cassetto dei calzini.

Quando la mia mano sfiora il nulla, il mio cuore invecchia di duecento anni tutto insieme. Non mi stupirei se guardandomi allo specchio trovassi la faccia occhialuta di Silente.

Un'altra immagine sfiora i miei pensieri per una manciata di secondi. Adesso Fred è steso a terra dissanguato, mentre dei corvi divorano le sue budella.

-Ringrazia che il tuo culo bianco mi serve, altrimenti...- realizzo quello che ho appena detto e l'espressione traumatizzata di Fred mi costringe ad aggiungere -Cioè, non in quel senso-

Lui lo sa che mi riferisco al fatto che non posso tentare di sistemare il passaggio segreto crollato dietro lo specchio al quarto piano, con solo l'aiuto di Rose e Albus.

Spero davvero che lo sappia.

Fred scolla le spalle e indugia qualche secondo intenzionato ad iniziare un'altro discorso che non comprenda come argomento principale il suo culo. Allunga una mano verso il suo cassetto e tira fuori la pagina di un libro. Adesso dovrei spaventarmi, perché il mio migliore amico che ha in mano anche solo una piccola parte di carta scolastica è un chiaro ed evidente segno che il mondo sta per finire, se solo non fosse che quella pagina io la conosco benissimo. -Ho trovato questa sotto al tuo cuscino. Trasfigurazione umana?-

-La veda domanda è: perché guardi sotto al mio cuscino?-

Il suo sguardo ha un non so che di autoritario che mi costringe ad elaborare una risposta che non comprenda il punto interrogativo alla fine.

Forza James, cerca di non dire niente di potenzialmente stupido e suicida -Non è come sembra- ecco, questo è esattamente un'affermazione stupida e suicida. -nel senso, è per un compito-

-James- il mio nome pronunciato in quel modo sembra il peggiore degli insulti -Frequentiamo gli stessi corsi e non mi risulta che ci abbiano assegnato questo-

-E va bene- sbuffo alzando le braccia al cielo. Non può essere lui quello inscena un interrogatorio adesso, visto che ha praticamente lasciato che prendessero la mia mappa e il mio mantello, che come lui sa benissimo fanno parte della mia anima. -Ero curioso e l'ho preso. Più tardi lo rimetterò a posto prima che Madama Prince si accorga che ho deturpato uno dei suoi libri-

-Tu sai che io non ti credo, si?-

-Lo so-

Indignato e arrabbiato del fatto che lui non sia nè indignato e nè arrabbiato, sbatto i piedi sul pavimento marciando verso l'uscita. Non lo sto facendo per cercare di salvare la poca dignità che mi resta, certo che no.

-Aspetta James-

Il mio migliore amico mi richiama ed io mi fermo aspettando le sue più sentite e convincenti scuse.

-Quelli sulla tua faccia sono occhialetti da piscina?-

***
Il passaggio segreto costruito recentemente dietro al quadro dei cani che giocano a poker, è il mio preferito. È stabile, largo e cosa più importante non si rischia di morire sepolti da cumuli di massi e terra.

Avrei preferito schiattare qua giù invece che rimanere incastrata nella merda, al terzo anno, per un periodo di tempo più o meno lungo che non voglio identificare. I mei capelli sono stati puzzolenti per almeno una settimana e mi costa ammetterlo, non si sono mai ripresi definitivamente.

Strizzo gli occhi e proseguo spedita, illuminando il passaggio con la bacchetta. Il rumore dei miei passi e quelli di Scorpius che schiacciano il terriccio sottostante è in un certo senso rassicurante, perché so che non si sta per aprire una voragine e che il terreno ha deciso di non risucchiarci nelle profondità della terra.

-Almeno hai fatto una lista?-

-Malfoy, nessuno fa più le liste-

-Io le faccio-

-Questo spiega tutto-

Camminiamo in silenzio per una manciata di minuti, riesco a sentire le rotelle del cervello che biondo ossigenato che girano velocemente e si sforzano senza tregua per riuscire ad elaborare qualche pensiero sensato.

-Non è che faccio le liste perché ho poca memoria,- la sua voce risuona forte e chiara ed io mi chiedo cosa ho fatto di male per meritarmi una bocca ed un cervello così stupidi che non si connettono prima di parlare. Se avessi avuto lo stesso dono di Hugo o di Louis, adesso non starei qui con lui. -è solo che mi piace avere le cose sotto controllo-

Mi volto di scatto per dirgli chiaramente che non mi interessa, che mi importa più delle caccole nel naso di Soraya che delle sue stupide liste da maniaco del controllo. E glielo avrei detto, sputato in faccia con chiarezza e assottigliato lo sguardo per rendere il concetto più semplice e recepibile ai suoi neuroni, se solo non fossi inciampata nello stupido zaino di riserva di James.

La mia bacchetta vola in aria, sbatte contro il soffitto, urta una parete e colpisce Scorpius in un occhio. Il suo urlo trattenuto, per quanto un suono simile possa definirsi trattenuto, sovrasta quella specie di aspirazione agonizzante che producono le mie labbra. Adesso dovrei gridare euforica perché miseriaccia ho appena accecato il mio acerrimo nemico senza neanche volerlo. Deve essere per colpa del mio subconscio che brama da anni di arrecare maggiore dolore fisico a lui e alla sua testa catarifrangente. Ma il fatto di essere stesa a terra a pelle d'orso e con la bocca piena di terra, rende il tutto più difficile.

-Sei una fottuta megera- sibila a denti stretti.

Scorpius tiene una mano premuta contro il suo occhio ciecato ed io approfitto del suo momento di deconcentrazione, per alzarmi con un balzo e sputacchiare quanta più terra possibile. Ora che ci penso questa roba ha proprio lo stesso sapore di una caramella tutti i gusti più uno, ed io che credevo fosse solo del cioccolato amaro.

Rassetto i mei vestiti e mi schiarisco la gola, cercando di darmi un contegno ed evitando accuratamente la voce nella mia testa che mi urla di schiantarlo perché mi ha appena chiamata fottuta megera -Quello che succede nel tunnel, rimane nel tunnel-

Lui mi sguarda con il suo unico occhio buono, e ringhia -Non ho nessuna voglia di raccontare in giro che sei quasi riuscita ad accecare il migliore portiere di Hogwarts-

Quel quasi non mi suona bene. Sbaglio o quello che dovrà girare con una benda da pirata in faccia per il resto della sua vita è lui oppure mi sono solo immaginata tutto?

-E...-

-Dirò che sei caduta a terra come un salame ad ogni singolo studente presente in questa scuola-









Sposto la libreria piazzata in modo provvisorio alla fine del passaggio segreto e poggio senza esitazione le mie scarpe macchiate di marrone, sul pavimento pulito dei Tiri Vispi Weasley. La luce bianca della mia bacchetta si spegne e i mei occhi impiegano qualche secondo per abituarsi a quella naturale che filtra delle vetrate. Il famigliare odore di nuovo, di scherzi e cannella invade le mie narici tanto abituate alla puzza agre delle pozioni andate a male di Dominique.

Un fresbee zannutto sfreccia veloce nella mia direzione, a quanto pare Merlino non ha apprezzato il fatto che ho preso in prestito la mappa di mio cugino ed adesso ha intenzione di punirmi. Grazie ai miei riflessi mi abbasso proprio prima che quell'oggetto del demonio possa colpirmi in fronte.

Dal rumore che proviene alle mie spalle, però, posso immaginare che Scorpius il miglior portiere che Hogwarts abbia mai avuto, non abbia i riflessi pronti quanto i mei e che adesso, oltre ad essere orbo, avrà anche un livido in faccia.

-Sento odore di malefatta Ted, torno subito-

-Ma certo, vai pure, lasciami qui in attesa che questo ragno gigante decida di cenare con il mio naso!-

Il chiacchiericcio dei clienti passa subito in secondo piano e alle mie orecchie giunge la voce nitida di mio zio ed il tintinnare di uno scatolone. Un attimo dopo il viso lentigginoso di George spunta da dietro uno scaffale.

-Rose!- lascia cadere la scatola a terra e apre le braccia correndo ad abbracciarmi. Il maglione rosso con una G dorata ricamata sopra, si spiaccica contro la pelle sensibile del mio viso. Ignoro la sensazione pungente che sembra non volere abbandonare le mie guance e mi lascio sballotare da una parte all'altra, sorridendo. -mi sono appena arrivate le tazzine mordinaso che avevi chiesto-

Sto soffocando, ma non importa, perché non c'è niente di meglio di un abbraccio dato da una persona a cui vuoi un bene dell'anima. E George è il mio zio preferito tra tutta quella caterba di zii che possiedo. Non dirò mai ad alta voce che ho delle preferenze, altrimenti all'interno della mia famiglia si scatterebbe una lotta all'ultimo sangue e si aprirebbe una faida che nessuno riuscirebbe mai a richiudere. Certo, è più che ovvio che Percy non sia il parente preferito di nessuno, ma questo non sembra importare un gran che.

-Scorpius, cosa hai fatto all'occhio?- domanda zio George, senza tentare di nascondere il suo palese divertimento.

Malfoy, dal canto suo, è tutto tranne che divertito, riesco a percepire il muso sulle sue labbra senza neanche girarmi a guardarlo.

-È una lunga storia- si limita a dire

Zio George mi afferra per le spalle e sembra che persino i suoi occhi castani mi stiano sorridendo -Venite, Ted è di la, è rimasto incastrato nella tela collosa mezz'ora fa ed io e Victorie non riusciamo a liberarlo-

Prima di voltarsi e tornare da dove è venuto, ci sorride, sorride sempre lui. Da quando ho memoria le sue labbra sono sempre state rivolte verso l'alto e quel leggero accenno di rughe sul suo viso ne sono la prova. Ad un occhio esterno potrebbe sembrare un uomo spensierato, uno di quelli esuberati che gioiscono di ogni stupidaggine per il semplice piacere di gioire. La verità è che l'allegria è in un certo senso la sua medicina. So che quello che vedo adesso non è lo stesso sorriso immortalato nelle foto di quando era un adolescente ed il motivo lo porta come nome il suo primo figlio.

Fred

Afferro Scorpius per il polso, vista la sua matura decisione di non spostarsi di un millimetro dall'uscita del tunnel e me lo trascino dietro, sentendo i suoi sbuffi.

-Capisco che mi ami a che non puoi stare un attimo senza di me, perciò sarò contentissimo di restare incollato al tuo sedere per tutto il tempo che desideri- la sua faccia agonizzante è stata immediatamente sostituita da un sorriso beffardo. Per questo mi ritrovo a sperare che un altro fresbee zannutto lo colpisca ancora ma sta volta con maggiore potenza.

-Se non stai zitto ti strappo la lingua a morsi- ecco, adesso lui, secondo il manuale non scritto del buonsenso, dovrebbe tacere. Tacere perché altrimenti si ritroverebbe impossibilitato a svolgere il suo lavoro di slinguazzatore provetto e di conseguenza non avrebbe più un ruolo da attingere nel gruppo e tutti noi dovremo cominciare a chiamare Platinette Hugo. Ma siccome è di Scorpius Malfoy che si sta parlando, nella stragrande maggioranza dei casi, il suo cervello deve avere censurato la parte del sangue e del dolore atroce di una lingua che viene strappata a morsi e modificando la parte in cui i mei denti sono nella sua bocca.

Ammicca nelle mia direzione ed io mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo -Rossa, quando vuoi-

-Dannazione George, non ti azzardare ad utilizzare un bombarda così vicino alla mia gamba!-

Lascio perde Malfoy, i suoi capelli ridicoli e il sorrisetto divertito di chi si crede il re del mondo costantemente incollato alla sua faccia. Prendo al volo la confezione di Dolci Singhiozzini che mi vola sopra la testa e raggiungo la mia famiglia.

Non appena svolto l'angolo, evitando accuratamente di inciampare nei pattini a razzo per terra, l'immagine di Teddy Lupin, con i capelli azzurri sparati in ogni direzione, che si dimena disperato in una tela collosa grande quanto una casa, mentre un enorme ragno peloso tenta di mordergli il naso, si imprime nelle mie retine destinata a restare lì per sempre.

-Ehi Rose, che piacere vederti. Vieni un po' a vedere se riesci a farmi scendere da qui, senza amputarmi un arto-










Non mi aspettavo che Albus fosse davvero andato a lezione di Artimanzia, oltre ad essere quasi del tutto impossibile, alla professoressa sarebbe preso un colpo nel constatare che il cognome Potter sul suo registro, non era finito lì per sbaglio. Fortunatamente avevamo un piano di riserva, e si sa, sono sempre i piani di riserva quelli ad andare per il verso giusto.

Al, per quanto vorrebbe, non può saltare Trasfigurazione. La Mcgranitt sarebbe in grado di salire fino al dormitorio maschile e trascinarlo in aula svestito, per un orecchio. Perciò domani alla terza ora sarà il grande giorno.

Con le tasche rese letteralmente infinite da un incantesimo di estensione irriconoscibile, che si è illegale ma in pratica non è contro nessuna legge fino a che qualcuno che non sono io non lo viene a sapere, ancheggio diretta verso la mia doppia porzione di pollo, sentendo le Pallottole Puzzole, la Polvere Ruttosa e le Caccabombe che si scontrano tra di loro, dentro la mia felpa.

-C'è una cosa che ti aspetta in camera Rose- Dominique mi prende a braccetto con un sorriso smagliante dipinto sulle labbra. D'accordo, adesso le opzioni sono due: o sta cercando di uccidermi per aver fatto qualcosa che non so di avere fatto oppure è davvero contenta. E Dominique e contenta nella stessa frase è un po' come Rose e diligenza.

-Spero che non sia, di nuovo, Rayn che tenta di comprare i miei compiti copiati-

-No, tranquilla, è molto meglio-

Tranquilla. Se è lei a pronunciarlo non c'è proprio niente che mi spinga ad essere effettivamente tranquilla.

-Per Merlino- tiro il braccio della bionda con forza, ma in realtà non ho nessuna intenzione di fare retromarcia e tornare nel dormitorio. La cena mi aspetta -Perché Albus sta venendo verso di me? Hai fatto quella cosa con gli occhi per distrarlo?-

-Certo,- esclama in tono pacato -ma non potevo continuare a fare quella cosa con gli occhi per le seguenti quattro ore-

-Si invece,- sibilo a bassa voce -avresti potuto-

-Rose ma dove diamine eri finita?- la voce di Al, è tutto tranne che pacata, riesco a scorgere la sua palpebra destra tremolare leggermente.

Il mio istinto di sopravvivenza mi suggerisce di correre. Corre via come il vento a gambe levate.

-James è venuto a prendermi, Quidditch, sai-

-Quindi se adesso dovessi attraversare la Sala Grande e raggiungere mio fratello, lui mi confermerebbe la tua versione?-

-Assolutamente-

-Bene- si gira di scatto ed il mantello gli volteggia alle spalle. Le ragazzine del primo anno sospirano ed ingigantiscono il suo ego ancora di più, continuando a fissarlo mentre lui sfila e sembra che i suoi occhi urlino guardate quanto sono figo, guardatemi!

In preda al panico, perché dannazione, Al non deve capire che ci sono diverse cose che non quadrano nella mia rivelazione, altrimenti puff, il nostro piano andrebbe a puttane, fisso intensamente Dominique per non destare sospetti.

-Prongs!- urlo. È il nostro codice.

Albus si volta di scatto ma non riuscendo a beccarmi in flagrante, arriccia il naso esasperato e prosegue la sua marcia spedito. Con la coda dell'occhio vedo la schiena di James addrizzarsi non appena il mio allarme giunge ai suoi timpani. Se fosse stato un cane, un cervo o un qualsiasi altro animale dotato di orecchie, le avrei viste rizzarsi di colpo.

***
Sono tentato di ignorala perché la mia mappa non è ancora al suo posto. Ma un codice Prongs equivale ad un codice arancione che è solo un gradino più in basso a quello Padfoot. Ed un codice Padfoot è sinonimo di apocalisse. E con apocalisse intendo intere aree del castello che saltano in aria, persone che prendono fuoco e strane aggiunte di parti del corpo che neanche dovrebbero esistere. Non che tutto ciò sia mai successo, non intenzionalmente almeno.

Quello che preferisco è il codice Moony che si colloca esattamente prima del codice Prongs. È quello che non implica il salire nell'ufficio della Mcgranitt perché non ci sono abbastanza prove a sufficienza per incolparci. Non che quando l'aula di Artimanzia è stata bombardata da caccabombe fosse necessariamente colpa nostra, la preside però ha ritenuto opportuno punirci tutti e quattordici. Come se fosse sempre colpa nostra. Effettivamente era colpa nostra, ma questo non toglie il fatto che lei non poteva saperlo.

Il codice Fred Senior, invece, è il più noioso, quello meno divertente perché non si rischiano punizioni e non si riesce a sentire l'odore dell'espulsione. Solitamente consiste in membri del nostro gruppo ustionati, ricoperti di pustole o con qualche osso rotto. Insomma, nulla che Madama Chips non possa guarire con uno dei suoi intrugli disgustosi.

In aggiunta c'è il codice Lupin, che non ha niente a che vedere con le nostre malefatte. Iniziamo ad urlarlo in giro ogni volta che Teddy ci informa che sta per venire a trovarci.

Ma io sono una persona responsabile o meglio, qualsiasi cosa risulti meno ridicola da dire ad alta voce. Per questo so che un codice Prongs o un qualsiasi altro codice non va mai ignorato.

Quella volta con le caccambombe al quarto anno mi è servita di lezione.









Attenzione: qualsiasi riferimento ai Malandrini è puramente casuale.

Mi chiedevo, ma i capitoli vi piacciono? Nel senso, sono troppo lunghi e quindi dopo un po' vi annoiano?

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