Qui dentro regna il caos
Il lunedì mattina, forse il momento più emblematico di una tipica settimana feriale, specialmente per una famiglia numerosa come la mia. Frenetico, effimero, eppure logorante. Inviso ai più, ma che inevitabilmente coinvolge ogni singolo componente, in differenti forme e misure.
Il primo ad alzarsi è mio padre, un uomo da sempre dedito alla disciplina: è il suo principio cardine, anzi quello che cerca di imporre su tutti i membri della famiglia, con le sue puntuali esortazioni e il minuzioso complesso di azioni che reitera ogni giorno, come una specie di rituale; ogni secondo per lui è sacro, pertanto egli risulta essere come immune a qualunque tipo di distrazione. Nessuno però pare ascoltarlo, ed è qui che interviene mia madre, con i suoi discorsi edificanti sulla fiducia in sé e sul guardare positivamente al futuro. E lo fa con una tale gaiezza nella sua voce, che non si può fare a meno di sorridere a propria volta...anche se io insisto a rimanere sul letto. Intanto c'è lei, la mia gemella, che guarda fissa oltre la finestra, rimuginando sui soliti pensieri, i soliti rimorsi, i soliti dubbi, senza venire mai a capo della propria situazione. Mi fa una certa pena, e quasi mi faccio travolgere dal suo vorticoso flusso di coscienza; ma qualcosa mi trattiene. È il mio fratellino, che inizia a solleticarmi dove più ne soffro. Lo trovo di pessimo gusto, ma lui è contento così, si fa un paio di risate, poi mi mostra un video pubblicato di recente dai suoi youtuber preferiti, e così passiamo del tempo a guardare una lunga lista di video demenziali, ma spassosi. Mio padre inizia a gridare, con la sua usuale risolutezza, affinché trovassimo di meglio da fare. In effetti avrei tardato a lezione, ma il divano è così accogliente.
- Non ti curar di loro - risponde il nonno - è una generazione di falliti. -
- Almeno non siamo paranoici come lo eravate voi - ribatte la mia sorella maggiore, che voltandosi verso di me mi sussurra - ricordati di stasera - facendomi l'occhiolino. Vuole farmi conoscere il suo ambiente, la sua cerchia di amici poco raccomandabili. La cosa esercita un certo fascino su di me, ma quasi quasi preferisco rimanere in compagnia della gemella e dei suoi esistenzialismi. Per me è già tanto tagliare qualche lezione poco gradita, ma per la sorellona è un passatempo quasi abituale: il suo aspetto ben curato la dice lunga sulla sua intenzione di frequentare i corsi, questa mattina.
Dopo mio padre, lei è la prima ad uscire, sbattendo la porta con una certa intensità, alla quale seguono i mugugni del nonno e le risate fragorose del fratellino. Poi è la volta del pappagallo, che inizia con i suoi rumorosi fischi di prima mattina, mentre mia madre cerca di tranquillizzare la gemella, ma invano: la frustrazione di quest'ultima arriva al colmo e così scoppia in lacrime, aggiungendosi alla chiassosa sinfonia che si è creata. Ma mia madre non può più starle dietro, perché a questo punto deve portare a scuola il fratellino; inoltre, come se non bastasse, il nonno inizia a imprecare e a commiserarsi, il che contribuisce a intensificare i pianti della gemella.
Intanto mi accorgo che sono quasi le otto, pertanto mi preparo a uscire, cosicché la gemella si affretta a raggiungermi e mi trattiene per un braccio. Penso inizialmente di portarla con me, ma vista la sua situazione forse non è opportuno, perciò decido di lasciarla tranquilla in casa, in compagnia delle lamentele del nonno. In ogni caso, arrivo tardi a lezione e, invece di seguire il professore, finisco per riflettere su tutti questi personaggi, queste voci con cui mi trovo a convivere ogni giorno, nella mia mente; e mi assale un sonno profondo.
Chissà come sono le famiglie che dimorano nei pensieri degli altri...saranno numerose come la mia?
Per: giornale online VICINI.to.it (concorso locale)
Tema: la famiglia
Data: 15 ottobre 2019
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