Baso la mia intera vita su un rigido schema di regole da seguire per non commettere errori, per non perdere il controllo.
"Non ci pensare."
"Concentrati su altro."
"Non puoi permetterti ricadute."
Tutto il giorno, tutti i giorni.
L'unico momento in cui ogni cosa si capovolge è la notte.
Nel silenzio, al buio, io sola con i miei pensieri, mi crogiolo nella lussuria e nel brivido del proibizionismo; faccio sbocciare pensieri che non dovrebbero sbocciare, vedo volti che non dovrei vedere, e mi perdo e mi beo della mia dannata solitudine.
Il leone contro la tigre,
l'istinto contro la ragione,
l'ebrezza contro la logica,
sinapsi contro fibre,
scheletri di farfalle che giocano a rincorrersi,
arterie coronariche,
lobo temporale,
martelli vibranti,
le farfalle sono morte,
forse no,
il leone ha battuto la tigre,
caos.
Silenzio.
Buio.
Penso e ripenso,
penso troppo,
penso al forse
al se,
al nulla o al tutto,
penso troppo,
devo smetterla.
La vera domanda è: mi dispiace?