Storia della Filosofia - Giordano Bruno


Ben ritrovati nella settimanale rubrica filosofica del giovedì.

Oggi trattiamo di un filosofo molto importante per la storia della cultura occidentale. Un filosofo che ha contribuito significativamente alla nascita della filosofia moderna: Giordano Bruno.

Giordano Bruno nasce a Nola, in provincia di Napoli, nel 1548. 

Della sua giovinezza, non abbiamo fonti certe. Sappiamo soltanto che il suo vero nome è Filippo, in onore dell'erede al trono Filippo II di Spagna e che dopo i primi anni di studi a Nola, nel 1562 si trasferisce a Napoli per studiare lettere, logica e dialettica all'Università di Napoli. A quattordici o quindici anni si ritira, poi, in convento, dove rinuncia al nome di battesimo (come ordina la regola domenicana) e assume il nome di Giordano, con il quale sarà poi ampiamente conosciuto.

Già dai suoi primi anni di noviziato si comprende come Bruno rifiuta la tradizionale dottrina cattolica. Esplicativi sono alcuni episodi:  getta via le immagini dei santi in suo possesso, conservando solo il crocefisso e negando la dottrina trinitaria, considerando cioè le tre persone della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) solo come manifestazioni di un'unica entità divina.

A causa di queste sue idee, la vita di Giordano Bruno non è semplice: viaggia a lungo per tutta l'Europa fuggendo da Napoli verso Genova, poi Torino, Venezia, Ginevra, Lione, Tolosa, Parigi, Londra, Oxford; poi ancora a Londra e in Francia; vive brevemente in Germania, a Magonza, a Marburgo, poi a Praga, a Francoforte, per ritornare definitivamente in Italia, a Venezia, dove viene accusato di blasfemia, arrestato la sera del 23 maggio 1592 e condotto nelle carceri dell'Inquisizione.

Tra le accuse più gravi che gli vengono mosse ci sono: il disprezzo per la religione, non credere nella Trinità divina e nella transustanziazione (uno dei misteri della fede: la dottrina secondo la quale, durante la comunione, sia presente davvero il corpo e il sangue di Cristo nella sostanza dell'Ostia santa), di credere nell'eternità del mondo e nell'esistenza di mondi infiniti, di praticare arti magiche, di credere nella metempsicosi (reincarnazione delle anime), di negare la verginità di Maria, negando perfino l'esistenza di punizioni divine.

Il 27 febbraio 1593 Bruno viene condotto nelle carceri romane di Castel Sant'Angelo e viene posto sotto tortura. Il 12 gennaio 1599 viene invitato ad abiurare pubblicamente le sue tesi per la prima volta, cosa che accadrà altre volte, l'ultima delle quali l'8 febbraio 1600, quando, in ginocchio, ascolta la sentenza che lo consegna alle autorità laiche e, alzandosi, pronuncerà ai giudici la storica frase: 

«Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam.» 

«Forse tremate più voi nel pronunciar contro di me questa sentenza ch'io nell'ascoltarla.»

Dopo aver rifiutato gli ultimi sacramenti ed il crocifisso, il 17 febbraio 1600, con la lingua serrata da una sorta di maschera di ferro affinché egli non possa più parlare, viene condotto in piazza Campo de' Fiori , denudato, legato a un palo ed arso vivo. 

Le sue ceneri saranno poi buttate nel Tevere.

Di tutta la vita avventurosa e temeraria di Giordano Bruno, la cosa che colpisce in modo particolare è la sua caparbia ostinazione. Egli porta ulteriore scompiglio in una Europa che ancora accusa il colpo della Riforma Protestante, delle tesi di Lutero, del pensiero di Calvino e delle centinaia di credenze religiose che nascono in quegli anni e che osteggiano fortemente la Chiesa Cattolica. 

Con la sua visione dell'universo, Giordano Bruno propone, di fatto, un nuovo modo di vedere le cose, con forti richiami alla magia e all'ermetismo, usando spesso il linguaggio della satira, dell'ironia e della provocazione. 

Un libero pensatore, dunque. Un martire del pensiero, in un periodo storico non proprio facile.

L'Umanesimo e il Rinascimento portano l'uomo al centro di tutto il sapere, con la conseguente riscoperta della magia, dell'ermetismo, dell'alchimia, considerate come vere e proprie scienze derivate dalla rilettura degli antichi filosofi (soprattutto di stampo platonico). Numerosi sono i filosofi ed uomini di chiesa che, allo stesso tempo, praticano la magia e l'alchimia, poiché la magia naturalis viene considerata come una delle tante pratiche per avvicinarsi al divino. 

L'uomo si sente al centro dell'universo, potente. Capace, con le sue arti, di intervenire, modificando la natura e la realtà circostanti. 

Questo è il lascito più importante dell'Umanesimo e del Rinascimento: l'uomo come ordinatore del cosmo.

L'altra faccia della medaglia, invece, vede la Chiesa, sia cattolica che protestante, contrapporsi a tutto questo, e favorendo l'operato dell'Inquisizione e dei tribunali preposti.

Giordano Bruno è il primo libero pensatore a dare una visione filosofica alle teorie eliocentriche di Copernico, secondo le quali il sole è al centro del sistema solare e la Terra vi ruota attorno. Alla base del pensiero filosofico di Bruno, c'è poi l'idea dell'infinità dell'Universo, inteso come universo infinito, effetto di un Dio infinito, fatto di infiniti mondi e da amare infinitamente. Dio è il principio e la causa dell'universo ma non è né il suo creatore, né il primo motore da cui tutto comincia, bensì è anima mundi, anima del mondo. Il Dio di Giordano Bruno è da un lato trascendente, va cioè oltre l'universo, ma allo stesso tempo è immanente, permea cioè ogni cosa. 

Dio e Natura formano una unità panenteistica (dal greco pan: tutto; èn: in; Teòs: Dio) di pensiero e materia. Questo presuppone l'esistenza di un Dio-Natura Infinito, essendo l'infinitezza la caratteristica fondamentale del divino.

Dunque si comprende come ogni sistema religioso, per Giordano Bruno, perde di ogni suo significato.

Fondamentale per la storia della cultura occidentale, la filosofia di Bruno sopravvive alla sua morte e apre la strada alla rivoluzione scientifica. Il suo pensiero viene recepito da altri grandi filosofi successivi come Spinoza, Jacobi, Shelling, Gentile, ed è ritenuto il precursore di alcune ipotesi della cosmologia e dell'astrofisica moderna, come la teoria del multiverso, che vede l'esistenza di universi coesistenti al nostro ma fuori dal nostro spazio-tempo, una sorta di dimensioni parallele.

Il monumento a Giordano Bruno che tutti possiamo ammirare oggi in piazza Campo de' Fiori, a Roma, esattamente nel luogo in cui è avvenuta l'esecuzione e poi la morte del filosofo, è stata realizzata dall'artista Ettore Ferrari ed inaugurata il 9 giugno 1889. 

La collocazione del monumento è stata fortemente criticata dalle autorità ecclesiastiche, nonché dalla Chiesa, divenendo il simbolo del libero pensiero.

A ben diritto, Bruno può essere considerato, inoltre, uno dei precursori dell'era moderna. Solo dieci anni più tardi, il 13 marzo 1610, Galileo Galiei pubblica il Sidereus Nuncius, un trattato di astronomia in cui, non solo descrive nei minimi particolari la luna, ma traspare anche la teoria eliocentrica copernicana. 

Purtroppo, anche questo trattato viene, in seguito, censurato ed osteggiato dalla Chiesa. 

La strada per l'affermazione del libero pensiero è ancora lunga e tortuosa, ma la ruota del modernismo viene definitivamente messa in moto grazie, anche, al pensiero di Giordano Bruno.


Nota: Giordano Bruno fu un autore estremamente prolifico e numerose furono le opere che scrisse, tra cui non soltanto opere filosofiche ma anche trattati di magia, opere teatrali, trattati di matematica, ecc... Tra le più famose troviamo: 

Candelaio, Parigi 1582

Cena de le Ceneri, Londra 1584

De la causa, principio et uno, Londra 1584

De l'infinito, universo e mondi, Londra 1584

Spaccio della bestia trionfante, Londra 1584

Cabala del cavallo pegaseo, Londra 1585

De gli eroici furori, Londra 1585

De magia, Firenze 1590

De magia mathematica, Firenze 1590

De rerum principiis et elementis et causis, Firenze 1590

De monade, numero et figura, Francoforte 1591   



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