Infingardo.

Sul ciglio di un burrone mi accingo a spiegare le mie vaporose ali.
Socchiudo le palpebre beandomi del vento che sferza il mio viso e del senso di libertà assoluta.
Mi libro in alto sorvolando le nuvole pregne di pioggia.

Sogno infingardo. Una mera velleità. Crudele utopia.
Quella che mi solca il volto non è pioggia, ma una lacrima fortuita che duole quando la sua scia attraversa la contusione sullo zigomo destro.
Ali spezzate da una realtà imbruttita. Accanto a me riposa l'uomo che tanto ho amato e ora tanto odio.

Questa non è libertà, ma una prigione di vita.

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