Pensiero 98: Non credo più alle coincidenze

-Oggi non andiamo in biblioteca, Sarah-. Avevano affermato con decisione le mie amiche. 

Ne ero sorpresa, non ne capivo il motivo, ma ho soltanto annuito. Magari avevano tutte degli altri impegni quel pomeriggio oppure preferivano semplicemente rimanere a casa. 

Io volevo andarci, anche da sola. Ne avrei approfittato per sfogliare qualche libro che avevo già adocchiato da un po' di tempo. Volevo prendere una quantità esagerata di libri, ma non potevo perché avrei tolto del tempo allo studio. Mi promisi, allora, di prenderne solo uno. L'estate successiva non mi avrebbero dato compiti visto che avrei finito le medie e sarei passata alle superiori. Perfetto, avrei avuto molto tempo per leggere quei libri che tanto mi interessavano.

Ero pronta a passare un pomeriggio tranquillo, ma qualcosa non andò nel verso giusto. 

Non mi aspettavo di vederle, non dovevano essere lì. C'erano tutte e ridevano, sembravano davvero felici senza di me. 

Interessante come le persone riescano a fingere così bene. 

Sentii il mio cuore sbriciolarsi nel petto. 

Mi avevano ingannato e un'idea peggiore si faceva largo nella mia mente. 

"E se il motivo del loro incontro fosse quello di parlare di me alle mie spalle?". 

Questo spiegava il motivo per cui ero l'unica persona a non essere presente. 

Ero arrabbiata, ma la delusione e la tristezza prevalevano. Non sapevo cosa fare, fuggire o avvicinarmi a loro? 

Decisi di scegliere  la seconda opzione. Un'espressione di sorpresa si dipinse sui loro volti.

-Ciao Sarah-. Mi salutò Deb con un sorriso. 

-Ciao-. Riuscii a bisbigliare.

Prima che potessi dire qualcos'altro, Deb riprese a parlare.

-Abbiamo deciso di venire, stavamo per chiamarti-.

-No, non credo-.

Pri scosse la testa: -Perché pensi questo? È ovvio che ti avremmo chiamata-.

-Ma voi siete tutte qui, lo sapevate già-.

Guardai le loro facce sconvolte, non sapevano cosa rispondere. Potevano dirmi la verità, perché non mi dicevano che per loro ero solo un peso? 

Non voglio lasciarle, voglio loro troppo bene. Sono felice se loro sono felici, ma vorrei esserlo anch'io. Se loro mi avessero detto di voler interrompere la nostra amicizia, io lo averei accettato. Certo, ne sarei stata ferita, ma ameno mi avrebbero detto la verità. 

Non l'hanno fatto e questo mi porta a credere che l'influenza di Deb su di loro sia fortissima.

Non mi arrendo, loro devono ancora capire chi è Deb e cosa sta facendo.

-Sei mia amica?- Deb rompe il silenzio -Allora devi credermi-.

Ed ecco una delle sue solite frasi, la sento troppo spesso.

Nonostante ciò è la prima volta che capisco quanto questa frase sia simile ad un ricatto. Se sei mia amica DEVI, altrimenti non lo sei. E se non lo sei non è colpa mia, è colpa tua.

È questa la situazione che volevo dimenticare, ma come prevedevo, ci penserò a lungo.

Note d'autore: 

Ciao, come state?

È un Pensiero piuttosto importante, Sarah c'è rimasta davvero male. Voi cosa avreste fatto al suo posto?

(Ora mi aspetto tanti commenti pesanti ahahahahah)

Ho trovato un'app bellissima e ho fatto diverse grafiche molto belle per la mia storia "La strada del disagio", compresa la copertina, andate a leggerla se vi va. Spero che i personaggi possano incuriosirvi e la storia appassionarvi.

Ci sentiamo presto, Anime Sensibili!

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