Pensiero 111: Routine con Maria

Sta per iniziare un'altra giornata scolastica, noiosa e ripetitiva, ed io vorrei tanto rimanere a casa a scrivere e a cantare. 

Mi ritrovo, invece, a camminare per strada con il desiderio di fuggire lontano da qui. 

Non mi sento pronta a sopportare gli sguardi dei miei coetanei e la loro fastidiosa indifferenza. 

Ho la testa bassa e osservo il pavimento stando attenta, però, a non urtare nessuno. Ci mancherebbe solo questo, una brutta figura, a completare la negatività del mio stato d'animo.

 Farei volentieri a meno di ascoltare le solite frasi riciclate a cui non posso rispondere. 

Noto con piacere che la campanella non è ancora suonata quindi posso rimanere un po' all'aperto a parlare con le mie amiche. Più che altro sono loro che dialogano, le mie parole sono ignorate. Le poche volte che vengono prese prese in considerazione, le risposte sono contro la mia tesi, anche sugli argomenti più stupidi. 

È sempre Sarah che sbaglia. 

Quindi mi sento in disparte anche se se sono in gruppo, mi sento sola anche se ci sono tante persone intorno a me. È inevitabile, è una certezza. Cerco di partecipare con tutta me stessa perché sono con le mie amiche, non dovrei sentirmi così, e, invece, mi sento più sola di quando sono realmente da sola. 

Raggiungo le mie amiche ed effettivamente inizio a sentirmi così. Smettono di parlare quando mi avvicino, allora scatta il mio "Di cosa stavate parlando?" e ovviamente, loro rispondono "Niente". Fanno spallucce, distolgono lo sguardo ed io resto in silenzio. Se non vogliono raccontarmi ciò di cui stavano parlando, non posso obbligarle. 

Maria rompe il cerchio e si avvicina. Iniziamo a parlare ed io mi sento più serena. 

La campanella suona e ci muoviamo in gruppo. Raggiungiamo la classe e, questa volata, decido di starmene in disparte. Sono veramente stanca di essere sempre io ad avvicinarmi, unicamente io a seguirle. Se vogliono stare in mia compagnia (e so già che non lo faranno), io sono qui in piedi vicino alla finestra, possono venire.

Rassegnata a rimanere da sola, divento ancora più triste, sento il mento tremare. 

Rimango molto sorpresa quando vedo Maria accanto a me. 

No, non ha pensato neanche per un momento di lasciarmi da sola. 

Riprendiamo il discorso affrontato precedentemente ed io non posso credere che ci sia veramente qualcuno accanto a me. 

Note d'autore:

Ciao, come state?

Come potete notare, l'arrivo di Maria sembra aver cambiato un po' le cose. Siete contenti?

Vi mando un grande bacio!

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