lacrime
Quando ero piccola piangevo spesso, anche per cose senza troppa importanza, una fontana costantemente aperta.
Batava poco per farmi intristire, bastava poco anche per farmi commuovere e quando per una ragione e quando per un altra, piangevo sempre.
Non me ne faccio neanche troppo una colpa con il senno di ora, anche se per un periodo non facevano altro che rimproverarmi tutti, per cosa poi? Perché piangevo, come ogni bambina fragile o meno aveva il diritto di fare, eppure io me ne feci una colpa, iniziai a ridere sempre e anche quello non andava bene, sembravo stupida anche a detta delle persone che avevo più care al mondo.
Da quel momento capì che non sarebbe mai andato bene niente a nessuno e soprattutto, che non c'era nulla di sbagliato nel provare dolore e nel mostrarlo con le lacrime.
Sapevo di non avere nulla di sbagliato, eppure le parole dure dei miei cugini, dei miei parenti e tutti quanti hanno lasciato un segno.
Più che un segno.
Brutto rendersi conto che non c'è nulla di sbagliato in quello che fai ma farlo comunque di nascosto, alzare la musica allo stereo se stai piangendo e asciugarti gli occhi in fretta quando senti la porta del corridoio aprirsi.
Possibile sentirsi una criminale per delle lacrime?
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