Il castello


Le mura di Hogwarts erano impenetrabili.


O meglio, lo erano state.
Nessuno aveva mai ingaggiato una simile battaglia nei suoi confini, prima d'allora.


Quel giorno, il rischio che un mago vedesse Hogwarts così come un Babbano l'avrebbe vista era pericolosamente vicino.


Le pareti che crollavano su se stesse, uccidendo indiscriminatamente amici e nemici, erano un tragico monito della potenza devastante che gli eserciti stavano scatenando.


Eppure, a modo suo, anche il castello stava combattendo.


Le armature vuote a cui la McGranitt aveva dato vita divennero letali, grazie ai loro fendenti capaci di sorprendere anche i maghi migliori, abituati a combattere la violenza magica più di quella fisica.


Come un branco inferocito, i banchi scolastici percorrevano i corridoi colmi di detriti travolgendo le figure mascherate, rendendole inermi.


**


Hogwarts aveva aperto tutte le proprie porte, aveva svelato tutti i più intimi segreti a quel giovane che, divenuto mostro, ora sembrava non farsi peso della sua demolizione.


Già quando la sua prima pietra era caduta il castello si era schierato.
Quando quella pietra fece tintinnare prepotentemente le coppe della Sala Trofei, fu il Premio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola intestato a Tom Riddle l'unica coppa a rovinare sul pavimento.

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