5.
La mattina dopo sul presto Jordan si svegliò in preda alla nausea, un forte mal di testa e i muscoli intorpiditi, prima che potesse vomitare su quelle bellissime lenzuola bianche si alzò e corse in bagno sbattendo un paio di porte dietro di se. Xavier non poté fare a meno di sentire tutto quel frastuono, prese il telefono in mano per guardare che ora fosse rimanendo particolarmente sorpreso nel leggere 06:17 sulla schermata di blocco; immediatamente i suoi pensieri si posarono sulla possibilità che Jordan ne stesse combinando una delle sue o che in realtà è un ladro disposto a stuprarlo e ucciderlo al costo di finire la sua rapina. Si alzò immediatamente prendendo una felpa sulle spalle per lo sbalzo di temperatura e si diresse verso la fonte del forte rumore.
Aprì la porta de bagno diffidente guardandosi attorno solo quando notò Jordan chinato sulla tazza del water lasciò in terra l'ombrello che aveva afferrato nell'andare e gli corse in contro prendendogli i capelli da dietro.
Xavier: ohi si può sapere che hai? non dirmi che sei una ragazzina incinta scappata di casa? no decisamente no e l'ho pure appurato, no aspetta lasciamo stare... tutto bene?-
Jordan: vedo che presti molta attenzione a certi dettagli.- risponde tossendo un paio di volte -scusa per il casino ma certe volte mi capita quando mi risveglio, ora sto meglio penso che sia il mio corpo che rigetta le schifezze che mi iniettano.-
Xavier: immaginavo...- si alza lasciandogli i capelli tirando poi lo sciacquone.
Jordan: cosa ci facevi con un ombrello?-
Xavier: beh ecco pensavo mi stessi svaligiando casa...-
Jordan: beh non posso prendermela dopo tutto... cioè non ci conosciamo e sono un ricercato.- sussurra alla fine raccogliendosi i capelli in una coda larga un po' alta.
Xavier: non te l'ho chiesto ieri sera ma perché sei un ricercato?-
Jordan: un casino... ti basta sapere che non ho fatto nulla.-
Xavier: nulla a parte vincere la morte.-
Jordan: questo perché quelli degli affari interni sono idioti, gliel'ho detto migliaia di volte che non esistono sostanze in grado di farmi fuori ma loro continuano a provarci, non possono spararmi in testa e basta?-
Xavier: beh se l'avessero fatto ora non saresti qui con me e detto sinceramente non mi dispiace la tua compagnia finché sorvolo sul fatto che sono le 6 e venti di mattina e ho sonno.-
Jordan: io torno a letto nel mio letto ancora un po', nessuno ti impedisce di fare lo stesso, nel mio letto.-
Xavier: idiota... ci vediamo più tardi, io dormo ancora un paio d'ore.- calca la parola dormo mentre afferra l'ombrello e torna in camera.
Jordan: lascio la porta socchiusa.- lo informa entrando in camera.
Più tardi Xavier si alzò come da routine, andò in bagno e poi in cucina con l'intento di farsi un caffè ma per sua sorpresa nell'uscire dal bagno un buonissimo odore di caffè e waffle per tutta casa. Entrò in cucina e trovò Jordan che sistemava i waffle su 2 piattini mentre il caffè iniziava a bollire nella moca.
Jordan: buongiorno tesoro.- ridacchiò da solo al nomignolo voltandosi verso di lui per salutarlo.
Xavier: smettila di comportarti come se fossimo sposati.-
Jordan: me la mangio io questa colazione?- domanda mentre spegne il gas sotto il caffè e prende 2 tazze.
Xavier: no caro non vedo l'ora di assaggiare le tue prelibatezze.- risponde ironico facendo una finta espressione dolce.
Jordan: divertente ah ah ah, comunque ci ho messo un secolo per trovare la moca, non la usi mai te?-
Xavier: no, non ho voglia di stare li a fare il caffè anche perché non sono pratico.- fa mentre si siede -...che poi non avevi detto che dormivi ancora un paio d'ore?-
Jordan: si e l'ho fatto, sono le 10:30 di mattina più o meno... sono sveglio da quasi un ora.-
Xavier: oh... allora ho dormito troppo io.-
Jordan: esatto, ora dai mangia.- gli passa la tazza e spinge il piattino più verso di lui.
Una decina di minuti dopo Xavier aveva finito tutto era a dir poco entusiasta di tutto, doveva dirglielo prima che era così bravo a cucinare, appena finto ne volle subito dell'altro e Jordan fu costretto a dargli buona parte della sua porzione; fece finta di non volergliela dare ma in realtà gli faceva piacere.
Jordan aveva portato un barlume di mistero e avventura nella vita di Xavier ma per Jordan era l'esatto opposto, il rosso aveva portato normalità e una routine nella vita del più giovane cose che gli mancavano da un paio d'anni e che sono estremamente sottovalutate dalla società. La gente secondo Jordan annoiata cercava l'ebrezza nell'infrangere le regole e nei guai ma dopo la prima e la seconda volta le cose smettono di essere divertenti e ti impediscono di vivere la tua vita ed era quello che Jordan voleva fare, vivere la sua vita.
Finita la colazione i 2 ragazzi rimasero a fare conversazione ancora un po' per conoscersi meglio, la cosa fu spontanea e fece rilassare entrambi. Xavier scoprì che Jordan si era laureato in informatica ed era specializzato in vari settori annessi, aveva tutte le intenzioni di iniziare l'università ma le cose precipitarono nella sua vita un paio di anni prima, dopo di che non specificò cosa fosse successo al contrario cambiò argomento facendo una domanda al rosso. Jordan invece fu felice di sapere che come lui Xavier era appassionato di calcio, aveva smesso qualche anno prima ma se la cavava ancora bene; un po' come Jordan.
Xavier: quale hai detto che è il tuo cognome?-domanda ad un certo punto dopo un attimo di pausa.
Jordan: non l'ho detto, comunque sono Greenway.-
Xavier: mai sentito, io sono Foster.- Jordan fece cadere la bacchetta con la quale stava giocando da un po' mentre sul suo volto si formava un espressione scioccata.
Jordan: hai per caso qualche parente famoso?- domanda sperando in una risposta negativa e che quel cognome fosse una sola semplice coincidenza o un brutto scherzo del destino.
Xavier: beh non so se definirlo famoso ma mio padre adottivo era abbastanza conosciuto nel campo immobiliare, è morto più o meno un paio di anni fa ma lasciamo stare, perché l'hai chiesto?-
Jordan: oh nulla, mi sembrava di averlo già sentito... scusa penso che andò in bagno poi guardo un po' di tv in camera.-
Xavier: stavolta non mi vuoi con te?- domanda sorpreso dalla mancanza di doppi sensi nella sua frase.
Jordan: no!... cioè avrai anche tu da fare.-
Xavier: in realtà no ma va beh vado a fare una lavatrice così lavo anche i tuoi vestiti.-
Jordan: grazie..- e se ne va incredulo di quello che aveva appena scoperto, era finito nella casa del figlio dell'uomo per cui lo stavano cercando ovunque, lui era accusato di aver ucciso il padre di Xavier e di certo se lo venisse a sapere lo butterebbe fuori subito e lui non voleva andarsene, sapeva che era egoista da parte sua ma gli piaceva li e gli piaceva Xavier. Finì la giornata chiuso in camera nella speranza che nel momento giusto il rosso avrebbe potuto capire che non era davvero stato lui a fare tutte quelle cose orribili.
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