24.
Jordan raggiunse subito Xavier nel soggiorno dove lo trovò con la testa appoggiata alla mano e i gomiti sulle ginocchia, il suo sguardo non era sorpreso anzi era come se qualcuno gli avesse confermato una brutta sensazione o notizia sentita di sfuggita. Lo sapevano alla fine che sarebbe andata così ma speravano in motivo valido per lasciarlo li, sono rari ma ci sono casi in cui è davvero meglio che la madre non accudisca il figlio e lo dia in affidamento.
Jordan: Xavier?- lo chiamò come per chiedergli come va, il rosso alzò lo gli occhi, sembrava pregarlo di avvicinarsi -..Claude mi ha detto che non è andata bene.-
Xavier: lo avevamo previsto, non avevo grandi aspettative ma sentilo fa male comunque.- Jordan in quel momento non sapeva davvero cosa dire, aveva vissuto sulla sua pelle quella sensazione di abbandono ma dire qualcosa come "ti capisco" o "passerà" oppure "non possiamo farci nulla" non servirebbe a niente così preferì sedersi accanto a lui ed abbracciarlo con delicatezza. Xavier non ricambiò l'abbraccio, si lasciò semplicemente cullare dal suo ragazzo, non perché fosse particolarmente triste o in lacrime ma solo perché il calore che Jordan gli faceva sentire era più forte di qualunque brutta notizia.
Mina: sapete, non è la prima volta che uno dei miei bambini viene qui, una volta compiuta la maggiore età, per scoprire come è finito in affidamento.- iniziò sedendosi accanto a Bryce e attirando l'attenzione su di se, era evidente che stesse per fare un discorso abbastanza lungo ed evidentemente erano tutti curiosi. -quasi tutti reagiscono come stai reagendo te Xavier, altri invece non muovono un muscolo ringraziando per le informazioni prima di andarsene, la metà di questi scoppia una volta fuori dal cancello... questo è per dire che dietro ogni bambino che entra qui c'è una brutta storia ma questa brutta storia fa comunque parte di lui, lo forma facendogli capire fin dalla tenere età che il mondo non è un luogo semplice. Ma ci sono due ose che nessuno di quei ragazzi considera mai quando viene qui, l'incredibile possibilità che questo posto gli offre e il dolore dei genitori che spesso provano quando devono lasciar andare loro figlio ancor prima che possa dire Mamma o Papà.-
Xavier: possibilità e dolore dei genitori?-
Mina: si esatto... sono aspetti dell'affidamento che pochi notano, vedono solo il dolore di un bambino abbandonato e lo stesso fa il bambino.-
Jordan: mi viene difficile credere che mia madre da una cella o mio padre da una tomba soffrano per me.-
Xavier: e a me l'adozione mi ha portato solo una famiglia che pensava all'immagine ed ai soldi, non a portarmi al parco a giocare a palla o fare i compiti di matematica con me.-
Mina: purtroppo non posso controllare le adozioni e non ho nemmeno conosciuto i vostri genitori, vi hanno portato qui entrambi gli assistenti sociali. Xavier, te sei arrivato qui all'età di due anni e mezzo più o meno, poco dopo ci raggiunse Jordan, tu invece avevi appena finito di bere il latte dal seno di tua madre. Non vi ricordate l'uno dell'altro perché all'età di 5 anni Xavier è stato adottato e tu Jordan avevi appena 3 anni.-
Jordan: lei ha detto che non può controllare le adozioni ma Bryce e Claude sono rimasti qui eppure ricordo che attorno ai 14 anni arrivò una famiglia per adottarli.-
Mina: è vero ma quella famiglia prima di loro aveva adottato altri adolescenti per farli lavorare e in un modo o nell'altro sono riuscita ad adottarli io, li ho tenuti con me fino ai loro diciotto anni quando hanno deciso di rimanere di loro spontanea volontà.- sorrise ai due ragazzi che la stavano guardando poi continuò -Volevo fare lo stesso con te Jordan, eri e sei una mina vagante e volevo proteggerti ma se sparito prima che potessi adottarti.-
Jordan: non sono sparito.- la corresse.
Xavier: cosa intendi con sparito?-
Jordan: nulla di che.-
Claude: hai detto tu poco fa che gliene avresti parlato.-
Jordan: si ma non adesso.- era irritato e spaventato si sentiva.
Bryce: io pesavo che lui lo sapesse già.- il suo tono era evidentemente sorpreso, lo dava per scontato data la vicinanza tra i due ragazzi.
Jordan: non dirmi che gli hai detto qualcosa?!- si alzò in piedi con quell'esclamazione dal tono minaccioso contro Bryce spaventato all'idea che Xavier potesse sapere.
Xavier: calmati Jordan, non so di cosa tu stia parlando e spero vivamente che una volta a casa tu mi dia una spiegazione ma fidati se ti dico che Bryce non mi ha detto nulla.-
Jordan: io... scusatemi, non so che mi è preso.-
Claude: lo so io, sei terrorizzato che possa disprezzarti perché sei il primo a farlo.-
Xavier: chi lo disprezza?- non capiva molto della situazione.
Claude: lui crede che..- voleva dare una spiegazione approssimativa ma fu interrotto prima.
Jordan: non dire un'altra parola.-
Mina: mi chiedo quando affronterai la cosa.-
Jordan: l'ho già fatto.-
Mina: non è vero, tu l'hai guardata in faccia e poi seppellita... non dico di accettarla ma capire che non è colpa tua sarebbe un inizio.-
Xavier: sto iniziando seriamente a preoccuparmi... è troppo chiedere cosa è successo?-
Jordan: è uno degli argomenti di cui parleremo una volta a casa.-
Xavier: a proposito, dopo dobbiamo anche passare dal tuo vecchio condominio o ricordo male?-
Jordan: no... ricordi bene... tanto è qui vicino.- era straziante pensare di nuovo al suo passato, non che si aspettasse altro dato che si trovava nel luogo dove aveva passato metà della sua vita ma sperava vivamente di non doverne parlare.
Mina: sarei molto felice di rimanere a parlare ma i ragazzi più grandi sono fuori da soli da troppo tempo e tra non molto bisognerà iniziare a preparare la cena perciò o vi unite a noi o dobbiamo lasciarvi.- era più un invito a cena indiretto che altro.
Jordan: preferirei tornare a casa al più presto, non a causa vostra ma.. - si fermò un attimo ripensando alla risposta che stava per dare e si corresse giustificandosi con una semplice battuta -..sapete non io non piaccio ai bambini e loro non piacciono a me.-
Mina: è vero solo a metà e non prenderò seriamente questa scusa... ora va e finisci di fare quello che devi fare.-
Jordan: grazie... Capo.-
Si salutarono senza troppe cerimonie, Bryce abbracciò Jordan e strinse la mano a Xavier mentre Claude si limitò ad un paio di ciao e un cenno di testa avendo ancora le braccia occupate da uno dei bambini, il capo invece preferì accompagnarli fino al cancellino, era preoccupata per i suoi ragazzi e difficilmente accettava che dovevano affrontare tutti quegli ostacoli da soli anche se era consapevole che il peggio era passato.
Dopo neanche due metri fuori dalla proprietà che Xavier afferrò delicatamente la mano di Jordan continuando a camminare senza voltarsi per poi stringerla un po'; la sua mente non poteva fare a meno di cercare un motivo valido per cui Jordan si dovrebbe schifare chiedendosi poi automaticamente che altro aveva passato quel ragazzo? Cosa gli era successo di così orribile? Se non avessero tirato fuori l'argomento al loft di Mika o all'orfanotrofio, lui gliene avrebbe mai parlato qualunque cosa sia? Era turbato ma aveva deciso di essere paziente ed aspettare fino al loro ritorno a casa, forzare la mano adesso significherebbe solo allontanarlo o perderlo del tutto.
Jordan: aspettami qui, vado sul retro nel locale caldaia un attimo e prendo le mie cose, poi torniamo a casa.- Xavier non disse nulla, si sedette su uno di quei blocchi di cemento gialli dopo aver capito che quel " poi torniamo a casa" era il suo modo per dire che poi gli avrebbe spiegato che stava succedendo. Dopo 5 minuti abbondanti di Jordan non c'era traccia, Xavier cercò di autoconvincersi che forse ci voleva un po' ma aveva una brutta sensazione, cioè ce l'aveva sempre in quelle situazioni ma decise questa volta di darle ascolto e seguì Jordan sul retro del condominio sperando di non trovare nulla e di essersi sbagliato.
Per sua fortuna era solo paranoico, Jordan era li con una sacchetta di tessuto rovinata che guardava in alto, se non conoscesse la situazione trovandolo così si sarebbe preoccupato ma l'unica cosa che fece fu prenderlo per mano e portarlo via da quel posto.
Xavier: non voglio costringerti ma se non mi parli non posso aiutarti o capirti e le cose non faranno che peggiorare.- glielo fece notare mentre aspettavano il semaforo verde per attraversare la strada e raggiungere il parcheggio dove avevano lasciato l'auto.
Jordan: voglio dirtelo... solo che non ci ho pensato per un bel po' ed ora è tornato tutto d'un colpo e... e non mi piace.- lasciò cadere la sacchetta e alzò lo sguardo incrociando quello di Xavier.
Xavier: non piace neanche a me.- lo abbracciò per poco poi prese la sacchetta in una mano e con l'altra afferrò quella di Jordan per attraversare e salire in auto.
Una volta a casa rimasero un attimo nel piccolo corridoio davanti alla porta, con calma si tolsero le scarpe, le giacche, Xavier mise giù le chiavi e Jordan si girò a guardarlo. I suoi occhi chiedevano aiuto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top