23.
Non parlarono molto sulla strada per l'orfanotrofio, non perché era successo qualcosa o altro solo che Xavier stava cercando di prepararsi psicologicamente a quello che stava per scoprire. Prima di salire in auto aveva chiamato Bryce che lo aveva invitato a passare nel pomeriggio per parlare. Parcheggiarono davanti ad un supermercato un centinaio di metri più in la dall'arrivo, il silenzio nello scendere era diventato pesante, soprattutto per Jordan che aveva sempre visto Xavier molto allegro, quando erano soli ancor di più.
Jordan: fermo un attimo.- lo afferrò per il braccio trattenendolo in parte.
Xavier: uhm?-
Jordan: cosa ti aspetti di sentire? Lo sai già che non sarà una storia rosa e fiori vero?-
Xavier: si... lo so ma non so cosa sperare, se fossero vivi mi sentirei in dovere di andare a cercarli mentre se fossero morti dovrei sentirmi in colpa o starci male? e se non li avesse trovati?-
Jordan: tu non conosci queste persone e il solo avere del DNA in comunque con loro non significa che hai dei doveri nei loro confronti, io ho scoperto dei miei la prima volta che sono finito in una sala d'interrogatorio e non so perché non mi soprese sapere che mio padre era morto mentre mia madre sta scontando 25 anni di galera per vari piccoli reati.-
Xavier: perché non mi hai mai parlato di queste cose? non mi hai mai detto nulla riguardo te o al tuo passato.-
Jordan: ne parliamo dopo a casa, ora entriamo li dentro e sentiamo per quale stupido motivo i tuoi genitori ti hanno lasciato, non sanno cosa si sono persi, poi ricorda che non importa cosa gli sia successo tu non hai nessuna colpa o dovere.- lo rassicurò, gli disse ciò di cui aveva bisogno lui quando due anni prima gli dissero come se nulla fosse che fine avevano fatto i suoi.
Xavier: grazie, ma a casa dobbiamo parlare sul serio.- Jordan annuì prendendolo a braccetto per incoraggiarlo ad entrare. Suonarono il campanello e la stessa voce robotica della volta prima gli rispose con un semplice "chi è?" e prima che Xavier potesse rispondere presentandoli Jordan lo precedette.
Jordan: chi vuoi che sia idiota.- Bryce stava per rispondere ma Claude si intromise come suo solito.
Claude: i morti non sono ammessi, ci sono dei bambini li spaventeresti.-
Jordan: potrei offendermi.-
Claude: razza di tossicodipendente senza rispetto il tuo nome sta su una tomba.-
Jordan: perché tutto questo astio nei miei confronti Senpai.-
Bryce: non è importate entrate vi aspettiamo.- finì ma prima che mettesse giù il citofono si sentì un "e tu mettiti qualcosa addosso" che fece ridere sia Jordan che Xavier.
Xavier: certo che vi volete bene.- scherzò camminando accanto a lui vero l'entrata.
Jordan: come fratelli guarda... Claude ce l'ha con me perché gli do, di tanto in tanto, del gay represso ma faccio lo stesso con Bryce eppure non se la prende.- ridacchiò appena aprendo la porta.
Xavier: ora è un po' più chiaro... permesso- borbottò poi mentre entrava con Jordan.
Bryce: venite pure, accomodatevi in soggiorno che vi raggiungo.- sentirono la voce dell'albino accoglierli e così fecero, si accomodarono sul divano davanti ad un tavolino in legno, neanche 10 secondi che tre bambini pieni di energie gli saltarono quasi addosso o meglio, saltarono addosso a Xavier.
Jordan: a quanto pare gli piaci.-
Xavier: a quanto pare...- fece un sorriso imbarazzato non sapendo come comportarsi, per sua fortuna Bruce dalla cucina li raggiuse e Claude fece lo stesso dal retro con in braccio un ragazzino mezzo addormentato.
Bryce: forza bambini andate in giardino che gli adulti hanno da fare.-
Xavier: che vivaci, sembra un altro mondo rispetto a la fuori.-
Jordan: ma non li avevi già incontrati?-
Xavier: erano fuori con la proprietaria la volta scorsa.- gli spiegò perché era così sorpreso.
Jordan: capisco... comunque non mi sarei mai immaginato di vedere Claude con un bambino in braccio.-
Claude: lavoro in un orfanotrofio, cosa ti aspettavi che facessi?- chiese ironicamente.
Jordan: boh... punizioni?-
Bryce: pff, no comunque Tezcat è l'unico che non riesco a far dormire io perciò ci pensa lui, a proposito non sarebbe meglio se lo mettessi nel letto così ti unisci a noi?- domandò appoggiando finalmente il vassoio sul tavolino, lo avrebbe fatto prima ma i bambini avrebbero potuto prendere i biscotti senza permesso.
Claude: ci ho provato ma non ne vuole sapere, stessa cosa per Aitor, a lui ci sta pensando il Capo.-
Jordan: oh è qui? posso incontrarla?-
Bryce: certo, Claude, portalo tu di la... io devo parlare con Xavier.-
Jordan: prima però rubo un paio di biscotti..- ne afferrò un paio saltando i piedi per raggiungere il tulipano -..Xavier se vuoi rimango, cioè se ci tieni ti sto vicino mentre senti quello che ha scoperto.- lo rassicurò posando una mano sulla sua che stava sulla gamba.
Xavier: no in realtà preferisco farlo da solo.- gli sorrise appena coprendo a sua volta la mano del ragazzo.
Jordan: devo crederci?-
Xavier: si vai pure... posso farcela, infondo è come hai detto tu, non ho alcuni obbligo nei loro confronti.- Jordan annuì sorridendogli per poi lasciagli un veloce bacio sulla guancia, gli venne naturale e Xavier quasi non si rese conto che non avevano mai fatto una cosa simile.
Claude: vieni che ti presento anche i bambini.- gli fece segno di seguirlo fino in fondo al corridoio mentre si allontanavano dalla stanza principale.
Jordan: uhm credo che sia meglio che parli solo con la responsabile, ti ricordi? non piaccio affatto ai bambini.-
Claude: anche io non sono baravo con loro ma vedi, ci sono sempre delle eccezioni..- gli fece notare indicando con un cenno del capo Tezcat che dormiva sulla sua spalla -..sai ultimamente ci sono un paio di famiglie interessate a lui, probabilmente grazie ai suoi ottimi risultati nei test e un po' mi spiace perché mi ci sono affezionato.-
Jordan: perché non lo adottate voi?-
Claude: voi?- domandò aprendo la porta della cameretta dove ci stavano una decina di bambini addormentati e oltre la porta in vetro scorrevole che dava sul balcone una signora su di età che cercava di far addormentare un ragazzino dai capelli azzurri.
Jordan: tu e Bryce.-
Claude: Jordan come te lo devo dire io e Bryce non stiamo insieme.- Jordan stava per rispondere che non ci credeva ma una voce lo precedette, "non è vero li ho beccati mentre limonavano due giorni fa e mi sa che va avanti da un po'." disse scherzosamente mentre apriva completamente la porta.
Jordan: lo sapevo, ciao Capo.-
Capo: ti ho sempre detto, almeno da quando hai smesso di chiamarmi mamma, di chiamarmi Mina, baka.-
Jordan: la rispetto troppo per darle del tu.-
Mina: si ma così mi fai sentire vecchia... non è una mancanza di rispetto anche questa?-
Claude: non ricominciate... allora? Aitor vuole dormire oppure no?-
Mina: non ne vuole proprio sapere.- rispose sorridendo mentre il bambino guardava Jorda da dietro le sue gambe.
Aitor: non ho sonno bakaa.-
Jordan: aspetta un attimo ti ha appena insultato?- fece una faccia stranamente sorpresa per il linguaggio che possedeva già un bambino tanto piccolo, per quanto potesse essere volgare.
Claude: esatto.- si massaggiò le tempie nel dirlo.
Aitor: perché sembri uscito da un film horror?- domandò avvicinandosi a Jordan che nonostante la sua piena forma non aveva comunque il migliore degli aspetti.
Jordan: ecco io...- non ce la fece a guardare in faccia tutta quella innocenza e distolse lo sguardo.
Mina: cosa ti ho detto sul farti gli affari tuoi Aitor?-
Aitor: ma Mina volevo solo sapere come diventare così anche io, così poi posso spaventare gli altri bambini.-
Mina: questa è una pessima idea, ora se proprio non vuoi dormire smetti di fare casino che gli altri si sono addormentati, dai ora vai fuori con quelli più grandi.- Aitor sbuffò annoiato e se ne andò -..scusa Jordan, non ti conosce altrimenti non avrebbe detto tutte quelle cose, solitamente per quanto diretto è educato con gli adulti.-
Jordan: non preoccuparti, so di non essere più come due anni fa... diciamo che cambiano tutte quelle cose poi mi sto ancora riprendendo e sono stanco.-
Claude: come farai ora?-
Jordan: non lo so, devo costantemente assumere quelle cose altrimenti svengo o cose così, tipo la benzina per le auto e non voglio, l'idea di vivere grazie a ciò che mi ha rovinato non mi entusiasma.-
Mina: e dimmi, il ber ragazzo che ti ha accompagnato lo sa?-
Jordan: questa è la parte più difficile..- iniziò sedendosi sulla panchina appena fuori dalla porta in vetro -..lui non sa nulla di quello che mi è successo, di quello che ho fatto e di quello che mi è costato. Dovremmo parlarne oggi ma non so da dove cominciare, ho avuto il coraggio di dirgli dei miei genitori solo oggi, poco prima di venire qui, più che per me per lui che sta per scoprire cosa è successo ai suoi.-
Claude: giusto, ne staranno parlando ora, di certo non è una brutta storia come la tua ma Bryce mi ha raccontato e come pensavo non è un bel racconto.-
Jordan: cazzo, come faccio a raccontargli quello che ho fatto dopo che ha sentito una cosa simile.-
Claude: devi farlo proprio oggi?- domandò incrociando le braccia mente stava appoggiato alla parete del terrazzo.
Jordan: si, prima stavamo da Mika e tra una discorso e l'altro i ragazzi hanno detto delle cose e lui ha iniziato a fare domande allora io gli ho detto che ne avremmo parlato a casa ma non mi è venuto in mente in quel momento che avrebbe anche scoperto dei suoi.-
Mina: Jordan, non sarà facile dirglielo ma sono certa che capirà, non lo conosco ma se lo ami e lui ricambia andrà tutto bene, ora però è meglio che lo raggiungi che purtroppo mi ricordo di quel bambino dai capelli rossi adottato da un ricco uomo d'affari.- fini con un sorriso malinconico sul volto incoraggiando Jordan con una mano sulla spalla ad andare e così fece.
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