1.

la storia è ambientata in Colorado a Denver dove ricordo che la pena di morte è stata abolita da poco, ho scritto tutto ambientato prima di quanto successo.

Jordan dopo una serata in un bar discutibile non riusciva più a distinguere la destra dalla sinistra, a malapena si reggeva in piedi e trovandosi in un quartiere messo peggio del bar stesso le persone abituate certi scenari non ci fecero molto caso. Dopo qualche ora di semi incoscienza decise di prendere e tentare di dirigersi verso il suo vecchio appartamentino, lo aveva affittato nel caso si trovasse in uno stato pietoso e non si sarebbe potuto presentare davanti a casa. Era stata sicuro una pessima idea, appena uscito dal largo vicolo che separava 2 edifici cadde non riuscendo a reggersi nemmeno al muro. A quel punto le persone non poterono fare a meno di notarlo e qualcuno, Jordan non lo riconobbe a causa della vista offuscata, lo prese e lo fece sedere in un auto. 

L'auto puzzava di fumo e di incenso, trasmettevano alla radio della musica orribile e gli stava scoppiando la testa mentre appena riusciva a mantenere in respiro regolare, iniziò a pensare di essere in un taxi dato che oltre a lui non era salito nessun altro. ad un certo punto si fermarono, non come ad un semaforo, spense del tutto il motore, Jordan non aveva più le forze per cercare di capire dove si trovasse ma l'ultima cosa che sentì furono delle urla che affermavano diverse volte e sempre più forte "chiamate un medico".

Una volta ripresa conoscenza non fece caso a nulla se non al fatto che non riusciva a muoversi, aveva delle manette ai polsi e i piedi legati come se fosse in manicomio ma quella in cui si trovava era una semplice stanza di ospedale. Dopo essersi guardato attorno un paio di volte, essersi abituato completamente alla luce che penetrava solo in parte dalle finestre, notò finalmente un tasto piccolino rosso collegato ad un filo a pochi centimetri dalla sua mano probabilmente serviva per chiamare le infermiere. Jordan premette quel pulsante senza pensarci 2 volte e in pochi secondi arrivò un infermiera che sicuramente, date le rughe e altri segni, era su con gli anni. 

Infermiera: oh dio finalmente ti sei svegliato, gli agenti qui fuori hanno oramai perso la pazienza, credo che sia per via dei 3 giorni di servizio in un ospedale noioso come il nostro, comunque a me non dovrebbe interessare questo ma solo se stai bene, perciò come ti senti?-

Il ragazzo era abbastanza sconvolto da quanto riuscisse a parlare quella donna nonostante fossero perfetti sconosciuti, forse normalmente non era tanto ma in quel momento a malapena sopportava il uso respiro assonnato.

Jordan: ehm, sono solo stanco, il mal di testa è sempre più leggero ma cosa intende con agenti e 3 giorni?... ho dormito tutto questo tempo?- domanda senza farci caso con un espressione sia assente che quella di una persona che non ha capito molto.

La donna gli risposte subito mentre sistemava la flebo e altre cose. -eh già... ti sei fatto una bella dormita, qualche giorno fa è arrivato un signore, l'autista di un vecchio taxi a giudicare dall'aspetto, comunque tu eri svenuto, non voglio chiederti cosa hai assunto per ridurti in quel modo so solo che considerato il tasso di sostanze stupefacenti e illegali riscontrato durante i test che abbiamo trovato nel tuo sangue, ci siamo trovati costretti a chiamare le autorità.-

Jordan osservava i movimenti della donna mentre parlava, probabilmente aveva origini europee dato quanto gesticolava ma a parte quello preferì non interferire e ascoltare tutta la storia, voleva capire cosa gli sarebbe successo l'indomani una volta dimesso.

L'infermiera continuò sotto lo sguardo del ragazzo che faceva pensare a tutto tranne che a un criminale. -una volta arrivate ci hanno chiesto chi fossi e noi a corto di informazioni non abbiamo potuto rispondere allora ti hanno fatto un test del DNA ed è risultato che sei un ricercato, strano non l'avrei mai detto, hai un viso così amichevole.- con questa frase gli fece un sorriso amichevole che Jordan apprezzò molto.

Jordan: beh dovevo immaginarlo, comunque ha ragione io non sono un criminale, o almeno non come credono l'oro, sono una persona sfortunata che si è trovata diverse volte nel posto sbagliato al momento sbagliato e ora pensano che io sia un assassino a sangue freddo. Non so quanto valga la mia parola dato che lo ripeto da anni ma nessuno mi ascolta.- 

Infermiera: immaginavo, ma hanno anche detto che sei un condannato a morte.-

Jordan: oh di quello non mi preoccupo se devo morire lo decido io.-

In quel momento entrarono 2 uomini in divisa, entrambi abbastanza alti solo che uno era un armadio l'altro era invece  apparentemente normale. L'infermiera non poté fare a meno di mettersi in parte mentre i 2 signori presero il ragazzo per le braccia e lo fecero alzare dopo aver tolto le manette.

Uno dopo aver buttato in terra la borsa gli disse con tono ferreo, -cambiati, fuori fa fresco e il viaggio è lunghetto.-

Jordan: oh ma che pervertiti, farmi cambiare qui davanti a voi.- uno dei due signori a quell'affermazione fatta con malizia sputò addosso al corpo appena coperto del ragazzo con un espressione schifata. -peccato potrei piacervi.-

Agente: senti frocetto muoviti a cambiarti che non abbiamo tempo da perdere con le tue manie perverse.-

Jordan: almeno possiamo fare uscire la signora? Sapete mi vergogno un pochetto.- domanda portando una mano dietro la schiena per slacciare il tunica da ospedale tipica dei pazienti che rimangono più di un giorno, poco dopo la donna uscì con un espressione preoccupata in volto, probabilmente per il ragazzo che lei aveva capito essere innocente.

Il giovane sfortunato si cambiò lentamente appunto per stuzzicare i 2 uomini che lui sapeva non avrebbero potuto toccarlo in alcun modo, non era la prima volta che veniva portato al patibolo. Una volta finito porse i polsi ai 2 agenti in segno di collaborazione così che loro potessero mettergli le manette, dopo di che uscirono dalla stanza con una formazione a triangolo con al centro Jordan che camminava come se stesse uscendo per una semplice camminata. Finito il corridoio arrivarono all'entrata principale dove lo sguardo di Jordan incontrò nuovamente quello dell'infermiera con cui aveva chiacchierato.

Jordan: ci vediamo.- la salutò facendole un cenno.

la signora non poté non domandarsi come avrebbero fatto a vedersi di nuovo se lui stava per essere il protagonista di un esecuzione mortale.

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