37. Lettera a una sorella
Londra,
18 luglio 1841
Cara Claire,
oggi è il terzo giorno da quando Sarah se n'è andata.
L'incendio di Ashton House è stato domato in meno tempo di quanto pensassimo, ma la parte superiore della casa è stata distrutta. Con essa, il corpo di Robert Ashton.
So che lo ricordi. Lo ricordo anch'io, anche se vorrei non averlo mai conosciuto.
Ho accolto la servitù a casa nostra su richiesta di sua nipote e sembrano tutti piuttosto felici, anche se un po' turbati, della benevolenza con cui nostra madre li tratta. Io non ho potuto relazionarmi molto con loro. Non per mancanza di volontà, ma perché il mio pensiero è focalizzato altrove.
Non posso farci molto.
Non ho avuto la possibilità di dirle addio, e non avrei mai voluto farlo. Sai, lei è entrata dentro di me in qualche modo che non riesco ancora bene a comprendere. Però ci è rimasta, come una rete impigliata in qualche scoglio, ci si è scolpita con tanta prepotenza che in qualche modo sembra anche fastidiosa. Quindi non so come mandarla via; beh, sicuramente non voglio, anche se fa male. Dio, fa tanto male, Claire, la consapevolezza che sia stata costretta ad andarsene e che io non abbia potuto fare niente per salvarla dal crimine che ha commesso.
Vorrei che tu fossi qui per avere un consiglio, una spalla su cui piangere, per avere mia sorella che mi ascolta e mi riprende nonostante abbia quasi dieci anni meno di me. Non mi vergogno se ammetto di versare qualche lacrima a volte. Mi dona un po' di sollievo.
Non so dove sia, se stia bene o se stia scappando da un demone che rischia di annientarla, ma in ogni caso aspetterò solo qualche altro giorno — il tempo di razionalizzare l'accaduto — prima di andare a cercarla. Non ci riesco, al momento, ma ci ho provato. Sembra che le mie gambe non vogliano seguire gli ordini che il cervello impartisce, e che se ne stiano lì ferme, immobili, come due tronchi secolari.
Vedi, Sarah Ashton è stata una sorta di tempesta improvvisa che ha spazzato via il passato, e anche il dolore per la tua scomparsa. Il suo silenzio mi è stato di conforto, poi i suoi timori e infine la sua forza. La sua immensa forza. Lei ancora non la vede, ma quella forza si percepisce in ogni suo gesto e pensiero, e io spero che un giorno possa riportarla indietro, alla terra cui appartiene. Che possa riportarla da me, anche se non riuscirò a trovarla.
Penso che sareste andate d'accordo, Claire. Sarah ha la tua stessa tempra, tanto che a volte mi sembra di vedere te in lei.
È una buona cosa, credo, mi allieta un po' l'esistenza.
Voglio dirti che mi manchi, anche se lo sai; sei sempre stata così sicura di te che sapevi che andandotene avresti seminato vuoto e dolore.
Sto cercando di essere forte. So che devo riuscirci. Però spesso, di notte, quando chiudo gli occhi vedo l'immagine di Sarah che mi chiede aiuto, anche se so che non lo farebbe realmente. La signora Carter, la sua ex governante, dice che ha visto il suo sguardo diventare più cupo e che era così determinata ad abbandonare Londra che a lei si è gelato il sangue nelle vene perché non l'aveva mai vista in quelle condizioni. Sono arrivato in ritardo anche questa volta.
Ha ucciso un uomo, per difesa personale, ma ha pur sempre commesso un omicidio. Comprendo la sua scelta di fuggire perché non ci si può fidare di nessuno a questo mondo, Claire, e anche tu lo sai. Tu l'hai dovuto scoprire prima di me.
Per la prima volta dopo quasi un anno voglio chiederti perdono. Vorrei essere arrivato in tempo per salvarti, per non fare in modo che finissi in un posto così buio e degradante, tu che eri così piena di luce. Perdonami se non ci sono riuscito, per essere stato tanto cieco da non accorgermi di cosa stava accadendo a mia sorella.
Ti prometto che tenterò di rimediare.
Infine voglio dirti che probabilmente è giunto il momento che non ti aspettavi, che io stesso non immaginavo. Una volta mi hai detto scuotendo la testa che ero una persona strana che respingeva i sentimenti e che quasi sicuramente l'avrebbe fatto per tutta la vita. Oggi ti smentisco. Sì, sono sicuro di poterti smentire finalmente.
È l'assenza di Sarah che me l'ha fatto comprendere. Il fatto che non ci sia, che non possa guardarla negli occhi o osservare la vena che le si gonfia sulla fronte ogni volta che si agita, o il fatto che mi manchi così tanto da farmi male.
Io credo proprio di amarla, in un modo diverso da come si ama di solito, penso, anche se io non l'avevo mai sentito mio questo sentimento. Ma è bello, sai, sapere che involontariamente ci sono riuscito. Prometto che combatterò per il mio amore, per riportarlo indietro, anche se dovessi attraversare l'inferno. Io la troverò perché credo davvero di meritare una seconda possibilità.
So che saresti d'accordo, piccola, anche se non lo sei quasi mai stata in vita tua.
Ma c'è sempre una prima volta, in fondo.
Per sempre tuo,
con affetto, fiducia e dolore,
Jon.
***
Spazio autrice: Buonasera, lettori! Come credo abbiate intuito la storia è sul punto di terminare. Questo capitolo così breve racchiude una lettera, la prima di tante, che Jon scriverà per Claire. Non spaventatevi per il capitolo breve, la scelta è voluta per dare maggiore enfasi alle parole di Jon che vi giuro mi spezza il cuore 😞
A presto con uno degli ultimi capitoli!
Un abbraccio,
Alicia.
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