Capitolo 15




La sveglia del telefono mi ha portato via da un sogno meraviglioso, ero distesa al sole con David che mi accarezzava la schiena spalmandomi la crema. Apro con fatica gli occhi e lo vedo disteso accanto a me, ha gli occhi aperti e mi guarda in quel modo che mi fa sentire accarezzata. La realtà è più bella del sogno. Mi tornano alla mente le immagini della sera prima, noi due che facciano l'amore e la notte passata a dormire abbracciati, ogni tanto mi sono svegliata per controllare che fosse vero e ora mi assale la paura che mi dica di andarmene. Mi tiro su e mi siedo sul letto stropicciandomi gli occhi, lui si avvicina dandomi un bacio sulle labbra.

«Buongiorno, dormito bene?» mi chiede mentre mi tira a sé.

«Benissimo, tu?» sondo il terreno, voglio capire che intenzioni ha.

«Meravigliosamente.» mi dice mentre mi bacia il collo.

«David, e ora?» la mia sincerità a volte mi spaventa, l'ho pensato e l'ho detto. Tremo aspettando la sua riposta.

«Ora cosa?» mi chiede mentre, imperterrito, continua a baciarmi il collo.

«Noi?» chiedo in tono spaventato.

«Noi, ci vestiamo, scendiamo a fare colazione e andiamo a vedere la meraviglia che è Praga. Poi stasera torni a dormire tra le mie braccia. Sei mia oramai.» le sue mani iniziano muoversi su di me.

«Dobbiamo scendere.» dico io, con poca convinzione.

Mi prende delicatamente e mi fa sdraiare sul letto.

«Dovremmo fare in fretta allora.» mi sussurra prima di baciarmi.

Amo questo ragazzo! Lo amo!

I momenti che passano sono ancora più belli della sera prima. È più coraggioso e forse la fretta rende tutto più eccitante. I suoi gemiti si mischiano con i miei e ci troviamo distesi immersi in noi due.

«Ora dobbiamo davvero vestirci» mi dice baciandomi prima di alzarsi.

Dopo una doccia veloce, chiamo Emma per chiederle se può portarmi i vestiti. Non voglio che mi vedano con il vestito di ieri sera e poi anche Diego dovrà cambiarsi. Dopotutto anche lui ha dormito fuori dalla sua stanza stanotte.

Dopo dieci minuti bussano alla porta, mentre io mi nascondo in bagno, David apre. Per fortuna sono Diego ed Emma con i miei vestiti.  Lascio i ragazzi in camera e mi chiudo in bagno con la mia amica.

«Allora?» mi chiede curiosa mentre io mi infilo i jeans.

«È stato meraviglioso» le sussurro dalla maglia che mi sto infilando.

«Voglio i dettagli» mi dice sottovoce.

«Stasera ti racconto tutto, ora usciamo di qua, altrimenti penseranno che stiamo parlando di loro» le dico mentre cerco di domare i miei capelli.

«Ma stiamo parlando di loro» mi dice ridendo mentre usciamo dal bagno e ci troviamo i ragazzi pronti sulla porta ad aspettarci.

«Perché ridete?» mi chiede David mentre mi posiziona il suo braccio sulle spalle.

«Niente» rispondiamo in coro io ed Emma, scatenando le risate dei ragazzi.

Appena entriamo nella sala da pranzo per la colazione, noto che sono già scesi tutti, e il nostro ingresso fa calare il silenzio nella sala, David con sicurezza mi guida al tavolo, mi sento i loro occhi addosso ma lui mi tiene la mano e se la lascio, mi mette il braccio sulle spalle. Non mi lascia un momento, questo mi piace da morire. La colazione passa veloce e dopo una ventina di minuti siamo sulla metropolitana e ci dirigiamo verso il centro di Praga.

Oggi la tappa è il ponte Carlo, che collega la città vecchia al quartiere della Malà Strana. Nostre prossime tappe. Camminiamo per le strade di Praga ed è tutto meraviglioso. Arriviamo al ponte e dopo le spiegazioni storiche, i prof ci lasciano liberi per scattarci le foto di ricordo. Io e David ci scattiamo una marea di Selfie, altre le abbiamo scattate con Emma e Diego. In ogni foto David mi bacia, mi sembra di vivere un sogno. Ci muoviamo tra le tante statue situate sul ponte e mi sembra di essere in un mondo fatato. Praga fa quest'effetto, sembra una città magica.

Sul ponte passiamo davanti ad artisti di strada di ogni tipo, pittori, musicisti, scultori, è un museo a cielo aperto. Mentre ci muoviamo tra gli artisti, noto in fondo al ponte, un gruppo di persone. Afferro la mano di David e mi dirigo curiosa verso il gruppo. Ci facciamo strada tra la folla e vedo un gruppo di ragazzi con strumenti musicali. Uno di loro ha i capelli lunghi neri e impugna con grinta una chitarra elettrica, ride con un ragazzo biondo, che cinge il microfono. Dietro di loro un ragazzo calvo muove le bacchette sui piatti della batteria. Non stanno cantando ma le persone sono tutte accalcate davanti a loro.

«Cosa succede?» ci chiedono Emma e Diego che ci hanno raggiunto.

«Non lo so. Ho visto tutta questa gente e mi ha incuriosito.» rispondo mentre il cantante inizia a provare il microfono, distraendoci.

«Prova... Uno... Due ...» i tre si danno un'occhiata complice e il batterista inizia a suonare, battendo il ritmo sul suo strumento. Il cantante batte mani e piedi a tempo e si capisce subito che le note esplosive di "We will rock you" dei Queen si stanno espandendo senza permesso sul ponte.
«...Buddy, you're a boy, make a big noise
Playing in the street, gonna be a big man someday
You got mud on your face, you big disgrace
Kicking your can all over the place, singin'

We will, we will rock you
We will, we will rock you...»

Noi iniziamo a battere mani e piedi a tempo, e con noi tutte le altre persone che si trovano sul ponte Carlo. In poco tempo sembra di essere ad un concerto. Il cantante ha una bellissima voce  e catalizza l'attenzione muovendosi con maestria, fa cenno anche a noi di cantare e un'unica voce sale fino al cielo di Praga, è pazzesco. David mi sorride e io gli butto un bacio. Questa gita è meravigliosa.

La chitarra elettrica prende la scena e il ragazzo si sposta al centro e suona con tutta l'energia che ha. Quando l'ultima nota risuona, un silenzio assordante prende il suo posto per pochi secondi, un applauso universale nasce e viene regalato a questi tre ragazzi.

«Fantastico! È stato pazzesco.» mi dice David afferrandomi la mano.

«Davvero, ma avete visto che roba?» dice Diego facendo finta di suonare una batteria invisibile.

«Bellissimo, davvero bellissimo.» dico io, mentre continuiamo a passeggiare.

Il resto della mattinata passa con noi che camminiamo abbracciati per tutto il tempo e io che  vedo solo questo bellissimo ragazzo che mi ha rubato il cuore. Noto che Alessio e Pietro sono stati tutto il tempo con Erika e la sua amica, da ieri sera Alessio non mi ha rivolto la parola, mi dispiace se ci è rimasto male, ma ero stata chiara con lui.

Per il pranzo ci danno la libera uscita, dobbiamo solo tornare al punto di ritiro nel pomeriggio alle due, dobbiamo andare a visitare il cimitero ebraico. Siamo affamati e decidiamo di andare da McDonald in piazza San Venceslao.

Entriamo e l'odore delle patatine entra senza permesso nei nostri nasi, mentre ci mettiamo in fila vedo che ci sono altri nostri compagni e noto Erika, la ragazza che era seduta con David sull'aereo. Noi siamo in coda e lui è dietro di me e mi cinge la vita con le braccia e ha la testa appoggiata alla mia spalla. L'istinto non è mai stato una mia caratteristica, sono sempre stata molto riflessiva, ma l'istinto con questo ragazzo mi comanda e non posso farci niente. Decido di marcare il territorio: mi giro e lo bacio con passione. Lui risponde immediatamente, la danza che fanno le nostre lingue mi fa impazzire.

«Sei pazza? ma per la verità mi piace questa tua pazzia» mi sussurra all'orecchio mentre mi distacco dalla sua bocca. Torniamo nella nostra posizione mentre Erika non c'è più. Deve essere uscita mentre marcavo il mio territorio.

I divanetti ci accolgono mentre ci sediamo e iniziamo a mangiare con gusto i nostri panini, David e io dividiamo la maionese e giochiamo con le patatine, lottiamo nella vaschetta della maionese, le patite si toccano più volte in una danza che poi le fa finire in bocca.

«Arrivo un attimo in bagno» dico prima di alzarmi. Devo fare pipì e se non corro subito a farla rischio di farmela addosso. Lascio loro tre al tavolo e mi dirigo al piano di sotto, dove un cartello mi indica toilette. Arrivata al bagno delle donne noto un cartello in inglese che dice "Out of service". È ora che faccio? La devo fare. Il bagno degli uomini è pieno  e non posso entrare lì dentro. Non ho scelta e, stando attenta che nessuno mi veda, entro nel bagno delle donne. Dentro sento solo silenzio,  corro nel primo bagno e mi chiudo dentro.

Finalmente!

Mentre mi sto rivestendo sento dei rumori, qualcuno è entrato! Cavolo! Esco guardinga.

«Eccoti qua» mi dice David prima di spingermi dentro al bagno chiudendo poi la porta a chiave.

Sento i suoi baci scorrere sul mio collo e non c'è una parte di me che non è invasa da brividi.

«Mi mancavi e sono venuto a cercarti» mi dice mentre imperterrito continua a baciarmi il collo.

«David, forse è meglio fermarci, altrimenti...» gli sussurro tra un brivido e l'altro.

«Altrimenti cosa?» mi chiede prima di appoggiare le sue labbra alle mie e portandomi al punto di non ritorno.

Lentamente mi slaccia i jeans che cadano a terra, fregandosene dell'igiene del bagno, le mutandine seguono la stessa sorte. Si cala i suoi e guardandomi mi prende in braccio, io metto le gambe intorno alla sua vita mentre il muro del bagno mi sorregge.
Entra in me con una spinta decisa facendomi tremare, il mio corpo si muove spinto dal suo, lo stringo a me, lo voglio sempre di più.
«Dimmi che sei mia» mi sussurra guardandomi.
«Sono tua» gli dico in un gemito mentre il mio corpo si contrae sopra il suo.
Ogni mia cellula vuole questo ragazzo!
Facciamo l'amore, così, in un bagno di McDonald a Praga. Mai nella vita avrei pensato di poter fare questo, ma sento che con lui posso fare tutto. Lui ha la combinazione del mio istinto, lo sa attivare facendomi perdere il controllo totalmente!

«Mi fai perdere il controllo» mi sussurra, mentre torno con i piedi per terra. Esausta e appagata.

«Anche tu a me» gli dico prima di rivestirmi e ricompormi.

Usciamo dal bagno insieme e torniamo al tavolo, cammino come se volassi e mi sento fatta di felicità. Noto solo ora come i nostri capelli siamo spettinati.

«Tutto bene?» ci chiedano Emma e Diego guardandoci ridendo.

«Benissimo» rispondiamo in coro io e David prima di scoppiare a ridere. Lasciamo loro due a guardarci perplessi.

Dopo esserci riuniti con i professori e i nostri compagni, ci incamminiamo per raggiungere il cimitero ebraico. È una bella camminata ma non sento la fatica, mi sento fatta di felicità, non so se è possibile, ma è proprio la sensazione che provo quando sono con lui.

Arriviamo al portone ed entriamo in fila, appena compaiono alla vista le varie tombe cala il silenzio. Tutti rimaniamo silenziosi durante il passaggio. David mi tiene per mano e non la lascia un minuto. Osservo le varie tombe e mi fanno venire in mente un vecchio film, "Il Corvo", l'ho visto con Emma quando eravamo bambine e ricordo che mio padre mi ha raccontato che divenne famoso per la morte dell'attore protagonista. È una cosa che mette i brividi.

Camminiamo intorno alle tombe e noto i vari sassi che sono adagiati sulle tombe. Le lapidi non sono poste in maniera ordinata, ma sembrano messe e soprammesse senza una regola.

Il silenzio ci ha accompagnato per l'intera visita, la mia mano e sempre stata stretta da quella di David. La visita finisce e noi usciamo con ordine, appena fuori le nostre voci tornano a farsi sentire. È stato uno dei posti che mi ha più emozionato.

Ormai è l'ora di tornare in albergo e riprendiamo tutti la metropolitana. Il viaggio è breve e dopo alcuni minuti siamo già nella hall. Il prof, prima di congedarci, ci comunica che anche stasera andremo a ballare e un boato di felicità invade la sala.

«Vado in camera mia a farmi una doccia. Ci vediamo a cena» dico a David prima baciarlo.

«Ok. Fai presto.» mi dice sulle labbra prima di salutarmi quando le porte dell'ascensore si aprano al quarto piano e io ed Emma usciamo. Arrivate in camera ci buttiamo entrambe sul letto.

«Raccontami tutto.» mi dice Emma.

«Anche tu.» le rispondo e ci sediamo a gambe incrociate sul letto, come quando eravamo bambine e giocavamo con le barbie.

«È stato meraviglioso, l'abbiamo fatto... e ancora non ci credo. Mi ripete in continuazione che mi ama. Emma mi sembra di vivere un sogno. Ma poi... quant'è bello... mi fa impazzire» dico tutto velocemente.

«Lea sono contenta per te. Ti vedo raggiante» mi dice la mia migliore amica, ma ora voglio sapere io.

«Raccontami di Diego» le chiedo e lei sorride prima d'iniziare a parlare.

«Abbiamo parlato e riso, bacia da Dio e mi fa impazzire. Mi chiedevo al proposito... potresti dormire anche stasera nella stanza di David...? sai pensavo di stare sola con lui.»

«Penso di sì, devo sentire lui, sai con David non sono mai troppo sicura di nulla» prendo il cellulare e gli mando un messaggio:

"Emma mi chiede se posso dormire da te, per lasciare la camera a lei e Diego. Che dici?" Dopo neanche due secondi mi arriva la riposta:

"Devi dormire da me... Non penso ad altro da questa mattina".

«Emma, allora va bene, la tua seratina romantica è confermata.» le dico ridendo.

«Mi sa che anche la tua è confermata.» ridiamo insieme come due bambine.

Dopo una cena a base di risate, con Diego che imita David quando si arrabbia, torniamo nelle nostre stanze per preparaci. Questa sera decidiamo di sfoggiare un altro look. Io mi metto un vestito a top blu con paillettes, è decisamente corto, non metto il reggiseno perché si vede dal vestito, ma tanto l'interno del vestito ha le coppe per accogliere il seno. Ci trucchiamo a vicenda. Fin da quando abbiamo provato i primi trucchi, lo facevamo. Emma è bravissima a truccare gli occhi, in meno di dieci minuti i miei occhi verdi sono contornati da un aurea, che sembra invisibile alla vista. Con la piastra ci lisciamo i capelli e dopo essermi messa le mie scarpe blu con tacco, mi do un'ultima occhiata allo specchio. Mentre sono a valutare che il vestito sia troppo corto, sento bussare alla porta.

Mi avvicino e appena la apro vedo il mio ragazzo bellissimo, è da togliere il fiato. Ha i jeans strappati, una maglia bianca aderente e gilet nero di raso che mettono in risalto il suo fisico, a terminare il look ci sono le sue immancabili converse rosse, io le adoro. I capelli sono leggermente spettinati, come piace a me e il suo profumo mi lascia senza fiato. Entra nella stanza senza dire nulla con quell'aria da bullo e mi guarda dalla testa ai piedi, mi si avvicina lentamente all'orecchio. Sento il suo respiro su di me e i brividi arrivano senza permesso.

«Questo, te lo levo io stasera» mi sussurra sfiorando il vestito sul seno e io mi eccito all'istante. Cavolo che effetto che mi fa?

Prima di andare via preparo una piccola borsa con i vestiti per il giorno dopo, dovendo dormire nella stanza di David. Dobbiamo stare attenti a fare le cose di nascosto, non penso che i prof approverebbero la cosa, e tanto meno i miei genitori. Ma chi se ne frega! Ora voglio vivere questa cosa che mi rende felice. Lui mi rende felice.

Entriamo nella hall ridendo e i nostri compagni sono già tutti lì, siamo gli ultimi, vedo che tutti guardano me e David, lui mi tiene il braccio sulle spalle e ride con Diego che tiene per mano Emma. In fondo alla stanza noto Alessio, sta parlando con Erika, che mi guarda male.

Il pullman è fuori ad aspettarci e come il giorno prima torniamo a sederci in fondo, David mi fa sedere al posto vicino al finestrino e lui si siede accanto a me, quando tutti sono saliti il pullman parte. Vedo le luci di Praga passare velocemente, il buio la rende ancora più bella. Tra le stelle di quel cielo stupendo noto una stella più luminosa delle altre e m'incanto a guardarla, è una luce meravigliosa. Sento il suo respiro sul mio collo, ancora prima di sentire le sue labbra che mi baciano.

«Cosa guardi?» mi chiede mentre continua a baciarmi.

«Quella stella.» gli dico e la indico con il dito.

Lui si sporge e guarda nel punto che gli sto indicando.

«L'ho vista.» mi dice tornando a occuparsi del mio collo.

«È bellissima» sussurro io.

«Tu sei bellissima, tu sei la mia stella.» mi dice e io mi rendo conto di non avere difese con lui, mi fa perdere quel minimo di controllo che avevo, mi giro all'istate e lo bacio, lui risponde con vemenza e io mi trovo con la schiena al finestrino immersa nei suoi baci. Il pullman che si ferma ci salva da una situazione imbarazzante.

Arrivati in discoteca, la musica ci accoglie con prepotenza, il caldo fa da padrone e subito ci immergiamo nella folla. La musica ci porta a muoversi senza freni, i nostri corpi si muovono sempre più vicini. Lui è sudato e accaldato.

«Andiamo a bere qualcosa?» mi dice. Io lo afferro per una mano e insieme ci dirigiamo verso il bar, Diego e Emma ci seguono. Arrivata al bancone, ordino i nostri drink al barman, cercando di farmi capire in inglese, lui mi guarda e mi sorride prima di mettersi al lavoro tra bicchieri e bottiglie.

  «Arriviamo in bagno, aspettateci qua. Torniamo subito» ci dicono lasciandoci sole.

Noi rimaniamo al bar e appena il barman ci consegna le bibite ci sediamo su un divanetto vicino ad aspettarli. Sono accaldata e assaggio subito la mia Coca-cola, sento il ghiaccio toccarmi le labbra e mi godo questo piccolo piacere quando una voce mi distrae.

«Are you italian?» davanti a me c'è un ragazzo, noto le braccia tatuate e sento l'odore di alcol a distanza. Non voglio iniziare a parlare con lui, quindi rido riprendendo a bere la mia coca.

«Sei italiana?» mi chiede insistendo e avvicinandosi di più. L'odore di alcol è nauseante.

«Sì. È italiana ed è la mia ragazza.» David è arrivato, gli è passato davanti e si è seduto accanto a me. Il suo braccio è sulle mie spalle e l'altra mano è appoggiata sopra le mie cosce.

Direi che ha segnato anche lui il territorio. Il tatuato, deluso, se ne va barcollando.

Io non resisto, devo baciarlo. Sentire quelle parole mi ha reso felice come non mai, ha detto che sono la sua ragazza, ha detto che sono "sua". Sento il cuore battere all'impazzata, quasi come volesse uscire dal petto.

«Alzati, vieni con me.» gli dico, lui si alza e mi segue con aria interrogativa.

«Dove andiamo?» mi chiede mentre lo tiro per mano.

Lo porto alla terrazza dove ci siamo dati il primo bacio, apro la porta finestra e lo faccio entrare dopo di che chiudo la porta dietro di noi.

«Lea, mi dici cos'hai in mente?» mi chiede mentre la luce della luna gli illumina i capelli rendendoli ancora più biondi.

Io lo guardo e senza parlare mi avvicino a lui e lo bacio. Appena la mia bocca tocca la sua, lui la apre all'istante, io non riesco a stare lontana dalla sua bocca. Mi attira come la forza di gravità.

«Calmati, altrimenti non arriviamo in camera stasera» mi dice staccando le labbra dalle mie.

«David, non so perché, ma non riesco a starti lontana» gli dico camminando verso il parapetto della terrazza «Quando studiavamo insieme, ti guardavo e avrei voluto baciarti. Ti sei chiesto perché volevo mettermi io il tuo casco?» gli chiedo guardando la Moldava che scorre inesorabile sotto di noi.

«Perché?» mi chiede arrivando ad abbracciarmi da dietro.

«Perché impazzivo per il tuo odore e mi sei mancato talmente tanto che, ho comprato perfino il profumo uguale al tuo, per sentirlo quando non ci siamo visti. È come se tutto mi portasse ad amarti, se non lo hai ancora capito sono pazzamente e inesorabilmente innamorata di te, ti amo con ogni mia cellula, e come avrai notato, il mio corpo risponde al tuo come attratto da una forza invisibile. Non riesco a starti lontana. Hai detto poco fa che sono la tua ragazza questo mi fa terribilmente paura.»

«Perché Paura?» mi chiede.

«Ho paura che, a un certo punto, tu mi dica che non mi vuoi più» gli dico senza freni.

Mi fa girare e mi guarda con i suoi occhi meravigliosi tenendomi le mani.

«Lea non riesco a stare senza de te, ieri sera quando abbiamo fatto l'amore, è come se l'avessi fatto per la prima volta. ogni mio pensiero è rivolto a te, ogni mio impulso è di baciarti, sento l'esigenza di dirti ogni momento che ti amo. Sei la cosa più importante per me. Io ti amo e a volte non so cosa fare, è la prima volta che mi sento così, ma ti prometto una cosa: Sei troppo preziosa perché possa rovinare tutto. Fidati di me.» parla con sincerità.

«Farei qualunque cosa per te» gli dico prima di rifugiarmi tra le sue braccia, lui mi stringe e le sue braccia mi avvolgono con fermezza e dolcezza. Rimaniamo cosi per diversi minuti poi mi alza il volto con un dito e mi bacia con estrema dolcezza, che mi fa venire voglia di rimanere così per sempre. Sì ! Per sempre abbracciata a David nella notte di Praga.

«Ora torniamo a ballare, poi, dopo ti leverò quel vestito e sarai mia per tutta la notte» mi dice guardandomi dritta negli occhi e un brivido mi assale fin nel profondo.

Appena rientrati il calore della discoteca ci assale, fuori era freddo anche se non me ne accorgevo grazie al suo abbraccio. Vedo che Diego ed Emma sono sotto al palco a parlare con il DJ, li raggiungiamo e loro ci presentano il ragazzo, è italiano e si chiama Mirko, è alto, ha i capelli rasati. Lavora a Praga come Dj da un anno ma dice che l'Italia gli manca. Ci sorride prima di tornare alla console, ma David lo trattiene e dice qualcosa che non capisco. Risale nella sua postazione e lo vedo cercare sul display, poi ci indica e ci fa segno di ascoltare. Partano le note di "90 minuti" di Salmo. È il delirio. Una voce composta da altre mille voci si alza, saltiamo e cantiamo tutti. David e Diego saltano, cantano e con il braccio alzato si danno il tempo.

"...Prego, sedetevi comodi
Sta cominciando lo show
È come volare in economy
Ma senza le buste del vomito
Corpi vestiti di graffi
Le facce che cercano schiaffi
Ma trovano sempre gli applausi
Applausi, applausi, applausi, applausi
Applausi, applausi, applausi, applausi
Novanta minuti di applausi..."

È stato fantastico. Quando la canzone finisce parte un applauso grandioso, il DJ fa un inchino e con la mano fa cenno di aspettare. Dopo alcuni secondi Mirko prende il microfono e parla «Ora una dedica speciale. Un ragazzo innamorato ha richiesto una canzone per la sua amata, stringetevi e baciatevi nella notte di Praga» e le note di "Piccola Stella"di Ultimo, si propagano nella discoteca. La riconosco all'istante, è una canzone che adoro, come tutte quelle di Ultimo, per la verità. Le persone sulla pista si diradano e si formano le coppie, David arriva da me con il suo sorriso da bullo, io capisco che è stato lui a richiedere la canzone.

Mi abbraccia delicatamente e mentre balliamo, vedo le sue labbra muoversi, mi sta cantando la canzone. Ogni parola è scandita e i suoi occhi sono dentro ai miei.

"...Sei la cosa più bella che indosso
Sei risorsa, sei il cielo e sei il mondo
Sei la strada che porta alla vita
Donna instabile, sei la mia sfida
Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce
Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce..."

Ogni parola che mi dedica mi arriva direttamente sul cuore, viene scritta nella carne, come un testo antico che non verrà mai cancellato. Siamo solo noi, sono persa in lui. Alla fine le sue labbra toccano le mie, bagnate dalle mie lacrime di felicità.

Da oggi questa è la nostra canzone, non potevo chiedere di più.

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