One Shot
Instituto Psichiatrico Pesaro-Urbino 23 Novembre 2023
Cara Esmeralda,
Spero che questa lettera ti trovi in un momento di calma e serenità. Se potessi, preferirei di lungo dirti queste parole di persona. È difficile per me trovare le parole giuste per esprimere i miei pensieri e le mie emozioni, ma sento che è importante comunicarti ciò che mi tormenta.
Nelle lunghe ore trascorse qui dentro, circondato solamente dalle pareti bianche, da volti sconosciuti e inesorabili, ho avuto modo di riflettere su molte cose. La mia mente si sta trasformando in un labirinto oscuro, consumato da pensieri che trascinano la mia essenza nella parte più triviale dell'oblio. Sento come se fossi intrappolato in un ciclo senza fine di solitudine e disperazione, e ogni giorno che passa mi avvicina sempre di più al precipizio della caligine. È difficile descrivere l'angoscia che provo quando mi rendo conto che il mondo là fuori continua a girare, mentre io sono qui, bloccato in questa dimensione sospesa tra muri asettici e monocromi. Le giornate si susseguono una dopo l'altra, tutte uguali, tutte vacue e ricolme di tedia. Rammento gaudioso il periodo dell'università; di quelle infinite lezioni di storia preparate dal crepuscolo della sera fino a notte fonda. Ho memoria di tutti i miei studenti, che con ammirazione tentavano di seguire gli intrecci ascosi delle mie esposizioni. Era tutt'altro che facile per loro, eppure il loro impegno si manifestava come un velo di puro ardore. La nebbia al di fuori dello stabile è fitta e si spande in tutta la città come un coeso miasma. Posso percepire la costante umidità ed esattamente come ieri, anche adesso, mi manca la sensazione del sole sulla pelle, il tepore di una carezza, la gioia di una risata sincera.
Mi sento come un estraneo nel mio stesso corpo, prigioniero di un Animus che sembra aver preso il sopravvento su di me. Eppure, nonostante tutto, c'è una parte di me che si sente stranamente sollevata da questa condizione. È come se fossi finalmente libero dalle catene imposte dalla società, libero di poter esplorare i recessi più deviati della mia mente senza essere giudicato o condannato. Qui dentro, non devo nemmeno scomodarmi a dovermi nascondere dietro a una finta maschera di normalità.
Ma questa libertà ha un prezzo. Ogni minuto che trascorro qui dentro, sento che la mia connessione con il mondo esterno si assottiglia sempre di più, finché non sarò più in grado di distinguere la realtà dalla mia percezione distorta della stessa. Saltuariamente, mi chiedo se sia possibile tornare indietro, se ci sia una via d'uscita da questo caos chimerico e a volte libidinoso. D'altronde, non riesco a trovare una spiegazione logica alla strana bellezza di questa follia.
Mi chiedo cosa penseresti se potessi anche solo fisgare dentro il mio intelletto e constatare il tumulto che vi regna sovrano. Forse ti allontaneresti spaventata, forse ti sentiresti in colpa per non avermi capito prima, per aver permesso che diventassi in questo modo.
Sebbene la colpa sia solo mia, non riesco a non scaricare quel torto su di te.
Il mio cuore non è in grado di rinnegare l'amore che provo per te, ma non posso proprio dimenticare tutto ciò che mi hai fatto.
Non ti negerò che, a volte, mi sembra ancora di percepire quella sensazione di acqua ghiacciata o bollente sull'epidermide, insieme al sapore amaro del sapone schiacciato sul palato.
Ormai, quello è il passato e non può più recarmi alcun male.
A differenza di vent'anni, è rimasto solo il rancore; un verme che mi corrode perpetuamente le interiora fino ad arrivare al midollo delle ossa.
Ieri, ebbi l'onore di parlare con i genitori di Lucia, di spiegargli le mie motivazioni. Ti ricordi di lei?
Contrariamente dalle mie aspettative, mi sono scusato per averle fracassato la testa, sebbene nel mio profondo, non provassi assolutamente alcun rimorso.
Sento l'eco di città inghiottite dalle acque, di nazioni divorate dalle fiamme e schiacciate dalla mole implacabile della terra e dalle sue voragini. Sento come la terra, martoriata fin dalla sua creazione dal flagello dell'umanità, pianga e si avvicini sempre di più al suo zenith oscuro. È giunto il momento della sua purificazione, posso udire il ticchettio del suo conto alla rovescia, e nessuno può sottrarsi al suo abbraccio mortale. I fiumi si tingeranno di rosso, le foreste bruceranno senza fine, il sole arderà nel cielo come una fornace impetuosa. Il ghiaccio si scioglierà come lacrime, mentre le terre si allagheranno sotto il peso dell'avidità dell'uomo
I leoni languiranno nelle siccità delle savane, privati delle loro prede e della loro forza primordiale. Le balene vagheranno nei mari contaminati, il loro canto diventerà un lamento funebre per gli oceani morenti.
Presto, si udiranno le voci affannate di uomini e donne che imploreranno le montagne di riversarsi su di loro, cercando rifugio dalla loro stessa estinzione.
E io, con desiderio bramoso, attendo l'avverarsi di tutto ciò. L'umanità deve rendere conto dei suoi peccati, della sua trascuratezza nei confronti dei più deboli e bisognosi.
Deve pagare per avermi lasciato indietro, per non aver percepito le mie grida d'aiuto.
Per aver permesso che uccidessi tutte quelle donne.
Alla fine, ciò che definisce l'uomo è proprio il suo egoismo insaziabile.
In conclusione, ti ringrazio per avermi ascoltato e spero che tu possa comprendere la complessità dei miei pensieri e delle mie emozioni. Ricorda Esmeralda, alla fine, sono solo un'anima in cerca di redenzione e un cuore spezzato in cerca di guarigione. Anche se il mio viaggio sarà lungo e tortuoso, so che alla fine troverò la mia strada verso la luce.
Con affetto e gratitudine,
Francesco Moretti
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