Riconciliazione 2

La sveglia suona alle 6:30 e quando mi sveglio, mi rendo conto che mamma è già in cucina. Mi lavo velocemente ed indosso un pullover di lana azzurro. Faccio colazione e poi mi dirigo verso scuola. La mattinata passa velocemente e alle 12:00 ci ritroviamo in mensa. Accanto a me oggi c'è Diana.

"Ragazzi mi siete mancati tantissimo!" Affermo sincera.

"Anche tu! Non sai quanto!" Risponde Diana.

"Perché?"

"Karen dovresti saperlo. Mi hai lasciato nelle mani di questi due bambini!" Indica con il pollice i due colpevoli.

"Noi non abbiamo fatto nulla!" Rispondo all'unisono alzando le mani al cielo.

"Max, Nick vi conosco bene e non credo che Diana si sia inventata tutto."

"Mi hai colpito nell'orgoglio, Karen." Piagnucola Nick.

"Dai Nick lo sai che ti voglio bene." Gli sorrido.

Max si alza e mi viene ad abbracciare. Io rimango immobile come impietrita.

"Max che ti prende?" Chiede Nick, lanciando un'occhiata preoccupata a Diana.

Mi stacco con calma e lo fisso confusa. Lui inizia a ridere come un pazzo.

"Karen ti prego mischiami quei pochi batteri ancora vivi che ancora ti rimangono!" Mi supplica Max.

"Mi hai abbracciata per prendere i miei batteri? Ma io sono guarita!"

"Peccato! Nick chi altro è stato male in questa settimana?" Domanda Max.

Scoppio in una fragorosa risata, tenendomi la pancia con le mani. Nick si alza ed entrambi i ragazzi si allontanano.

"Ragazzi." Diana alza gli occhi al cielo.

"Ben detto amica! Ma perché Max voleva che gli mischiassi la febbre?"

"Perché domani ha l'interrogazione di matematica e non sa nulla." Risponde Diana ridendo.

Noto che Axel mi sta fissando e Brize appena si rende conto che li sto osservando, si avvicina a lui e si struscia. Mi alzo e vado via indignata piú che mai. Mi sento chiamare e riconosco la voce di Axel così mi precipito in bagno e appena suona la campanella, esco. Riesco ad evitarlo e la serata procede bene.

Oggi è 22 dicembre ed è ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie. Max ha tenuto la sua interrogazione e tra un sorriso e l'altro è riuscito a prendere sei. La scena era esilarante! Mangio con i soliti amici e alle 13:00 vado in auditorium in compagnia di Max. Nell'enorme stanza ci sono al momento solo Axel, Brize e Alessandra. Ma che bel trio! Sento gli occhi del vampiro puntati su di me. Alle 13:15 iniziamo e alle 15:40 terminiamo. Esco quando tutto ad un tratto mi sento afferrare da dietro. Mi ritrovo in un'aula vuota con Axel che mi blocca subito l'unica via d'uscita.

"Axel fammi andare via!" Sbotto furiosa.

"No! Mi devi ascoltare!" Risponde di rimando.

"Non ho voglia di sentire ciò che hai da dire. Fammi uscire immediatamente di qui!" Punto i piedi a terra.

"E se non lo facessi?"

"Urlerei come una pazza in modo tale che qualcuno venga in mio aiuto."

"Io non ne sarei tanto sicuro se fossi in te."

"Perché?"

"Ci troviamo al secondo piano nell'aula di musica. Questa stanza è insonorizzata." Ridacchia alquanto divertito.

Si formano sul suo perfetto volto delle fossette mozzafiato. Karen riprenditi! Lui può leggere i tuoi pensieri!

"Karen voglio che mi ascolti."

"Io al momento ho da fare quindi con permesso..."

Mi prende per i polsi, sbattendomi poi contro il muro. Lo guardo diritta negli occhi penetranti e scuri.

"Axel te lo ripeto un'ultima volta: lasciami andare!"

"No!" Ribatte continuando a guardarmi.

Abbassa la testa e orami le punte dei nostri nasi si toccano. Volto la testa, capendo bene le sue intenzioni.

"Karen perché fai così?" Dice stringendo i denti.

La sua presa sui miei polsi si fa più stretta così cerco di svincolarmi, ma nulla. È troppo forte!

"Karen dovresti saperlo. Non puoi scappare da me!"

"Lo so e so anche che sei un verme ed un Don Giovanni."

"E un assassino." Conclude lui.

"Che vuoi dire?" Chiedo allarmata.

"Così mi hai definito una delle prime volte che ci siamo incontrati."

"Lasciami andare immediatamente. Ti stai comportando come un bambino!" Ora i miei occhi color nocciola hanno incontrato i suoi color pece.

"Io un bambino?! Karen vedi in faccia la realtà. Cerca di farmi spiegare..."

"Spiegare cosa? Che non sei cambiato affatto e che io mi sono nuovamente illusa?" Rido, ma la mia risata è nervosa ed isterica.

"Tu proprio non vuoi capire?" I suoi occhi sono ormai color del sangue e si intravedono i canini.

Adesso basta! Lui non può sempre vincere! Non può sempre mostrare il suo lato non-umano per intimorirmi. Adesso basta! Sento che la presa si affievolisce ed i suoi occhi tornare del colore della notte così con un movimento rapido mi libero. Apro la porta, ma nuovamente mi ritrovo in aula con Axel difronte a me.

"Axel mi sono stancata di essere presa di peso e gettata da tutte le parti!" Sbotto frustata.

Lui non parla, ma con un movimento veloce si avvicina a me e mi prende per i fianchi, impedendomi così di scappare. Fa toccare la sua fronte con la mia e sussurra a bassa voce:" Poiché non vuoi ascoltare le mie parole almeno spero che con questo tu riesca a capire."

Detto ciò avverto un dolore lancinante alla testa ed inizio a vedere tramite la sua 'vista-mentale' tutto ciò che è successo. Adesso mi è tutto chiaro! Axel non può leggere i pensieri di Brize perché lei ha un potere speciale poi appare l'immagine di suo nonno che gli dice che deve proteggermi e allo stesso tempo mettermi alla prova. Subito dopo mi fa 'vedere attraverso la sua mente' i suoi pensieri quando Max si avvicinava a me ciò che diceva tra sé e sé quando si avvicinava quell'arpia di Brize fino al giorno del bacio. Di colpo allontana la sua fronte dalla mia e si accascia a terra. Mi avvicino a lui e noto che ha sia gli occhi rossi che le zanne ben in vista.

"Karen allontanati da me. Non voglio farti soffrire ancora."

"Perché lo hai fatto?" Domando appena.

Non ricevo nessuna risposta così prendo il suo volto tra le mie mani e lo osservo attentamente.

"Axel dimmi il perché." Lo supplico.

"Perché volevo che sapessi come stessero i fatti. Io sono un mostro, so di esserlo. Sono nato così. Ho ucciso tanta gente, anche donne e bambini, sono stato a letto con tante donne e mi sono infischiato di tutto. Ho cercato di starti lontana per questi due mesi, ma non ci sono riuscito. Ogni volta che ti vedevo tra i corridoi sentivo il bisogno di farti mia. Non so se tu cambierai mai idea, ma io ho voluto comunque farti vedere ciò che è successo realmente."

"Come hai fatto?"

"Mi sono esercitato. Sai durante i mesi estivi qualcosa di buono l'ho imparato. Tutto ció peró mi costa caro come puoi ben vedere." Tossisce così mi avvicino a lui.

Mi spinge ed io sbatto prepotentemente contro le gambe di ferro di un banco.

"Ahia!" Emetto un gridolino per il dolore.

"Scusami Karen. Adesso devi andare via. Non voglio farti male." Dice in un sussurro.

Mi alzo e mi avvicino a lui. Mi inginocchio ed i suoi occhi rosso sangue puntano il mio collo poi le labbra ed infine il collo. Lo abbraccio e lui fa sprofondare la sua testa nel mio petto. Il cuore batte ad una velocità disarmante ed il respiro si fa via via più irregolare, ma sono contenta, felice e completa.

"Axel vedrai che dopo starai meglio."

Lui alza la testa ed i nostri sguardi s'incontrano. Gli sorrido e lui porta immediatamente una sua mano dinanzi alla bocca. Afferro la sua mano ed avvicino ancora di più il mio collo.

"Axel puoi bere il mio sangue, anzi scusami se ho frainteso tutto. Scusami se non ti ho creduto. Scusami se non ho capito tutto dall'inizio."

Si alza e mi afferra saldamente per i fianchi. Mi abbraccia forte a sé e, prima di affondare i suoi canini nella mia carne, sussurra:" Grazie di esistere."

Subito dopo avverto un dolore fortissimo alla spalla. Axel sta bevendo il mio sangue da pochi minuti ed io non credo di riuscire a stare in piedi ancora per molto. Lui si rende conto, allontanandosi ed asciugandosi il sangue rimasto vicino alla sua bocca. Mi lascia un dolce bacio sulla spalla da dove prima si era cibato.

"Allora?" Chiedo io vaga.

"Allora cosa?" Mi domanda lui.

"Lo sai, Axel." Abbasso la testa.

Chissà se mi reputa ancora alla sua altezza, chissà se per lui valgo ancora qualcosa. All'improvviso mi sento mancare il respiro mentre il cuore parte per la maratona di New York. Le labbra morbide e fredde di Axel ora sono sulle mie. Nel mio stomaco gli elefanti stanno facendo le capriole altro che farfalle innocue! Il bacio è dolce e veloce quasi sfuggente.

"Si." Risponde lui.

"Posso solo dirlo a mia madre e Sonia? Gli altri giuro non sapranno nulla."

"Karen sai che..."

"Lo so." Chino il capo.

"Però se lo sapranno solo poche persone..."

"Davvero?" Mi brillano gli occhi.

"Si." Risponde lui ridendo.

Lo bacio e lui ricambia con un'intensità disarmante. Questa volta il bacio dura qualche minuto e non è dolce e sfuggente come quello di poco fa, ma passionale. Infilo le mie mani nei suoi capelli, arruffandoli e scompigliandoli, mentre lui cinge la mia vita con le sue mani. Alle 16:00 usciamo finalmente da scuola l'uno accanto all'altro. Per mia sfortuna ad aspettarci c'è Brize la quale appena vede Axel, si fionda addosso al MIO ragazzo. Lui la spinge via e mi saluta con un cenno della mano. Io i vampiri non li capirò mai! Perché il re non può mostrare ai suoi 'sudditi' le sue emozioni? 

Non capisco cosa ci sia di sbagliato in tutto ciò! Almeno però sono riuscita a fare pace con il mio Axel. In realtà tutto ciò che è successo è stato solo un grande fraintendimento. Lavoro, ceno e poi alle 22:00 mi trovo nella mia camera. Ho detto a mia madre che sto meglio e non ho più necessità di dormire con lei. Trovo sulla mia scrivania un fogliettino.

Passo a prenderti alle 19:20 a casa tua.

A. Hagyak

Quanto è formale! Una buona notte o un bacio di certo non guasterebbe. Rido tra me e me piú spensierata che mai. Vado a dormire alle 22:30, sperando di trovare il coraggio di affrontare mia madre l'indomani.

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