Gelosia

Sono le 6:30 del mattino del 15 settembre. Oggi è finalmente venerdì. Appena scendo malamente dal morbido letto, mi fiondo in bagno come una furia. Indosso una maglietta arancione ed un paio di jeans lunghi. Scendo correndo in cucina con lo zaino in spalla. Faccio colazione e alle 7:10 sono pronta per andare a scuola.

"Karen dove vai a quest'ora?" Chiede mamma allarmata.

"A scuola. Sono le 7:10."

"Non aspetti tua sorella? Ci mettete venti minuti per arrivare. Non è necessario uscire di casa così presto."

"A dire la verità oggi andrò a scuola a piedi."

"Come mai?"

"Ho voglia di godermi ancora quel che resta del clima estivo."

"D'accordo. Ci vediamo stasera e buon primo giorno di lavoro."

"Grazie mamma."

Le dò un bacio sulla guancia e finalmente metto piede fuori casa. Per fortuna mi ha ricordato che stasera ricomincerò a lavorare! In realtà sto andando a scuola a piedi perché ho bisogno di pensare riguardo tutto quello che sta avvenendo in quest'ultimo periodo. Per tutta la settimana ho evitato d'incontrare Axel nei corridoi di scuola. Non ho persino pranzato in sala mensa in questi giorni! Non capisco più niente. Axel mi nasconde cose che lo preoccupano, cambia sezione, la bionda ossigenata è la sua nuova compagna di banco e per di più da quando il mio ragazzo ha cambiato classe, Max mi perseguita. Manca solo che scopra il luogo dove lavoro regolarmente. Sarebbe la fine!

Collego gli auricolari al cellulare e cammino, ascoltando musica commerciale. Arrivo a scuola verso le 7:45, dirigendomi subito in classe. Immediatamente mi corre incontro Nick:" Karen devi andare dalla preside."

"Buongiorno anche a te, Nick. Cosa vuole la preside da me a quest'ora del mattino?"

"Non so però ha chiesto esplicitamente di te."

"Potresti avvisare la professoressa di filosofia che tarderò?"

"Certo Karen. Conta pure su di me!"

Gli sorrido grata e vado in presidenza. Mi accoglie la solita segretaria con i capelli a caschetto. Mi sa che si è abituata alla mia presenza...
Entro e la preside mi fa accomodare su una poltroncina rossa nel mentre sento il suono della prima campanella.

"Signorina Lamberti l'anno scorso si è data molto da fare con la classe di arti marziali."

"La ringrazio." Rispondo cordialmente.

"L'allenatrice è tornata quindi non è più necessario il suo contributo però ho da farle una proposta."

"Mi dica."

"Che ne dice di occuparsi della recita scolastica?"

"Uhm...certo." Sussurro appena.

"Sono molto contenta che abbia accettato la mia proposta. Comunque lei dovrà inventare la storia e scrivere il copione. Ha esattamente tre settimane di tempo poi si renderà pubblica una parte in modo tale che tra un mese comincino i provini."

"Solo tre settimane?!" Domando incredula.

"Esattamente, non le concedo più tempo. Signorina Lamberti lei potrà comunque seguire lezioni di arti marziali a scuola quando vuole. Lo consideri un regalo da parte mia."

"La ringrazio peró ora devo proprio andare. Con permesso."

Le mostro uno dei miei migliori falsi sorrisi e vado via. Sono le 8:34. Non ho voglia di tornare in classe! Mi dirigo sugli spalti al coperto della palestra ed assisto di nascosto alla lezione di ginnastica di alcune classi.

Dopo circa cinque minuti una ragazza in particolare attira la mia attenzione. È Blize! Quella bionda ossigenata rompipalle e perfettina peró se c'è lei, allora anche Axel è qui. Lo cerco con lo sguardo e finalmente lo trovo. Sta giocando a basket con alcuni ragazzi. Dopo una decina di minuti termina la loro partita e Blize si avvicina ad Axel con aria civettuosa. La gatta morta si getta al suo collo e lui d'altronde non si muove. La bionda gli schiocca anche un bacio caloroso sulla guancia e lui rimane immobile mentre gli altri ragazzi fischiano e fanno battute poco opportune. Mi alzo furibonda ed irata come non mai, decidendo di andar via. Prima di abbandonare questo luogo noto che Axel si è accorto di me e si è scrollato di dosso quell'oca giuliva di Blize. Chiudo la porta facendo un gran rumore, dirigendomi in classe in tutta fretta. La mattinata passa tranquillamente e alle 12:00 suona la campanella che sta ad indicare che è ora di rifocillarsi. Nick trascina con sé Max ed io rimango in classe sola. Oggi ho lo stomaco chiuso. Axel mi ha profondamente deluso! Mentre sono assorta nei miei pensieri sento la porta della mia classe aprirsi e chiudersi velocemente. Axel ora è difronte a me. Mi alzo di scatto e cerco di uscire dall'aula, ma il 'mio ragazzo' blocca l'unica via d'uscita.

"Axel spostati! Non voglio perdere tempo, devo andare a pranzare."

"A me non sembra proprio." Accenna un sorriso.

"Imbecille. Cos'hai da ridere?"

"Uno: non chiamarmi imbecille. Due: se lo fai..."

"Axel non mi fanno più paura le tue continue minacce. Sono abituata!" Lo guardo furente diritto negli occhi.

Cavolo! Sono così stupida! Non riesco a tenere il suo sguardo. I suoi occhi sono troppo belli ed irradiano sicurezza.

"Perché ti comporti così con me?" Domanda a bassa voce.

"Perché?! Perché?! Tu mi chiedi il perché?! Non ti sei fatto sentire per due mesi! Quando sei arrivato, non mi hai avvisata e per di più hai cambiato classe, scegliendo di conseguenza tutti i corsi diversi dai miei. Inoltre oggi non hai mosso un dito quando quella sgualdrina di Blize ti è saltata al collo. Ora cosa mi dici?" Sbotto furiosa.

"Che se sapessi allora non mi parleresti così!" Alza leggermente il tono di voce.

"Allora raccontami tutto." Lo lincio con sguardo tagliente.

"Non posso, non ora." Sussurra come se volesse convincere sé stesso con questa affermazione.

"Ci vediamo Hagyak."

"Karen ma che ti prende?! Non fare la bambina!" Esclama con tono agitato ed irritato.

"Io non faccio la bambina! Devi metterti nei miei panni. Come ti sentiresti se mi vedessi con un ragazzo che mi abbraccia di tanto in tanto o che non posso dirti tutto su di me o sui miei problemi?!"

"Karen io vorrei ma..."

"Al momento non mi interessa cosa tu voglia. Io ho bisogno di risposte da parte tua che a quando pare stanno tardando molto ad arrivare. Io non posso continuare così. Quando deciderai cosa fare, allora fammi un fischio."

Lui mi guarda stranito e al tempo stesso sbalordito. È rimasto visibilmente di sasso. Colgo l'occasione e scappo a gambe levate. Appena volto l'angolo trovo l'ultima persona che vorrei vedere in questo momento: Brize.

"Senti Karen, detto tra noi, vedi di allontanarti da Axel. Te lo consiglio, é per il tuo bene." Le si dipinge in volto un sorriso maligno che non mi ispira nulla di buono.

"Ti piacerebbe! Sicuramente non sarai tu a dirmi cosa devo o non devo fare. E tanto per la cronaca, non ho assolutamente paura di te. Sei solo una gatta morta!" Sputo acida.

Immediatamente le si incendiano gli occhi e dall'azzurro ghiaccio ora son tinti di un rosso fuoco. Tutto ad un tratto mi ritrovo Axel davanti.

"Vai via!" Mi urla contro.

Avverto come una forte pugnalata al cuore. Non capisco, non riesco proprio a capire. Corro via e passo l'intera ora del pranzo nel bagno delle ragazze a piangere. Dopodiché decido che da oggi in poi non piangerò più per lui! Seguo le lezioni pomeridiane e alle 17:00 vado al Caffè. 

Sonia e Fidia mi accolgono con un gran sorriso e lavoro con loro sino alle 20:00. Grazie alla mia amica la serata ha preso una piega diversa. Torno a casa distrutta verso le 20:45, cenando in compagnia di mia madre, la quale mi bombarda di domande come solito fare. Hanna nel mentre sta tranquillamente parlando al cellulare con il suo ragazzo. Alle 22:00 mi chiudo in camera e mi addormento, concedendomi finalmente a Morfeo.

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