Twentyfourth note

Mi porto una mano sulla guancia dove Andrew mi ha appena colpita, e sussulto dal dolore.
Questa fa più male di tutte le altre.

Sotto le enormi felpe che indosso, ci sono lividi molto più grandi, ma molto meno dolorosi.

Inizio ad entrare nel panico, quando il ragazzo che Andrew sta pestando comincia a perdere sangue dal naso, e nessuno lo aiuta.

«ANDREW FILKINSON!» urla imbestialita la preside, spuntando nel corridoio seguita da Sarah.
Sarah.

Andrew si blocca all'istante, e io vedo il ragazzo sotto di lui riprendere a respirare regolarmente.
I suoi amici impallidiscono, e scappano velocemente, lasciandolo da solo.

«LEI È SOSPESO FINO ALLA FINE DELL'ANNO! NON CI CONTI DI TORNARE IN QUESTA SCUOLA IL PROSSIMO ANNO! ARRIVEDERCI!» la preside si avvicina a lui, lo prende per il braccio e lo strattona fino alla porta d'ingresso, prima di spingerlo bruscamente fuori e chiudergli il portone in faccia.

Io intanto mi avvicino a Sarah, e la ringrazio un milione di volte prima di buttarmi tra le sue braccia che tanto mi erano mancate.

«Parlerò dopo con quella bestia» dice la preside, riferendosi al mio ragazzo, prima di correre in aiuto della vittima che Andrew ha pestato a sangue.

Mi sento tremendamente in colpa, è colpa mia se è finito nelle grinfie del pescecane.

Mi faccio spazio tra gli studenti che lo stanno soccorrendo, e mi accascio a terra per prendergli la testa ed aiutarlo ad alzarsi dal pavimento.

Lo riconosco solo in questo momento. Il ragazzo dell'armadietto che ho beccato molteplici volte a fissarmi.

«Scusami.. oh mio Dio è tutta colpa mia» dico tra le lacrime, quando lui riesce a mettersi seduto da solo.

«No-non, p-preoccupar-preoccuparti» sussurra dolorante stringendo i denti, prima di essere portato in infermeria.

L'ultima cosa che vedo, è il sorriso che mi rivolge sotto il flusso del sangue.

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