10. Medusina
«Giuro che l'ho picchiato Froy» Genelle si volta, serissima in volto, facendomi ridere.
«Mi ha trascinata via e spinta in macchina, senza neanche darmi il tempo di ribellarmi» borbotta, alzandosi dalla sedia per venirsi a sedere vicino a me sul letto.
«Sta' tranquilla, Ginni» la rassicuro, rivolgendole un sorriso sincero.
Non sono arrabbiata con lei, so che non mi avrebbe mai lasciata sola di proposito.
E conosco Froy, non l'avrebbe mai fatta andare a cercarmi e magari finire anche nei guai.
«Ci ha pensato il tuo principe azzurro a salvarti» mi rivolge uno sguardo malizioso, facendomi arrossire leggermente.
«Piantala» la ammonisco, conoscendo già i pensieri contorti della sua mente, «Non c'è assolutamente nulla tra di noi» metto in chiaro, sperando di evitarmi tutte le domande che sicuramente mi farà.
Genelle è la migliore in questo.
«In questi ultimi giorni vi siete visti spesso» mi punzecchia un fianco, facendomi sobbalzare sul posto, «Molto spesso» insiste, così sbuffo.
Ora che ci penso, è davvero assurdo pensare che prima di quella sera non ci siamo mai visti e all'improvviso, da allora, non facciamo altro che incontrarci.
«È stato un caso. Come hai detto tu» le punto l'indice contro, «Santa Monica è un buco».
«Mhm, sarà» mi rivolge uno sguardo angelico, ma conosco quell'espressione.
È l'inizio della mia fine.
«Non mi hai detto com'è andata» afferra una mia ciocca di capelli, arrotolandola attorno al dito.
«Perchè non è successo nulla di eclatante» stringo le labbra, scrollando le spalle.
È la verità, forse.
«Certo...» sbuffa, «Vi mangiate con gli occhi, ma non è successo assolutamente nulla. Non vi siete nemmeno parlati» la smorfia sul suo viso mi fa sentire un po' colpevole.
«E va bene, abbiamo parlato» ammetto, facendola subito sorridere.
«Di cosa eh, stronzetta?» mi strizza l'occhio, facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Mi ha chiesto se ho fumato erba e poi ha fatto un commento sul modo in cui ero vestita» cerco di riassumere la serata in queste due frasi.
«Cosa ti ha detto?» domanda eccitata, piazzandosi di fronte a me, con le ginocchia appoggiate sul materasso.
«Ha presunto avessi dimenticato un pezzo di vestito alla festa» ancora adesso la sua frase mi è ambigua.
«Oh mio Dio» marca ogni singola parola, spalancando leggermente le labbra.
«Ci credo, cavoli» schiaffeggia il mio braccio, senza alcun motivo, «Eri una bomba!» il suo tono ovvio mi fa sorridere.
Genelle è la mia fan numero uno.
Mi supporta sempre ed è in grado di farmi stare meglio con un solo abbraccio, una semplice carezza.
«Grazie Ginni» sussuro sinceramente, felice di avere una migliore amica come lei.
«A parte gli scherzi» ritorna improvvisamente seria, «Ti piace?» la sua domanda così diretta mi lascia su due piedi.
Sospiro, trovando i miei pensieri aggrovigliati l'uno all'altro.
«Non lo so» ammetto, «Non lo conosco così bene da dare un giudizio netto».
Fisicamente posso dire di trovarlo attraente, ma di testa... non lo so.
Sicuramente è intrigante e ci sa fare.
Ha quel modo puro di guardare le persone, di guardare me, senza filtri o imbarazzo.
La verità è che non so cosa pensare. Non voglio farmi castelli per aria per poi scoprire che sono tutti costruiti solo nella mia testa.
Scott mi lascia sempre con il beneficio del dubbio, un giorno è simpatico e aperto con me e l'altro chiuso come un riccio.
Ora come ora non saprei dire se abbiamo in qualche modo legato o anche solo instaurato una "rapporto".
Dopo la rottura con Asher mi sono focalizzata sul rapporto con me stessa, sui miei dubbi e le mie insicurezze e ho deciso di mettere da parte un qualsiasi approccio con i ragazzi.
È per questo motivo che tendo ad essere restia o a non cercare una relazione.
Non sono una di quelle persone che sente il bisogno costante di stare con qualcuno.
Io mi trovo bene anche da sola, con me stessa.
Ma alla fine si vedrà. Credo nel destino e se sarà, allora sarà.
«Capito» seguono secondi di silenzio, nei quali cerco di non dare una risposta alla sua domanda.
Sarebbe un azzardo e non voglio confondere i miei sentimenti.
A volte non sapere è la scelta migliore.
«Domani ceni da me?» cambio argomento, come se non sapessi la risposta.
Praticamente viviamo insieme, da lei e da me a giorni alterni.
«Oramai dovrei chiamare Margaret mamma» dichiara, trovandomi completamente d'accordo.
«Andiamo a prenderci un frappè?» propongo, sentendo un buco nello stomaco.
Il frappè per me è essenziale, non riuscirei a vivere senza.
«E che domanda» infila le Vans, legando i lacci in modo disordinato.
Poco dopo ci troviamo nel nostro bar preferito del centro, sedute al nostro tavolino.
«Hai mai provato a cambiare gusto?» Ginni sorride, dopodiché beve dalla cannuccia.
Scuoto la testa, «No. Ho paura che se ne assaggio un altro, poi questo non mi piacerà più così tanto» mi giustifico.
Può sembrare contorto come ragionamento, ma non voglio rinunciare al mio frappé preferito.
Mi guarda con le sopracciglia aggrottate, scuotendo la testa leggermente.
«Tu prendi sempre quello alla fragola» mi difendo, guardando il liquido rosa.
«Solo quando sono con te» dichiara, facendomi spalancare leggermente le labbra.
«Tu non me la racconti giusta» chiudo gli occhi in due fessure, puntandole contro l'indice.
«Oh cazzo» esclama subito, guardando alle mie spalle con occhi esterrefatti.
Ma perché sono sempre di spalle quando succede qualcosa di eclatante?
«Asher è appena entrato ed è con Koreen la stronza» proclama sbalordita, procurandomi subito una smorfia di disgusto.
«Non farti vedere. Magari non ci notano» d'istinto mi giro verso la parete del locale, intenta a coprirmi con i capelli il viso.
«Mi ha vista, cazzo» Ginni dipinge sul suo viso un sorriso finto.
Sento dei passi alle mie spalle, che si fermano proprio davanti al nostro tavolo.
Merda, perché sono qui?
«Ciao ragazze!» lo squillo di Koreen, simile allo squittio di un topolino mi rompe i timpani, facendomi chiudere gli occhi.
Falsa.
«Ciao» esclamiamo noi, in tono piatto e disinteressato.
Cerco di evitare in qualsiasi modo il contatto visivo con Asher, ovvero il mio ex.
Non perché mi faccia soffrire, ma perché mi urta il sistema nervoso.
Mi viene l'orticaria solo a stargli vicino.
«Mhm... frappé» sul volto della rossa appare una smorfia di disapprovazione, mischiata al terrore per gli zuccheri e le calorie.
Fissata.
«Lo berrete tutto?» domanda, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Cosa le importa se ingerisco centocinquanta calorie?
Alla fine andranno nella mia pancia, non nella sua.
«Ne vuoi un po'?» la stuzzica Ginni, provocandole immediatamente una smorfia di disgusto.
Non capisce niente, il cibo è vita.
«Per l'amor del cielo. Per oggi ho già fatto il pieno di carboidrati» incrocia le braccia al petto, sospirando.
Okay, ora andatevene.
«Amanda, come sta tuo fratello?» domanda, fingendosi interessata.
Ha solo bisogno di qualche scoop per rendere la sua vita più interessante.
Ma io non le darò questa soddisfazione.
«Alla grande» sforzo un sorriso, incontrando solo ora gli occhi scuri di Asher, che mi guarda dall'alto.
Distolgo lo sguardo, sentendo il suo troppo insistente.
«Vi lasciamo ai vostri carboidrati» Koreen lo afferra per il braccio, graffiandolo con le lunghe unghie laccate, «Andiamo orsacchiotto» ammica, voltandosi di colpo.
La gonna corta svolazza sulle cosce, alzandosi più del dovuto.
«Ciao Amanda» l'invertebrato sembra aver ripreso vita, arrivando perfino a salutarmi, ma io non lo guardo nemmeno.
«Ciao Genelle» si rivolge anche alla mia migliore amica, che si degna di salutarlo a voce, mentre io mi limito a fare un cenno con la testa.
«Quanto è rimbambita quella?» Ginni guarda il bicchiere mezzo vuoto, picchiettando le dita sul vetro fresco.
«È una disadattata» ammetto, seguendoli con lo sguardo mentre si siedono ad un tavolo vicino alla cassa.
«Asher è proprio passato dalle stelle alle stalle» dichiara, facendomi sorridere.
Meglio così. Asher ed io non siamo mai stati fatti l'una per l'altro, per niente.
«Anche lui si è rincoglionito» scherzo, ridendo nel pensare a come sia comandato a bacchetta dalla rossa.
«Lascia stare orsacchiotto peloso» arriccia le labbra, sembrando una bambina.
«Scusa, scusa» alzo le mani in segno di resa, «Non mi permetterò più» mento, mordendomi il labbro inferiore.
Mi sento un po' cattiva a trattarlo così, ma non è colpa mia.
È lui ad essersi trasformato in una medusa, cioè senza spina dorsale e cervello.
E per medusa non intendo quelle grandi e spaventose, ma quelle piccoline e fastidiose.
Le cose tra di noi sono andate così e non porto rancore, solo che non mi va più che faccia parte della mia vita.
Entrambi siamo cambiati e alla fine abbiamo finito per non capirci più, per litigare per qualsiasi cosa, come se non ci sopportassimo, come due estranei costretti ad amarsi forzatamente.
La verità è che non ci siamo mai conosciuti abbastanza, non ci siamo mai veramente interessati l'una dell'altro.
Io non mi interessavo dei suoi gusti e nemmeno lui dei miei.
Pensare che anche ad oggi non conosco una cosa banale come il suo colore preferito.
Abbiamo forzato un debole sentimento di attrazione in qualcosa di più grande di noi, che alla fine ci ha sopraffatti, portandoci alla rottura totale.
Preferisco mantenere le distanze, anche perché lui ora sta con Koreen e a me non interessa.
Se lei lo rende felice io ne sono solo contenta.
Insomma... amici come prima, anche se non lo siamo mai stati.
Ognuno per la sua strada.
HOLAAAAA✨
Forse vi state chiedendo dove sia Scott... non temete è ancora tra noi!
In questo capitolo abbiamo conosciuto due nuovi personaggi: Asher e Koreen.
Che impressione vi ha fatto Asher?
Sarà un potenziale pericolo per Amanda e Scott?
Anche se è una parte di passaggio spero l'abbiate trovata interessante, perché ho voluto farvi scoprire qualcosa in più sul passato di Amanda e sul suo carattere.
Nel prossimo capitolo ci sarà da divertirsi e avremo tante, ma tante vampate di calore, vi avverto. 🔥
Fatemi sapere se vi è piaciuto, ci tengo alla vostra opinione. ❤️
{ Instagram: thalia.owl_autrice }
A presto, un bacio.
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