- "La principessa di Ezé " -
Atto 1
Maggio 2021: Eze nella regione di Provenza-Alpi-Costa Azzurra
L'acqua del mare era freddissima quando la nobile Briana Collins di diciotto anni stava facendo la sua fisioterapia nelle acque cristalline della Costa Azzurra. Era la quarta figlia femmina, su dieci figli, di Dorian Collins e Ada Green Collins. Due noti banchieri della Provenza di origini francesi che fecero la loro fortuna nei primi anni del 2000.
Il corpo esile e longilineo di Briana stata galleggiando a pancia in su sorretto da Aveline Foster la sua fisioterapista, una delle migliori di tutta Francia. I coniugi Collins non permisero alla "la malattia delle ossa fragili" di rendere imperfetta la vita della loro sestogenita.
- Respira a fondo e concentrati. Non avere paura, ci sono io qui con te! – Ogni volta che Aveline parlava con quel tono sussurrato; Briana si sentiva al sicuro. Gli mise una mano sull'ombelico e sotto la schiena cercando di farla stare dritta. La malattia l'aveva colpita sulle gambe che le rendevano storte. Dalla nascita lo era decisamente di più rispetto ad adesso, solo grazie agli insegnamenti della fisioterapista, e svariate operazioni, le cose andavano decisamente meglio.
Briana fece tre respiri di fila. Il sapore del mare, e l'aria frizzantina della costa, erano sempre un toccasana. Questi esercizi adesso erano diventati felici solo da qualche anno, ma negli anni della preadolescenza furono molto complessi. Fece come sempre le aveva insegnato: - "Non pensare al il passato. Pensa ad oggi e vivi come se tutto questo fosse un dono." – Quelle sagge parole erano un ottimo incipit, un monito per continuare a resistere contro questa brutta sfortuna.
- Sei pensierosa oggi? Più del solito. Che cosa pensi? – chiese Aveline Foster. Briana nelle ultime settimane era molto pensierosa. I suoi genitori erano via per lavoro. In questo momento si trovavano a Londra con un cliente prestigioso, doveva convincerlo a depositare i propri soldi nella Collins and Family Bank. Sarebbero stati via per parecchio tempo.
- I miei sono via, quando non sono in casa regna l'anarchia tra tutti noi. –
- Non c'è vostro zio Luthford a tenervi a bada? Continua a respirare, dai dei bei lunghi sospiri... -
Prima di rispondere respirò profondamente. – Ci prova ma non ha il carisma di papà. Si chiude in un ufficio e qualche volta si fa sentire. –
Dopo altri bei respiri la fisioterapista prese con delicatezza la gamba destra, quella leggermente più malata, e la alzò verso l'alto massaggiandola.
Ogni volta che la prendeva le sue ossa fragili ne risentivano, era come un formicolio estremo come se sentisse migliaia di formiche rosse che pizzicavano la sua pelle. Per fortuna il dolore con gli anni si era fatto molto più lieve. Ancora si ricordava parecchie notti insonne sofferenti; tutta la famiglia Collins ne aveva risentito molto.
- C'è altro che ti preoccupa? - Aveline glielo chiese mentre gli massaggiava il polpaccio.
Briana ci penso un attimo cercando sempre di rimanere rilassata. La maturità era vicina, manca solo un mese. Dopo avrebbe intrapreso l'università di lingue straniere. Sin da quando era piccola aveva sempre desiderata sapere molte lingue, per poter visitare più posti nel mondo. Un lavoro come guida turistica nei musei, parchi, eventi. I suoi genitori approvavano, e poi era un qualcosa di diverso rispetto alla carriera che avevano intrapreso suo fratello e sua sorella più grande, ovvero la stessa dei genitori: banchieri.
Nonostante ciò, c'erano molte cose che impensierivano la pensierosa Briana, in questo momento però, voleva solo rilassare le sue ossa fragili in uno dei mari più belli del mondo.
La fisioterapia durava sempre venti minuti. Aveline strecciava le gambe, le faceva andare avanti e indietro, su e giù, da destra a sinistra. Briana non doveva fare altro che rilassarsi. Negli ultimi dieci minuti doveva camminare nell'acqua bassa per paio di volte, quasi sempre sorretta da Aveline. Anche qualche leggera nuotata, sempre vicino alla riva, per mobilitare meglio le sue gambe.
Uscirono con calma dall'acqua recandosi sulla spiaggia di Eza, dove avevano messo un ombrellone lontano da occhi indiscreti. Le condizioni di Briana in paese le conoscevano tutti, Dorian e Ada Collins era piuttosto influenti nella Provenza e in tutta Francia; e dei banchieri così importanti erano nel mirino di parecchi ladri professionisti. Per qualche anno i loro figli erano i bersagli ideali per i loro riscatti, in particolare Briana e le sue condizioni avrebbero reso più facile il riscatto.
Inoltre, Briana, nonostante la sua osteogenesi imperfetta, era una bellissima ragazza. Dalla vita in su il suo corpo non aveva alcun problema, un po' magro ma davvero ben fatto. La pelle molto chiara che si arrossiva molto facilmente al sole, e anche ai complimenti, per questo motivo faceva molta gola agli uomini. Per non parlare del suo viso molto ben curato: la bocca sottile, il naso leggermente lungo e gli occhi piccoli di un verde molto chiaro. Senza dimenticare i suoi capelli marroni molto lisci e parecchio lucidi. Ecco se non fosse stato per le sue gambe sarebbe stata una ragazza perfetta dal punto di vista fisico. Ciò nonostante, creava molta gelosia tra le sue sorelle, sia la minore Alice che la maggiore Penelope. Quest'ultima aveva smesso di parlargli quando i ragazzi cominciavano a guardare lei. Briana era dispiaciuta ma non era di certo colpa sua. Si erano allontanate anche per volere di Aveline. Anche lei era una bella donna di quarantacinque anni, qualche giorno addietro aveva denunciato uno stalker, non voleva farsi seguire ancora.
Una volta rivestite e aver preso il loro ombrellone camminarono lungo la spiaggia per raggiungere delle gradinate in pietra che le avrebbero condotte sulla collina dove era eretto il borgo di Eza. Prima di arrivarci però ad Aveline spettava un compito difficile informare alla sua paziente la sua salute.
- Allora come stanno le mie ossa fragili? – Briana, col sorriso, l'ha anticipo. Aveline comunque se lo aspettava.
- Tutto sommato le tue ossa si stanno riordinando. Hai fatto dei grandi passi avanti dopo le ultime sedute e l'ultima operazione di quattro mesi fa. Tuttavia, c'è solo un osso che proprio vuole sapere di assestarsi meglio. – Briana sapeva che difficilmente le sue ossa potessero rinforzarsi del tutto, anche se non aveva mai perso la speranza, queste parole le erano di conforto. – Qual è? – chiese.
- La tibia. Per questo ho dovuto massaggiartela un po'di più. – Nel frattempo, Briana e Aveline erano giunte nelle strade strette di Eza. In queste strade tutti guardavano tutto e sentivano tutto. La fisioterapista dovette parlare a bassa voce e di guardarsi intorno. I nemici dei Collins potevano essere ovunque. – Quando è stata la tua ultima operazione? –
Briana ci rifletto su. Negli ultimi dieci anni ne avrà fatta sì e no una decina. Adesso non se lo ricordo tanto facilmente. – Credo un anno fa prima della quarantena: febbraio 2020. –
- Non tanto distante. Comunque, la tibia deve essere nuovamente operata. Anche tra un anno non è impellente al momento. Ma è meglio non sottovalutare il problema una semplice ossa può essere dannoso per le altre. – Briana ormai era parecchio abituata, anche un po' stufa, queste parole se le sentiva dire spesso.
- Spero che papà e mamma abbiamo ancora i soldi per pagare la mia ennesima operazione... - La ragazza diciottenne era parecchio dispiaciuta di gravare ancora una volta sul conto bancario dei suoi genitori. Avevano anche altri figli da mantenere, fatta eccezione dei suoi fratelli e sorelle più grandi che vivevano con il loro reddito.
- Briana ricordati una delle cose più importanti che ti ho sempre spiegato. I tuoi genitori sono disposti a tutto per mantenere le tue cure. Sei importante quanto i tuoi numerosi fratelli e sorelle. Pagherebbero persino il medico più costoso di tutti i tempi pur di farti stare meglio. Ricordati che l'hanno già fatto! –
- Grazie Aveline non sono come avrei fatto senza di te in tutti questi anni. –
Briana, da persona molto educata quale era, accompagno in una delle case di Aveline. Viveva sempre in luoghi diversi vicino ai suoi pazienti. La casa ad Eza era quella che frequentava più perché era vicina alla sua paziente preferita: anche se questo non lo diceva in giro. Le due si abbracciarono. Aveline le diede una carezza sulla guancia e poi di congedò. Briana fece gli ultimi metri per raggiungere "Villa Collins" che si ergeva sul punto più in alto della collina, a pochi passi dalla chiesa principale di Eza. Sotto gli sguardi di paese: quelli dei maschi speranzosi di fidanzarsi con lei, quelli invidiosi delle ragazze e quelli che voleva solo spettegolare su uno dei membri della famiglia più ricca del paese camminò ignorandoli tranquillamente.
Arrivata alla modesta Villa Collins, sulla altura della collina, li si presentò la domestica di famiglia: Claire Pearson. – Briana cara finalmente sei arrivata: tua sorella Penelope sta dando i numeri, tuo zio Luthford non ne vuole sapere di aiutarmi a calmarla. – disse esasperata
- Che cosa ha combinando stavolta? – chiese Briana allibita.
- Non trova più il suo vestito preferito: quel paillettes viola che mette per ogni provino. – Tipico della sua sorella maggiore. Penelope di diciannove anni voleva sfondare come attrice, modella, cantante, ballerina... insomma qualsiasi cosa avesse a che fare con il mondo dello spettacolo. Iniziò a fare provini all'età di tredici anni ma tutti andarono male, a causa delle sue imperfezioni. Poteva contare su un fisico da sballo: un seno sodo, fianchi da mozzafiato, un lato B perfetto tutto tranne i suoi denti storti e un grande neo sotto il mento che facevano accaparrare ogni selezionatore. Nessun estetista riuscì ad arginare quel neo, per quanto riguarda i denti pochi dentisti riuscirono a trovare un apparecchio consono, con quegli giusti si misero a posto ma questo non bastò.
- Parlaci tu non mi ascolta quell'isterica. –
- Credi che con me lo farà? –
- No! Almeno provaci. –
Claire Pearson, quella santa donna di Claire Pearson, lavorava con la famiglia Colllins da vent'anni, dall'arrivo del primo figlio: Franklin, il maggiore della prole. Era come una seconda mamma per tutti noi. Quando Ada Collins non c'era spettava alla prima domestica prendere il suo posto.
Claire veniva definita in paese come la "Puttana di Eza" un soprannome dispregiativo che l'aveva acquisito quando aveva ventiquattro anni. Si frequentava con un uomo peruviano che faceva il pizzaiolo come mestiere. Tutto andava bene con lui, i problemi nacquero con il patrigno del suo compagno: era un povero alcolizzato finito svariate volte in carcere. Bosniaco di mezza età con la mania di controllare tutto e tutti. Si sentiva il padrone di tutto: della vita della madre del compagno peruviano, della pizzeria e dei loro soldi. Un vero e proprio parassita. L'individuò iniziò a vedere una minaccia in lei. La sua personalità forte era un problema col tempo, nella sua mente malata, Claire era diventata un problema aveva paura che le soffiasse il posto in tutto. Così inebriato dalla gelosia mise brutte voci nelle genti di Eza. "Quella è solo una puttana. Si è scopata tutti gli uomini del paese. Una spudorata, una vandala e approfittatrice." Col tempo dovette andare via perse tutto, tranne la dignità e il desiderio di vendetta contro quel pazzo di bosniaco. Diversi mesi dopo lo denunciò e i due antagonisti finirò in tribunale. Claire vinse le cause e il bosniaco fu costretto ad andare via lontano da Eza. Tuttavia, il compagno peruviano l'ha aspettò al suo ritorno, ma rimasero senza pizzeria per via delle svariate polemiche. Claire rimase senza lavoro ma almeno il bosniaco non l'aveva fatta franca, purtroppo però l'ignoranza degli abitanti del borgo rimase; era comunque la "puttana di Eza". Dorian Collins era un uomo di buon cuore accolse Claire nella sua casa e le diede il lavoro come prima domestica che ancora adesso possiede.
Briana e Claire giunsero nella camera di Penelope al secondo piano. Era su tutte le furie, solamente per un misero vestito a perline quando ne aveva a bizzeffe nel suo armadio.
- La camera la metti a posto tu signorina... - commentò Claire alla vista di quello scempio.
- Senti non sono io la domestica di questa villa! Ti paghiamo un sacco di soldi persino molto di più di quanto prendevi in quella pizzeria!! –
- Come fai a saperlo se non eri ancora nata? – chiese la domestica
- Tutti a Eza sanno della tua storia persino i bambini... -
- Penny piantala! Non è colpa di Claire se non trovi quello stupido vestito. –
- No, certo che no, dovrei dare la colpa a te! – Briana sapeva già dove la sorella stesse andando a parare. – Come mai? – chiese pur già sapendo.
- Mi hai nascosto il vestito!!! Per l'ennesima volta per farmi i tuoi soliti dispetti... - rispose adirata mentre scaraventò giù dall'armadio una pila di vestiti. - Penelope Mia Collins! – la richiamò all'ordine la domestica di Villa Collins. – Datti una calmata hai diciannove anni non puoi continuare ad incolpare tua sorella del fatto che nasconde i tuoi indumenti!!! – Briana annuì
- Ovviamente la colpa deve essere mia: "Oh, ma come potremmo arrabbiarci con il visino angelico di Briana, con la più educata di tutti noi, la più intelligente, la più bella e la più coccolata di mamma e papà.
- Adesso stai esagerando. - quelle parole la quinta figlia dei Collins le aveva ripetute centinaia di volte nella sua vita.
Penelope era un fiume in piena non volle ascoltar ragioni. In qualche modo si sentiva sempre la pecora nera di famiglia, l'ombra della sorella più piccola di un anno. D'altronde tutti i ragazzi di Eza avevano occhi solo per lei. L'ha preferivano per il suo carattere schivo, tranquillo e obbediente. Penelope era l'esatto contrario disubbidiente, maleducata, possessiva e sempre nervosa; nessun uomo voleva sistemarsi con lei. All'età della preadolescenza, di entrambe le sorelle. Un regista francese molto influente a quell'epoca, fece dei casting nel borgo di Eza per una telenovela spagnola, tipo il Segreto. La mattina dei casting Penelope fu la prima a presentarsi. Per sua sfortuna però dovette fare da babysitter momentanea a Briana e quindi andò con lei. Il regista appena vide la sorella più piccola, rimase ammaliato. Fece interrompere le selezioni subito aveva trovato quello che stava cercando. L'aveva definita una manna dal cielo. Erano mesi che girava la Provenza in cerca di una ragazzina perfetta per il suo ruolo in una telenovela. Il regista s'impose su tutto e tutti pur di avere Briana ne suo cast. Penelope fu scartata senza neanche un provino per questo andò su tutte le furie, fu la goccia che fece traboccare il vaso; da lì il suo odio per la sorellina si alimentò. Questa storia si concluse che Briana non volle fare nessun provino, nemmeno suo padre era d'accordo. Il regista contrariato se ne andò. Briana però perse per sempre l'affetto di una sorella, col tempo se ne fece una ragione.
La ricerca di quel paiettes viola finii quando Briana intravide il vestito sbucare da sotto il materasso del letto di Penelope. Quando la sorella si rese conto di aver sbagliato non disse una parola, prese l'indumento e uscì dalla camera. Briana sorrise insieme alla prima domestica Claire e, le due si salutarono momentaneamente.
Briana Collins entrò nella sua camera nel corridoio opposto. Villa Collins inizialmente era un albergo. Il suo bisnonno nel 1934 lo compro e lo trasformò nella sua casa, di quella dei suoi familiari e dei suoi successori. Di fatti le camere da letto erano le une attaccato alle altre su due corridoi uno superiore e l'altro inferiore. La stanza di Briana era la sesta, proprio come il suo arrivo, alla sua destra c'era proprio quella di Penelope la quinta, alla sinistra i quarti ovvero i gemelli Yuri e Carlos.
Ogni stanza aveva giustamente il proprio bagno, e questa era una grande fortuna. Briana si fece un bel bagno caldo dopo la sua fisioterapia nelle fredde acque del mare. Si insaponò perbene per togliersi il sale che le era rimasto attaccato nel corpo e nei capelli. Dopo dieci minuti, uscì dalla vasca e si asciugò. Una volta vestita con dei pantaloni larghi di velluto, un maglioncino bianco e una giacchetta di semi-pelle scura, uscì dalla sua camera per recarsi da zio Luthford.
Come detto prima zio Luthford Theodore Collins era momentaneamente il capofamiglia e il responsabile di Villa Collins quando suo fratello e sua moglie erano assenti. Solitamente si trovava in ufficio nel piano inferiore vicino al salone. Bussò due volte alla porta dell'ufficio ma dal taciturno zio Luthford non vi era alcuna risposta. Forse era in giardino a volte lo trovava li a leggere i suoi libri polizieschi e a fumare il suo tabacco. Voleva sapere da lui quando sarebbero tornati i suoi genitori doveva informali delle condizioni della sua tibia. Nell'immenso giardino della villa di Luthford non c'era traccia. In questi casi che non si trovava in casa lo zio andavo in giro per i bar di Eza a scolare bottiglie di birra e calici di vino. Luthford era un uomo impacciato, per essere il maggiore di suo padre, viveva costantemente di insicurezze. Ogni volta che Dorian e Ada erano via andava in crisi, non era tagliato per il comando. Briana sapeva che lo zio stava fuori tutto il pomeriggio fino a ritornare all'ora di cena.
Nell'attesa Briana si dedicò alla lettura, si mise a leggere il libro in francese sul turismo della Provenza. Si sedette su una panchina del giardino Collins e lesse il libro con molta concentrazione. L'aria fine di Eza le accarezzava i capelli liscissimi, i rumori delle onde del mare che sbattevano sugli scogli la facevano sentire a casa. Ci era abituata a quel suono che tanto adorava durante le sue lunghe letture sin da quando era bambina.
Mentre era immersa nel suo libro, un pizzico di tristezza le faceva compagnia. La tibia era la tibia che l'ha preoccupava. Doveva trovare un modo di dirlo ai suoi genitori del fatto che avrebbe dovuto fare un'altra operazione tra un anno.
Prima del lockdown fece il più recente intervento. Purtroppo, dovettero farglielo in una clinica privata a pagamento per persone privilegiate, come tutti gli altri. Farlo in un ospedale comune era fuori discussione. Solamente per evitare "i pettegolezzi della gente comune" per non dare degli appigli per colpire la famiglia. Tali parole le diceva spesso sua madre. Briana voleva sentirsi come le altre persone, anche lei era una persona comune, solamente perché proveniva da una famiglia milionaria.
Le cliniche private costavano e tanto. L'ultima operazione ammontò sui dieci mila euro. Come detto prima la salute di Briana non aveva prezzo, questo lei lo sapeva bene. La cosa che le dava fastidio e che i suoi genitori aveva altri nove figli da aiutare economicamente: Franklin, il maggiore, lavorava già come responsabile banchiere con il nonno nella banca a Francoforte. Di soldi ne aveva ma di un aiuto economico tutti ne hanno bisogno, soprattutto in questo periodo. Tanya, la seconda anche lei in una banca ma Parigi; poi c'erano i gemelli Yuri e Carlos che facevano l'università. Penelope l'aspirante attrice che prima di diveltarlo professionalmente ci sarebbe voluti anni. Le sorelline Alice e Juno che facevano ancora le medie e infine i fratellini Thomas e Mike che ancora non avevano neanche un pelo.
Sempre più concentrata sulla lettura sentii dei rumori provenire tra i cespugli del giardino. Briana si alzò dalla panchina e andò subito a vedere, poteva trattarsi di zio Luthford.
Infatti, era proprio lui. Era steso a terra, con la faccia nella ghiaia. Ubriaco, aveva in mano un calice di vino e nell'altra una bottiglia vuota. Inoltre, cantava la canzone di "Fra Martino campanaro dormi tu... dormi tu... Suona le campane...Suona le campane...Din Don Dan ... Din don dan .... "
-Zio caro se continui così finirai per sentirti male veramente. – Cerco di alzarlo ma lui era troppo grosso per essere sollevato da solo. Per fortuna passava di lì proprio Claire, la domestica, e insieme lo sollevarono.
- Tranquilla lo riporto io nella sua stanza questo vecchio lupo di mare. Tu rientra dentro. Il cielo si sta annuvolando pioverà a breve. –
Prima di entrare in casa Briana vide un corriere che stava bussando alla porta di casa con un pacco in mano. – Desidera? – chiese la ragazza
Il corriere rispose che c'era un pacco per suo padre che doveva firmare. Lei rispose che non era in casa e domandò se potesse firmare lei stessa. Il corriere non fece in tempo a rispondere perché venne anticipato da Claire che prese il pacco e ordinò a Briana di indicargli l'albergo più vicino per farlo dormire li. Tanto non avrebbe più potuto fare altre consegne visto l'imminente temporale. Briana obbedì ma non riuscì a tenere a freno la sua curiosità. Sul pacco che la domestica stava portando via c'erano scritte due lettere una "D" e una "W". Una volta congedato il corriere Briana rientrò in casa per chiedere spiegazioni su quel pacco ma Claire era sparita da qualche parte in Villa Collins.
Modalità OFF:
Dunque, si tre personaggi per il momento. Vi è piaciuta Briana Collins e la sua numerosa familglia? Che cosa ne pensate di lei? A voi nei commenti.
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