D.A.D pt.1
ATTO 5
D.A.D pt.1
Dopo la prova del labirinto erano rimasti solo ventiquattro concorrenti su milioni di candidati. Eppure, a parer mio, non era così complicata come secondo test. Coloro che avevano fallito si sarebbero sempre svegliati nella loro abitazione, convinti che fosse solo un brutto sogno.
A proposito di test.... Adesso veniva il bello. I ventisette, che avevano superato i "temerari" specchi, erano ad un passo nell'entrare nella competizione, e dunque iniziare i loro viaggi nel tempo.
I test questa volta erano scritti e non pratici. Ogni concorrente si trovava in una stanzetta larga circa un metro quadrato; con all'interno un letto, un gabinetto e un tavolo con delle sedie. Il tavolo era attaccato alla parete che, su di essa, vi era una fessura orizzontale: da lì sarebbero passati dei viveri. Senza scordare un pc sopra al tavolo e, sopra alla porta d'ingresso, un condotto di aerazione rotondo. Invece la porta non si sarebbe aperta fino a nuovo avviso.
Tutti i concorrenti dovevano essere sottoposti a delle lezioni su "Past the Rewind" una versione ampliata di "Undo". In queste lezioni venivano spiegato tutto il regolamento e le fazioni.
Iniziamo dalle fazioni (ogni concorrente aveva un ruolo da impersonare. La fazione scelta scaturiva il tuo compito all'interno del gioco.)
· I "Paladini": i "campioni della luce" in cui compito consisteva di mantenere e di difendere gli eventi pacifici nel corso della storia. Era anche quello di modificare gli eventi tragici ed evitarli.
· I "Briganti": gli "oppressori repellenti" in cui compito consisteva di creare o alimentare eventi tragici nel corso della storia e, ovviamente, difendere quelli già esistenti.
· "Razza mista": Questa fazione, teoricamente, aveva gli stessi obiettivi dei "Paladini" ma che avevano il diritto di compiere scelte e azioni differenti. A seconda del loro volere.
· "Razza ignota": Essa invece si basava su quella dei "Briganti"; come la precedente possedevano il diritto di compiere scelte e azioni differenti, con la particolarità che la loro natura era "ignota".
Ogni fazione si sarebbe sfidata nel corso della storia. Ognuno col proprio obiettivo, con l'unica eccezione di fare più punti possibili. Il vincitore però poteva essere solo uno, ma questo ve lo spiegherò in un secondo momento.
Per il regolamento invece lasciamo che siano i protagonisti, a permettere di spiegarvelo.
CHERYL:
Ancora scossa dallo scontro con quell'omone asiatico si sdraiò sul pavimento, ignorando completamente il letto. Respirò profondamente, recuperando ogni energia perduta. Si toccò il collo che le pulsava dopo quel tentato soffocamento. -Dio Selvaggio grazie per avermi protetta! -disse ad alta voce.
Una volta ripresa notò l'ambiente in cui si trovava. Ne rimase sbigottita, non aveva mai visto un luogo così chiuso in vita sua; nemmeno quando faceva parte del mondo reale. Le mancava terribilmente l'aria. Si alzò da terra in cerca di una fonte d'ossigeno, o di almeno uno spiffero. Controllò sotto la porta da cui era venuta ma non fuoriuscì nulla; mentre invece dalla fessura orizzontale sopra al tavolino usciva una lieve arietta.
Cercando di respirare un po', immaginandosi l'aria incontaminata della savana, venne richiamata da un suono che proveniva dal pc sul tavolino: era un suono tipo quello di una sveglia. Ignara di ciò che fosse si sedette sulla sedia per ispezionare il rumore. Tra l'altro non si sedeva su una sedia da tanto tempo ormai.
- Riconoscimento facciale. – una voce robotica parlò e, poco dopo, disse... - Benvenuta Cheryl Jane Khane e complimenti per essere arrivata fino a qui. – Da molti anni nessuno non l'aveva più chiamata con il suo nome per esteso. L'ultimo fu suo padre quando abusava violentemente del suo corpo. Un flashback la fece tornare indietro nel tempo. Ritornò nel presente pregando il "Dio Selvaggio" di darle la forza di dimenticare tutto all'istante.
-Sei solo ad un passo da "Past The Rewind". In questo momento ti trovi nella classroom. Qui dovrai superare alcuni test attitudinali per ottenere l'idoneità e comprendere il regolamento. - Cheryl non comprese neanche una parola. Si limitò a dire... - Dov'è la donna bionda? – co lei che aveva ucciso il prete di York al posto suo; ma la voce robotica non rispose. Il computer si accese da solo mostrando il volto di un uomo.
- Guarda attraverso la feritoia orizzontale. – le ordinò. Da lì sbucò un plico di fogli.
La Figlia della Vendetta prese in mano i fogli di carta. Il primo citava queste parole: Dati Anagrafici. Le lesse con fatica, non era più abituata a leggere e, soprattutto, a scrivere.
· NOME: Cheryl
· COGNOME: Khane
· Età: 17 A.S: Queste lettere significano "anno selvaggio". Diciassette anni dalla sua nuova vita nella tribù. In realtà ne aveva ventisette.
· Luogo e data di nascita: savana, foresta. Diciassette anni fa.
· Occupazione:( Cheryl non si ricordava cosa volesse dire quella parola)
· Segno zodiacale:(nemmeno questa)
· Segni particolari: occhi cangiati(cangianti) colore cambiare. (che cambiano colore)
La giovane donna era arrabbiata, parecchio arrabbiata, qualcuno si stava prendendo gioco di lei. Per tutti questi lunghi anni si era impegnata a dimenticare il suo passato, i genitori crudeli che aveva assassinato, la vita normale e dunque il "mondo esterno – Signore delle Ombre non abbandonarmi e non permettere che mi conducano alla vecchia vita. –
Cercò di aprire la porta da cui era venuta con la sua lama. Ci provò per svariati tentativi, ma per evitare di romperla smise. Diede di spallate e calci, ma fu tutto inutile fino a quando....
- La porta non si può aprire. – l'uomo nel computer parlò.
- Ascoltami feccia dell'umanità!! Io non ho tempo da perdere queste cazzate! Ti ordinò di dirmi dov'è la donna bionda!!?!? – Cheryl perse le staffe.
- Non so di chi tu stia parlando concorrente. - Diede un pugno sul tavolino per poi chiedere... - Dove posso trovarla?! –
- Chiunque tu stia cercando non è qui. La tua sola unica possibilità è quella di ascoltare la prima lezione. – D'altronde Cheryl non è che avesse altre alternative. Decise di stare al suo gioco, per il momento, per poi scoprire dove si trovava la donna bionda e spaccarle la testa come un melone. Non sapeva in che modo ci sarebbe riuscita.
Si sedette sulla sedia e ascoltò la spiegazione:
- Finalmente ti sei decisa! Dunque, ascolta bene le mie parole perché a fine di tutte le lezioni dovrai fare un test, per vedere se hai capito. – Il suo "insegnante" era un ometto calvo, aveva degli occhiali molto spessi e indossava un completo elegante. Cheryl desiderava tanta uccidere anche lui, visto che le stava sbarrando la strada. Il nome del prof era Theo Nugnez.
- LEZIONE 1: "Il regolamento base"
"Ogni Paese ha le sue leggi, ogni famiglia le sue regole." Cit.
La cosa fondamentale in "Past The Rewind" e che non si muore. La morte non deve essere mai presa in considerazione in questa competizione, assai rischiosa. -
– Qui noi ti tratteremo con rispetto, nonostante i nostri metodi rozzi e bruschi. Vogliamo che ti sia chiaro che chi perde non muore ma... -
Dal pc apparvero dei filmati. – Se perderai finirai qui! – La registrazione mostrò una specie di vasche chiuse da dei lunghi coperchi. – Sarai nelle "SenzaTempo" e dormirai sonni profondi fino a fine competizione. Ti risveglierai nella tua dolce casa convinta che fosse solo un brutto incubo. – Ogni contatto violento con altri concorrenti verrà punito severamente. -
-In che modo si perdono punti? E come si guadagnano? – disse l'uomo calvo
Ogni settimana ti verranno assegnati un compito e un periodo temporale. Per esempio, finirai nell'epoca di Giulio Cesare e dovrai assassinarlo, oppure salvarlo. A seconda della tua fazione. Se vinci potrai portare alla tua alleanza cento punti alla volta, che potranno variare. – (qui l'insegnante spiegò le fazioni cosa che voi sapete già).
Cheryl assimilo tutte quelle spiegazioni come un neonato assimila le parole che sente per la prima volta. Le sembrava una presa in giro, un depistaggio da parte di qualcuno. Quest'ultima supposizione era la più plausibile. Tutto quello che stava capitando stava succedendo in una maniera troppo organizzata, come se ci fosse una mente dietro che avesse preparato un complotto. Altrimenti non si spiegava tale pazzia.
Ma chi avrebbe potuto farle questo?
Mentre l'uomo, le stava finendo di spiegare la "fazione ignota", ipotizzò su chi potesse essere l'ideatore di questo piano maligno.
Le sue ipotesi si rivolgevano per lo più allo sciamano. Per troppe volte aveva mostrato atteggiamenti freddi e sospetti. In alcune occasioni Cheryl notò degli sguardi molto eloquenti ad alcune sue azioni, in cui non era d'accordo; non a caso il "Dio Selvaggio" le disse dei suoi contrasti con lui.
Sarebbe arrivato fino a questo punto per sbarazzarsi così della "Figlia della Vendetta"?
I suoi sospetti erano solo di lui anche se non erano fondati. Solo lo sciamano ne avrebbe guadagnato dalla sua sparizione.
Il "professore" continuo con la lezione.
LUDOVICO:
Ormai rassegnato all'idea che fosse tutto un incubo, Ludovico si sedette sul letto e si mise a riflette. Poggiò la mano sulla fronte che era bollente, forse aveva la febbre. Il suo respiro era affaticato, gli occhi bruciavano e mani e gambe tremolavano come una foglia d'autunno. "Che significa tutto questo?" continuava a domandarsi ininterrottamente. Cercò di ricordarsi cosa fosse successo prima di risvegliarsi in quel freddo monastero.
Stava fuggendo dalla chiesa di Sant'Andrea a York dopo aver visto il cadavere brutalizzato di Father Henry. Poco dopo stava correndo per un vicolo fino a ritrovare quella bizzarra vecchina e, alla sua vista, il buio più totale.
- Ehi c'è qualcuno?! – gridò ma nella piccola cameretta in cui si trovava il suono rimaneva all'interno delle mura. – QUALCUNO MI SENTEEEE!!?! – nessuna risposta. Il terrore lo pervase. In che guaio si era cacciato questa volta?
Come per Cheryl il pc si accese e da lì comparì una altra donna, anziché un uomo.
- Benvenuto concorrente! Complimenti per essere riuscito ad arrivare fino a qui! Il tuo coraggio verrà premiato. – la "professoressa" prese un taccuino dal taschino della sua giacchetta in semi-pelle. Prese anche un paio d'occhiali da vista e si l'infilò.
Prima di continuare a parlare iniziò a scrivere. Ludovico la osservava sentendosi a disagio.
-Siediti Ludovico Masini! –
- Come conosce il mio nome? – chiese il ragazzo incredulo
- Conosciamo ogni di nome di chi desidera partecipare a "Past The Rewind" -
- Io non voglio partecipare! – disse. – Di qualunque cosa si tratti. Voglio andarmene da questo buco! – Ludovico si mise una mano sulla bocca, convito di averla offesa, ma la donna lo squadrò con aria torva. Poco dopo prese in mano un'auricolare, muto l'audio del computer e parlò con qualcuno. Successivamente il collegamento s'interruppe per poi ripartire con un'altra persona.
- Buonasera Ludovico sono la tua psicologa personale. – Il diciasettenne non ci stava capendo più niente.
- Mi chiamo Samantha Portland e ti guiderò al meglio in questa tua esperienza. – la presunta psicologa aveva i capelli marroncini e li portava corti fino alle spalle, gli occhi era nerissimi che facevano contrasto con la pelle bianca molto emaciata. Il suo viso emetteva uno sguardo austero e intimidatorio; tutto il contrario di come dovrebbe essere una terapeuta.
- Non ho bisogno di una "psicologa"! Voglio che mi facciate uscire! – per molti anni della sua vita molte persone gli avevano consigliato uno strizza-cervelli per via del suo caratterino instabile. Lui si era sempre rifiutato.
- Capisco le tue richieste. Anche io proverei le tue stesse sensazioni nel ritrovarmi chiusa in una stanzetta dove circola poca aria. Tuttavia, ti chiedo di aspettare e di ascoltare le mie parole, d'altronde non hai altra scelta. – Ludovico dovette ammettere che aveva ragione, dunque si sforzò di ascoltare le sue parole.
- Voglio che tu capisca che sono qui per aiutarti, nonostante la situazione in cui ti trovi. Te, come tanti altri, sono stati costretti a venire qui o ci sono finiti per pure caso, senza nessun volere. Sono stata mandata te per farti comprendere che potrai affrontare "Past The Rewind" senza alcun turbamento. –
- E se io non volessi proprio? –
- Puoi andartene se lo desideri. Non subito però dovrai attendere che il periodo delle lezioni finisca per tutti. Ma sei proprio sicuro di non volertene proprio andare? –
- Certo che ne sono sicuro! – rispose chiaramente
- Dunque, vediamo un po'... - Samantha Portland prese un registro da una borsa, lo aprì e cercò il nome del suo paziente. – Sei nato a Firenze ma a cinque anni tu e i tuoi genitori vi siete trasferiti a York. A sette anni tuo padre divorzia con tua madre, si frequenta con altre donne e si unisce ad una nota banda di criminali vestiti di rosso. All' adolescenza vieni cacciato di casa perché non sei proprio un figlio modello. Fino ad oggi, vivi in un monolocale e sei costretto a spendere i soldi della tua gavetta per l'affitto. C'è bisogno che aggiunga altro per convincerti per tentare di vincere tre milioni di dollari? –
Ludo rimase senza parole. Questi pazzi conoscevano perfettamente tutta la sua vita filo e per segno; chiese spiegazioni su come facevano a sapere tutto e la psicologa rispose.... – Ci piace conoscere le persone coraggiose come voi. Sta di fatto che non è questo il punto. Questa è la tua chance di ricominciare una nuova vita. Se vincessi potrei permetterti tutte i monolocali che vuoi! Non dovrai farti più mantenere da nessuno e tutti gli altri ti guarderanno con invidia. Meglio vivere una vita pericolosa che una vita miserabile! –
Ad essere sinceri, Ludovico tentennò. In effetti tre milioni di dollari gli avrebbero fatto molto comodo, avrebbe potuto andarsene da quella squallida cittadina inglese e, magari non da solo poteva andarsene con Hélen, la ragazza dei suoi sogni. Nonostante ciò, non ne era del tutto convinto. – Ecco...io...non saprei! –
- Non devi rispondermi adesso, pensaci! Ma fai in fretta non rimane molto tempo per i ripensamenti. –
Samantha Portland assunse anche il ruolo dell'insegnante, anche se non aveva ancora deciso lei iniziò ugualmente la lezione numero uno. Mentre prese posto nella sedia Ludovico pensò alla ragazza con gli occhi azzurri. Se non fosse stato per quelli spari, sicuramente, si sarebbero aiutati a vicenda.
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