"Caccia spietata"
ATTO 2
RUANDA: CHERYL "FIGLIA DELLA VENDETTA"
30 ottobre
Nonostante nel "Icycari" (nido) del riposo ci fosse silenzio. Dall'accampamento circolare sotto gli alberi, in cui si trovava adesso, si poteva udire la preparazione di un sacrificio. Per la" Figlia della Vendetta" non era un fastidio per la meditazione, anzi era un monito per andare avanti. Il nido serviva ai componenti della tribù per qualche ora di rilassamento e meditazione al "Dio Selvaggio". Costruitosi sui rami dell'albero più alto, che fu costruito dallo sciamano attuale, era molto grande e poteva ospitare ben cinque adepti, adesso però era da sola. La particolarità di questo "Icycari", che lo rendeva così speciale, era quella di essere chiuso e avere la forma di un uovo. Nonostante fosse diverso non lo rendeva molto differente dagli altri; lo scopo rimaneva tale per tutti: ovvero la concentrazione assoluta.
Cheryl Khane, come da regola, doveva essere nuda all'interno del nido: come il loro Dio l'aveva plasmata. La sua pelle olivastra, e i suoi lunghi capelli marroni le permettevano di mimetizzarsi con i legnetti marroncini che legava il grande "Icycari".
La "Figlia della Vendetta" ci andava sempre quando doveva abbandonare la sua tribù, per entrare nel mondo della "gente comune": parlare come loro, mangiare e bere come loro, vestirsi come loro e soprattutto vivere come loro; era sempre una sofferenza. Le faceva ricordare la sua vecchia vita prima di abbracciare quella del "Dio Selvaggio".
O Dio Selvaggio proteggimi dal mondo comune.
Difendi la mia anima mentre sono lontana.
Non farmi perdere la tua rettitudine per un loro falso Dio...
Proteggi la mia tribù mentre sono lontana...
Proteggi Traza che, nonostante i nostri peccati carnali, ti offre il suo amore.
Cheryl finì la sua preghiera e si sdraiò nei legnetti del nido. Assaporò l'aria autunnale che filtrava attraverso i fori e i rumori della sua tribù che echeggiavano nella foresta. Per lo più doveva prepararsi per l'incontro, in prima persona, col il Dio Selvaggio.
Questa era la sua seconda volta che fu chiamata di persona alla "montagna Alta"; un luogo dove il potere del suo Dio era più persistente. Il santuario di Mizar, che prendeva il nome del suo fondatore, era impregnato della magia "ubumaji"; ovvero magia pura. Si diceva che Mizar non fosse solo il fondatore, ma il primo ad aver letto i "Testi Antichi" che gli permisero di essere, in tutto e per tutto, il "Dio Selvaggio". Inoltre, si vociferava che tale magia fornisse poteri sovrannaturali: come il volo, la metamorfosi e il potere di far inchinare qualsiasi nemico.
Si potevano fare congetture su tutto questo, ma i più superstiziosi credevano fermamente a tutto.
La prima volta che Cheryl lo incontrò: lui non rispose. Era disposto a chiamarti, ma non stava lui a decidere di riceverti o ad ascoltarti. Solo se la volontà dell'adepto fosse stata forte o veritiera allora avrebbe parlato. All'interno del nido si preparò mentalmente per avere l'onore di poter parlare con lui, e quello di affrontare parecchi chilometri di strada per giungere alla montagna Alta. Quella volta il Dio la chiamò per congratularsi con lei per il suo operato, ma quando arrivò lui non parlò; per il semplice fatto che Cheryl non si era dimostrata pronta. Non voleva assolutamente fallire un'altra volta, e poi un contratto da parte sua era una cosa molto rara.
Fece gli ultimi respiri profondi per poi aprire gli occhi, e rivestirsi con il suo indumento della tribù. Si fece spazio tra i legnetti e sgusciò fuori. Nella savana era mattina presto quando i membri della tribù si preparavano per il sacrificio. La "Figlia della Vendetta" poteva udire i cantici del rituale da sopra l'albero. Prese una delle tante liane che collegavano il passaggio tra il nido e il terreno. Ci si mise sopra e scivolò giù molto velocemente.
I suoi fratelli e sorelle della tribù erano tutti presi dai loro compiti; tutti facevano tutto non vi erano distinzioni tra uomini e donne: c'è chi cantava i cantici, chi invece scuoiava animali appena cacciati, e chi preparava la "Torre Sacrificale".
Essa era una specie di pira costruita in legno; con le uniche differenze che erano alte il doppio e, il sacrificio, non veniva bruciato: ma scaraventato giù dall'alto fino a cadere sul suolo. Tale trattamento era riservato ai "traditori" del culto del "Dio Selvaggio"; ovvero i preti cristiani, i profeti islamici, musulmani e buddisti. Senza dimenticare anche i traditori della propria tribù. Quel giorno il sacrifico era un giovane ragazzo musulmano.
Mezz'ora dopo tutto fu pronto. La grande torre arrivava a toccare la cima degli alberi. Il "traditore" aveva un cappio attorno al collo, le mani e i piedi legati. Un uomo e una donna lo tirarono dall'alto come un salame. Il musulmano iniziò la "salita del dolore"; mentre saliva tutta la tribù avevano l'obbligo di lanciarli qualsiasi cosa: come oggetti, cibo e carcasse di animali morti. Il devoto di "Allah" non fece nessuna piega. Arrivato a quasi metà torre la corda si spezzò leggermente. La vittima ebbe un sussulto, facendo così divertire ancora di più la folla.
Quando finì la salita lo misero in ginocchio e, dai rami degli alberi confinanti apparve una donna. Indossava una tiara a forma di ali, il suo viso era tutto dipinto di bianco, nero e grigio; al posto del mantello che indossavano tutti lei indossava solamente un pantalone cosparso di piume.
"La Piumessa" era la seconda figura più importante del villaggio. Colei che sentenziava i sacrifici e aveva il compito di preparare le "anime dannate" al pentimento o alla morte. Possedere quella carica era più complessa di quella dello sciamano. Alla sua vista tutta la tribù, comprese Cheryl che aveva preso posto in prima fila, s'inchinarono davanti a lei e tutti tacquero. La Piumessa si accostò vicino al giovine musulmano per poi parlare:
- Confratelli! L'alba è giunta e con essa il peccato e il tradimento. – In questo universo la luce, e il suo concetto, sono considerati come il male. – In quest'ora luminosa il nostro signore delle tenebre, del buio e dell'oscurità pretende un'anima nel suo ventre. – Tutti acclamarono queste parole con gioia. – Quest'uomo che vedete è venuto nel nostro villaggio. Ha cercato di esorcizzare voi e la vostra fede. - La tribù rispose con sdegno. – Tuttavia, il Dio Selvaggio possiede clemenza, e a sempre bisogno di nuove leve nei propri ranghi. – "La Piumessa" fece un piccolo segno col capo e, coloro che avevano tirato su il musulmano, lo misero a pochi centimetri dal baratro. Cheryl poté notare la paura nel suo volto.
- "Piccolo uomo di Allah" - sentenziò – Abbraccia il Dio Selvaggio. Abbandona il tuo Dio delle menzogne e la tua vita sarà salva, e rinascerai come un nuovo membro del nido. Se non lo farai il tuo corpo cadrà giù nel vuoto e la tua anima non esisterà più. Accogli il tuo cambiamento e rinascerai come "Figlio del Pentimento" – All'interno della tribù ce ne erano molti di "pentiti": la maggior parte erano preti cristiani che, tutt'ora adesso, si chiamavano tutti "Figli del Pentimento."
L'uomo chiuse gli occhi e aspettò qualche minuto prima di rispondere per poi dire... - Mai! – un boato echeggiò per tutta la foresta.
- Ebbene hai scelto. Vediamo se adesso il tuo Dio ti viene ad aiutare. Oscuro signore ecco a te un nuovo serpente che giunge nel tuo ventre. – La donna si mise dietro alle sue spalle e lo spinse giù dalla "Torre del Sacrificio."
Il corpo cadde nel vuoto e si mise in verticale. Data l'altezza della torre la sua testa schizzò via e rotolò giù tra i piedi di tutti. I membri della tribù iniziarono a pestarla riducendola a brandelli. Anche il corpo arrivò sul terreno e, successivamente lo avrebbero dato in pasto agli animali della savana. Smontarono tutta la torre e gli abitanti del villaggio ritornarono tutti alle proprie occupazioni.
Dopo qualche ora, trascorsa tra la sua gente Cheryl Khane decise di fare visita alla "Piumessa". Traza aveva un contratto in città sarebbe tornata a breve; quindi, aveva ancora tempo prima che arrivasse.
Solitamente la Piumessa viveva sugli alberi della foresta, oppure, nelle acque della cascata del fiume dove Cheryl si faceva il bagno. Era difficile trovare l'albero dove risiedeva in questo momento. Lei li cambiava spesso, non stava sempre nel solito; li cambiava a seconda della direzione del vento. In questo momento il vento soffiava da sud. Cheryl seguì la direzione e scrutò gli alberi a sud dell'accampamento.
Pochi metri più avanti la intravide. Era intenta ad assaporare l'aria calda che proveniva da sud. La "Figlia della Vendetta" prese una delle solite liane e, stavolta, salì su. Quando arrivò in cima la donna lo percepì grazie al potere della lettura del futuro.
- "Figlia della Vendetta" ti stai preparando per il tuo secondo incontro? – La Piumessa andò subito al sodo.
- Si! – rispose Cheryl con fierezza.
- Immaginavo che la tua anima inquieta ti avrebbe condotto da me. – La donna con la tiara a forma d'ali aprì i suoi occhi celesti e la scrutò.
- Ho bisogno che tu legga il mio futuro, ma immagino che l'abbia già percepito – Lei sorrise e gli chiese di mostrargli il palmo della mano sinistra. Fece un piccolo taglietto con un pugnale che aveva l'elsa a forma d'ala. Mise il rivolo di sangue sul suo naso e lo respirò. Successivamente alzò gli occhi al cielo.
- Che cosa vedi? – le chiese Cheryl
- Sii paziente... - "La Piumessa" fece un altro taglio sulla mano di Cheryl. Inalò altro suo sangue e strinse il dorso della mano. – Il tuo futuro è incerto "Figlia della Vendetta". Vedo molta oscurità nel tuo arduo cammino. – è ciò era un bene per Cheryl. Più il suo destino era oscuro e più le cose sarebbero andate bene. – Non crogiolarti ancora, vedo dell'altro. – Dopo qualche secondo, continuò a parlare. – Le tenebre ti veglieranno, l'uccello Serpentario ti scruterà dall'alto dei cieli fino a quando qualcuno, o qualcosa ti renderà cieca o sorda. –
La sua gioia si tramutò in cenere. Questa previsione poteva voler dire tante cose. Ognuna più veritiera dell'altra; in particolare il "Dio Selvaggio" non la potrà proteggere per sempre, nel corso della sua missione. Tutta impaurita chiese... - Dimmi altro! Ti prego! – Ma la Piumessa non disse altro. – Mi dispiace non vedo l'altro, tutto si è interrotto. –
- Tutto qui!? Avanti ci deve essere una spiegazione ha tutto questo! –
- Non insistere "Figlia della Vendetta"! Il Dio Selvaggio non mi comunica tutto a differenza dello sciamano. Prova a chiederlo a lui! Anche se non ti risponderà; la previsione dovrai scoprirla tu stessa. -
- Quale peccato ho commesso per meritarmi tutta questa segretezza? –
- Prova a pensarci. Io lo so per certo! –
Ovviamente, come poteva non averlo considerato. – La mia relazione segreta con la mia iniziata... -
- Percepii subito una strana intesa tra te e la "Figlia dell'Ira". Con tutte le persone che avresti potuto creare una relazione, proprio con una delle tue iniziate! –
Cheryl, in cuor suo, sapeva che questo momento sarebbe arrivato. – Il nostro Dio mi vuole punire? –
- Sì e no! Non è un cattivo auspicio la sua convocazione nel luogo dove regna il suo potere. Al Santuario di Mizar sarai messa alla prova, molto probabilmente. –
Cheryl fu per un attimo sollevata.
- Va! Raggiungi il santuario e ascolta le parole del "Signore delle Tenebre". Fatti passare la paura che provi in questo momento; altrimenti la tua prova sarà fallita sul nascere.
Il tempo d mangiare qualche rospo e serpente per pranzo; Cheryl si preparò per il suo lungo viaggio. Uccidere tre bersagli, sapendo l'identità di solo uno di loro, l'avrebbe tenuta per parecchio tempo lontana da casa. Con se si porto molte razioni di cibo, quello del mondo reale lo odiava. Come odiava i vestiti, ma quelli doveva per forza cambiarseli per non passare inosservata; dopo l'incontro con il suo Dio. Aveva con sé tre sacche in tutte e, con esse, raggiunse la stalliera.
Le serviva un cavallo veloce e li ce ne era uno al caso suo. La stalliera si trovava ai confini della foresta con la radura; ed era gestita da un suo amico: Amman "Figlio della Volontà".
- Cheryl eccoti finalmente! – Amman era un ragazzo bianco che proveniva dall'Egitto ed era lo stalliere della tribù, da quando mise piede nella tribù
- Ciao Amman! Ombra è pronto! –
- Assolutamente sì! C'è anche Traza con lui. Tranquilla lo sai benissimo che il vostro segreto è al sicuro con me. –
- Ti ringrazio Amman! –
Cheryl lo abbracciò pur sapendo che quello non era un addio.
Entrò nella stalla e vide tutti i cavalli posizionati nei propri box. Ombra si trovava in fondo alla stalla. Il suo purosangue inglese, di colore nero con le gambe bianche, era intento a mangiare fieno, ma appena sentì il suo arrivo iniziò a nitrire e a muovere la coda. Lei le fece una carezza sul muso e gli diede del fieno.
- Ti vuole bene! – Traza era appoggiata su un box. – Pensavi di andare via senza salutarmi! –
- Sapevo che mi avresti aspettata qui. – La ex-iniziata abbracciò e diede un bacio sul collo della suo non più mentore.
- Perché devi andare così lontano? In Inghilterra per giunta, solo per uccidere un misero prete! –
- E tu come fai a saperlo? – chiese Cheryl sospettosa.
- Beh, lo sciamano ha voluto farlo con me! Che orrore sai che preferisco le donne! –
- Vedi di non farti sentire quando parli così di lui: è alto tradimento! A proposito lui ti ha detto queste cose mentre facevate sesso? –
- Sì! –
- Ma come hai fatto? –
- Con queste! – "La Figlia dell'Ira" indicò le sue grandi tette.
- Come ho fatto a non pensarci. D'altronde hanno fatto impazzire con me. – Cheryl era triste di non poterle vedere sulla sua faccia per un bel po' di tempo.
Le due amanti si diedero un lungo bacio. Cheryl non voleva staccarsi da quelle labbra per nessun motivo al mondo, ma il dovere chiamava; il Dio Selvaggio aspettava nuove serpi.
- Ascoltami! – dopo diversi minuti trovò la forza di staccarsi dalla bocca della ragazza di colore. – Lui sa di noi. Ne ho avuto la certezza dalla Piumessa. Ha visto il mio futuro: ed è incerto. – Le spiegò che il loro Dio l'avrebbe protetta fino ad un certo punto della sua missione, e poi sarebbe sparito: rendendola da sola.
- Come fai a crederci sempre? – chiese in modo scettico Traza.
- Ne sono sicura, questa è una prova per poter recuperare il suo rispetto. -
- Ti rendi conto che tutto questo è assurdo! –
- Non dire blasfemie! -
- Dico quello che ne penso. In tutto il mio percorso, dove tu mi hai guidata, lui non mi hai parlato. Solo tu mi hai guidato e concesso il tuo amore, non il "Dio Selvaggio". Tu, per me, sei il mio Dio. -
Cheryl ebbe un attimo di commozione. – Oh, dolce "Figlia dell'Ira" hai imparato davvero negli ultimi mesi, e tempo che tu apprenda la vita che hai conquistato da sola.
- Mi stai abbandonando? – chiese Traza molto preoccupata.
- No, tonerò! – Cheryl staccò una piuma dal suo indumento e, questa volta, glielo diede direttamente. Anche Traza ebbe un attimo di commozione. Il tempo di un ultimo bacio, molto appassionato, e le due amanti si congedarono temporaneamente.
- Non mi hai chiesto perché ho scelto "Figlia dell'Ira". – le chiese non appena erano fuori dalla stalla e Cheryl salì su Ombra.
- Quando mi vedrai sbucare dalla nostra foresta me lo racconterai. Vai bello! – Cheryl diede di redini e si lascio alle sue spalle la sua famiglia. E mentre se ne andava vide lo sciamano, a pochi passi dai confini dove iniziava la foresta, che la stava guardando andare via. Lei le fece un piccolo cenno col capo, ma lui non rispose. Cheryl volle tanto chiamarlo con il suo nome, ma le regola lo proibiva.
Il santuario Mizar era parecchio distante. Si trovava a ovest dello stato del Ruanda; situatosi in mezzo ad una palude dove ergeva una montagna, vicino a molti fiumi e parecchi tratti di strade impantanati dall'acqua. Ombra era abituato a qualsiasi cosa, non avrebbe fatto alcuna fatica. La dimora del Serpentario era dentro a quella montagna, ed era l'unica nel raggio di 10 km.
"La Figlia della Vendetta" fece lo stesso medesimo tragitto della sua prima convocazione, e lo prosegui per molte miglia: senza alcun cambiamento e nessuna esitazione. La paura che aveva dimostrato di avere con la Piumessa esaurì quando arrivò a meta strada del suo viaggio.
Passarono due ore e Ombra non era per nulla stanco. Cheryl gli diede dell'avena per congratularsi con lui. Il suo fido destriero non l'aveva mai delusa, sin da quando arrivò al campo. Gli era stato vicino nei momenti più difficili ed era uscita indenne grazie a lui, e alla sua velocità. Quando era sulla sua sella si sentiva sicura, protetta.
Era l'imbrunire quando Cheryl giunse negli acquitrini della foresta pluviale. A pochi passi poteva vedere l'imponente montagna solitaria. Ombra attraverso la palude senza neanche un lamento. Dentro alla montagna vi era una grotta, là dentro c'era il "Santuario di Mizar". Cheryl scese da cavallo e gli ordinò di restare di non farsi seguire.
E fu così che la giovane donna, dalla pelle olivastra, entrò per la sua seconda volta dove il suo culto, la sua religione erano nati. Quando entrò non provo alcuna paura o risentimento. Non doveva fallire anche questa volta. Nella grotta nulla era cambiato: l'aria era sempre umida, le pareti erano bagnate dall'acqua della palude che, quando pioveva, entrava dentro; e la roccia era di un color arancione scuro. Avanzando lentamente Cheryl Khane si accorse che, sulla parete alla sua sinistra, vi era un'incisione rupestre. Essa ogni volta che qualcuno la rivedeva dove lasciare un segno, o meglio pagare una specie di pedaggio. Molto semplicemente, doveva versare qualche goccia del suo sangue su tale incisione; che aveva la forma di una luna piena con incisa il nome di "Mizar", il fondatore.
Una volta effettuato il pedaggio; Cheryl avrebbe dovuto pregare in lingua ruandese. Così facendo si sarebbe aperto un passaggio davanti a sé.
"Mana we wumwijima,itara ryumwijima. Uhe umugaragu wicisha bugufi umunezero wo kwinjira mubwami bwawe. Nema"
(Oh Dio delle tenebre, faro dell'oscurità. Concedi ad una così tua umile serva il piacere di entrare nel tuo regno.)
Dal terreno una coltre di nube nera fuoriuscì. In quel punto la terra franò e si aprì un passaggio. Cheryl, per il momento, era riuscita nella sua prova; senza nessuna esitazione si tuffò nella coltre nera.
Quando il passaggio finì; La "Figlia della Vendetta" si ritrovò in una pozza d'acqua profonda. L'acqua era talmente cristallina che ci si poteva specchiare. In fondo alla pozza s'intravedeva un buco. Cheryl andò sott'acqua e lo raggiunse. Attraverso con facilità il buco stretto e poi, trattenendo il respiro meglio di un pesce, riemerse.
Finalmente era giunta. Il santuario, più precisamente, si trovava nel sottosuolo. Nella maestosa grotta, in cui era presente in quel momento, una grande statua del "Dio Selvaggio" prendeva maggior parte dello spazio. Raffigurato come un uccello Serpentario: alto quanto il soffitto, grosso più degli altri. Aveva le ali spiegate e le gambe messe in posizione da combattimento, i simboli della sua potenza. Più piccola invece era la raffigurazione di Mizar: con un libro in mano intento a pregare.
Uscì dalla acqua cristallina che, qui in questo punto, era molto luminosa da far illuminare gli occhi cangianti di Cheryl. Salì in gradini del santuario in ginocchio, in segno di devozione. Chissà se quella seconda volta fu quella buona.
Cheryl con tutta sé stessa cercò di iniziare un dialogo, in prima persona, col Dio Selvaggio. Lui gli avrebbe concesso udienza se la sua tempra, in questo momento, fosse sicura e non affaticata dal lungo viaggio. La Figlia della Vendetta doveva mantenere un rigoroso silenzio; in attesa che l'uccello Serpentario parlasse per primo.
Se gli occhi arcigni della statua si sarebbero illuminati di rosso; voleva dire che non avrebbe proferito parola. Se invece s'illuminavano di verde, e si sarebbero specchiati con l'acqua cristallina, allora avrebbe parlato. Questo processo sarebbe potuto durare anche giorni, settimane addirittura anche dei mesi. A discapito della pazienza del fedele.
Passarono due ore abbondanti. Cheryl, in cuor suo, stava perdendo le speranze. Ostinatamente rimase lì in attesa quando...
La terra dove era china iniziò a tremare. Cheryl fece un balzo e fissò gli occhi della statua. Dei pezzi di roccia si staccarono dal soffitto, l'acqua cristallina si agitò e dalla bocca della piccola statua di "Mizar" fuoriuscì una voce melodica.
Cheryl voleva a tutti costi invocare il Dio Selvaggio, ma non era il momento di parlare ancora; poi tutto tacque. Non voleva credere al fallimento, altrimenti tutto sarebbe potuto andare perduto. Quando me se lo sarebbe aspettato però gli occhi s'illuminarono di verde.
Un verde fluo accecante pervase tutta la caverna. Cheryl era stracolma di gioia finalmente ci era riuscita. Dal becco dell'uccello uscì la voce che tanto aveva bramato di ascoltare per tutti questi anni.
- "Figlia della Vendetta" Benvenuta! – era una voce molto bassa, grave e gutturale. Cheryl non ci voleva credere. Si prostrò ai suoi piedi e disse.... – Mio Signore grazie per avermi risposto! – non trattenendo le lacrime.
- Alzati e ascolta il tuo dovere. –
La giovane donna si ricompose e prestò ogni minima attenzione.
- "Figlia della Vendetta". L'ora è giunta e arrivato il momento che tu ti prenda una carica importante all'interno del nido. –
Cheryl, ancora una volta, non credeva a tale parola.
- Ti offro il ruolo dello sciamano. – aggiunse il Dio Selvaggio con gli occhi verdi sempre molto luminosi. –
- Oh! Signore delle Tenebre tu mi onori! – Cheryl Khane s'inginocchio nuovamente
- Da molto tempo osservo il tuo operato e devo dire che sono molto soddisfatto. Ogni contratto che ti è stato affidato lo hai portato a termine alla perfezione. Dunque, sei pronta per sostituire il tuo futuro predecessore che, da troppo tempo, non mi comprende come dovrebbe. –
Il futuro sciamano non entrò nel merito. – Io vivo per servirti. – si limitò a dire
- Tuttavia, questa onorificenza te la dovrai guadagnare. Poco tempo fa in molti hanno pregato per la morte di tre serpenti che avvelenano il nostro culto nella società reale. C'è troppa luce nei loro cuori, e tuo dovere oscurarli per sempre. –
- Chi sono le tre serpi? –
- Come ti è già stato riferito il primo si trova a York, in Inghilterra, è un prete di una chiesa di Sant'Andrea, uno dei loro squallidi santi; mentre invece il suo nome e "Father Henry". Portami il suo cuore. Hai il diritto di uccidere chiunque ti sbarri la strada. Quando il prete sarà morto ti parlerò e ti condurrò dagli altri due. –
- Sarà fatto "Signore dell'Oscurità" – rispose la "Figlia della Vendetta" con sicurezza.
- Ora va! Servimi non come "Figlia della Vendetta" ma come futuro sciamano... - Gli occhi verdi della statua diventarono gialli. La luce gialla si scagliò come un fulmine sull'acqua cristallina, così facendo la prosciugò, aprendo così un passaggio.
Successivamente, nel buco prosciugato, apparvero delle piccole lame sottili; più precisamente delle lame celate: di quelle che si legano attorno al braccio grazie a delle cinghie. In più era presente un putrido indumento da suora cristiana. Cheryl dovette camuffarsi in una novizia per poter arrivare al prete.
Prese tutto e, dalla pozza, il Dio Selvaggio fece comparire una nube nera dalla pozza prosciugata e, teletrasporto Cheryl a destinazione.
IL GIORNO DOPO: 31 ottobre ore: 21 e 14
Quando mise piede sul suolo britannico, un briciolo di ribrezzo comparve nel suo stomaco. Kala Norrigthon, sua madre, era originaria di queste zone inglesi. Cheryl ci aveva impiegato anni della sua vita per dimenticare quella pazza di suo madre, e tutta la sua ex-famiglia.
Tuttavia, era inebriata dal compito da lei affidatosi, in particolare, dalla ricompensa. Molte volte si era immaginata con il mantello e la maschera da uccello Serpentario. Se ci fosse riuscita avrebbe cambiato molte regole all'interno dell'accampamento. A cominciare dal rendere possibili ogni tipo di relazione, anche tra mentore e iniziato. Traza ne sarebbe stata contenta. D'altronde solo lo sciamano possedeva il diritto di farlo.
Si trovava in un vicolo di York e, da lì, poteva intravedere la chiesa di Sant'Andrea. Molto velocemente si tolse gli indumenti della tribù, si allacciò le cinghie delle piccole ma taglienti lame celate alle braccia, e indossò il vestito da suora novizia. Odiava quel completino bianco, e odiava anche non poter tenere i suoi lunghi capelli sciolti al vento, ma era disposta a tutto pur di uccidere questo "Father" Henry.
Poco dopo si diresse nella piazza della chiesa e raggiunse un gruppetto di suore, che erano intente ad accogliere un gruppo di uomini ben vestiti, in una limousine. Loro non considerarono la sua presenza. Bell'esempio che date!" penso tra sé e a sé. Cheryl ebbe come un sesto senso, riconobbe il prete; o meglio il Dio Selvaggio gli parlò a parecchi metri di distanza per la sua prima volta.
Sempre con le sue lame pronte per essere usate, sotto la veste da suora, seguì tutto il gruppo di persone; cercando di mantenersi ad una debita distanza. Fecero pochi passi insieme; il prete però si distaccò da loro per rimanere in una stanzetta con molti crocifissi appesi per le pareti. Cheryl strinse i denti e rimase lì con lui.
- Su vai sorella! Le tue consorelle hanno bisogno di te! – disse mentre l'aveva vista rimanere lì.
"Faccio una casa rapida. Li trafiggo il cuore e glielo tolgo in men che non si dica". Questo era il suo piano, non voleva rimanere un attimo in più là dentro.
E mentre tentò di attuarlo una suora la richiamò e la obbligò a seguirla. "La Figlia della Vendetta" era un fiume di rabbia. La fece allontanare dalla stanzetta e, lontano da occhi indiscreti, afferrò il velo della suora, azionò le lame e gliele conficcò nella schiena. Quando si mise in ginocchio, per l'ultima sua volta, le sgozzò la gola peggio di come faceva coi maiali.
Non ebbe tempo di nascondere la carcassa perché fu distratta da un tonfo provenire dalla stanzetta precedente. E con la veste da novizia tutta sporca di sangue ritorno alla stanzetta di prima e....
- No! Com'è possibile!! – sbraitò Cheryl alla vista del corpo di padre Henry a testa in giù, col cuore rimosso e, vicino a lui, una scritta che illustrava la parola" Nema".
Si avvicinò ad una porta scorrevole per vedere se ci fosse qualcuno nascosto lì dietro quando un secondo tonfo la fece girare. Da dove era arrivata vide una figura incappucciata girata di spalle. Da quel momento iniziò l'inseguimento. Chiunque fosse le aveva rubato il "serpente" e non solo l'aveva fatto nel modo in cui lei avrebbe dovuto assassinarlo. Non le era mai successa una cosa simile.
Inseguì la figura misteriosa per tutta la chiesa fino ad uscire fuori all'aperto. La rincorse sotto la pioggia battente fino a placcarla in uno dei vicoli di York. Mentre stava cercando di trattenerla; dal cappuccio vide dei capelli biondi sbucare dal cappuccio, ma quando cercò di girarlo con una mossa l'assassino riuscì a liberarsi. Provò ad inseguirlo ma fuggì molto velocemente.
Seguì le sue impronte nel fango sull'asfalto bagnato e lì vide un post-it sbucare fuori.
Lo so che mi stai odiando in questo momento. Per vendicarti viaggia fino in Tibet. Raggiungi la città di Lhasa. In questo momento fai parte di "Past the Rewind" una versione ampliata di "Undo".
Il post-it sporco di fango narrava queste parole.
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