ATTO 3: -"Tutti riuniti"pt.1-
ATTO 3
TUTTI RIUNITI
La città di Lhasa non era mai stata così affollata negli ultimi mesi. La polizia locale, a seguito delle norme vigenti, aveva dovuto effettuare controlli serrati: nelle dogane, nelle ambasciate, negli aeroporti, stazioni e porti. Le vie della città pullulavano di gendarmi armati pronti a sedare qualsiasi problema. Il Tibet essendo sotto giurisdizione della Cina doveva sottostare alle regole del governo cinese, che aveva visto questa affluenza di persone come un possibile attacco al sistema.
- è terrorismo! – esordì il leader cinese. – L'occidente vuole indebolirci. Siccome non hanno ancora attaccato; attaccheremo noi per primi! –
Lhasa situata a 3.650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu, è la principale città del Tibet, territorio dal 1950. Attualmente Lhasa è quindi la capitale della regione autonoma del Tibet ed era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama. Conta all'incirca 902.500 abitanti. Negli ultimi mesi aumentarono notevolmente.
Scelsi un antico monastero nelle montagne circostanti per far arrivare i numerosi partecipanti della mia competizione. Lo prelevai da un ordine di sacerdoti che cercavano disperatamente un proprietario; per non farlo chiudere definitivamente. Per mia fortuna tali monaci fecero un voto del silenzio: di loro potevo fidarmi.
A causa dei numerosi problemi con la legge cinese; dovetti assumere una milizia privata a pagamento: in poche parole mercenari. Erano dei tibetani non solo legati alla brama dell'ora, ma anche dal desiderio d'indipendenza dai loro oppressori. Ci furono parecchi scontri nelle zone limitrofe di Lhasa; per fortuna ne uscirono sempre vincitori, tutto grazie al mio conto in banca.
Feci arrivare i futuri concorrenti al monastero a gruppi di quattro persone, a volte anche di sei o di otto; per sottoporli ad una prova d'ammissione. Ovvero la "Prova dell'ardore".
Il gruppo di Ludovico, Briana, Trevor e Cheryl fu molto speciale per me. Lo rinominai il gruppo delle meraviglie.
TREVOR: "La smania di potere"
1° novembre ore 7:00 p.m.
Quando Trevor Milton arrivò davanti al monastero credette di essere stato preso in giro. Eppure, aveva seguito le indicazioni alla lettera: "Appena arrivi all'aeroporto addentrati nella città di Lhasa. Raggiungi il confine nord e, una volta lì, esci dalla città e prosegui verso le strade sterrate che conducono alle montagne. Non ti puoi sbagliare; vedrai un imponente monastero. Quella è la tua destinazione.
Il cacciatore di taglie ruppe qualche naso pur di ottenere le indicazioni correttamente, persino quelli dei poliziotti. Per questo motivo si fece conoscere anche dalle autorità cinese.
Ancora scettico decise di entrare in questa strutturata colorata, con molte statue orientali e molti gradini pietrosi coperti dalla neve." Che schifezza!" disse tra sé e sé.
Trevor infilò le mani nel suo cappotto termico dell'esercito canadese per ripararsele dal freddo. Pur essendo abituato a questo tipo di clima, Trevor si sentii per la sua prima volta nella vita a disagio e scoraggiato, per questa ragione s'incazzo ancora di più.
Arrivò davanti ad un enorme portone in legno al centro del monastero. L'uomo notò che era parecchio usurato: qualcuno lo aveva usato parecchie volte. Cercò di aprirlo ma senza successo. Provò a forzarlo a spallate e a calci. Nonostante l'esperienza non era più un ragazzino di vent'anni.
Rimase lì un'quarto d'ora per poi ricordarsi che nel suo zainetto militare aveva con sé delle dinamiti. Le fece aderire per bene in quel maledetto portone e accese le micce con l'accendino del suo sigaro.
"Boom!" Fece un botto talmente forte da far echeggiare tutta la vallata. Trevor credette che venisse giù tutto il monastero, ma la struttura non cedette.
- Adesso non fai più il duro eh! – riferendosi a quell'ostinato portone sputandoci sopra.
Finalmente dentro si accorse che era tutto buio. Tirò fuori il suo fido accendino per farsi luce. Per difendersi, da eventuali imboscate, estrasse una delle sette pistole che aveva nel cinturone: questa volta prese il suo revolver con la canna argentata.
Qualche passo più avanti si rese conto che nel pavimento vi era un gradino. Illuminando meglio vide una specie di altarino con uno specchio. - Che grandissima porcata! – disse ad alta voce.
Nel piccolo altare vi erano una croce, una caraffa piena di sangue e della carne sbrandellata. Sotto alla polvere c'era un pulsante con su scritto... "Come mi azioni?"
Istintivamente Trevor pigiò il pulsante con il pollice destro. Non accadde nulla. Tentò nuovamente ma nulla. Esasperato premette con molta più foga. Niente. Allora il cacciatore di taglie sparò con il suo revolver.
Il pavimento tremò. Trevor non ebbe neanche il tempo di metabolizzare. L'altarino scorse verso sinistra facendo precipitate l'uomo in un tunnel. E mentre scivolava giù per una discesa, Trevor tentò di frenare coi piedi inutilmente.
Atterrò su una morbida caduta: ovvero in una specie di vasca con all'interno dei cuscini di gomma.
- PORCA PUTTANA!! -esclamò furioso. Uscì dalla vasca e, successivamente, sparò nel tunnel dalla frustrazione.
Si accorse dopo che era finito in un vicolo cieco, in una stanzetta rotonda. Cercò invano un modo per uscire dal tunnel dove era scivolato giù ma fu tutto inutile. Rimase cinque minuti lì ad interrogarsi su come era finito in questa trappola. Quando era nell'esercito non era stato mai messo con le mani nel sacco.
Qualche minuto dopo apparve nella stanzetta rotonda uno schermo digitale dal soffitto, completamente fuori contesto. In pochi secondi si accese e mostrò una donna:
Benvenuto "tessitore del tempo". A nome mio e di tutta la mia compagnia ti diamo il benvenuto a "Past The Rewind", una versione più ampliata di "Undo."
Trevor non ci capii più nulla, ma rimase eccitato dalla bellezza della donna.
Speriamo che tu abbiamo avuto un sereno viaggio. La fatica ti ha condotto da noi e giusto che tu abbia una giusta ricompensa.
- La tua figa? – chiese Trevor.
Ora ti trovi nella sala d'attesa per affrontare la "Prova dell'Onestà". Guarda attentamente il monitor.
Nello schermo apparvero tre immagini tutta elencate da sinistra verso destra: La prima immagine raffigurava un distintivo di uno sceriffo, la seconda un pugnale e infine la terza una macchia rossa.
Scegli l'immagine che preferisci cliccandoci sopra.
Trevor ancora non stava capendo niente, tuttavia la cosa lo interessava lo stesso. Ci pensò per qualche secondo. Era indeciso tra il pugnale o la macchia rossa. Scelse il pugnale perché gli faceva venire in mente tutta la sua collezione.
Ottimo hai scelto il pugnale. Prossime immagini!
Questa volta apparvero immagini di persone, più precisamente di leader politici: Roosevelt, Hitler o Winston Churchill
Scegli il leader a cui t'ispiri di più.
- HITLER! Senza orma di dubbio! – urlò allo schermo.
Ottimo hai scelto Adolf Hitler. Prossime immagini!
Fu la volta di tre animali: una colomba, un lupo e un pipistrello. Trevor scelse il lupo.
Bene sei arrivato alle ultime immagini.
La quarta, ed ultima, serie di raffigurazioni mostrava tre figure mitologiche: il Pegaso, il Cerbero e Medusa. Il cacciatore di taglie non ne conosceva neanche una. Andò per estetica e dunque scelse il cane a tre teste, anche se era stato molto indeciso con la Medusa.
Molto bene. Ti ringraziamo per aver risposto con onestà. Adesso guarda davanti a te.
Di fronte a sé apparve una porta fatta con la pietra. Non appena Trevor Milton s'avvicino quella si aprì. La voce della donna gli disse di entrare nella stanza successiva.
BRIANA: "La smania della curiosità"
1° novembre 11:43 a.m.
Il giorno prima...
Fu tutto un susseguirsi di nozioni scioccanti per la nostra giovane donna di Ezé. Briana, col passare degli anni, credeva di averle sentite di ogni sul conto dei coniugi Collins. Aveva udito del possibile adulterio della madre Ada con un altro uomo, quello di Dorian con una donna neomaggiorenne, di conseguenza alla separazione e, per finire, ad una presunta violenza domestica. Una più falsa dell'altra. Tuttavia, la diceria che aveva appesa sentito raccontare dalla domestica Claire, non riguardava il loro il matrimonio; ma bensì loro affari loschi.
Se c'era un valore, che i loro genitori avevano sempre insegnato alla loro numerosa prole, era quello dell'onesta soprattutto nell'ambito economico: come dovrebbe fare qualsiasi banchiere. Finanziare attività criminali della Provenza fu, per Cheryl, una cosa inconcepibile. "Erano veramente messi così male mamma e papà?" aveva chiesto a Claire dopo essere sfuggiti dai loro aggressori. La domestica rispose di sì.
Il loro viaggio non fu altrettanto semplice. Dopo aver abbandonato villa Collins furono inseguite da quei loschi tizi. Claire non poteva rischiare di condurli dagli membri della famiglia. Dopo una serie di speronamenti dovette cambiare strada. Briana dovette avvisare zio Luthford di non aspettarle e di incominciare ad andare via; lui sapeva già dove sarebbe dovuto andare.
Arrivò una videochiamata sul cellulare di Briana. Claire più volte le ordinò di non rispondere, ma il telefono continuava a squillare ininterrottamente. La giovane donna, esausta, commise l'errore di rispondere.
Briana Collins sei stata scelta per "Past The Rewind" una versione ampliata di Undo. Lo scanner ti ha rilevato e dunque sei iscritta. – era una donna sconosciuta, molto ben vestita, a chiamare.
- Che significa? – Aveva chiesto alla domestica mentre si erano fermate con la macchina in una stradina di campagna.
- Non spetta a me spiegartelo. – aveva risposto. Claire prese il suo cellulare e telefonò il signor. Collins che, dopo diversi minuti, rispose.
- Oh Claire grazie Dio hai chiamato, eravamo preoccupati! Come stanno i miei figli? –
- Stanno bene. C'è solo un problema con Briana. –
Le passò il telefono così che Briana potesse parlare con suo padre.
- Papà dove sei? Che significa tutto questo? Cosa vuol dire che sono iscritta a "Past the Rewind?" E soprattutto che cos'è? – Briana in tutta la sua vita non lo aveva così tanto tempestato di domande, per sanare la sua curiosità.
- Non può essere vero! No! Non lo permetterò! – Dorian Collins stava trattenendo le lacrime.
- Papà che sta succedendo ti prego parlami! – Briana pianse dalla preoccupazione.
- Ascoltami bene tesoro! Non permetterò mai a niente e a nessuno di farti del male. Sappilo questo! – il padre si fermò qualche secondo e poi parlò. - Dovrai partecipare a questo Past the Rewind. –
- Ma sei impazzito? – lo interruppe Claire dopo averlo udito.
- Ci sono tre milioni di dollari in palio. Ci aiuterebbero molto nella nostra condizione attuale. –
- Non spetta a lei farlo Dorian ma ti sei bevuto il cervello! – lo rimproverò la domestica.
- Claire silenzio! Lo so bene che avremmo dovuto partecipare o io, o Franklin, ma ormai è stata riconosciuta lei come Collins. Cosa che tu avresti dovuto impedire serva! – sbraitò Dorian Collins
- E che cosa dovrei fare? – chiese Briana dopo che si era ripresa dal pianto.
- Partecipa alla competizione e cerca di vincere il tre milioni, aiuteresti la tua famiglia. – poi suo padre ebbe dei ripensamenti. – Farò tutto il possibile di tirarti fuori da lì. Per il momento non abbiamo altra scelta. Il tempo stringe. –
Briana stava impazzendo non aveva mai sorbito così tante nozioni tutte insieme. Era comunque disposta a partecipare a questo "Past The Rewind", pur non sapendo di che competizione si trattasse.
Claire non sapeva nulla, sapeva solo che si poteva rischiare di morire, o farsi molto male. Solo allora Briana ebbe dei tentennamenti. La domestica pur avendo dei dubbi obbedì a suo padre e la condusse in aeroporto. Prossima destinazione Tibet.
- Ti voglio bene Briana. Ti tirerò fuori da questo casino. È una promessa! – giurò Dorian Collins.
1° novembre
Dovettero attrezzarsi per il clima del Tibet, comprando delle giacche consone non appena atterrate alla città di Lhasa. Claire andò con lei, non voleva assolutamente lasciarla sola a costo di partecipare anche lei alla competizione. Zio Luthford era coi i suoi fratelli e sorelle in una proprietà di famiglia in Germania, nei pressi di Monaco di Baviera.
Per tutto il viaggio Briana s'interrogò ancora su tutto; tormentando Claire con domande la quale non aveva risposta: "Come erano venuti a conoscenza di questa cosa?"," Di che cosa si trattava?" "E perché proprio lei?". Era veramente disposta a farsi del male pure di salvare la sua famiglia? A questa domanda la domestica rispose...
- Assolutamente no! Non sappiamo a cosa vai incontro. Potrebbe essere qualsiasi cosa: un gioco stupido da malati, oppure semplicemente una presa per i fondelli. –
Tuttavia, non aveva scelta per scoprire di cosa si trattasse, doveva raggiungere la città di Lhasa era l'unico modo.
Arrivò un messaggio sul cellulare di Briana; dove vi erano scritte delle indicazioni: Appena arrivi all'aeroporto addentrati nella città di Lhasa. Raggiungi il confine nord e, una volta lì, esci dalla città e prosegui verso le strade sterrate che conducono alle montagne. Non ti puoi sbagliare; vedrai un imponente monastero. Quella è la tua destinazione.
Claire affittò una macchina in modo da potersi muovere comodamente nella città. Briana rimase affascinata del luogo in cui si trovava; le sembrava di essere finita in un fumetto, per via della diversa moltitudine di colori. Aveva sempre sognato di visitare questo tipo di città, e differenti culture diverse; ma ovviamente in circostanze migliori.
Quarantacinque minuti dopo, faticati, arrivarono a destinazione. Claire proseguì su una salita sterrata, una volta conclusa, si fermò vicino al portone del monastero.
Scesero dalla macchina e s'avvicinarono. La domestica provò ad aprire il portone, dunque si fece aiutare da Briana. Insieme riuscirono ad aprirlo.
Sbucarono in una maestosa sala illuminata dalla luce del giorno. Il suo interno era molto trasandato col passare del tempo, ma comunque ben conservato. Al centro della sala c'era un gradino e, a seguire, un altare. Sopra a d'esso c'erano uno specchio, una croce, una caraffa piena di sangue e della carne sbrandellata. Briana si schifò. Sotto alla polvere vi era un pulsante con su scritto... "Come mi azioni?"
Briana pigiò semplicemente ma non accadde nulla. – Prova tu! – disse a Claire. La donna pigiò con riluttanza.
- Avanti andiamo via! Stiamo solo perdendo tempo! –
- Aspetta un attimo! – Briana non volle sentir ragioni, voleva andare fino in fondo a questa storia.
Successivamente il terreno tremo e poi un rumore stridulo, proveniente dallo specchio, fece tappare le orecchie ad entrambe. Claire si scansò lontano dall'altare, mentre Briana rimase lì.
Poco dopo il pavimento, dove c'era l'altare, si aprì e Briana scivolò giù in un tunnel. – Briaaanaaaaaa! – gridò Claire. Cercò di gettarsi nel buco ma si chiuse in men che non si dica.
In "fondo" ci era arrivata ma non come voleva lei. Cadde violentemente su una vasca piena di cuscini di gomma.
- Claire!!! Claire!!!- gridò e cercando di risalire nel tunnel. Era impaurita e sola, cercò in vanamente di tornare dalla sua amica.
Un monitor comparì dal soffitto e, da esso, riapparve la stessa donna ben vestita della videochiamata.
Prima di Trevor anche Briana dovette affrontare la "Prova dell'Onestà". Anche lei apparvero le quattro sequenze d'immagini. Ancora terrorizzata, dalla situazione la quale si era cacciata, cercò di rimanere lucida e di rispondere onestamente.
Come prima immagine scelse il distintivo da sceriffo. Poi scelse Churchill, per via delle sue origini inglesi. La terza immagine scelta fu la colomba e, per concludere, scelse il Pegaso. Tutte scelte differenti da Trevor.
Non appena ebbe finito apparve un portone in pietra. Briana lo attraversò sperando che quella fu la via d'uscita.
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