ATTO 1 - "Festa sfrenata"-


                                                                        "Così distanti ma così vicini"

Modalità ON

- Perché non stai ancora con qualcuna? -  pronunciò la bellissima ragazza della classe domandò a --------. Erano con lui al telefono a soli pochi metri di distanza.

- Non ho trovato ancora nessuno nella mia vita.. - rispose ------

- Come possibile un bel ragazzo come te, le ragazze sicuramente farebbero la fila per stare con te. – aggiunse la ragazza

- Mi stai chiedendo di scopare? –

- Vedi sei anche intelligente come fanno le ragazze a non prenderti subito. –

- Sono d'accordo. Lo facciamo adesso? – chiese ------ gioioso e pieno di eccitazione, il suo cuore tambureggiava.

- Dopo la discoteca. Prima balliamo, ci strusciamo un po', limoniamo e mi offri una Tequila. –

- Sono tutto tuo dolcezza! –

- Sarà divertente vedrai. – la femme fatale Helen Anderson concluse la telefonata così.

 La seducente francesina, nata e cresciuta a York, aveva scelto proprio ----- per divertirsi e magari iniziare una relazione fissa con il nostro fortunato ------.

- Con chi parlavi al telefonooooo? – gridò Kevin De Santa che era in balia della sbronza.

- Weiiiiiiiii non c'è bisogno che gridi se stiamo attaccati. –

- Bro! Che hai paura del Coviddi guarda che siamo tutti vaccinati qui altrimenti come andiamo al diciottesimo!? A proposito ce l'avete tutti il Green Pass? Altrimenti non entrate stasera? – Kevin della 4°C era molto attento a queste cosa a causa della sua famiglia di medici.

- Certo che ce l'abbiamo. – rispose Yuri Carlson della 5°G – Perché noi siamo SI VAX! E SI GREEN PASS!!!- tutti i componenti di questa serata si unirono in coro.

- Allora ------- con chi parlavi?? Era la tua mammina devota a Dio che stava imprecando?! –

- Smettila! Lei lasciala con i suoi rosari, stavo parlando con Hélen. –

- Helen chi cazzo è Helen? –

- Helene Anderson geniaccio! –

- La francesina? Ma se si trova a mezzo metro da te. In questo momento è intenta a parlare con la vostra compagna Jessie Vincent.

------ ignorò Kevin per un attimo intento ad ascoltarla.

- Che ha detto? – chiese la ragazza metallara che la settimana scorsa ha ingerito un peperoncino intero per una scommessa di 50 sterline.

- Ha accettato di scopare dopo la festa!!! –

- Bene, molto bene!! Me lo farei io quel manzo alto, snello, moro e molto dotato. –

- E tu come lo sai? – chiese insospettita Helene.

- L'ho visto in mutande negli spogliatoi prima dell'ora di ginnastica. –

- Sei troppo top sister!! – Le due si diedero il cinque e si scansarono dal gruppo.

...... era tutto un fuoco non stava più nella pelle, voleva che il tempo volasse il più in fretta possibile per potersi a pieno il suo momento.

- Quindi stavi parlando con la francesina super figa: bionda, con gli occhi verde smeraldo e con i capelli liscissimi più belli al mondo? Forse sto sognando dammi un pizzicotto se è vero. ------- gli diede un coppino al suo amico per farglielo capire meglio. – Fuck! ----- sei troppo un bomber tutta la scuola t'invidierà. Devo darmi da fare allora stasera. –

- Sì, ma sia chiaro Helene e mia e di nessun'altro. – precisò il nostro protagonista

- Tranquillo è tutta tua. Io punterò a Samantha della 1°Z.

- Samantha? Perché non Jessie? Così potremo fare delle uscite a quattro.

- Chi? La peperina? A quella brucia ancora la VAGIAIGIA dopo che si è ingerito quel peperoncino gigante. Meglio di no altrimenti me lo scotto.

------- rise a crepapelle.


Dieci minuti dopo.

I nostri festaioli giunsero alle porte del Tequila Là il locale più esclusivo di York, che dopo la riapertura al 100% delle discoteche, si accingeva nella sua riapertura. Tutta la movida della città inglese aspettava con in trepidazione la festa di ripresa. Per fortuna il locale poteva ospitare tutti i quanti era un lussuoso spazio di tre piani con ognuno un bar e un Dj set, ovviamente nelle campagne distanti da York.

Inoltre, era una doppia festa: era anche il diciottesimo di Dana Fox della 5°A. Dana era la figlia del proprietario, un PR quarantenne con l'animo giovane, grazie a lui entrammo tutti gratis fatta eccezione della consumazione.

La fila era molto lunga l'eccitazione di ------- era al massimo voleva troppo unire le sue labbra a quelle di Helene. Arrivati a pochi passi dall'ingresso un buttafuori riconobbe Dana e, per questo motivo, ci fece scavalcare la fila rimasta destando dissapori in chi ci precedeva.

Dopo averci comunque controllato il green pass eravamo finalmente dentro. Ci recammo a dare le nostre giacche ai guardarobieri e loro ci diedero un post-it con su scritto il numero. Noi salimmo al terzo piano, ovvero le prive, Dana aveva pensato a tutto per la sua festa di maggiore età.

La musica era al massimo ma tutti erano talmente sbronzi da non rendersene conto. Ci buttammo subito nella pista. Helene non perse tempo, prese la mano di-------- e se la mise nella sua spalla e poi incominciò a strusciarsi su di lei. Le mutande del nostro eroe si erano gonfiate subito e la nostra femme fatale se ne accorse subito e per questo motivo emise un gemito di godimento. ------ mise le sue mani nelle sue maniglie dell'amore infilando le dita nella sua calza a rete nera metallara, prestatosi sicuramente dalla sua amica Jessie.

Il ritmo li pervase, e ----- era felice. Non aveva più rapporti intimi con una ragazza da un sacco di tempo. Nonostante la gioia subentrò un po'di ansia da prestazione nulla che non poteva gestire. Helene invece non ebbe alcuna paura o esitazione.

Fox mise una canzone molto bella che, ad entrambi, piaceva molto: Marea di Madame una giovane cantante italiana che stava riscontrando molto successo in tutto il mondo dopo il Festival di Sanremo:

Mama, liberata dal karma
Calipso, fai l'alta marea (marea)
A sud nelle tue labbra
Foresta, caligo, marea (marea)
Liberata da rabbia
Calipso, fai l'alta marea (marea)
A sud nelle tue labbra
Foresta, caligo, marea

Ma-ma-ma-ma-marea
Ma-ma-ma-ma-marea
Ma-ma-ma-ma-marea
Marea, marea
Ma-ma-ma-ma-marea
Ma-ma-ma-ma-marea
Ma-ma-ma-ma-marea
Marea, marea

Suid van jou liggaam

Sarò, sarò come non immaginavi
Sarò rose e spine sui fianchi
Sarò ghiaccio е vino, e tremerai, trеmera

Resta nei miei sogni, amore, non uscire mai
Resta fantasia e non darmi modo di averti
Resta nei miei incubi quando te ne andrai
E non tornare mai, mai, mai

Era il momento ------ non resisteva più. -Baciala adesso ora o mai più!!- si disse. Già dal primo ritornello non riusciva a staccare il suo sguardo dai suoi occhioni color smeraldo. Fronte e naso erano appicciati, lei continuava a muoversi in modo sexy e lui l'accoglieva al meglio delle sue forze, fregandosene altamente della mascherina o del distanziamento sociale. Al termine della canzone, sotto gli occhi di tutti e illuminati dalle luci della sfera... --------- inserì la sua lingua nella bocca morbida e soffice della francesina. La fece roteare sulla sua lingua. Helene socchiuse gli occhi e si lasciò trasportare in una magia che non si dimenticò tanto facilmente. Andarono avanti per parecchi minuti. Fu un dare avere come nella boxe prima colpiva lui e lei rispondeva ancora più forte. Helene mise una mano nei suoi capelli mori, e lui le mise nella nuca accarezzando leggermente i suoi capelli liscissimi.

- Grande -------- falla secca!!! – disse Kevin avvicinandosi a loro ma entrambi lo scansarono via.

I wanna be your slave
I wanna be your master
I wanna make your heartbeat
Run like rollercoasters
I wanna be a good boy
I wanna be a gangster
'Cause you can be the beauty
And I could be the monster
I love you since this morning
Not just for aesthetic
I wanna touch your body
So fucking electric.........

Furono I Maneskin a far staccare i due quasi innamorati. La bocca di -------- era sporca del rossetto nero di Helene ma lei gliela pulì con il pollice facendoselo leccare.

- Hai sete? Vuoi qualcosa da bere? – gli chiese --------

- Certo gnocco ho la bocca asciutta. – Il protagonista le prese la mano e si fece spazio tra la ressa di gente che si baciava e ballava sulla pista. Quando arrivò al bar si fece dare un Tequila, come aveva richiesto la signorina, e per lui una vodka redbull; aveva bisogno di energie sarebbe stata una serata molto movimentata. Il Tequila era gratis per stasera ma non poteva fare una brutta figura davanti ad Helene, da quale galantuomo che era lo pago lo stesso. Lei per ringraziarlo gli diede un leggero bacio a stampo.

I due ragazzi si sedettero sui divani lussuosi della zona fumatori che si trovava sulla terrazza del Tequila Là e, nonostante la sbronza, parlarono del più e del meno; le classiche cose di cui parlano due sedicenni: scuola, verifiche, interrogazioni, professori, famiglie e di che cosa volesse fare da grandi. Hélen voleva intraprendere la carriera di cantante, difatti la sua voce incantava chiunque l'ascoltasse. ---------- invece voleva diventare un calciatore possibilmente giocare o al Chelsea o il Liverpool. La francesina ne rimase stupefatta.

Passarono due ore da quando erano arrivati al locale per ------- il tempo stava passando troppo velocemente. I due giovani erano talmente affiatati che decisero che era il momento. Proprio quel momento. Il momento che ogni sedicenne spera di avere. Per -------- era la seconda volta per Helene sicuramente la decima o la ventesima.

Nuovamente sotto gli occhi tutti e i commenti delle persone della scuola uscirono, mano nella mano, dal Tequila Là. Hélen conosceva un posto perfetto per appartarsi distanti dagli occhi indiscreti. Attraversarono le campagne del North York Shire sotto la luna piena e le stelle luccicanti del cielo inglese. Helene lo condusse in un fienile abbandonato in boschetto oscuro distante dalle strade principali. I due piccioncini aprirono la porta rotta e salirono le scale traballanti del fienile e salirono in una stanza con la parete rotta, che gli permetteva di ammirare le campagne incontaminate di York. Potevano udire il frastuono del Tequila Là in lontananza il ché rendeva l'atmosfera più magica. - è bellissimo qui! - --------- rimase a bocca aperta dalla meraviglia che stava ammirando. Si girò per condividere con lei questa bellezza ma ------ ne vedi un'altra. Helene aveva preparato un letto di paglia molto grazioso ed era senza la canotta che indossava prima. Era rimasta solo con la calza rete dove prima aveva infilato le dita, quell'istante gli rimase nella memoria in tutta la vita, questa volta il tempo passava molto lentamente passava molto lentamente e "L" voleva viversi ogni attimo.

- Je suis à toi Ludovico... - gli disse la bellissima francesina sussurrandoglielo.


 Il cellulare, quel dannato Nokia degli anni '90 suonò proprio in quel momento. Per Ludovico fu una doccia fredda. – Non ora cazzo! No, porca puttana non adesso devi riaddormentarmi subito!! – imprecò facendosi sentire da tutto il vicinato. Vedendo che non riusciva ad addormentarsi, e la musica assordante del telefonino che gli entrava in testa, pronunciò delle parole che alludevano alla venuta del Signore. Se solo la sua madre devota potesse sentirla, solo che adesso, non viveva più con lui. Dalla frustrazione fece cadere il Nokia giù dal letto a castello, esso però non si ruppe. Il dispositivo suonava ancora, non era la sveglia però era la suoneria. Qualcuno lo stava chiamando. Si sistemò l'orologio sul polso e lesse... - Le dieci e mezza. Fuck!! – gridò fortissimo giacché il vicino di sopra diede dei colpi sul pavimento. Non era ancora in ritardo ma poteva esserlo se non si sbrigava, e se succedeva un'altra volta il capo lo licenziava.

Il suo turno iniziava alle 11 e 45 se si sbrigava ce la faceva. S'affretto a scendere le scale del letto a castello raccolse il telefono e rispose. – Pronto? – chiese sapendo già di chi si trattasse. – Ludo dove cazzo sei!? Il capo non è ancora arrivato se alle 11 e 45 non sei qui lo sai che ti licenzia stavolta. Come paghiamo l'affitto se non lavori? – era proprio il suo coinquilino e amico Kevin De Santa, l'amico sbronzo del sogno.

-Lo so Kevin ma non mi sono svegliato in tempo!! – rispose mentre si infilava la maglietta.

- Sbrigati! Non ho voglia di essere sfrattato per colpa tua. –

- Mi sto muovendo adesso arrivo!! – Ludovico riagganciò il telefono e se lo mise in tasca ma si rese conto che non aveva i pantaloni. Si mise a rovistare nell'armadio in cerca di pantaloni puliti, la sua parte di armadio era tutta in disordine. Mentre prese il primo paio di pantaloni si accorse che le sue mutande era sporche davanti di...ehm...beh... ci siamo capiti. Corse verso il minuscolo bagno si tolse le mutande e le mise in lavatrice insieme alle centinaia di panni sporchi suoi e del suo coinquilino. Si mise nel bidet e si pulì il membro maschile. Dopo che si asciugò prese un paio di mutande pulite che stavano asciugando sul termosifone. Erano ancora umide ma erano le 11 e 33 non c'era tempo. S'infilò finalmente i pantaloni, prese una maglietta sudata sulla doccia e se la mise. Mise le scarpe senza calze, quando si mise la seconda però ruppe dalla fretta i lacci. – Cambio! – gridò lanciandole via. Prese un paio di scarpe di Kevin anche se le stavano strette, i suoi piedi erano più piccoli rispetto ai suoi.

Uscì di casa prese le chiavi della sua vespa, che aveva dimenticato nel porta ombrelli ieri sera e chiuse il monolocale con quelle di casa. Scese le scale come un treno finendo per cadere sui piedi della portinaia, era scivolato sul pavimento bagnato così si procurò un taglietto sulla fronte – Mr. Masini questa volta la faccio sbattere fuori. Ci può contare! – Ludo ignorò la sua minaccia rispondendo così – Il pavimento si lava la mattina presto! – e lei rispose- Allora il pavimento lo lavo quando lo dico io! – (cit.)

Alle 11 e 35, arrivò in cortile e salì sulla sua vespa blu, mise le chiavi e parti ma una forza lo tratteneva. – Cazzoooooooooo!!!!!!! - Si era dimenticato di slegarla al palo dove l'aveva parcheggiata e in più le chiavi del lucchetto. Decise di ricorrere ad un metodo obsoleto, non prima di essersi messo il casco che era sul manubrio, quello di accelerare. Spinse il più possibile sull'acceleratore, in meno di tre secondi lo sradico lasciandosi alle spalle il lucchetto e una coltre di fumo.

11 e 37: Era per le strade di York andando a tutta mirra, non rispettando nessuna precedenza e il codice della strada per evitare i semafori, invece, prese le viuzze strette sbucando nelle strade principali. Ludovico credette veramente di ricevere una multa.

11 e 42: Li mancava solo 1 km per arrivare a destinazione ovvero il mercato. A un passo dalla sua destinazione trovò un inghippo e gli restava solo tre minuti. Un pullman stava rallentando il flusso del traffico. Decise di intraprendere una missione suicida. Infilarsi nel lato sinistro della strada ovvero il lato opposto per superare il pullman e girò allo svincolo sempre a sinistra. Questa comportava farsi molto male, perdere la vita e dunque andare in contromano, oppure, il licenziamento e non potersi mantenere l'affitto: quest'ultime era gran lungo peggiori per il nostro pirata della strada.

11 e 43: Era il tempo di prendere una decisione. – O la va o la spacca! – urlò premendo sull'acceleratore. Adesso era in contromano le macchine suonavano il clacson e dai finestrini volarono insulti della peggior specie, riuscì a deviare tutti. Superò la macchina che stava proprio dietro al pullman quando si accorse che un camion gli restrinse la strada. Il camionista inchiodò leggermente. Ludovico riuscì a deviarlo in tempo ma andò a strusciare il braccio destro sul pullman. Un rivolo di sangue fece compagnia a quello sulla fronte. L'autista gli urlò: - Maledetto ragazzaccio!! - .

11 e 44 e 30 secondi: Una volta presa la strada a sinistra vidi a pochi metri il mercato e intravide il banco di cianfrusaglie d'antiquariato di Mr. Sheppard. Vide anche Kevin intendo a vendere la merce molto nervosamente. Ludo fece gli ultimi metri più veloce della luce, prima di partire però cercò di non farsi vedere da occhi indiscreti per evitare che i clienti dicessero tutto all'irascibile Mr. Sheppard. Sgasò il motore e ......

11 e 45: - Dico mai sei impazzito?!!- Ludovico era arrivato aveva inchiodato all'ultimo ma così facendo ingolfo il motore della vespa. – Che diamine ti dice la testa? – Kevin era su tutte le furie.

- Sono arrivato in orario. Si contento almeno!! – rispose Ludovico togliendosi il casco

- Potevi ammazzarti. Ti sei reso conto che ti sanguina la fronte e il braccio!!!! –

- Perspicace Kevin. Davvero perspicace. –

Il giovane ragazzo italiano nato a Firenze trasferitosi a York con alla famiglia all'età di sette anni, col tempo si rese conto che il capoluogo della North Shire incominciava a stargli stretta. Dopo essersi fatto espellere dalla scuola superiore, per molteplici ritardi e assenze e soprattutto per essersi reso protagonista di una rivolta studentesca ai danni del suo istituto; capitanata da un facinoroso compagno di classe che venne successivamente arrestato e rinchiuso in penitenziario minorile. Ludovico la galera se la evitò per puro miracolo e nel vero senso della parola. Father Henry, il parroco della chiesa centrale di York, alzò la cornetta del telefono della sua sacrestia e fu rilasciato dalla polizia. Il giovane prete inglese godeva di un gran consenso in tutta la contea persino dalle forze dell'ordine, per via delle sue opere di bene. La devota mamma di Ludovico, sua perpetua, ebbe un ruolo da protagonista in questa raccomandazione, se così possiamo chiamarla. Ludovico non era un criminale, neanche lui si credeva tale. Credeva fermamente in alcuni ideali anarchici e rivoluzionari, cambiare il sistema e la società di adesso che stava schiacciando i giovani.

Il lavoro al banco d'antiquariato del mercato di York era il suo riscatto. Un modo per ricominciare e per riassettarsi e tornare sulla retta via. Così l'aveva definita Father Henry che era stato così generoso a donaglielo, le male lingue però credeva che il parroco avesse pagato Mr. Sheppard per concederglieli il lavoro, anche Ludovico lo credeva ma non lo diceva in giro. Quello che doveva fare era semplice ovvero: sorridere, illustrare gioielli, collane, anelli, medaglioni, orologi e i loro prezzi. A renderlo ancor più facile erano i clienti che lo evitavano. I trascorsi di Ludovico era argomento di tutti, la mamma perpetua aveva paura di uscire di casa per andare in chiesa a causa dei commenti sgradevoli riferiti a suo figlio. Aspettavano di essere serviti dal suo collega Kevin. Piuttosto facevano la fila che essere serviti da lui. Qualche volta i pigri si facevano servire ma stavano il minimo sindacale per non dover incrociare lo sguardo con un pericoloso criminale. Siccome in pochi lo consideravano riusciva a rubare qualche sterlina in più dalle sue sette concesse all'ora su otto lavorative e anche qualche gadget: ultimo era un braccialetto d'oro con un cuore inciso al centro. Tanto quell'idiota di Mr. Sheppard non gli importava nulla di questo banco.

Raramente qualche cliente era gentile. Qualche anziano conosceva la sua storia e dunque gli lasciavo un po' di mancia ma di certo non lo crocifiggevano come certi cristiani di Padre Henry facevano." Tutti meritano una seconda possibilità anche i peccatori... – continuava a ripetere durante le sue omelie quando la mamma lo obbligava ad andare in chiesa quando era piccolo. "Maledetto ipocrita! – continuava a ripetersi quando pensava a queste cose. Non solo anziani erano gentili con lui ma anche alcune ragazze che gli facevano gli occhietti dolci dinnanzi ai suoi capelli mori e il suo viso pulito che trasmetteva sicurezza e determinazione, aldilà di tutte le cattiverie che si sentiva dire.

Una di queste era proprio lei, la ragazza del sogno: la francesina Helene Anderson ed era tale e quale a come l'aveva sognata. Era la quarta volta che la vedeva. Veniva frequentemente perché le piacevano i braccialetti e i medaglioni antichi. Rivederla oggi, dopo quel sogno, lo rese ancor più felice. Qualche volta aveva fatto due chiacchierare ma molto velocemente date le circostanze. Oggi disse semplicemente... - Quanto costano questi medaglioni del 1940? - Dopo averlo salutato ovviamente. Nulla di speciale. Speciale però era il modo in cui lo disse. Era piena d'affiatamento, calore e gioia.

- 4 sterline. – rispose Ludo mentendo voleva farle pagare il meno possibile dato che ne costava 12.

Lei non ci credette ma sorrise. Non lo comprò era solo per curiosità. Ancora qualche parola e lo salutò con affetto. C'era chimica tra i due in modo inspiegato e per così poco. Quelle poche parole erano un balsamo per le ingiurie, sguardi cattivi che riceveva dalle altre persone. Un colpo di fulmine? Forse. Ludo lo sperava con tutto sé stesso.

- 4 sterline??! È proprio vero tu sei tutto pazzo. –

Ludovico ignorò il commento di Kevin.

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19 e 45:

Le otto ore di lavoro giornaliere era stato completate. Era riuscito ad incassare quindici sterline regolari, rubate invece ne fece quindici. Persino Kevin, che faceva tanto il professionale, se ne intascò un paio. In qualche modo dovevano pur pagare l'affitto. Sbaraccarono tutto e misero tutto nel furgone di Sheppard che li aveva raggiunti. Era l'autista del capo: il russo taciturno Ivan, un soldato radiato dall'ordine finito a fare il galoppino di un'inglese. Se ne andò non appena finimmo senza dire una parola.

Il motore della vespa di Ludovico era fuso dovette spingerla mano fino a casa. Kevin prese il suo scooter e iniziò ad andare. Ormai era buio, in autunno il buio arrivava a presto; l'aria iniziava ad essere fredda in Inghilterra per giunta l'inverno era praticamente alle porte. Aprì il sedile della vespa e prese una felpa per coprirsi dal freddo.

Rimase di fianco al bordo del marciapiede per trascinare la sua Vespa: regalata da suo padre che veniva in Perù con un'altra famiglia. Lo sentiva due volte all'anno su Skype a Natale e al suo compleanno. Ci teneva alla sua vespa ma non aveva soldi per sostituire il motore bruciato avrebbe dovuto chiedere un anticipo a sua madre cosa che non voleva assolutamente fare.

A pochi passi dalla sua casa, nella periferia di York, vi era una anziana donna in difficoltà con le buste della spesa. Ludovico decise poggiò la vespa sulla parete e la aiutò.

- Signora dia a me! Dove abita che la aiuto? – l'anziana donna indossava un velo sulla testa e da essa fuori usciva una ciocca di capelli bianchi, aveva il volto rugoso, il naso grosso e la bocca sdentata. Ella le fece un sorrise e Ludo ricambiò.

- Ti ringrazio giovanotto ma sto aspettando mia figlia che mi viene prendere. Arriverà tra pochi minuti... -

La vecchina per ringraziare la generosità di Ludovico gli diede una sterlina e un cartoncino di carta. Ludo si accorse che sul dorso della mano aveva una cicatrice con una forma strana: un cerchio e una forma strana all'interno, sembrava un fiore o una stella. La signora lo salutò e si mise ad aspettare sotto il portone. – Buffo davvero buffo! – pensò Ludovico quando riprese la vespa e la parcheggio nel cortile di fianco al palo abbattuto.

Rientro in casa. Kevin stava dormendo. Il giovane ragazzo italiano cercò di non fare rumore. Entrò nella doccia per darsi una pulita e per ripensare a tutto quello che gli era capitato oggi. Quel bellissimo sogno che adesso sperava di riprendere da dove era rimasto, alla sua vespa e a soldi che avrebbe dovuto rimediare, a Helene e al puro caso di averlo incontrata proprio oggi. Dopo essersi asciugato e vestito si appoggiò alla finestra per contemplare quello cartoncino che gli aveva dato l'anziana e buffa donna. – Mah gli anziani! Sono sempre imprevedibile- disse. Girò il cartoncino e li vi erano impresse due lettere una "D" e una "W" tra la due lettere, e dopo la W, c'erano impresse altre lettere ma esse erano come offuscate impossibile da leggere. Ludovico guardò fuori dalla finestra e vide la vecchina dall'altra parte del marciapiede intenta a guardare il nulla. Il sedicenne chiuse la tapparella e si coricò nel letto ripensando a dove era rimasto con la francesina Helene Anderson.

Modalità OFF:

Rieccomi vi piaciuto questo primo capitolo? Vi piaciuto questo personaggio? La testa calda di Ludovico ma un super romanticone? E la sua "storia" con Helene? Il thriller arriverà più fitto tra qualche capitolo non vi preoccupate. Spero che abbiate apprezzato soprattutto le citazioni e la mia scelta di non svelarvi subito il nome del protagonista, un po' come fece Quentin Tarantino in "Kill Bill". Buon viaggio e buona continuazione.



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