Buon pomeriggio!
Da questo momento in poi i capitoli non sono più revisionati e non sono MAI stati pubblicati. Vi prego di segnalare qualsiasi errore e di dirmi le vostre impressioni. Pubblicherò due volte a settimana, il martedì ed il venerdì, forse tre, dipende dagli impegni che avrò. Inizia una parte molto calda della storia. Buona lettura!
RESIA
«Sei terribile» mi apostrofa Diana allegra, mentre Giulio sghignazza divertito.
Begli amici! Stiamo giocando a bowling, sono ultima in classifica e non potrei ribaltare la mia posizione neppure con un miracolo. È il quarto turno e ho colpito solo tre birilli, la palla si ostina a sfilare lateralmente.
«Sì, sei proprio negata» rincara la dose Mattia, dandomi un buffetto sul sedere.
Ora è il suo torno, e, nonostante non abbia mai giocato, svetta sul podio insieme a Federico.
«Grazie tesoro, sempre dolcissimo e comprensivo» replico, sarcastica.
È un po' che uso epiteti dolci, lui invece continua a chiamarmi per nome. Queste moine non fanno proprio per lui.
«Per te questo e altro.»
Mi sfiora le labbra con un bacio casto. Sa bene che non amo smancerie in pubblico e quando siamo con i nostri amici è molto frenato. Diana e Federico al contrario non si fanno nessun problema, pomiciano in ogni angolo. Si sono fidanzati la scorsa settimana e sembrano due sanguisughe.
«Muoviti squalo» lo scimmiotta Francesco, al penultimo posto.
Anche lui è una schiappa, proprio come me. È la seconda volta che esce con noi, lui e Giulio ormai sono diventati inseparabili.
Mi avvio verso il divano sul retro della pista, dove servono un aperitivo per i concorrenti.
«Adoro ufficialmente questo nomignolo» li assecondo, divertita.
Gliel'hanno affibbiato dal disastroso pigiamalcol, Mattia increspa sempre la fronte quando lo appellano così e mi piace troppo quell'espressione torva.
Anche ora, grugnisce senza ribattere alcunché, poi prende la palla e avanza sulla pista con nonchalance, mettendo a segno un altro strike. Ma come diavolo fa!
«Classica fortuna del principiante» interviene Federico, che si allena in un club esclusivo del quartiere ed è molto bravo.
«Intanto guardami le spalle» replica allegro Mattia, ora in testa alla classifica.
Si siede accanto a me, poggia una mano sulla gamba con fare innocente e mi prende una ciocca di capelli, facendola ruotare intorno al dito con delicatezza.
«Ti ho mai detto che li adoro?» mi spiazza con dolcezza.
Gli butto le braccia intorno al collo, felice. «Mmmh...dovresti dirle più spesso queste cose.»
«Come no, così ti monti la testa e cominci a paragonarmi a quello smidollato di Patrizio. Te lo puoi scordare, ragazzina.»
Scoppio a ridere. «Non l'hai mai superato quell'appuntamento» lo provoco, felice.
«Senti chi parla... hai fatto una scenata incredibile solo perché hai saputo che la mia Rose parteciperà alle selezioni per la pallavolo.»
Beh, ti credo, quella stronza è la mia acerrima nemica.
«Solo perché è una bagascia.»
Katiuscia non avrà mai la mia approvazione. Io la detesto!
«Partecipa anche tu domani» mi prega per l'ennesima volta.
Quando mi ha detto di voler giocare nei tornei scolastici ero molto contenta che si mettesse in gioco, tuttavia non appena ho saputo che la squadra di pallavolo era mista e che le figlie della preside potrebbero giocare con lui, gli ho intimato di stare alla larga da quello stramaledetto campo. Ovviamente la mia era una richiesta assurda e lui non ne ha tenuto conto, però mi ha proposto più volte di unirmi alla squadra.
«Non mi renderò ridicola davanti alle gemelle La Marca. Sono incapace. L'unico sport che potrei fare è il nuoto, ma non ci sono campionati scolastici in acqua» sputo fuori, nervosa.
«D'accordo, lasciamo perdere, non voglio litigare stasera. Vorrà dire che verrai a fare il tifo per me» afferma spavaldo.
«Te lo puoi scordare.»
Alza gli occhi al cielo.
«L'acidità in persona.»
Non lo lascerei mai da solo con quelle gatte morte, ma voglio tenerlo un po' sulle spine. Ultimamente da tutto per scontato perché sa bene che sono cotta di lui.
«Puoi sempre decidere di non giocare e portarmi a mangiare un gelato» tento un'ultima volta, speranzosa.
«Resia te l'ho già detto. Non mi importa se ci sono quelle due. Io voglio solo giocare, lo sai» mi liquida, con un'alzata di spalle, poi prende in giro Federico che intanto ha fatto la sua mano ed è rimasto un punto sotto di lui.
«Dopo mi accompagni a casa?» domando, cambiando argomento.
Si guarda intorno e poi con una mossa fulminea mi intrappola il labbro inferiore fra i denti. «Non vedo l'ora» soffia, malizioso.
«Di conoscere mia madre?»
Mi stacco, tentando di rimanere lucida. Anche se con il suo volto a una spanna dal mio, è impossibile.
Quell'impicciona ha saputo di Mattia dalla nonna e mi sta torturando: vuole che glielo presenti. A me sembra prematuro, ma non posso farci niente se quelle due sono matte.
«Mmmh...» Mi stringe la gamba con la mano, avvicinandosi all'interno coscia. Non mi ha mai accarezzato intimamente e non si azzarderà neanche adesso, sa che non sono pronta, ma sa pure che quando mi sfiora perdo la testa.
«Voglio solo assaggiare la torta della nonna e qualcos'altro...» La sua voce arrochita mi provoca un brivido, sento affluire un caldo improvviso che dal basso si irradia fino al volto. «E comunque adoro anche questo» allude, sfiorandomi delicato una guancia.
«Io no, perché tu sei sempre così... composto» mi lamento.
Non è giusto che lui riesca a mantenere il controllo con facilità e non avvampi al minimo tocco come me.
«Resia, sei così ingenua...»
Abbasso lo sguardo, impacciata. È proprio vero. Sono così inesperta rispetto a lui.
«Cosa sta elaborando quella mente contorta?» chiede, accorgendosi del mio turbamento.
«Per una volta vorrei che fossi tu quello sopraffatto e non io.»
«Ecco perché sei ingenua. Non capisci che sono solo più bravo a mascherare le mie emozioni?»
«Non è vero.»
È impossibile che si senta come me.
«E perché? Sentiamo...» sostiene, con aria sufficiente.
Ci penso un attimo, poi rispondo sicura. «Perché non mi fai mai complimenti.»
«Tutto qui... poi?» sembra annoiato e il suo atteggiamento mi fa sentire ancora più vulnerabile e sciocca.
«Non mi hai mai chiamato amore» continuo, un po' meno spavalda.
«Altro?»
«Non mi ha mai detto che mi vuoi bene» concludo, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
Vorrei tanto che mi contradicesse. So di sembrare una bambina, ma è più forte di me, sto così bene assieme a lui e ho paura che, da un momento all'altro, possa scocciarsi di me.
«Stronzate» replica, con un'alzata di spalle.
Sbuffo, delusa. Vorrei scuoterlo quando minimizza così. È tanto difficile dirmi ciò che vorrei sentire?
Mi alzo stizzita. Per fortuna tocca di nuovo a me, ho bisogno di distrarmi.
Scatta anche lui, avvertendo il mio disagio, per lui sto diventando un libro aperto. Mi blocca da dietro circondandomi tra le sue braccia. «Lo vuoi capire che sono pazzo di te?»
Sgrano gli occhi. Mi sento mancare l'aria e il suo fiato mi brucia il collo. Sono proprio fregata. Quando fa così, sento che potrei impazzire.
«Dobbiamo aspettare ancora molto piccioncini» urla Diana.
«Da quale pulpito» replico sarcastica, provocando l'ilarità nel gruppo. Come può lamentarsi di noi mentre è attaccata come una cozza a Federico.
Mi volto di nuovo verso il mio fidanzato, ignorando il suo ammonimento. «Amore...» inizio dolce. Mi guarda, i suoi zaffiri brillano. «Mi insegni a lanciare questa stramaledetta palla?» concludo, spezzando l'incantesimo.
«Poi sono io quello che non fa mai complimenti. Su, andiamo.»
Mi trascina sulla pista. Prende la palla da otto e comincia a darmi tutta una serie di indicazioni, mimando il modo in cui dovrei tirare. La sua mano mi sfiora il fianco, spinge il suo corpo contro il mio, afferra la mia mano, guidandola sulla palla, mostrandomi il movimento che dovrei fare per farla ruotare prima del tiro. Quando ha finito, mi porge la sfera, calmo.
Non ho la più pallida idea di cosa abbia detto, mi sento una deficiente completa. Non riesco a far altro che sospirare. Lui invece è tranquillo e rilassato.
«Tutto chiaro?»
«Signor sì» fingo con disinvoltura.
Faccio un respiro profondo e cerco di fare del mio meglio. Lancio la palla, dandogli una traiettoria decisa e prego, sperando che quella stronza faccia il suo dovere. Niente. Deraglia sul lato, vanificando tutti i miei inutili sforzi. Provo di nuovo, incoraggiata da Mattia ma anche al secondo tentativo colpisco un misero birillo.
Sospiro, affranta. Non fa per me.
«Beh, se non altro hai un ottimo premio di consolazione» ammicca Giulio, fissando il culo di Mattia, ora pronto al lancio. Francesco gli da un buffetto sul braccio, imbronciandosi. Sono tanto carini insieme. Spero proprio che la loro intesa continui a crescere.
«Puoi dirlo forte» ribatto decisa, guardando con orgoglio il mio fidanzato.
***
Un'ora più tardi siamo nei pressi di casa mia, nella sua auto. Dovremmo avvicinarci al palazzo, si sta facendo tardi, eppure non riesco a staccarmi da lui. Ancora un volta mi ha stregato. La sua bocca bollente sta praticando magie e i miei sensi sono tutti in allerta. Avverto una tensione crescente ovunque, ho la piena consapevolezza di ogni singola parte del mio corpo.
Sto bruciando tra le sue braccia e vorrei che non si fermasse mai, ma so bene che è sbagliato.
È troppo presto per andare oltre...
«Aspetta...» dico, senza fiato, bloccando la sua mano che peregrina pericolosa verso il basso, giocando con l'elastico dei jeans che indosso. «Non sono pronta a...»
Non riesco a concludere, le sue mani non arrestano la corsa, correggono solo un po' il tiro, spostandosi sul fianco. Così non riesco a ragionare. Maledizione!
«Resia ti prego... ti prometto che non faremo nulla, ma lasciati andare ancora un po'. Io ti desidero troppo...»
Plasmata dalle sue parole, mi sciolgo come creta tra le sue mani, abbandonandomi contro di lui.
Voglio fidarmi. Cosa potrebbe mai accadere in fondo? Siamo vestiti e siamo fidanzati.
«Pochi minuti» concedo, sento la gola arsa, voglio che mi baci ancora.
Avverto con chiarezza le sue dita che arpionano la pelle sotto l'ombelico. Sussulto mentre si spostano da un lato all'altro, delicate, eppure così decise che la pressione che esercitano su di me, è insostenibile. Ho un caldo pazzesco. Non so neppure io cosa voglio, l'unica cosa che desidero è che continui a toccarmi, appagando quella sensazione pressante che avverto nel basso ventre.
«Ti prego» pigolo, rauca.
Asseconda il mio desiderio con un bacio vorace. Mi divora il respiro. La sua lingua destituisce ogni mia volontà, duellando contro la mia. Gli scompiglio i capelli, senza sapere come appagare quel bisogno spasmodico che mi incendia la mente e il corpo.
Scendo impudica verso le spalle ampie, lo stringo con forza. Vorrei urlargli che lo desidero con tutta me stessa, che mai nessuno mi ha fatto sentire così. Per un attimo rallenta il ritmo, mi succhia il labbro, provocandomi l'ennesimo tremito, poi spinge ancora la lingua, cancellando ogni rimasuglio di lucidità. Con una mano mi accarezza il viso, preme con le dita sulle tempie e sul collo, l'altra continua a bighellonare sul fianco, con le dita pericolosamente vicine all'interno coscia.
Sospiro tra le sue labbra e mi concede un attimo di tregua, mentre vira sul collo.
«Prometti ancora» dico di nuovo. Ho paura che non riuscirò più a bloccarlo. Ardo per lui.
Risale lento verso l'orecchio. «Giuro» dichiara solenne con voce roca.
Sento le sue mani sull'addome, sotto la camicetta, esageratamente vicine al seno. Quando ne stringe uno a coppa tra le dita, vorrei urlare tanto sono forti le sensazioni che avverto, la sua bocca si spinge sull'incavo del collo, poi scende ancora, volando sulla clavicola e la lingua lascia una scia infuocata sulla pelle scoperta.
I bottoni della camicetta saltano uno dopo l'altro, senza che io abbia la forza di oppormi e le sue mani scostano senza indugio il reggiseno. Quando la sua bocca si chiude a coppa intorno al capezzolo, succhiandolo, non trattengo un grido e serro le gambe con forza. Traccia i contorni con la lingua, alternando stoccate dolci ad affondi più decisi, mentre con le dita tortura l'altro seno, giocando in modo sensuale con la rosea corona.
Sto impazzendo. È tutto così intenso. Mi mordo il labbro, in preda a un piacere incontrollato che pretende di essere soddisfatto ancora e ancora, fino allo stordimento totale. Invece quella lenta seduzione, così com'è iniziata, rallenta, e mentre il mio corpo è ancora pervaso dai brividi, Mattia allontana la bocca da me, lasciandomi inebetita. Ricopre con lentezza estenuante gli scorci di pelle scoperta, senza fiatare. Sento il suo respiro profondo, sembra disteso, ma so che è solo apparenza.
Il suo sguardo è combattuto, le sue mani tremano e io non riesco a riportare a un ritmo sostenuto il cuore. Si passa più volte le mani fra i capelli, sospira, poi afferra il volante con sicurezza.
«Dobbiamo andare» dice, senza guardarmi.
Il suo tono sembra distaccato, però sono certa che sta fremendo, fa fatica a recuperare il controllo delle sue emozioni, proprio come me.
«Grazie...»
È la sola cosa che riesco a dire. Per un attimo i suoi occhi si poggiano su di me. So che si è fermato solo perché non sono pronta a concedergli tutta me stessa.
Gli accarezzo il volto, sorride comprensivo, ma distoglie lo sguardo.
«Non ti azzardare più a dire che non tengo a te» intima risoluto.
«Ti voglio bene...»
Non risponde, non mi dice che ricambia, anche se dentro me lo spero con tutto il cuore. Percorriamo gli ultimi chilometri in silenzio, la tensione tra noi è palpabile. Quando arriviamo sotto il mio palazzo entra nel cancello deciso.
«Sei proprio sicuro?»
Non voglio si senta costretto. Io stessa penso sia affrettato.
«Non ti preoccupare per me. Saprò cavarmela. Tu, piuttosto, sei convinta?»
Sì, sceglierei te, sempre e comunque.
Non faccio in tempo a rispondere che due volti sorridenti si accostano al vetro.
«Che Dio ce la mandi buona» scherzo, mentre sospiriamo all'unisono e scendiamo dall'auto.
****
E adesso... se vi va, ditemi la vostra! Soprattutto se non mi avete mai lasciato un commento. Non sapete che potere hanno le vostre parole su un autore e io ho bisogno di tanta carica, tra i mille impegni e problemi che ho, per trovare la giusta determinazione per scrivere. Avrei davvero tanto piacere di conoscere le vostre opinioni, che siano critiche o apprezzamenti, non mi importa, ne farei tesoro. Grazie a chi risponderà!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top