L'IMPICCAT...

La corda pendeva nell'androne. Possibile che nessuno se ne fosse accorto? Guardai in giro. La folla di mostri non sembrava consapevole d'altro che della parola da indovinare sulla lavagna, ubriachi di birra e di zucca.

Il gioco dell'impiccato. Mi ricordava un passato di risate e salsedine. Era il gioco preferito di Elsa. A me non era mai piaciuto. E non mi piaceva nemmeno Halloween.

Ad Halloween escono i folli. Ma come avrei potuto perdere una simile festa? Soprattutto per gli After eight. Feci un passo per avvicinarmi al tavolo su cui erano sparsi. Ne avevo già mangiati una decina. Il loro sapore mi scaldava lo stomaco.

Mary ridacchiò. Indossava un abito nero da strega che la rendeva troppo pallida. I capelli le coprivano gli occhi blu sporgenti. -Finalmente un gioco divertente-

Stupida. -Scommetto che sei bravissima-

-Non mi posso lamentare-

Stupida alla seconda. -Sono sicuro che vincerai-

-A- tentò qualcuno.

A_ _A_ _ _ _ _

Lanciai uno sguardo alla corda. Era sempre lì, mossa da una brezza invisibile. O peggio. Mossa da dita trasparenti. Giocherellai con il mantello da conte Dracula che ero corso a comprare nel pomeriggio.

-Era proprio necessaria la corda?-

-Cosa?- domandò Mary.

Scrollai la testa. Altri tentativi, persone che dicevano lettere. L'impiccato comininciava a formarsi. C'erano la corda, la testa, il busto. Lanciai uno sguardo oltre la soglia. La corda penzolava tra ragnatele e pipistrelli. Girai la testa e...

ASSASSINO

Lo stomaco mi si contorse. Era un caso. Le lettere sanguinavano sulla lavagna. Feci un passo indietro e urtai contro qualcuno. A quel paese gli After eight! Ne avevo mangiati a sufficienza. Volevo solo andarmene a....

La corda si contorse nell'aria. Come quella notte lontana. Come l'Halloween di anni prima. Come la volta in cui Elsa mi aveva tradito. Mi sembrava di vederla appesa, l'ombra del suo corpo che si muoveva avanti e indietro, quel suo abito da strega che frusciava.

-Nessuno la vede? Nessuno vede quella maledetta corda?- urlai, le mani sul viso.

Gli occhi di tutti erano su di me. Zombie, vampiri, licantropi. Erano mostruosi. Feci un passo indietro.

-Ma come potete non vederla?-

-Cosa?- Mary mi guardava con quel suo sguardo bovino. -Cosa dovremmo vedere?-

-La corda... Elsa... l'impiccata!-

-Non c'è nessuna corda- Mary scosse quella sua ottusa testolina.

Imprecai. -Sei stupida? Possibile che non la vedi? Sei stupida come Elsa-

Mary mi fissò, le mani avanti.

-E smettila di fissarmi con quei tuoi occhiacci- la odiavo. Come avevo odiato Elsa. Erano uguali. Loro con quei giudizi. Non era un caso che fossero sorelle, che lo stesso sangue marcio corresse nelle loro vene.

-Ma cos'hai?-

-Odio Halloween!- ruggii. Corsi via.

Elsa era tornata. Con le unghie simili ad artigli e i capelli biondi abbandonati sulle spalle. La corda si allungava verso di me. La sentii stringersi intorno al collo. Tutto divenne nero.



Il giorno dopo il giornale si apriva con un articolo.

Uomo s'impicca durante una festa di Halloween. Cinque anni prima la fidanzata aveva fatto la stessa fine.

Mary sorrise. -Hai avuto la tua vendetta, sorellina- buttò il giornale sul sedile del passeggero. Era stato facile drogare le After eight. La suggestione e l'aiuto del suo ragazzo, il padrone di casa, avevano fatto il resto. Mise l'auto in moto e partì verso casa.

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